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Autore: Kuruccha    31/10/2003    8 recensioni
Chiacchierate che scaldano il cuore quando nel deserto è più freddo. (Sanji/Bibi)
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non possiedo One Piece o i suoi personaggi; questa è stata la fortuna di Eiichiro Oda. Ma il modo in cui è scritto tutto questo e la trama... sì, questo è tutto mio.


UNA NOTTE CALMA E TRANQUILLA - Capitolo 1 di 3

Vivi uscì dalla sua tenda, cercando conforto tra le rovine di marmo, in quella notte nel deserto.

Ma le notti del deserto sono fredde e il marmo delle rovine parla di cose lontane, cadute, perse nel passato. Non poteva fermare le lacrime che scivolavano sulle sue guance.

Un piccolo punto di luce brillò nel buio, illuminando la faccia di lui, che chiamò il nome della ragazza.

Non era sola e ne fu contenta, mentre si sedeva vicino al fuoco dove lui l'aveva invitata. "Nessuno mi aveva mai detto che questo maledetto deserto sarebbe stato così freddo," mormorò Sanji, mentre buttava un altro pezzo di legno nel fuoco. Le offrì una bottiglietta, dicendo solamente "Ti terrà al caldo."

"Non ne ho bisogno, grazie," disse lei. "E' solo una baggianata raccontata da qualche vecchia moglie. L'alcol non tiene al caldo."

"Beh, comunque sia..." fece lui, un po' offeso, aprendo lo stesso la borraccia, "L'età viene prima della bellezza, questa volta. Penso che sarò presto d'accordo con quelle mogli."

Sorrise per quella specie di complimento.

"Meglio così. Le belle ragazze non dovrebbero mai accigliarsi."

"Sanji!" lo rimproverò gentilmente, "Non dire cose come queste!"

"Mi stai chiedendo di mentire?"

"Certo che no."

"Ti serve qualcosa? Un'altra coperta? Magari un bicchiere d'acqua? Mi aiuta sempre ad addormentarmi."

Si stava comportando in modo asfissiante, proprio come tutti quei servi da cui lei aveva cercato di nascondersi fin da bambina. Ma non voleva mandarlo via; Con qualcuno attorno, avrebbe dimenticato quanto fredda era quella notte.

"Non dovresti morsicarti le labbra," osservò lui.

"Scusa." Il dolore l'aveva distratta, ma ora era concentrata pienamente sui suoi problemi. L'aveva giusto sentito dire "Non dovresti."

Provò a convincere se stessa che anche quella paura che provava dentro era parte del lavoro che Crocodile aveva fatto su di lei, ma forse quel timore era proprio quello che provava tutto il suo paese.

"Non c'è nulla per cui essere preoccupati," aggiunse Sanji.

O magari - magari era tutta colpa sua. Le lacrime traditrici scesero ancora una volta dagli occhi e le scappò un singhiozzo.

"Stai tremando." Buttò via la sigaretta, si sfilò velocemente il mantello e glielo mise sulle spalle. Quel peso confortante ruppe la sua risolutezza e uno dei singhiozzi si trasformò in un pianto sommesso.

"Vivi!" Le sue braccia erano attorno a lei. La ragazza si irrigidì istantaneamente e lui la lasciò subito andare.

"Non volevo - spero tu non abbia pensato..." Sanji balbettò una scusa e si alzò in piedi.

Vivi lo prese per la manica. "Non andare via."

"Credo sarebbe meglio che tornassimo alla tenda. E se qualcuno uscisse?" Guardò la fiaschetta ancora nella sua mano e rabbrividì. "Potrebbero farsi un'idea sbagliata."

Vivi piegò il viso. "E di cosa dovrebbero preoccuparsi?"

"I gentiluomini non dovrebbero far trovare le donne in queste situazioni."

L'imbarazzo di lui le fece dimenticare il suo. "E' stato carino, non c'è niente di cui vergognarsi. Perfavore, siediti."

Non sembrava molto contento, ma face come lei gli aveva chiesto. 'Adesso è nervoso ed è tutta colpa mia' pensò lei, brontolando, mentre lui si accendeva una nuova sigaretta. Cercò di dargli un risarcimento. "Sanji, grazie per aver cercato di farmi star meglio."

"Posso chiederti cos'è che ti infastidisce? Nessuno di loro ti ha fatto niente, vero?" fece, puntando il dito verso la tenda e lasciando che la domanda aleggiasse nell'aria.

"No, no, niente di tutto questo," Guardò oltre il fuoco, nel buio e poi verso le stelle. "E'... tutto."

Come poteva fargli capire che si sentiva lontana da casa almeno quanto lo era stata a Whiskey Peak?

"Penso di sapere cosa intendi," disse, premuroso. "E' come se ti sentissi vuota, giusto?"

Lei annuì piano.

