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Autore: Elly    16/03/2010    11 recensioni
Cento buoni motivi a favore della coppia Runami, riuniti in una raccolta di flash fic.
*...aveva i suoi amici, i soldi, un'avventura da vivere e un sogno da realizzare. Tutto era perfetto...o no?*
Genere: Avventura, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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CAP18

...Perchè sono un po’ come i jeans, adatti a tutte le occasioni.


-...e in più è un IDIOTA! Un colossale, enorme, irrecuperabile IDIOTA-

Nami sbattè violentemente la sua tazzina di caffè sul piattino, guadagnandosi un’occhiata di disapprovazione da parte del cameriere. Bibi le sorrise apprensiva e cercò di placarla.

-Dai, non può essere stato così tremendo come dici...-

Tentò, rivolgendo a Robin un’occhiata speranzosa che non venne colta; la mora continuava a sfogliare il giornale come se nessun grido, tazzina infranta o rimbrotti da parte del cameriere la tangessero. Nami si voltò verso l’amica con un’espressione inferocita e Bibi si ritrasse involontariamente, deglutendo; conosceva Nami da abbastanza tempo da sapere che, quando lei aveva quella faccia e quella voce, essere ragionevoli fosse quanto mai controproducente.

-Tremendo?-

Sibilò, stringendo pericolosamente gli occhi.

-Non è stato tremendo. E’ stato molto più che tremendo. Ci mancava quasi che mio padre lo prendesse a fucilate e, con il mestiere che fa, Rufy non se la sarebbe certo cavata!-

Il padre adottivo di Nami faceva il poliziotto; era piuttosto noto in paese perchè era tanto gentile e generoso con la gente quanto protettivo e geloso con le sue figlie. Nami e Nojiko erano state adottate da lui e Bellmer quando erano poco più che neonate e i due coniugi vivevano per queste due bambine; le avevano cresciute cercando di dar loro tutto il possibile, nonostante i soldi non fossero poi molti.
Bibi rispose all’affermazione di Nami con una risatina incerta, muovendosi a disagio sulla sedia; si erano conosciute per caso a scuola, quando era stato chiesto loro di occuparsi dei preparativi per la festa di fine anno. All’inizio Nami si era dimostrata scostante ed irritabile, ma alla fine Bibi era riuscita a conquistarla grazie alla sua dolcezza, a quel suo essere fragile. In qualche modo Bibi era riuscita ad affascinarla, forse perchè rappresentava tutto quello che Nami si era imposta di non essere: insicura, debole, bisognosa di protezione.

-E’ finito il caffè-

Commentò Robin, osservando la sua tazzina con disappunto. Bibi si volse verso di lei con aria tesa ma Nami ignorò l’affermazione e riprese a lamentarsi, proprio mentre Robin, dopo un cenno al cameriere, ricominciava a sfogliare il giornale. Erano una strana accoppiata loro tre; Robin era la più vecchia del gruppo e pareva non essere interessata mai a nulla: si lasciava scivolare addosso qualsiasi cosa, qualsiasi commento e sorrideva raramente e solo con un buon motivo. Bibi all’inizio la temeva e, come rivelò a Nami un giorno, la trovava irritante; l’amica si era limitata a sorriderle e spiegarle che Robin era davvero fantastica, ma per capirlo ci voleva del tempo. Molto tempo.

-Lei è fatta così, poche cose la smuovono davvero. Però sa ascoltare e capire come poche persone-

Dopo quasi tre anni di uscite, Bibi riusciva finalmente a capire cosa intendesse l’amica; Robin era davvero...spiazzante. E una volta conosciuta bene non potevi davvero più fare a meno di lei. Restava ancora un mistero come potesse uscire con quel metallaro casinista, comunque. La voce di Nami riportò Bibi alla realtà, obbligandola a concentrarsi sul presente.

