Raccontami, mamma...
E' un giorno come tanti nella
tranquilla casa dei coniugi
Hatake: Sakura è alle prese con le faccende domestiche; Kakashi siede,
finalmente, sulla sua comoda poltrona nel suo studio a leggere i suoi
beati libri dopo ore ed ore di
correzioni di compiti; infine, il loro unico figlio di soli sette anni, il
piccolo Suzaku, scorrazza incessantemente per la casa, inseguendo il povero
cagnolino di papà, Pakkun, che non sa più dove nascondersi.
Sfortuna vuole che durante l'inseguimento a perdi
fiato del carlino, Suzaku urti il mobiletto preferito della mamma, quello in
legno massello della sala da pranzo, dove Sakura ripone con estrema cura un
prezioso cigno di cristallo di Boemia, facendolo cadere. Il rumore del cigno che
si rompe allarma subito donna, che corre in sala da pranzo.
-Suzaku!
Si può sapere che hai combinato?- chiede piuttosto alterata la
giovane.
-Ni... niente...- mente il bambino, spudoratamente.
-Niente, eh? E il MIO cigno rotto lo chiami
niente!-
-Scusa...-
-Era uno dei
pochi regali
che mi ha fatto tuo padre.-
-Capirai...-
-Suzaku!-
Il
bambino sospira pesantemente, rivolgendo gli occhi al cielo. Con sua madre in
casa non è mai libero di fare niente: non si guarda la televisione, non si
gioca, non s'insegue il cane, non si può uscire in giardino a scalare
l'albero... niente. Non può fare nulla, se non studiare. Almeno con suo padre,
quando non legge, giocano ai ninja o vanno al parco ed incontrano i loro
amici.
-Mamma, quando butterai un po' di quelle reliquie?- le chiede il bambino.
-Mai, sono
ricordi!- lo ammonisce Sakura.
-Ah... quindi avrò altro da
distruggere!-
-Suzaku! Piantala o questa sera ti faccio un piatto a base di
peperoni.-
-Bleah... odio i peperoni!-
-Ecco! Per cui, abbi rispetto per
le cose altrui.-
-Sì, mamma.-
-Bene, così mi piaci.-
-Senti, mamma... qual è stata la prima
reliquia... no, volevo dire
regalo che ti ha fatto
papà?-
-Fammi pensare... Un anello di liquirizia.-
-Oddio! Non dirmi che lo
conservi ancora, avrà i vermi!-
-Suzaku... hai un'immaginazione folle, lo
sai?-
-Scusa... e com'è successo? Cioè, in
che circostanza te l'ha regalato?-
-San Valentino.-
-Ma, mamma... a
San Valentino non usa regalarsi il cioccolato?
-E' stato un regalo
improvvisato.-
L'Haruno ascolta ed osserva con piacere
il suo piccolo: è il suo ritratto preciso ed identico. Suzaku, a differenza dei
suoi coetanei, ha già un ottimo quoziente intellettivo dato che i suoi genitori
lo spronano sempre a studiare e a migliorarsi. Senza contare che grazie al suo
bell'aspetto, ereditato soprattutto dal papà e gli occhi verde smeraldo dalla
mamma, fa strage di cuori e, per finire, il poco rispetto per le cose lo ha
assimilato stando a contatto con Naruto quando suo padre lo porta a giocare al
parco, luogo di ritrovo di tutti gli ex studenti di Kakashi.
-Amore, lo sai che sei proprio intelligente?- lo
elogia la madre.
-Dici?- chiede Suzaku, non molto convinto.
-Certo,
Suzaku. Ma dimmi, dove hai imparato tanti termini conosciuti?-
-Leggendo
tutti i libri che mi hai messo sulla scrivania...-
-Bravo
piccolo.-
A Suzaku piacciono i complimenti della
sua mamma, ma se c'è una cosa che lui apprezza di più in lei è senz'altro la sua
capacità oratoria, nel narrare storie... anche se in realtà sono ricordi.
