#1 – Fiori
Tsunade non
è per nulla sorpresa nello scorgere la figura del compagno di squadra
oltre la porta. Lui cerca di assumere un’espressione annoiata, dandosi
–come sempre- arie da grande shinobi, mentre lei cerca di non dare a
vedere che già sa come andrà a finire.
“Ciao
Jiraya” sospira rassegnata, come se stesse parlando con un bambino.
Jiraya stringe le
spalle e abbassa lo sguardo per una frazione di secondo, dando un calcio a un
ciottolo poco distante dai suoi piedi.
“Ciao”
si limita a rispondere, con semplicità disarmante. “Serata carina,
vero?”
Tsunade socchiude
gli occhi.
“Cosa ci fai
qui?” chiede, imponendosi calma ed autocontrollo. Poi, con un gesto
meccanico, sistema i capelli biondi dietro le orecchie, infine porta entrambe
le mai ai fianchi. Jiraya sa che dovrebbe cominciare a sudare, conscio del
pericolo che sta correndo, ma la fredda aria notturna glielo impedisce.
“Stavi
festeggiando San Valentino con Dan?” chiede lui. La ragazza si chiede
come faccia a porle certe domande con tanta noncuranza; ma d’altronde
Jiraya è sempre stato un caso a parte rispetto al genere umano.
“Mh... ti
importa?”.
“Eh? Certo
che no! Passavo di qui per caso e ho deciso di farti un saluto,
nient’altro” borbotta, quasi irritato.
Tsunade non
risponde subito, fissando per qualche attimo l’indecifrabile espressione
di lui.
“Quindi
passavi di qui per caso, eh?” ripete poi, scandendo lentamente ogni
parola.
“Già,
proprio così” conferma Jiraya, gonfiando leggermente il petto.
“Non mi è nemmeno più concesso di salutare i miei compagni
di squadra? Ed io che credevo di vivere ancora in un mondo libero! È
scandaloso, non trovi?”.
Pagliaccio,
vorrebbe gridargli lei, ma le parole non le escono dalla gola. E poi Dan li
sentirebbe, dando vita ad una serie indicibile di equivoci e problemi che
Tsunade non ha né la voglia né la forza di risolvere.
“Devo
dedurre quindi che i fiori non siano per me” mormora allora, notando il
mazzo di garofani che Jiraya nasconde dietro la schiena.
“I fiori?
Che… Ah, sì i fiori. Esatto, non sono per te, figuriamoci”
risponde piccato. “Sai, pensavo di metterli in salotto, non credi che
sarebbero un vero e proprio tocco di stile?”.
Lei scuote la
testa, rassegnata.
“Senza
dubbio farebbero un bel contrasto con il resto dell’abitazione”
ribatte, cercando di ridere, ma tutto ciò che ottiene è un
silenzio profondo e imbarazzante.
Probabilmente Dan
si starà chiedendo che fine abbia fatto, e Tsunade –ha già
deciso- gli racconterà di essere stata trattenuta da un venditore porta
a porta particolarmente insistente. Jiraya invece non fa altro che osservarla con
attenzione, studiando ogni suo seppur minimo cambio d’espressione e
cercando in ogni modo di leggerle nel pensiero.
“…Tsunade?”
chiama, dopo una manciata di secondi.
“Sì?”
“Forse i fiori starebbero meglio a casa tua, sai?” dice. “Buon San Valentino”.