-Insomma, non che pretendessi poi molto ma, dannazione! Era la festa di fidanzamento di mia sorella, nonchè l’occasione ufficiale per conoscere i miei genitori! E lui che fa? CHE FA?-

-Si presenta in jeans e camicia leggermente aperta, provocando in te una scarica di ormoni e nei tuoi genitori una sorta di repulsione primordiale-

Commentò Robin, con voce quasi divertita. Nami avvampò, presa in contropiede, e Bibi ridacchiò piano; che Rufy fosse un ragazzo con la testa perennemente tra le nuvole non era una novità ma delle volte riusciva ad essere disarmante. Come ci si poteva presentare ad una festa ufficiale vestiti come se si stesse per andare al mare?

-Mi ha fatto fare una figuraccia, soprattutto perchè ha praticamente urlato di essere il mio ragazzo e che con il vestito che avevo addosso ero decisamente sessibile. A parte la dubbia etimologia della parola, che già da sola è un affronto, si è pure lamentato nel momento in cui ho cercato di tramortirlo con una sberla, nel maldestro tentativo di eliminarlo per sempre dalla faccia della terra. Non avevo calcolato quanto fosse resistente...-

Nami sbuffò, socchiudendo gli occhi e passandosi una mano sulle tempie.

-Gli ho fatto la lavata di capo più grande della sua vita ma temo non sia servita ad un granchè-

-Vuol dire che non avete ancora fatto pace?-

Domandò Bibi, chinandosi verso di lei ed allontanando la sua tazzina di caffè ancora piena a metà. In effetti, lei detestava il caffè.

-Lui crede che sia tutto risolto, anche se in fondo in fondo sa che sono ancora arrabbiata. Il fatto è che è così perennemente...trasognato!-

-Ed è anche per questo che ti sei innamorata di lui-

Osservò Robin, senza distogliere lo sguardo da un articolo che doveva essere molto interessante. Nami sospirò, frugando nella borsetta alla ricerca di uno specchio, in cui si controllò minuziosamente il trucco. Non era vanitosa, questo no, però non poteva negare che essere guardata le piaceva; gli sguardi altrui che la seguivano per le strade la facevano sentire importante. Alle parole di Robin seguì un lungo silenzio; Nami e Rufy si erano conosciuti il primo anno delle scuole superiori e fin dal principio si era capito che tra i due ci fosse un certo feeling. Sanji, amico di Rufy fin dall’asilo anche se di qualche anno più grande, commentava i litigi quotidiani tra il ragazzo e Nami come “istinti sessuali repressi”; insomma, quei due si sarebbero calmati solo nel momento in cui si fossero resi conto che erano fatti l’uno per l’altra. In parte ci aveve azzeccato, perchè erano davvero fatti per stare insieme: litigiosi come pochi, seccanti, esagerati, ma anche fedeli, innamorati, ironici. L’unica previsione che Sanji aveva fallito erano i litigi: non erano diminuiti affatto da quando si erano messi insieme, anzi; l’unica cosa che era cambiata era il loro modo di fare pace: prima Rufy si limitava ad un sorrisone e a calare il suo buffo cappello di paglia in testa alla ragazza, ora avevano entrambi trovato un modo molto più...intimo. Quando Bibi chiese a Sanji cosa intendesse, lui le rispose, con un sorrisetto sghembo: scopano come conigli.

-Sì. E sono dannatamente, follemente, irrimediabilmente innamorata di lui. Ma questo non significa che io lo perdoni subito-

Spiegò Nami, nervosa. Un rombo particolarmente rumoroso attirò l’attenzione delle tre ragazze, che si voltarono istintivamente verso la strada: una grossa moto con la carrozzeria metallizzata si era fermata rombando vicino al piccolo dehor dove erano sedute; osservando gli adesivi appiccicati qua e là e la stazza del ragazzo che vi stava seduto sopra, intuirono immediatamente chi fosse. Robin scattò in piedi come se sulla sedia ci fosse stata una molla, recuperò la giacca -che, nonostante fosse stata piegata e appoggiata sullo schienale non era minimamente stropicciata- e salutò le sue amiche. Nel frattempo il ragazzo si era tolto il casco e aveva sorriso nella loro direzione: capelli blu pettinati in un ciuffo improbabile, pollice alzato verso il cielo e sorrisone malandrino. Franky suscitava un fascino non indifferente alle persone che aveva attorno, nonostante la sua impulsività.

