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Autore: Eternal Fantasy    01/08/2005    6 recensioni
Daimonon Eugeniché Pentakis: la nascita del Dark Lord guerriero, e il suo primo grande combattimento. (omaggio a due dei miei rossini preferiti: Garv Dragon Chaos di Slayers e Mikael, Arcangelo del Fuoco di Angel Sanctuary!)
Genere: Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Chaos Dragon Garv, Hellmaster Phibrizio, Lei Magnus, Ruby Eye Shabranigdo
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Firemasters Swordmasters

 

FireMasters SwordMasters

Ovvero: quando un Dark Lord e un Arcangelo s’incontrano fanno scintille!

Di Eternal Fantasy

 

 

 

NOTE: Questa Crossover è un omaggio a due dei miei rossini preferiti: Garv Dragon Chaos di Slayers e Mikael, Arcangelo del Fuoco di Angel Sanctuary! La dedico a Ilune Willowleaf e a KillKenny, i primi a cui ho esposto l’idea di questa storia… e che non mi hanno fatta internare dalla neuro per questo! ^^;;;

 

 

 

Nelle ardenti viscere del Vulcano Chaos, tra le eterne fiamme che scaturiscono dal cuore ruggente della terra, Qualcuno attendeva.

Aveva le sembianze dell’uomo noto col nome di Lei Magnus, tuttavia i lunghi capelli scuri ondeggiavano nel calore insostenibile che avrebbe ucciso qualunque mortale; impugnava nella destra un elaborato bastone, e le sue ampie, sontuose vesti lo identificavano come un Red Priest. Rosso, come la luce che scaturiva dai suoi occhi: gli occhi del Maou Ruby-Eye Shabranigdu. Sulle sue labbra un crudele sorriso: il suo sguardo non si distoglieva dal lago di magma che si stendeva ai suoi piedi, e al centro di esso una forma ovoidale pulsante d’energia.

“È ora.” Il lampo dei suoi occhi tinse le pareti di sangue.

In disparte, un’ombra digrignò i denti, e strinse i pugni conficcandosi le unghie nei palmi, in segno di stizza: “Non era necessario, Padre! Potevamo farcela da soli! Io…”

“Taci, Fibrizio. Finora le forze di voi quattro Dark Lords non sono bastate a sconfiggere i quattro Dragon Lords e gli eserciti fedeli a Cephied. Ebbene, colui che ho creato unirà il potere dei Mazoku alla forza dei Ryuzoku! Sarà lui l’arma che decreterà il mio definitivo trionfo in questa Kouma Sensou!”

Il viso di Lei Magnus si volse verso il Demone dalle sembianze di fanciullo, e il Pincipe degli Inferi avvertì, soffocante, il disappunto del Sovrano di tutti i Demoni. Ridotto al silenzio, chinò il capo, lanciando una venefica occhiata colma d’astio verso l’Uovo Demoniaco che diveniva ad ogni istante più incandescente d’energia. Il Dio delle Tenebre si volse nuovamente al crogiolo da cui sarebbe scaturito il suo ultimogenito, un ghigno di soddisfazione s’allargò ancor di più sul suo viso:

“Mostrati al mondo, Garv Dragon Chaos! Dà prova della tua forza che travalica le leggi di LoN! Demone Drago, mio campione in questa guerra, la spada che mi porterà alla vittoria!”

Una crepa squarcia il guscio, da cui filtra la stessa luce che riempie gli occhi del Maou. L’Hellmaster si china su di esso: vuol essere il primo a guardare negli occhi colui che sarà, da quel giorno in avanti, il suo rivale. Il suo viso s’avvicina sempre più a quello spiraglio e…

Un poderoso pugno sfonda il guscio, centrando in pieno il naso del Dark Lord e scaraventandolo a dieci metri di distanza, steso a terra con gli occhi a girandola.

Non appena Fibrizio si riprende, ancora supino, vede torreggiare su di sé una figura in controluce; i suoi lunghissimi, indomabili capelli rossi divampano offuscando il fuoco ctonio del vulcano, simbolo della stessa possente energia di quel neonato Dark Lord; creatura che lo guarda dall’alto con due luminosi smeraldi selvaggi, e un lampo di bianche zanne scoperte in un ghigno ferino.

