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Autore: BigMistake    20/03/2010    4 recensioni
I PARTE: Vi ricordate dove eravamo rimaste in Grey Day in Darkness? Non l'avete letta, ma allora cosa aspettate? (necessario leggere prima quella) Nessie e Jake sono felicemente sposati, con due splendidi bambini. Riuscirà la nostra coppia preferita a superare la crisi del settimo anno? Spoiler dal capitolo XVI: < Perché ti ho data sempre per scontata? Pensavo che la nostra vita insieme sarebbe stata perfetta. Non dovevo. La perfezione non esiste, nemmeno per due anime complementari come noi … > Buona lettura! II PARTE: Passano gli anni e la vita continua. Per stabilizzare gli equilibri bisogna ancora agitare il bicchiere. EJ e Sarah crescono e si scoprono ragazzi, affrontando le problematiche annesse. Dal Capitolo X: - Lui vampiro ed io licantropo, ma con un po’ dell’uno nell’altro. Il freddo e laconico Yin, l’autunno della vita, il nord, il ventre buio dell’animo umano rischiarato da un punto di luce dello Yang che dall’altro lato della collina sorride al sole seppure con una parte oscura di lui nascosta agl’occhi di chi non guarda, alle orecchie di chi non ascolta, agl’animi che non esistono. La perfezione. L’equilibrio. Perfetti e completi solo se insieme. - Buona lettura!
Genere: Romantico, Avventura, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jacob Black, Renesmee Cullen | Coppie: Jacob/Renesmee
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'GREY DAY IN DARKNESS'
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GREY DAY IN DARKNESS SERIES

(avvertenza: questa storia è il continuo di Grey Day in Darkness mia personale creatura! leggere prima quella! )

  

MOONLIGHT STONES – The light in grey day.

 

PRIMA PARTE: I miei ricordi.

INTRODUZIONE: Fragole e mele.

POV Jacob

Ritenermi un uomo fortunato era davvero riduttivo. Avevo un lavoro in una piccola officina di mia proprietà alla riserva, uno stipendio sicuro, una casa lussuosa che non avrei mai neanche sognato, una moglie bellissima, due figli che con lei condividevano l’amore per il sangue,  una famiglia di vampiri alle spalle che ci aiutavano sia materialmente che moralmente ed ero circondato da fratelli che avrebbero fatto carte false pur di difenderci. Ogni volta avevo la certezza che  girando quella curva, prendendo la diramazione a destra  sarei tornato al mio sogno reale nella nostra piccola alcova, dove trovavo la mia gioia, le mie ragioni di vita, e mi chiedevo, prima ancora di arrivare, cosa stavano facendo, se la loro giornata era andata bene o male, se avevano qualcosa di nuovo da raccontarmi. Vedevo in loro quello che ero riuscito costruire, e finalmente mi sentivo un uomo, non più un ragazzino egocentrico innamorato della sua migliore amica, ma un vero e proprio adulto. Sarah, EJ e la mia dolce Nessie, coloro che mi avevano fatto rinascere dalle ceneri come una fenice. Ma quel giorno arrivando al vialetto vi era uno strano silenzio. Troppo. Di solito c’erano risate, schiamazzi, intimidazioni anche contemporaneamente. Invece silenzio. Scesi dalla macchina cercando di percepire almeno un lamento, i cuori addormentati, la tv, una qualsiasi cosa che indicasse la loro presenza in casa. Sembrava proprio che non ci fosse nessuno. Entrai. Buio. Iniziai ad avere uno strano presentimento, un misto tra paura e speranza che fosse un piano architettato da quella donna capace di farmi impazzire con poco, sia nel bene che nel male. Una volta accesa la luce una cosa attirò la mia attenzione. Un biglietto in bella vista, con il profumo della mia Nessie e  un bacio stampato con un rossetto rosso.

< Da quando usi il rossetto? > La curiosità era troppa per continuare ad esitare.