-Spero di non avervi interrotte!-

Esclamò a voce alta, per sovrastare il rumore del motore; Robin, accanto a lui, si stava infilando il casco con grazia. Nami e Bibi scossero contemporaneamente la testa.

-No, avevamo quasi finito-

-Meglio! Baby, sei pronta? Stasera ho una sorpresa-

Robin salì dietro di lui e lo abbracciò in vita, appoggiando il capo sulla sua schiena e salutando con un gesto rapido della mano le sue amiche. Franky si abbassò la visiera del casco e partirono sgommando, con il vento che frustava impietoso i loro capelli. Nami e Bibi rimasero ad osservare la moto finchè non divenne un misero puntino all’orizzonte e solo a quel punto si concentrarono su ciò che rimaneva delle loro ordinazioni.

-Sembrano così perfetti-

Osservò Bibi dopo qualche secondo, facendo ruotare il suo caffè con aria assorta.

-Sono completamente diversi eppure si amano e sono felici, senza troppe complicazioni-

Il suo sguardo si fece triste e Nami capì a chi stava pensando senza che la sua amica aggiungesse altro. Per un attimo abbandonò l’argomento “Rufy” per concentrarsi completamente sul malessere di Bibi.

-Ancora nessuna novità?-

La ragazza proveniva da una famiglia molto facoltosa e tre anni prima si era fidanzata con un ragazzo che, oltre a piacere molto a lei, era diventato l’idolo di suo padre. Certo, inizialmente c’erano state delle dure divergenze- lui era un ambientalista, convinto che le industrie del padre di Bibi fossero pericolose per l’ambiente, cosa che poi si era dimostrata non vera- ma piano piano avevano imparato a conoscersi e ad apprezzarsi; ora guardavano insieme la partita il venerdì sera. Il grosso problema era che Kosa aveva in programma di chiedere la sua mano entro l’anno e Bibi non voleva accettare; a guardar proprio bene la ragazza avrebbe voluto lasciarlo, ma non si sentiva in grado di deludere così il padre ed il ragazzo. Era perdutamente innamorata di un altro uomo, un uomo che il padre probabilmente non avrebbe mai accettato, perchè troppo lontano dalla sua idea di genero.

-Pell continua a sostenere che quello che proviamo non è un bene, che c’è troppa differenza di età, che mio padre non lo accetterà mai-

Snocciolò Bibi, tenendo gli occhi bassi.

-Gli hai detto che al giorno d’oggi dieci anni non sono proprio nulla?-

Domandò Nami per la duecentesima volta; quando cominciavano a parlare di Pell, quella era la domanda di rito.

-Glielo ripeto sempre, ma lui si sente così in colpa...gli sembra di tradire la fiducia di mio padre. Vorrei trovare davvero una soluzione-

Nami sospirò, allungandosi per prendere le mani di Bibi tra le sue.

-La soluzione la conosci già, Bibi, ed è quella che ti piace meno:prendere il coraggio a due mani e confessare tutto a tuo padre. Ti vuole bene, capirà-

La ragazza si esibì in un sorriso stiracchiato, vergognandosi di sè stessa per avere gli occhi lucidi.

-Ma torniamo a parlare di te...alla fine ci siamo viste per questo oggi. Quanto hai intenzione di far passare prima di perdonarlo?-

-Tutto il tempo necessario affinchè la mia rabbia sbolla!-

Rispose Nami facendole l’occhiolino.

***

Un rumore improvviso fece sussultare Nami che, aperti gli occhi, gettò d’impulso uno sguardo verso il comodino: le tre e mezza di notte.

Che diamine...

Pensò, mentre il rumore si ripeteva; qualcuno stava lanciando dei sassolini contro il vetro della finestra e Nami non aveva bisogno di indovinare chi fosse.