“Non devi essere granchè se ti ho steso con un solo pugnetto! Mocciosetta!”

“Cooosa? Come mi hai chiamato?”

“Ah, ma non sei una femmina? Pensavo fossi una mia sorellina…”

Fibrizio aveva deciso: quello lì l’avrebbe ammazzato, a qualunque costo. Magari però quando il loro Creatore non avrebbe potuto vederlo… “Bada a come parli, marmocchio! Sono molto più vecchio di te, anche se dimostriamo la stessa età!”

Infatti, appena uscito dall’uovo, Garv Dragon Chaos aveva le sembianze di un bambino umano; ma già s’intuiva, nella struttura fisica ben più robusta e muscolosa di quella dell’etereo Hellmaster, il formidabile guerriero che sarebbe diventato di lì a breve.

“Solo perché dentro quel ‘coso’ – indicando la sua infranta incubatrice – non c’è spazio! Aspetta che mi sviluppi completamente e vedrai!”

L’intervento di Lei Magnus sedò il primo litigio dei due, che sarebbe poi proseguito nei millenni a venire…

“Ognuno di voi Dark Lords è diverso dagli altri, perché è diverso lo scopo per cui vi ho creati. Fibrizio domina le energie mistiche, e il regno delle anime oltremondane. Tu, Garv, sei il guerriero per eccellenza, destinato a divenire il signore delle battaglie e mio campione in combattimento. Quindi il mio primo ordine è quello di esercitarti nell’arte che già conosci in modo innato. Per il tuo addestramento…”

Fibrizio interloquì: “Master, lasciamo che la piccola peste se la cavi da solo; abbiamo cose ben più importanti di cui occuparci, e rischiamo di arrivare in ritardo al Consiglio di Guerra…”

Shabranigdu, seppur seccato per l’interruzione, acconsentì; il terzetto scomparve e ricomparve all’esterno, sulle pendici della montagna. Prima di lasciare il più giovane figlio, gli consegnò l’arma forgiata per lui, come spettava ad un Dark Lord: un enorme spadone a due mani, dalla lunghissima lama a doppio taglio affilata come un rasoio; fatto ciò, ribadì: “Fà quel che ti ho detto; se desideri sceglierti un insegnante per affinare più rapidamente la tua tecnica, hai il mio permesso.” Detto questo si teletrasportò. Fibrizio lo seguì, ma non prima di aver fatto una linguaccia al fratello ed aver schivato una palla di fuoco lanciata dal medesimo.

Garv soppesò tra le mani quell’arma, al momento tanto più grande di lui, con occhi che brillavano; osservando il suo riflesso sulla lama incendiata dal sole, decretò: “Ti chiamerò Extreme Weapon! Sarai la *mia* spada e mi accompagnerai in tutte le mie battaglie! Vedrai, ci divertiremo!!!” la sua risata allegra risuonò tra le balze del Vulcano Chaos, che eruttò una pioggia di scintille come partecipando alla gioia del suo nuovo Signore.

 

Mikael, Arcangelo del Fuoco, solcava l’aria planando con le grandi ali piumate. Osservava dall’alto quella terra sconosciuta, cercando di capire dove fosse finito. Non che avesse per lui molta importanza; voleva trovare un luogo dove poter metabolizzare gli eventi che avevano sconvolto la sua vita, dopo millenni di invariabile monotonia. La Guerra Sacra era appena conclusa, Lucifero e gli Angeli ribelli erano stati sconfitti e scacciati dal Regno Celeste, sprofondati all’Inferno. Lui stesso era stato eletto Comandante dell’esercito degli Angeli e aveva assistito alla caduta di Lucifero. Lucifero… il tradimento di suo fratello era qualcosa a cui non voleva più pensare. Gli faceva ancora troppo male. Per questo aveva oltrepassato il Confine del Cielo, di cui era Guardiano (tanto dopo la batosta ricevuta, Diavoli e Angeli ribelli non si sarebbero fatti rivedere per un pezzo) e si era addentrato nelle Nebbie che dividevano i mondi. Ed ora eccolo qui.