Lupacchiotto, tutti i nodi vengono al pettine! So che ti stai chiedendo cosa mi passa per la testa e che forse ho definitivamente perso ogni sanità mentale ma ti ricrederai. Non preoccuparti i bambini sono dalla mamma. Ora passiamo a noi.

Indovina indovinello: Se il tuo tesoro vuoi trovare, attraverso gli indizi dovrai cercare. Quella favola non è reale, perché il mio lupo non può far male.

La caccia è iniziata!

La cosa si prospettava infinitamente intrigante ed eccitante. La mia mostriciattola aveva un diavolo per capello, mai affermazione fu più adatta su di quella donna. D'altronde con Nessie non potevo aspettarmi una vita diversa, ricca di sorprese e di magia. Anche solo la sua presenza, rendeva l’atmosfera magica. Forse oltre ad essere una mezza vampira, era anche un po’ strega, i nostri destini intrecciati da un incantesimo che non aveva più ragione di esistere; l’amavo, e non era una semplice questione di leggenda ma solo ed esclusivamente cuore contro cuore, il mio ed il suo uniti per un sentimento puro ed indissolubile. La mia dolce ed eterna condanna, che scontavo ogni giorno con piacere, una condanna dai capelli ramati e dagl’occhi color cioccolata. Tornai alla realtà per  riavere la mia mostriciattola. Cominciai a rileggere le parole. Un favola non reale perché il mio lupo non può far male. Favola. Il libro delle favole di Nessie. Quante volte da bambina mi guardava con gli occhi lucidi e con quel libro in mano per farsi raccontare una storia, già da allora sapeva come trasformarmi in un burattino. Andai velocemente nella camera dei miei figli e nella libreria spiccava il libro con la copertina di cuoio rosso. Scorsi velocemente l’indice. Cappuccetto rosso. Il lupo cattivo. Nella sua favola il lupo era buono, ero io. Ed ecco un nuovo biglietto con stampato sempre il solito bacio.

Non te la caverai tanto facilmente: Il prossimo indizio si trova dove tutto è iniziato. Dove il mostriciattolo ha capito, che il tuo  cuore aveva rapito? Ricorda per rispettare la tradizione familiare, dalla finestra dovrai entrare.

Eravamo nella sua camera, mi aveva chiesto della promessa del suo bracciale ed attraverso la mia spiegazione aveva capito di essere il mio imprinting. Avevo il cuore a mille, sentivo il profumo della sua pelle attirarmi come se fossi paglia di ferro e lei il polo magnetico di una calamita. Pensare al suo desiderio così tangibile, visibile ai miei occhi, mi aveva fatto completamente oscurare il presente: non sapevo più chi ero, cosa ero e soprattutto dove ero. Dopo anni di attesa la mia Nessie finalmente mi voleva,  non solo come fratellone acquisito, ma come vero e proprio compagno di vita. Mi aveva scelto. Era lei che aveva cercato il significato del bracciale, era lei che aveva sofferto pensando di perdermi, era lei che richiamava le mie labbra con ardore. Era lei che aveva scoperto di essere la mia anima gemella, la madre dei miei figli la mia unica ragione di vita. La mia mente e la sua correvano al di là delle azioni, tanto che già sentivo la sua esile figura compressa contro la mia divorarmi con la passione che ci accomunava. E proprio mentre tutto stava per accadere arrivò il suo caro paparino.