-Ma sei impazzito?-

Sibilò, affacciandosi verso il cortile immerso nelle ombre notturne. Rufy ridacchiò e lasciò cadere gli altri sassolini che teneva in mano, illuminati di bianco dal bagliore della luna.

-Ti sei svegliata finalmente!-

esclamò felice, senza ricordarsi di abbassare la voce. Nami, per tutta risposta, gli scagliò un pesante libro di navigazione dritto in testa.

-Mi stupisco sempre che la tua testa suoni piena-

Sibilò acida, occhieggiandolo con rabbia. Rufy si massaggiò il grosso bernoccolo con aria abbattuta.

-Riportami su il libro e attento a che non si rovini-

Aggiunse dopo un po’ la ragazza, cercando di mascherare la risata che l’espressione del ragazzo le aveva suscitato. Rufy era sempre capace di sorprenderla; che ci faceva sotto casa sua alle tre di notte, lui che alle dieci e mezza crollava a dormire come un ghiro? Rientrò nella stanza e si sedette sul letto, in attesa di vedere la testa corvina del suo fidanzato spuntare dalla finestra; Rufy non si fece attendere molto: era sempre stato un ottimo scalatore. Appena in stanza il ragazzo appoggiò il libro sulla scrivania e si sedette accanto a Nami, un sorriso enorme stampato sul volto.

-Cosa ci fai qua?-

Domandò Nami, stringendosi meglio nella sua camicia da notte; l’aria cominciava a farsi più fredda, segno che l’estate stava proprio per finire. Rufy fece spallucce.

-Oggi non ci siamo visti e mi mancavi e tanto lo sapevo che eri ancora arrabbiata...-

-Rufy, non posso perdonare ogni tua singola sciocchezza con uno schiocco di dita. Questa volta l’hai fatta grossa-

Sospirò Nami, sedendosi a gambe incrociate sul letto ed osservandolo attentamente; forse aveva esagerato con quel libro, gli era venuto davvero un bernoccolo enorme.

-Ma è tutta colpa di Ace!-

Esclamò Rufy con voce piagnucolosa.

-E’ stato lui a dirmi che i jeans si adattano a tutte le occasioni!-

Il fratello di Rufy, Ace, era uno dei ragazzi più conosciuti del villaggio: sempre disponibile con tutti, paziente, dolce, maturo; si era sempre occupato del fratellino minore fin da quando i genitori se ne erano andati e tutti si fidavano di lui. Era partito l’anno precedente verso la città in cerca di fortuna. Nami si portò una mano alla fronte.

-Ci sono occasioni ed occasioni, Rufy-

Cercò di spiegargli.

-Mi perdoni?-

Domandò ad un tratto il ragazzo, allungando verso di lei il viso contratto in un’espressione infantile. Nami rise, sospirò ed infine annuì.

-Solo se la prossima volta ti fai consigliare da me sul vestito-

Rufy esplose in una risata allegra ed annuì, abbracciandola stretta e distendendosi con lei sul letto disfatto. Nami si divincolò dal suo abbraccio e lo guardò seccata.

-Rufy, è una pessima idea. I miei dormono due camere più in là e non saranno per nulla contenti se ti dovessero trovare qui-

Il ragazzo rise ancora.

-Il vecchietto mi piace, è divertente!-

-Non è questo il punto!-

Disse Nami a denti stretti.

-Il punto è...-

Ma non riuscì a finire la frase, perchè si ritrovò la bocca di Rufy incollata alla sua, mentre le mani del ragazzo la cingevano per la vita e la attiravano accanto a sè.

-Il punto è che mi sei mancata un sacco!-

Concluse per lei Rufy, con una semplicità disarmante. Nami gli passò le braccia intorno al collo e sospirò con finta rassegnazione.

