Ein Albtraum.
C’è
una musica nell’aria. È bella, probabilmente è Wagner. Gli
piace Wagner, lo ascolta spesso.
Passa le
mani fra l’erba umida e inala l’odore della terra fertile. Sopra di
lui un albero gli fa ombra. Sorride, osservando un gruppo di bambini che
cantano saltando in cerchio, tenendosi le mani. Le risate cristalline arrivano
fino a lui e lo fanno sorridere ancora di più. Un bambino che corre
dietro ad un cerchio lo urta e se ne va gridando le sue scuse, sempre correndo
dietro al cerchio. Lui gli fa un cenno con la mano, senza capire perché
dovrebbe prendersela.
Una
donna viene nella sua direzione camminando con grazia e sembra quasi che stia
ballando, si para davanti a lui sorridendo e gli offre un pezzo di pane. Dietro
di lei una signora dal viso coperto di rughe sta tirando fuori da un cestino
forme dello stesso pane: bianco e sottile, intagliato da tocchi delicati.
Prende
il pane e osserva la donna che si allontana, con la gonna che sfiora appena
l’erba verde e i fianchi che ondeggiano sotto la stoffa chiara.
Spezza
il pane, chiedendosi che sapore possa avere una vivanda dall’aspetto
così inusuale. Una goccia rossa esce dal pane spezzato e scivola sulla
sua mano. Lui si blocca, balbetta leggermente e fissa la goccia scendere lungo
il suo braccio, mentre la musica svanisce e l’odore di terra viene
sostituito gradualmente dalla puzza di petrolio ed escrementi. Getta il pane a
terra e urla.
Si
chiede spesso se Italia faccia gli incubi. Se dietro a quella faccina
sorridente e allegra si nasconda un tormento interiore anche solo lontanamente
vicino al suo.
Gli
piacerebbe che fosse vero. Gli piacerebbe sapere che Italia soffre quanto lui o
anche un po’ meno. Sarebbe utile a non sentirsi l’unico deficiente
che ancora ci pensa, che ancora ci soffre (Polonia è un caso a parte).
Ma Italia porta con disinvoltura la vecchia camicia nera e ultimamente parla
dei comunisti con la faccia di chi parla di qualche animale particolarmente
schifoso (ma quando è con Russia è carino e coccoloso e qualcosa non gli quadra), dando a loro tutte
le colpe.
Italia,pensa,
di certo non fa gli incubi.
Si fissa
le mani con la bocca aperta (probabilmente sembra la fusione fra un cretino e un
pesce palla, ma al momento è l’ultimo dei suoi problemi),
chiedendosi se quelle cosine scheletriche, con la pelle grigiastra testa sulle
ossa bianche sono sue. Se quelle nocche deformi grosse come palle da tennis
sono sue. Se quelle unghie spezzate (a un dito neanche c’è
l’unghia, mentre nell’altra mano tre sono totalmente nere) sono
sue.
L’acqua
gelata scorre sul suo corpo, evidenziando uno scheletrino rachitico che non
può assolutamente essere suo. Guarda a destra e a sinistra, aprendo
e chiudendo la bocca senza emettere un suono.
L’unico
rumore nella camera dalle pareti grigiastre è quello dell’acqua
che scende e schizza sul pavimento di tristi piastrelle grigie.
È
tutto grigio lì, anche le persone che vagano qua e là sotto i
getti d’acqua. –No-, riesce a sillabare, -lasciatemi in pace, vi
prego.-
Si torce
le mani, mentre un buco si apre sul soffitto. Germania si copre la testa con le
mani, tremando – Vi prego.-
sussurra con un fil di voce. La polvere bianca scende volteggiando nella stanza
e sembra quasi neve a Natale.
Apre gli
occhi di scatto, richiudendoli subito per impedire a una goccia di suore di
entrare in contatto con l’iride. Si asciuga la fronte con il dorso della
mano, guardandosi attorno – Italia?- mormora stringendo gli occhi nel
buio –Italia ci sei?
Ma
Italia non c’è. Non c’è da molti anni ormai. Germania
non demorde, si alza e barcolla verso la porta. Tiene una mano poggiata contro
il muro e cammina a passi incerti. Apre un’altra porta – Prussia?
Sussurra
timido, entrando piano, mentre ad ogni passo si formano nuvolette di polvere
attorno ai suoi piedi.
Si guarda attorno, togliendo una ragnatela
con le mani e maledicendosi per non essere rimasto da Francia a dormire.
Prussia non c’è. Ma neanche Prussia c’è più da
molti anni.
In compenso
si sono i ricordi. Migliaia e migliaia di ricordi che tornavano a fargli visita
ogni notte.
Chissà
perché non riesce proprio a sentirsi felice.
A.Corner__
Cof,
cof. Starsene a fissare un finestrino per sette ore porta ad effetti devastanti,
lo ammetto.
Quindi…
Il pane
è il pane azzimo. Quello che ho visto io era rotondo, tutto foracchiato
tipo centrino e dannatamente bello da vedere (dispiaceva a mangiarlo, pensavo
di poterlo usare come sottovaso ò.o).
Poi…
Ah, la
cosa là, delle docce è voluta. Poi lo so che nel buon 99,9%dei
casi le docce non si accendevano si
buttava direttamente lo Zyklon B. Dai, una piccola licenza me la posso prendere
anch’io, no?
La parte
su Italia… amo i telegiornali, lo ammetto ù.ù e amo tantissimissimo
il nostro presidente del consiglio, davvero, lo amo con tutto il cuore!Voterei
per lui anche a Miss Bikini! (okay,
l’ho scritto, ora la togliete quella pistola? No, vi assicuro che non
aveva un tono sarcastico quella frase!Siete sicuri che quella cosa sul mio
collo non lascerà il segno?)
Ah, come
credo che si sappia per me Prussia è morto dopo la caduta del muro di
Berlino. Da?