< Bello smacco Cullen, adesso me la sono sposata! >

La  sua vecchia camera. Iniziai a correre velocemente verso villa Cullen, guidato soprattutto dalla mia impazienza di trovarla. Le piaceva parlare della sua giornata e la sera prima che si addormentasse. Dopo che Bella le augurava la buonanotte, mi arrampicavo sull’albero vicino alla sua finestra per poi intrufolarmi nella sua camera. Bells ed Edward non potevano protestare per quel nostro piccolo segreto, sarebbe stato ipocrita da parte loro, non contando che il succhiasangue scandagliava come un radar russo, le nostre teste durante tutte le mie visite. Un giorno Bella mi chiamò appositamente: dopo scuola si era rinchiusa in camera ad ascoltare la musica con le cuffiette, cosa che Edward non sopportava perché era come avere uno stereo a tutto volume dentro il cervello e lo costringeva ad escludere la mente della figlia. Quando mi aveva detto che non voleva parlare con nessuno nemmeno con l’ossigenata isterica, sentì il mio sangue ribollire. Ripercorrevo tutte le possibili cause: interrogazione andata male, impossibile, professore che l’aveva umiliata, poteva succedere solo il contrario, ragazzo che l’aveva importunata, plausibile. Tremai di rabbia, tanto che le mie dita si stamparono sulla cornetta ma dovevo calmarmi. Quando arrivai la trovai seduta a terra, cuffie dallo stereo, gambe incrociate e libro alla mano. Brutto segno quando si nascondeva dietro la letteratura. Le tolsi un auricolare per poterle parlare, era talmente concentrata nel leggere e nel non farsi leggere che nemmeno si era accorta che le stavo accanto, e dopo lo spavento iniziale si alzò e mi disse che non dovevo preoccuparmi che aveva solo bisogno di un po’ di spazio per se. La rispettai, andandomene e facendomi gli affari miei. Nonostante dentro stessi rodendo dalla curiosità, le dissi solo che per qualsiasi cosa e in qualsiasi ora io ci sarei stato. Le strappai anche un sorriso quando precisai che per qualsiasi ora intendevo del giorno e non della notte. Il mattino seguente venne a la Push con la colazione, non voleva  rivelare cosa in realtà l’aveva turbata, desiderava solo stare con il suo migliore amico. Già il suo migliore amico. Da quando aveva cominciato ad essere una giovane donna quel ruolo era diventato una tantino stretto, detestavo essere il fratellone che non poteva avere. Mi ricordava molto la situazione con la madre e sinceramente non volevo essere l’eterno secondo. Alla fine il destino, si era deciso a farmi diventare il primo, l’unico, il solo e per l’essere più speciale esistente in natura. Ed ora con lei condividevo tutto, una casa, la vita e due incantevoli figli. A proposito. Nella sua camera mi aspettavo di trovarci i nostri figli addormentati ed invece era vuota. Aveva pensato proprio a tutto. In compenso il solito biglietto attaccato sul battente con il consueto stampo. Ecco perché dovevo entrare dalla finestra per trovarmi di fronte alla porta e vederlo.

Vedo che i tuoi ricordi sono vividi: Son passati tanti anni, ma quelle son cose che non vanno dimenticate, dove le nostre labbra per la prima volta si sono incontrate?