-Ma che devo fare con te?-

-Magari mandarlo a casa, sorellina-

Mormorò una voce nel buio; Nojiko era appoggiata allo stipite della porta con le braccia conserte e li guardava con un sopracciglio inarcato e un sorriso divertito. Nami si staccò da Rufy come se fosse stata scottata e, nella foga, lo spinse contro una mensola facendogli battere dolorosamente la testa.

-Ahiao!-

Si lamentò il ragazzo, tenendosi la testa con le mani ed osservando Nami con risentimento.

-Strega!-

Mormorò, ma la ragazza lo ignorò completamente.

-Nojiko, che ci fai qui?!-

-Sai, non è che siete proprio silenziosi voi due-

Replicò la sorella divertita, entrando nella stanza e richiudendosi piano la porta alle spalle.

-Siete fortunati che papà russi come un treno e mamma usi i tappi per le orecchie-

-Comunque non stavamo facendo niente!-

Si affrettò a difendersi Nami.

-E’ venuto lui a chiamarmi perchè dovevamo...discutere-

-E immagino che il letto sia più comodo per certe discussioni-

-Già-

-Già-

Nojiko trattenne una risata e si rivolse a Rufy, ancora preso a constatare i danni del libro e della mensola.

-Forse è meglio che tu vada. Avete tutta la vita per parlarvi, no?-

Il ragazzo annuì un poco deluso, poi si avvicinò a Nami e le posò un bacio sulle labbra.

-A domani!-

E sparì oltre la finestra, calandosi in giardino e scomparendo tra i filari di mandarini.

-E’ un proprio un bravo ragazzo-

Osservò Nojiko, avvicinandosi alla finestra e chiudendola con un sorriso. Nami annuì, ancora intenta a scrutare il giardino.

-Non sei arrabbiata come mamma e papà per la storia della festa?-

Le domandò, accomodandosi sul letto e sistemando il cuscino. Nojiko le si sedette accanto ed accavallò le gambe, serena.

-No di certo. Ha movimentato un po’ la festa. E poi si sa che i jeans sono per tutte le occasioni!-

Ridacchiarono piano.

-Farò meglio a tornare a letto, domani sarà un’altra lunga giornata-

-Nojiko...-

-Cosa?-

-Pensi davvero che sia un bravo ragazzo?-

-Un ragazzo d’oro sorellina...dato che ti sopporta non può che essere così!-

La ragazza chiuse in fretta la porta, appena in tempo per evitare che un peluche la colpisse in piena faccia.

Ma che simpatica.

Pensò Nami, accoccolandosi sotto le coperte ed abbracciando il cuscino.
Comunque aveva ragione nel definire Rufy un ragazzo d’oro, anche se lei non lo avrebbe mai ammesso; da quando stavano insieme ne avevano passate di tutti i colori ed erano usciti da quelle avventure sempre sereni, indenni e più uniti di prima.

Siamo una coppia davvero adatta ad affrontare ogni evento ed occasione.

Ragionò Nami, prima che il sonno e l’ora tarda avessero il sopravvento.

Un po’ come i jeans...

NDA
E rieccomi qui con una AU :D Strano eh? xD Fanfiction decisamente particolare e fuori dalle mie righe, però la stavo pensando da un po’ ^^ Volevo scrivere qualcosa di runamoso ma che mettesse in evidenza anche il bellissimo rapporto tra le donne di OP, fatto di complicità, risate, scherzi.
Rufy è il solito scemotto, ma io lo adoro così com’è *-* Me lo immagino che sveglia Nami alle tre di notte solo per vederla e assicurarsi di essere stato perdonato XD Scusate, è che questa fic mi ha divertito scriverla! ^^ Scommetto che molte si staranno chiedendo che sorpresa avesse in testa Franky per la sua Robin...ehhh :D Ma ho intenzione di scriverci sopra una fic, quindi può darsi che presto lo scoprirete da voi! ;) Un bacione a tutte, continuate a scrivermi che siete la mia forza! Vi adoro :* A proposito...lanciate un’idea per il prossimo capitolo! Che situazione/momento vorreste vedere a sostegno della nostra coppia preferita? :)




   
 
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