Rimarrebbe incantato ad ascoltarla per ore, solo che dopo un po' si stufa e
riprende a svolgere i suoi stupidi lavori domestici, trascurandolo. Almeno lui
la pensa così.
-Mamma, me lo racconti?-
chiede il bimbo, con occhietti speranzosi.
-Beh, avrei da fare adesso,
magari più tardi.- risponde Sakura.
-No, adesso!-
-Suzaku, se non ci sono
io... tuo padre non fa niente in casa. Legge solo i suoi libri o corregge dei
compiti.-
-Uffa, ma ci sono anch'io in questa casa! E poi mi annoio a star
con papà quando legge... con voi non posso mai far niente, se non in casi
rari!-
-Suzaku...-
-Se fosse per voi dovrei solo star zitto e studiare. Se
dovevate farmi vivere così, potevate anche non avermi!-
-Suzaku...-
-Va
bene, sto zitto, vado in camera a studiare!-
Questo
lato del suo carattere così... polemico, l'ha ereditato dalla mamma che però, a
differenza di lui, obietta nei suoi pensieri per fare in modo di apparire sempre
una giovane donna molto perbene davanti agli occhi altri. Lui, invece, spara
direttamente quello che pensa: non gli interessa minimamente dell'opinione
altrui. Lui è schietto.
Anche se la maggior parte delle volte lo
fa per ottenere ciò che vuole: è uno stratega di prima classe come suo padre.
Diciamo che questo bambino sa essere molto convincente e persuasivo, quando ci
si mette.
-Suzaku, aspetta.- gli dice la madre, sentendosi in colpa.
-Adesso cosa c'è?- le risponde lui, un po'
deluso.
-Dai, vieni qui. Ti racconto
tutto.-
-Davvero?-
-Certo.-
Senza darle il tempo di rimangiarsi la parola,
Suzaku le salta in braccio, strusciando il suo viso contro quello della madre.
Tutto è andato secondo i suoi piani.
Sakura lo prende in braccio e si siede,
con il piccolo sulle sue gambe, nella comoda poltrona della sala da
pranzo.
-Allora, mamma?- domanda impaziente il piccolo.
-Eh! Dunque... da dove comincio? Ah, sì!
Innanzitutto, t'informo che io non ero ancora innamorata di tuo padre, anzi, ero
appena reduce da una sonora delusione d'amore.- premette Sakura.
-Chi ti
aveva fatto soffrire, mamma?-
-Non ci crederai, ma a quei tempi stavo
con un ragazzo di nome Itachi Uchiha.-
-Itachi Uchiha? Quell'Itachi Uchiha?
Il famoso modello?-
-Già, proprio lui. È il fratello di un mio ex compagno di
classe e quando ci ritrovavamo a fare i compiti insieme... beh, ho incontrato
Itachi, ci siamo piaciuti... e, alla fine, ci siamo frequentati per un bel
po'.-
-Davvero?-
-Sì.- conferma Sakura, per poi proseguire: -Devi sapere
che prima di tutto, tuo padre era il mio professore di lettere. Lo vedevo
praticamente tutti i giorni, anche più di mia madre.-
-Capito!-
-Bene! Tutto risale a quando avevo diciotto anni e
tuo padre trentadue. Era il giorno di San Valentino e avevo appena litigato per
telefono con Itachi, perché per via del suo lavoro non era mai molto presente ed
io avrei tanto voluto qualcuno che mi stesse accanto, dopo lo stress che la
scuola mi procurava... un po' come tutte le mie amiche. Ma prima raccontiamo le
cose con calma... - precisa Sakura, iniziando a
raccontare.
.: 12 anni prima :.
-Sakura, comprendo la tue
ragioni, ma non posso lasciare il lavoro, sennò come lo mantengo Sasuke, visto
che ancora non ce l'ha?- le fa notare Itachi a telefono.
-Almeno oggi che è
San Valentino potevi esserci!- dice Sakura, beccandolo.
-Non ti è passato per
la testa che io posso lavorare anche oggi?-
-Itachi... io non ce la faccio!
