Una nuova avventura
Capitolo 1
Erano le
4:00am e in una palazzina rossa alla periferia di Shinjuku un uomo stava
rientrando in casa già immaginando di trovare la propria socia sul divano con
un enorme martello in mano pronta a lanciarglielo nel momento in cui lui
sarebbe entrato in casa. Arrivato davanti alla porta, però si ricordò che non
meno di cinque ore prima lui e Kaori avevano avuto una tremenda litigata che
era sfociata in lui che usciva sbattendo la porta e lei che, in lacrime, si
rifugiava nella sua stanza. Il motivo della litigata? In quel momento era
talmente ubriaco che non si ricordava neanche più; aprì la porta e trovò tutte
le luci spente: “Lo sapevo, lei non mi ha aspettato stasera”. Si diresse verso
il piano inferiore e si avvicinò alla porta della camera di lei, accostò
l’orecchio e sentì il suo respiro regolare.
- Buonanotte
amore mio -
Si allontanò
e si diresse verso la sua camera già quasi addormentato.
Nel
frattempo nell’altra stanza una ragazza dai capelli rossi non stava affatto
dormendo anzi era sveglissima poiché aveva aspettato il socio seduta sul divano
e con il suo martello, poi però mentre lui saliva lentamente le scale del
palazzo si era ricordata della litigata e allora, per non dargli modo di
pensare che lei fosse gelosa, era corsa in camera sua e aveva fatto finta di
dormire, quindi aveva sentito ciò che lui aveva mormorato dietro la porta.
- Quanto sei
stupido Ryo – sussurrò riferendosi anche alla litigata di quella sera poiché
lei a differenza sua se la ricordava benissimo.
Inizio flashback
Erano le sei e Ryo e Kaori erano
appena rientrati in casa; quel giorno si era concluso l’ennesimo incarico
affibbiatogli da Saeko, solo che questa volta Ryo aveva rischiato veramente di
morire. Lui e Kaori si erano ritrovati improvvisamente circondati da una decina
di uomini, Ryo ne aveva feriti sette ma tre erano ancora illesi e avevano
sparato contemporaneamente verso di lui, Kaori si era lanciata verso di lui e
si era presa tutte le pallottole al posto suo. Ryo li aveva uccisi e poi era
corso dalla socia, si era avvicinato e con suo sommo sollievo si era accorto
che una pallottola l’aveva presa di striscio alla testa e due erano andate a
conficcarsi nel giubbotto antiproiettili che, fortunatamente, Saeko li aveva
costretti a indossare. Una volta arrivati a casa però Ryo si era infuriato:
- Che razza di cretina sei? – aveva
urlato
- Come scusa? – Kaori l’aveva
guardato allibita
- Ti rendi conto che se, come al
solito, non avessimo usato i giubbotti tu saresti morta? Sei stata una stupida
e un incosciente –
- E questo sarebbe il ringraziamento per
averti salvato la vita? – adesso anche Kaori si stava alterando
- Ce l’avrei fatta anche da solo,
possibile che dopo dieci anni che lavori con me ti debba veder fare ancora
queste stupidaggini? Lo vuoi capire che non posso badare sempre alle tue uscite
di testa? O impari a cavartela da sola o te ne vai - e uscì sbattendo la porta,
mentre Kaori correva in camera sua.
Fine flashback
“Quell’uomo
e una contraddizione vivente, prima non vuole che io impari a usare la pistola
e poi si lamenta che deve starmi sempre dietro. Ho capito che se voglio
imparare non devo dirgli che lo faccio altrimenti me lo impedirà”.
Mentre
pensava, guardò l’orologio, erano le 6:00am.
- Oddio, ero
così impegnata a pensare che mi sono dimenticata di dormire - rise - Non fa
nulla, tanto ci sono abituata, e non mi conviene neanche provarci ora perché
tanto fra un’ora suona la sveglia -
Si alzò dal
letto e decise di andarsi a fare un bel bagno caldo; passò davanti alla camera
del socio e non resistette, aprì la porta e lo vide: dormiva completamente
nudo, la coperta gli copriva solo i fianchi, era abbracciato al cuscino e solo
in quel momento lei si accorse che mormorava qualcosa. Decise di non entrare
altrimenti lui si sarebbe sicuramente accorto della sua presenza ma tese
l’orecchio e finalmente lo sentì:
- Kaori ….
Kaori dai vieni qua …. Non ti allontanare …. Voglio solo un bacino …. Kaori -
La donna
arrossì vistosamente, chiuse la porta e si rifugiò nel bagno; si mise davanti
allo specchio e guardò la sua immagine riflessa: capelli arruffati, occhi
insonnoliti, viso completamente bordò ma con un sorriso ebete sulla faccia; era
la prima volta che sentiva il socio dire quelle cose e ne era contenta.
- Ho deciso,
prima dovrò trovare qualcuno che m’istruisca e poi dovrò trovare il modo di
farlo capitolare -
E con questi
buoni propositi entrò nella vasca.