Avvertiva con chiarezza molte e potenti aure demoniache; magnifico, fare a pezzi i Demoni era il suo passatempo perferito, nonché il metodo migliore per evitare pensieri sgraditi. Era stato fortunato, avrebbe avuto di che divertirsi! Colse un’aura singolarmente potente proprio vicino a lui, presso il vulcano che aveva di fronte; era superiore ai diavoli con cui aveva a che fare di solito, ma questo servì solo da ulteriore stimolo al capo delle Potestà.

Ripiegò le ali e si tuffò in picchiata; le spalancò frenando a mezz’aria per posarsi su uno sperone roccioso, e scrutando il campo di battaglia lanciò la propria sfida:

“Vieni allo scoperto e combatti, Demone! Ho voglia di sgranchirmi un po’ facendo a pezzi la tua carcassa!” urlò facendo comparire in una fiammata la propria spada, una lama larga e quasi più lunga di quanto lui era alto, con l’impugnatura a croce doppia.

“Non credo proprio che ce la farai.” Replicò una voce tra le rocce. Quando il suo proprietario raggiunse lo sfidante, Mikael s’accigliò: davanti a lui stava un ragazzino dall’incolta chioma rossa, vestito con pantaloni sotto il ginocchio e una maglietta arancione troppo larga; all’apparenza niente più di un teppistello vagabondo; eppure quell’enorme potere proveniva inequivocabilmente da lui che, con un ghigno truce, reggeva una spada più grossa e pesante di sè sulla spalla senza apparente sforzo.

Lo soppesò con sguardo scettico, poi scrollò le spalle sbuffando deluso: “Lascia perdere, piccoletto. Ti conviene andartene, prima di farti male!”

Garv arrossì di collera e ribattè: “Piccoletto? Ma ti sei visto? Non sei più alto di me!”

Tasto dolente!!! Mikael sentì fiamme di rabbia divampare nel suo petto e scorrergli lungo la pelle; lottò per dominarsi e non incenerire sul posto l’impudente ragazzino.

Intanto Garv lo osservava interessato: quel tipo strano possedeva un’energia impressionante! Nonostante il fisico efebico, era piuttosto muscoloso, e maneggiava quell’enorme spada con una disinvoltura che parlava di abilità consolidata. Sulla carnagione chiara leggermente abbronzata spiccavano i corti e spettinatissimi capelli rossi, con una ciocca più lunga che ricadeva lungo il collo, e gli occhi fiammeggianti di rosso ed oro. Lo colpì in particolar modo il tatuaggio di un drago, la cui testa poggiava sulla guancia sinistra del ragazzo scendendo col corpo sul suo torace, coperto da una maglia a rete senza una manica e da bretelle nere che reggevano un paio di pantaloni corti di pelle nera; il resto delle gambe era protetto da neri stivali sopra il ginocchio. Il suo abbigliamento era completato da guanti senza dita e un orecchino a croce sulla sinistra. Involontariamente il suo ghigno s’allargò; il temperamento esplosivo di quello straniero gli piaceva. Sarebbe stato un bello scontro!

Ci sono due cose a cui non bisogna MAI fare riferimento in presenza di Mikael: una di esse è la sua statura! Riuscì a trattenersi dal conflagrare come una bomba incendiaria, ma non dal gridare:

“Come osi?! Io sono Mikael del Fuoco, uno dei Quattro Arcangeli, Guardiano del Cielo e sterminatore di demoni! Io ne ammazzo a centinaia per colazione, di quelli come te!”

“Staremo a vedere! Combatti!” esclamò Garv con una violenta luce di sfida negli occhi verdi.

Luce che illuminò col suo folle bagliore anche le iridi dell’Angelo guerriero, che mise da parte gli scrupoli e si tuffò entusiasta in quel nuovo, promettente duello.

 

Le spade s’incrociarono in una pioggia di scintille. L’energia demoniaca e quella sacra si scontrarono, l’attrito generò scariche incandescenti che piovvero tutt’intorno frantumando le rocce circostanti. Entrambi i contendenti sforzavano al massimo i muscoli, concentrando tutte la loro potenza per contenere l’urto e prevalere sull’avversario fin dal primo attacco. Si fissarono negli occhi oltre l’incrocio delle lame, e ognuno potè scorgere nell’altro la stessa, implacabile determinazione a vincere.