Come dimenticarlo. Io avrei voluto fare una di quelle dichiarazioni che Via col Vento doveva sembrare un film di azione, ed invece la mia Nessie mi aveva preceduto in tutto dicendo lei per prima che mi amava, arrivando persino a chiedermi di sposarla. Io ero il suo sole, quante volte me lo aveva detto in tanti anni. Lo dissi anche a sua madre: non avrei mai potuto nulla contro un’ eclissi. Se avessi saputo allora che in quell’eclissi avrei visto la mia luna riflettere la mia luce, non avrei nemmeno tentato di fare qualcosa. Lei, la mia luna, la mia Renesmee. Il mio satellite splendente che ha rischiarato la notte buia del mio spirito, che mi ha permesso di irraggiare nuovamente una vita priva di senso, solo grazie alla sua esistenza. Perché io e lei eravamo Sole e Luna. Dovevo vederla al più presto, stringerla a me, rinnovare quella promessa d’amore. L’indizio. Il nostro primo bacio. La mia prima vera tentazione. Si era infuriata perché ero restio nel concedermi. Avevo ancora paura che potesse pentirsi, che non fosse sicura di quello che stavamo per intraprendere. E lei sbraitava perché io ero la sua scelta, mi voleva al suo fianco. Ed era così bella mentre mi inveiva contro spiegando le sue sensazioni nei miei confronti. Dieci anni. Dieci anni ad aspettare per dichiararmi e alla fine tutto si era capovolto. Lei aveva detto di amarmi, lei mi aveva chiesto di sposarla. Quanto potevo resistere mentre mi stava offrendo il suo cuore, i suoi sentimenti e anche il suo corpo? Niente a che vedere con tutto quello che avevo mai provato. Averla tra le mie braccia tremante, sentire il sapore delle sue labbra, sentirmi ancorato a lei era tutto nuovo, inesplorato ed inconscio. Ci appartenevamo da sempre. Ma non doveva andare così, non potevo possederla lì guidato da solo un istinto animale sopito nell’attesa che i tempi fossero maturi, e soprattutto non potevo rischiare di farmi uccidere dalla sanguisuga leggi pensieri proprio quando l’avevo trovata. L’albero spezzato vicino al ruscello. Mi inoltrai nel cuore della foresta sapevo bene dove dirigermi aiutato anche dalla sua inconfondibile scia. Proprio lì, sul tronco dove lei si era poggiata dicendomi che dovevamo parlare, c’era l’ indizio successivo. Era una vera ed autentica pazza ma sapeva come farsi desiderare la vampirastra!

Ma bene, bene!Non riesco a trarti in inganno! Adesso dimmi: dove mi potrei fare un bel bagno?

< E no, mostriciattola questa è troppo facile!  >

La Push, First Beach. Non potrei mai sbagliarmi. Da bambina come da adulta adorava la spiaggia di La Push. D'altronde non potendo essere seguita dai suoi parenti nella riserva, era uno di quei posti dove si sentiva veramente libera, per questo l’amava. Non c’erano pensieri che non poteva fare, parole che non poteva dire, atteggiamenti poco opportuni. Qualche volta l’ho lasciata anche troppo sfrenata, rischiando di farmi staccare definitivamente la testa dai suoi genitori. Quando rientravamo a casa dalla riserva a qualsiasi età sapevo benissimo cosa mi aspettava, ovvero amica inferocita con stermina - fauna a seguito, pronti con la ramanzina. Suo padre stava sempre in agguato a captare ogni nostro pensiero: con lei il suo potere era ridotto dalla sua capacità di glissare un qualsiasi ricordo con qualche inno nazionale tradotto in una lingua alternativa ma con me, era tutt’altra faccenda. Contenere anche solo minimente una qualsiasi cosa la riguardasse era praticamente impossibile. Ma quello che bruciava a Cullen più di tutto era il discorso di essere sul mio stesso piano. Con Bella era uno scalino sopra ma con lei, stavamo alla pari. Non pretendevo che amasse più me che lui, sarebbe stato sciocco da parte mia anche solo pensare una cosa del genere, però nutriva due sentimenti diversi e di pari intensità che potevano coesistere. E una delle persone più importanti per Cullen, amava me quanto amava lui e mi riteneva importante suo pari. Me l’ero meritato d’altronde. Basta. Dovevo affrettarmi, perché sentivo che sarei arrivato al punto presto. Corsi così velocemente che sembravo essere alle calcagna di qualche succhiasangue. In breve mi trovai alla spiaggia ed  in mezzo alla sabbia vi era un biglietto.

Sono molto vicina lupacchiotto! Questa sarà l’ultima traccia: sono sull’orlo ma non voglio saltare, voglio solo con te rimirare il mare! Vieni amore che ti sto aspettando! La tua Mostriciattola.

