I vestiti erano sparsi per tutta la camera, le camicie chiare – perfetta divisa per due impiegati d’ufficio – erano state buttate in qualche angolo lontano. Solo una cravatta, una cravatta rossa, aveva avuto il suo impiego nella lotta per la supremazia, legando gli arti scattanti alla tastiera del letto.
Il tessuto tirava, terribilmente, strofinando contro la pelle chiara dei polsi.
Eppure, pur consapevoli di ciò, i muscoli strattonavano la cravatta che li teneva prigionieri, cercando in un qualche modo la libertà negata.