Mikael non immaginava di trovare un rivale tanto forte in quel giovanissimo Demone; decise  dunque di puntare sulla propria esperienza, sicuramente di gran lunga superiore. Fu il primo quindi a sciogliere quel caparbio testa a testa, fece un balzo indietro e assunse la posizione di guardia. Garv ghignò entusiasta, e infervorato si lanciò alla carica convinto di sbaragliare l’Angelo spadaccino con la sola potenza del suo impeto… e proprio come l’altro aveva previsto, senza avere idea di come contrastare la sua abile tecnica.

Un fulmineo intrecciarsi di lame, un’altra esplosione di scintille rosse e dorate, e il Dark Lord dovette osservare incredulo la sua lama volteggiare nell’aria e conficcarsi al suolo molti metri dietro il rossino tatuato.

Sulle labbra di Mikael si dipinse un sorriso trionfante; si aspettava che a quel punto il pivellino si sarebbe arreso tremante, supplicando clemenza come facevano abitualmente i demoni che avevano la sciagura di imbattersi in lui e sopravvivere allo scontro… un attimo prima di finire carbonizzati, naturalmente. Restò quindi piacevolmente sorpreso quando l’espressione del Mazoku, lungi dal sembrare sconfitta, fu pervasa dall’ardente sete di rivalsa; il ghigno di Garv s’allargò, acquistando una sfumatura d’irrefrenabile furia selvaggia che, per la prima volta in migliaia di anni di scontri, ebbe il potere di impensierire il violento Arcangelo del Fuoco.

Eppure, quella che in altri sarebbe stata preoccupazione, esaltò lo spirito bellicoso di entrambi: quel duello era solo all’inizio.

Garv si lanciò a mani nude contro Mikael, prendendolo in contropiede; ma un attimo prima di conficcarsi sulla lama spianata dell’avversario, il Demone Drago balzò all’indietro e lanciò una raffica di Flare Arrows cercando di coglierlo alla sprovvista. I dardi vennero però assorbiti dallo scudo di fuoco che circondò all’istante l’Angelo; non appena lo calò, tuttavia, si ritrovò addosso Garv, che cominciò una violenta lotta corpo a corpo, senza esitare di ricorrere alle unghie e ai denti affilati, per disarmare a sua volta il rivale.

Mikael non era nuovo alle risse, ma dovette ammettere che la forza di quel ragazzino era qualcosa d’impressionante, pari solo al suo coraggio e determinazione: sarebbe diventato un guerriero formidabile, con un po’ d’allenamento. Chissà, forse valeva la pena lasciarlo sopravvivere, pensò per la prima volta in tutta la sua carriera di Demon Slayer.

I due lottarono ferocemente, rotolandosi a terra e sbattendo conto le rocce che si frantumarono sotto i loro colpi. Infine, Mikael riuscì a scaraventare lontano da sé quella furia scatenata. Con un balzo recuperò la propria spada e si volse nuovamente verso l’avversario. E assistette a qualcosa che non si era mai vista nel suo mondo.

Garv era avvolto da una colonna d’energia scarlatta d’incredibile intensità, che si dilatava sempre di più, come una pira di fuoco sanguigno, la cui sommità si divise in tre vampe ruggenti; e lui ERA quel potere, che assunse sostanza sempre più concreta, fino a rivelare la vera forma del Dragon Chaos: un enorme Drago Rosso dalle tre teste incoronate di fiamma.

Sei occhi verdi, incandescenti come famelici astri, si posarono su colui che volevano sconfiggere; tre fauci costellati di candide zanne si spalancarono in un solo ruggito:

GARV FLARE!

e tre fasci di pura, incandescente energia demoniaca si riversarono sull’Arcangelo del Fuoco.