Amore. Non ci chiamavamo mai amore, troppo banale e poi adoravo essere il suo lupacchiotto, lupastro o in qualsiasi altro modo in cui poteva storpiare la mia specie. Quelle poche volte in cui mi chiamava amore, era solo per ottenere qualcosa, come se fossero necessarie certe moine. Solitamente bastava un cenno per diventare il suo personale schiavo. Corsi per un lungo tratto, ma poi decelerai per non farmi vedere ansioso e trafelato. Mi sistemai la maglia, respirai a fondo e percorsi gli ultimi alberi con calma. Una visione sublime apparve ai miei occhi come in un sogno. Era stranamente una serata priva di nubi e la luna splendeva alta nel cielo irradiando quel viso dipinto da delle mani divine. Perché il mio cuore nonostante erano sette anni che l’avevo sposata, finiva sempre per rischiare l’infarto? Aveva i capelli sciolti, che le ricadevano in ordinate spirali lungo la schiena, la pelle di madreperla faceva da sfondo a i suoi lineamenti perfettamente disegnati sul suo viso, occhi profondi ed intensi in cui annegare, e quel naso sbarazzino che guidava lo sguardo sulle sue labbra rosee e carnose ma non esagerate. Il clima era rigido ma stranamente non umido visto l’insolita giornata che aveva deciso di apparire da sotto le nubi. Stava seduta su di una coperta con accanto un cestino da pic-nic. C’erano due candele con la fiamma traballante al vento, incastrate in altrettante bottiglie segnando piccole guglie bianche intorno al vetro ambrato. Tra le mani teneva due calici con dentro probabilmente champagne ed una ciotola con delle fragole era posata poco lontano da lei. I rumori delle onde che si infrangevano sulla scogliera facevano solo eco al battito del mio cuore.

“Ciao lupastro! Ce ne hai messo di tempo!” mi porse uno dei due calici. Io lo presi e mi accomodai lì vicino. Lei fece tintinnare il cristallo, brindando a non  so che cosa.

“Mi spieghi some mai questa sorpresa? E lo champagne? Da quando tu hai ripreso a bere?” non potevo dirle quanto mi sentivo assolutamente in visibilio. Avrei perso tutta la mia dignità da uomo: già la perdevo ad ogni ronda con il mio branco, mancava solo che la perdessi con lei.

 “Diciamo che c’è un’occasione particolare per cui lo champagne è d’obbligo, ed ho fatto un’eccezione per la mia astemia! Ti è piaciuta la caccia al tesoro?” aveva quello sguardo vispo e furbetto si chi aveva completato con successo un piano. E pensare a come si lamentava di Alice in genere, nemmeno si rendeva conto di quanto le somigliasse senza essere una parente diretta.

“È stata molto divertente devo ammetterlo! Ma è ancora oscuro il perché di tutto questo!” cominciò a mordicchiarsi il labbro inferiore con quell’espressione capace di far uscire fuori di testa chiunque.

“Ho scoperto una cosa un paio di giorni fa …” pausa. Poi diceva a me che usavo in modo molesto la suspense.

“Cosa?” incalzai cercando di farla parlare. Mi aveva dannatamente incuriosito. Non so se fosse l’imprinting o qualsiasi altra stregoneria Quileute a rendermi creta nelle sue mani. Penso che se in un momento di pazzia mi avesse chiesto di donarle il mio sangue lo avrei fatto senza esitare.

“Oggi è un giorno importante …”

“Ovvero?”

“Il 14 gennaio!” era riuscita a scoprire il mio compleanno. Non lo festeggiavo più da tempo, mi sembrava stupido dal momento che non sarei più cambiato, non sarei più invecchiato.“Non fare quella faccia!”

“Quale faccia?”

“Quella adesso ammazzo Bella che le ha detto il giorno del mio compleanno! L’ho barattato con una serata con i nostri figli! Sono una madre orribile, ma che dici, ne è valsa la pena?” e mentre diceva queste parole indicava il nostro  banchetto, come rispondere se non con un bacio appassionato in quella che si prospettava una notte tutta nostra. Cominciammo a mangiare, a ridere, a baciarci. Per un attimo mi sembrò di essere tornati fidanzati. In fondo da quando i nostri figli nacquero ci concedevamo pochi momenti veramente nostri. Non mi dispiaceva per una volta fare il marito piuttosto che il padre.

