La
cura
“Perché
sei un essere speciale ed io avrò cura di te”
Com’è
possibile restare fermi ed immobili davanti ad un sorriso così? Non
sentire il
cuore sussultare, le gote arrossarsi…?
Non
è amore, non lo sarà mai e poi mai, ma è un bel piacere, è un’estasi
lieve ma
bella, non troppo profonda, ma nemmeno data da una cieca bellezza.
Occhi, mani,
quelle son belle, cose con cui perderci e confondersi “per poi
ricominciare”
dice qualcuno che conosco. Sentirsi persi con lo sguardo ad osservare
la
schiena, le braccia, il collo, poter seguire da dietro la direzione dei
suoi
capelli, corti e ribelli, ad onda, in una maniera dolce che su altri
definito orribile.
E
poi tornare alle mani, belle, le immagino sfogliare grossi tomi,
scrivere ed
essere mezzo di espressione del suo cuore.
Il
suo cuore… lo vorrei conoscere, conoscere quella sua timidezza, la sua
insicurezza, le paure, le gioie i desideri. Cosa ne resterà di queste
parole?
Di questo mio “sentire”? Forse niente, anzi, dovrei prendere appunti,
ma
mettere su carta queste cose mi permette (in parte) di superare la
cosa.
E’
così attento, ma come fa? Chissà cosa pensa, cosa sogna! Cosa desidera!
Non
c’è modo di saperlo però sarebbe bello parlarci, perdersi in discorsi
fino a
tarda notte e sentire di aver dato e ricevuto qualcosa.
Cosa
me ne interessa dei Santi? Perché parlarne?
E’
tutto inutile, parlare di questo mio sentire non mi aiuterà a studiare,
ma
almeno mi sembrerà di viverlo, scrivendolo.
Eppure,
nonostante mi piaccia, nonostante mi piacerebbe stargli accanto, tutto
ciò che
voglio veramente chiedergli:
“Ma
tu, cosa sogni?”