Mikael capì di dover reagire all’istante. Se si fosse lasciato paralizzare dalla meraviglia e dal terrore che quella vista ispirava, non avrebbe avuto scampo. Ma era sopravvissuto a troppe battaglie per perdere la testa nel momento decisivo, anche quando era necessario rischiare il tutto per tutto: il suo potere divampò, avvolgendolo in una sfera di fiamma angelica; richiamò le proprie ali, e si lanciò contro l’inferno che gli veniva scagliato addosso. Stava usando il proprio potere al massimo per isolarsi da quel fuoco alieno, ma doveva resistere, anche a rischio di venire consumato dalla propria stessa fiamma. Raggiunte infine le teste del nemico, emerse da quel fiume ardente con un urlo di guerra e mise mano alla spada.

Colpì di piatto quelle scaglie infrangibili con tutta la forza che possedeva; e fortunatamente riuscì a tramortire il Drago del Chaos, facendolo crollare a terra.

 

Garv riprese i sensi, portandosi una mano alla fronte: LoN-sama, che mal di testa! Se questa era la prima emicrania della sua vita, la trovava davvero ingiusta: soffrire i peggiori postumi di sbronza senza aver mai toccato un goccio d’alcol!

Poi si rese conto di essere tornato in forma umana, e ricordò anche il resto. Freneticamente si guardò intorno alla ricerca del tipo con cui aveva combattuto, e l’individuò subito, appollaiato sopra una roccia a pochi passi da lui; teneva i gomiti sulle ginocchia e il mento postato sulle mani, e lo osservava con genuina curiosità, del tutto priva di rancore.

“Certo che sei una cosa strana, tu. Sono tutti come te i demoni di queste parti? Perché allora credo che mi divertirò davvero un sacco qui!” ammiccò allegramente.

Garv gli sorrise sogghignando in risposta: “In realtà io sono uno dei ‘pezzi grossi’, anche se sono appena stato creato. Presto, quando mi sarò sviluppato del tutto, combatteremo alla pari e ti batterò, vedrai!”

“Ci conto!” concluse l’Arcangelo con un cenno di commiato; sulle sue spalle comparvero nuovamente le ali piumate e s’apprestò a spiccare il volo.

“Aspetta!” lo fermò il Dark Lord. Mikael inarcò un sopracciglio notando l’espressione seria e decisa del ragazzino. “Allenami a usare la spada. Insegnami la tecnica.”

L’altro rimase sinceramente esterrefatto a questa proposta: “Stai scherzando? Io, un Arcangelo, dovrei addestrare un Demone? Ti rendi conto di cosa mi stai chiedendo?”

Perché no? Il mio creatore mi ha detto di scegliermi il maestro che volevo. Inoltre, anche se io sono un Mazoku, possiedo caratteristiche dei Draghi, che da queste parti sono considerati le forze del Bene. Anche se non è una garanzia” aggiunse sogghignando “dato che pure tu come Angelo dovresti esserlo, ma fai più paura di un diavolo!”

E ancora non mi conosci bene!”

I due scoppiarono a ridere come vecchi amici. Si trovavano in sintonia, a quanto pare i loro temperamenti erano più simili di quanto potessero immaginare.

Dopo un po’ Garv riprese: “Dai, insisto! Hai forse qualcos’altro di urgente da fare?”

“A dire il vero no. Dalle mie parti la guerra è finita, e io mi annoio a morte. Passerà un bel po’ di tempo prima che i diavoli ritrovino abbastanza coraggio da emergere da quella fogna dell’Inferno!”

Il ghigno del Dragon Chaos s’allargò malizioso: “Se è per questo, possiamo sempre picchiare i leccapiedi di quella piattola di mio fratello l’Hellmaster! Mi sta antipatico! Senza farci beccare dal Vecchio, però (“Etchì! *starnuto* NdShabranigdu); ma tanto, con tutto quel casino che succede in guerra, chi se ne accorge?” rise.

Mikael s’unì alla risata, ma la sua si smorzò in un ghigno amaro: a quanto pare i fratelli infernali rompiballe erano un’altra piaga che avevano in comune, eh? Scacciò quei pensieri malinconici che non si addicevano affatto al suo carattere e, impetuosamente come al solito, decise:

“D’accordo, resto con te per un po’. Inoltre le guerre mi piacciono! Sono divertenti!”

L’Arcangelo del Fuoco e il Re Demone Drago si strinsero la mano per sigillare il loro sodalizio.

Vedrai, faremo un bel po’ di baldoria, noi due insieme!”

 

 

 

 

 

  
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