"Esatto." Uno sbuffo di fumo uscì dall'angolo della sua bocca. "Sai che sono cresciuto su una nave, giusto? Per la maggior parte della mia vita le cose solide sotto il miei piedi erano tavole di legno tenute assieme da qualche chiodo. Tante volte non mi importava nemmeno - ma quando c'erano notti tranquille sì."

"Notti tranquille?"

Lui guardò attraverso il fuoco. "Divertente, vero? Le tempeste non erano nulla, ma le notti calme e tranquille mi hanno sempre messo addosso agitazione. Non ce n'erano spesso - il ristorante era sempre pieno e i cuochi erano dannatamente rumorosi."

"Ma certe volte il mare era una tavola. La nave era silenziosa. L'aria immobile. E il mio cuore, allora, batteva come quello di un coniglio spaventato. Era perchè c'ero solo io sotto quel cielo infinito. Solo io immerso nell'oceano che correva verso l'orizzonte." Buttò quello che rimaneva della sigaretta nel fuoco. "Avevo bisogno di limiti, come le onde, le nuvole e le altre persone, o pensavo che sarei volato via e mi sarei perso nel vuoto."

Anche allora, sembrava che gli facesse male.

"La Natura è abbastaza brava nel mostrarci quanto siamo piccoli nel grande progetto delle cose. Penso che parte della mia paura venga dal fatto che mi sono reso conto quanto grande potrebbe essere." Guardò il bagliore del fuoco che giocava tra i lineamenti di Vivi e disse piano, "E non sapendo se sarei mai arrivato a misurarlo tutto."

"Potremo," mormorò lei.

Il mantello scivolò via dalla sua schiena e lui lo prese al volo per fissarlo meglio. Vivi Pensò che stesse tantando di abbracciarla ancora. Questa volta, invece di sottrarsi, si inclinò verso di lui. Sanji vide il lampo nei suoi occhi, capendo che volevo confortarlo. Le diede un bacio che sapeva da liquore e fumo; calore e forza - era la prima volta che Vivi si sentiva sia sicura che senza preoccupazioni da quando era tornata ad Alabasta. Era la prima volta che si sentiva a casa nel suo paese.

I suoi problemi si fusero, così come fecero le sue labbra, le sue braccia, la sua risolutezza.
Fu Sanji a staccarsi per primo. "Sta diventando tardi," disse.

Un pirata gentiluomo; la frase non era contraddittoria se riferita a lui, pensò. "E domani avremo molto da camminare."

"E' vero."

Vivi si voltò indietro, non volendo andar via, ma sentendo che avrebbe dovuto. L'ultima occhiata di sfuggita che riuscì a prendere d ùi Sanji era lui che la aspettava per accompagnarla alla sua tenda - proprio come un principe che riaccompagnava a casa sana e salva la sua principessa.

Mentre cadeva nel sonno, un sorriso le nacque sulle labbra. Non aveva più freddo.

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Il giorno dopo...

La scarpinata attraverso il deserto aveva preso una direzione che Sanji non credeva possibile.

Era consapevole della situazione. Da una parte, aveva baciato Vivi. Questa era una buona cosa. Dall'altra parte, aveva baciato la principessa di Alabasta. Questa poteva essere una cosa negativa.

Vivi e Nami stavano cavalcando il cammello. Sentì Vivi ridacchiare, sorridendo a qualcosa che Nami aveva detto.

Sanji fu sopraffatto da un'inspiegabile voglia di dare un calcio a quel dannato cammello, prenderla in braccio e scappare via, portandola ovunque volesse. Poi l'avrebbe messa giù e -

No, pensò rabbiosamente, stringendo la sigaretta tra i denti. Non avrebbe mai fatto nulla. Principessa o Vivi che fosse, non importava. Non avrebbe agito. La notte passata era stata una stranezza passeggera. Lei era agitata, lui era lì intorno - caso chiuso. Nulla di più.

D'altra parte, era abbastanza sicuro che la sera non sarebbe andata come era successo se uno qualunque dei ragazzi fosse stato al suo posto.

Sorrise. Questo pensiero lo confortò per tutto il resto della giornata.

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Nota dell'autrice: Questa è solo una prova del Sistema di Trasmissione delle Fanfics. E' solo una prova. Sono sicura che se mai sarà scritto qualcosa di romantico su Vivi, coinvolgerà anche Kosa. Questa è solamente una prova. Perfavore, tornate alla lettura delle normali fic sensate. Grazie

Nota della traduttrice: A quanto pare Hazard (l'autrice) non era molto contenta di questa fic, eh? A me invece è piaciuta, e soprattutto il discorso di Sanji sui limiti mi è sembrato bello. Quindi... dall'autrice di WATERMARK, un'altra bella storiella. Spero di poter tradurre presto i due capitoli rimanenti. A presto, allora!

   
 
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