“Perché non vuoi più festeggiare il tuo compleanno?” si era posata con il mento sul mio petto, come quella mattina a Parigi. Era bellissima.

“Perché festeggiarlo, io non posso invecchiare!”Adoravo giocherellare con quel boccolo ribelle che si posava sul suo viso costantemente. Mi divertivo ad incastralo fra le dita e a far risplendere i suoi riflessi ramati alla luce della luna.

“Anch’io non posso invecchiare, però il mio lo festeggiamo sempre!”

“Ma il tuo è più importante!” ed ecco quel lampo passionale attraversarle lo sguardo. Quando una cosa non le andava giù tornava impetuoso in quel castano universo trasparente.

“Non dire scemenze Jacob Black! Il tuo compleanno è importante al pari del mio!”

“Ma in realtà festeggiare il tuo è come festeggiare il mio!” l’avevo presa in contropiede. Ero riuscito ad incuriosirla. Presi la sua mano ed intrecciai le nostre dita teneramente. Lei mi continuava a guardare con quella vena interrogatoria.

“Non fare il lupastro enigmatico con me! Sai che non lo sopporto! Cosa vuoi dire?” sorrisi contento di averla interessata tanto da farla arrabbiare.

“Prima di te il mio cuore era morto, deluso. Credevo che non sarei più riuscito ad amare. Ma poi sei nata e ha ripreso a battere, sono tornato a respirare” presi il suo palmo e lo portai al petto dove con fortissime ripercussioni il tamburo aveva preso un’assordante martellare, solo per lei “Nessie, Renesmee tu mi hai fatto rinascere nel momento in cui sei venuta alla luce!” appena finì di parlare mi avvolse con le sue labbra, in un bacio dolce come lo era lei. Dio quanto l’amavo.

“Io senza di te sono solo una parte incompleta! Platone diceva che un tempo gli uomini erano esseri perfetti non mancavano di nulla, contenevano sia la parte maschile che la parte femminile. Erano talmente completi e felici  da suscitare invidia persino tra le divinità … ” mi piaceva tantissimo imparare da lei cose nuove, anche se in realtà già conoscevo quella storia. Era perfetta sul discorso imprinting. “ Un giorno gli dei li tagliarono in due parti, come se fossero una mela, creando l’uomo e la donna.” Sciolse le dita che ancora giocavano insieme, prese due fragole e le tagliò a metà. Una parte la diede a me una la tenne tra le mani, e le altre due le posò sul tovagliolo. “Da allora ognuno di noi è intento nella perenne ricerca della felicità …” mentre diceva così fece combaciare la metà che aveva tra le mani con una di quelle sul tovagliolo, non erano uguali “… della sua completezza …” prese la seconda parte  e la fece aderire ma anch’essa non era uguale “… della sua metà mela! La mia ricerca è finita!” le nostre due parti erano perfettamente collimate.

“Ma queste sono fragole, non sono mele!” cominciò a ridere di gusto, nonostante le avessi rovinato il suo momento romantico.

“Allora sei la mia metà fragola! E sai quanto mi piacciono, quindi attento che potrei mangiarti vivo! Ti amo da morire!”

“Ripetilo!” mi guardò accigliata come se non capisse cosa intendessi. Ma lo sapeva bene cosa volevo dire.

“Cosa? Che sei la mia fragola?” faceva la faccina della finta sempliciona, anche se i suoi occhi la tradivano e se non l’avesse smessa di guardarmi in quella maniera così provocante penso che avrei dato sfogo a tutti i miei istinti animali.

“No!” la mia voce lasciava trapelare una certa trepidazione. Il mio desiderio che si era acceso al primo biglietto aveva cominciato a diventare scalpitante.

“Che potrei mangiarti vivo?”

“No, è una cosa macabra e soprattutto potrebbe succedere realmente! Decisamente no!”

“Calmo non ti scaldare più di quello che già sei! Certo che un assaggino me lo potresti anche dare …”

“Stai scherzando vero?”

“Certo che si, sarai anche grande e grosso lupo alfa, ma sei un po’ troppo ingenuo!” non ero ingenuo era lei che offuscava ogni mia razionalità  “È rimasto solo che ti amo da morire!” avvicinai il suo viso al mio tanto che potevo sfiorarle le labbra.

“Ripetilo …” sentì il suo corpo sussultare quando i nostri respiri si scontrarono.

“Ti amo!” la sentii fremere. Delicatamente la feci sdraiare sulla sua schiena rimanendo sempre a quella distanza infinitesimale, volevo sentirlo nuovamente. Era dura resistere a quei due petali vermigli che si muovevano contro la mia bocca al suono della sua voce.  

“Ripetilo ancora … ” quella mia richiesta era ormai diventata un sospiro in cui le parole erano soltanto una vibrazione involontaria. Sentirle dire quanto mi amava mi catapultava il cuore in gola, mi sembrava così assurdo che una donna come lei bella ed intelligente avesse scelto proprio me. Invece era mia. Quella che una volta credevo la mia sfortuna, non era altro che la mia fortuna più grande. L’unione tra Bella ed Edward aveva dato vita alla creatura più straordinaria esistente.

“Ti amo da morire Jacob, sei la mia vita!” non potevo più starle lontano, dovevo sentire il suo sapore, dovevo averla lì, con testimone solo la luna. Non riuscivo a credere ancora di poterla stringere a me, di tenerla fra le mie braccia senza dovermi porre i freni, di poterla amare a pieno e nella piena coscienza di ciò che eravamo. Una cosa sola.

 

 

Note dell'autrice: ma ben trovate lettrici e lettori! Scusate ma mi è presa la meyerite e qindi ho dovuto scrivere un continuo. Sapete cosa è successo: stanno uscendo fuori due parti!!!E già proprio come Grey Day in Darkness. Come da titolo la prima parte sarà tutta incentrata sui ricordi, sul rapporto nonni, genitori e figli e su quello moglie e marito e ci sarà un mio piccolo escamotage per raccontare alcune cose che volevo raccontare poi vedrete!. Mentre per la seconda ancora in fase di stesura, sarà tutta incentrata sui gemelli e sul loro rapporto molto particolare, e su una conflittualità, quale? lo scoprirete poi! Ci saranno diversi cambi di punti di vista, ma saranno solo ed esclusivamente Jake e Nessie per la prima, Nessie, Sarah ed EJ per la seconda.  

Allora vi è piaciuta la sorpresa di Nessie? Per quanto riguarda il momento in cui fa combaciare le metà fragole,  ho preso ispirazione da una scena di un film (in realtà lì usava delle mele e c'erano più persone) e non mi ricordo assolutamente il titolo (anche perchè era un film cretino che aveva solo quella scena veramente bella) se qualcuna di voi lo conosce ditelo così inserisco il rif nella storia! Baci!

Passiamo ai ringraziamenti:

Ai 30 preferiti per la prima parte di GDD un hip hip hurrà!

Ai 25 preferiti per la seconda parte di GDD un hip hip hurrà!

Ai 7 preferiti di Falling in love hip hip hurrà!

Alla mia nuova recensionista non che collega di scrittura Hope Valentine un hip hip hurrà!

Alle 5 che l'hanno messa tra le storie ricordate un hip hip hurrà!

UN MEGA RINGRAZIAMENTO A CHI MI HA MESSO TRA GLI AUTORI PREFERITI:

bumby,  Ebbi,  FraZanna, maecla,  moira_chan, never leave me,  noe_princi89, Rocxy, _iLaRiA_

vi adoro!

Un ringraziamento speciale a  SINEAD!

Vi auguro una buona lettura!

   
 
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