Se deve andare avanti così, che ti vedo una volta ogni tanto, è meglio
lasciarci.-
-Sai, lo credo anche io.-
-E' stato bello finché è
durato.-
-Sì, è stato bello.-
Una storia iniziata bene e
finita male.
Per entrambi è un durissimo colpo, dato che tra loro c'era
parecchia sintonia ed armonia... secondo Sasuke erano fatti l'uno per l'altra,
ma invece si sbagliava.
Molti dicono che la lontananza rafforzi l'amore, in
questo caso... lo ha distrutto.
Il loro dolore è pari alla bellezza dei
momenti che hanno trascorso insieme.
La giornata non comincia certo
come dovrebbe cominciare, di questo Sakura se n'è resa conto. Una litigata di
prima mattina, il giorno di San Valentino, con il suo ex ragazzo, ma in fin dei
conti è stato meglio così, che continuare a soffrire non vedendolo per mesi e
mesi a causa del suo lavoro che lo tiene lontano da casa.
-Oggi c'è il compito in classe di matematica e
d'inglese. Se vado con questo stato d'animo, non combinerò nulla. Recupererò
tutto in un secondo momento con un’interrogazione.- mormora tra sé e sé la
ragazza.
Non se la sente né di stare a casa a sorbirsi le
lamentele dei genitori, né di andare a scuola a prendere delle insufficienze
assicurate a causa il suo umore a terra. Così, mentre i suoi genitori discutono
per l'ennesima volta, Sakura nota una brochure turistica buttata a terra: nella
pagina in cui è aperta c'è raffigurata una bellissima pineta in riva al mare
attraversata dai raggi del sole... un luogo dall'aspetto tranquillo e lo slogan
trasmette altrettanta tranquillità:“La
pineta di Miho, per ritrovare la serenità”.
Dopo tanto rimuginare, l'Haruno corre alla
stazione per prende il primo treno per Shizuoka, in modo da raggiungere quanto
prima la pineta di Miho. Ore ed ore passate in treno a guardare fuori dal
finestrino, pensando a lui, a quello che poteva essere, a quello che avrebbero
potuto avere... però, ora, è solo il passato ed un vortice di
ricordi.
Il treno, dopo un paio d'ore, raggiunge Shizuoka e Sakura
prende la coincidenza per la pineta che ha visto sul depliant. Arrivata nei
pressi del luogo che sta cercando, chiede informazioni ai passanti per non
sbagliare ed ecco davanti a lei un paesaggio dalle tonalità rassicuranti e
serene: l'infrangersi delle onde del mare sulla spiaggia; il profumo di
salsedine; il sole che attraversa gli aghi di pino, creando giochi di luce; la
sabbia chiara e fine come cipria e una leggera brezza che accarezza ogni
creatura del creato.
Sakura, sfiorata dal venticello, cammina per un po'
sulla spiaggia chiara fino a che decide di rimirare il mare seduta contro dei
piccoli scogli tra la sabbia.
-Haruno... sì, sei proprio tu!- esclama un
giovane dai capelli argentei.
-Professore...- pronuncia flebilmente
lei.
-Come mai da queste parti? Non dovresti essere a scuola?-
-Avevo
voglia di cambiare aria...-
-Il mio intuito
mi dice che è successo qualcosa, vero?-
-No, si sbaglia.-
-La tua
testardaggine mi conferma quello che penso, sai?-
Contro le deduzioni di
Kakashi, il suo professore di lettere, non si può competere. Lui ha il potere di
leggere nell'animo delle persone e riesce a persuaderti a parlare anche con
poche parole. La sua retorica è veramente invidiabile.
L'uomo, molto semplicemente, si siede accanto a lei,
mettendole il braccio sinistro attorno alle spalle. Sul momento la ragazza non
ne vuol sapere di confessare l'accaduto e scuote insistentemente il capo per far
desistere l'insegnante dal suo proposito; ma egli è decisamente più tenace e
caparbio, al punto da convincerla, pian piano, a parlare. Così, la ragazza
racconta brevemente l'accaduto senza scendere in troppi dettagli, consolata
dalle carezze dell'uomo.
-Purtroppo l'amore è un sentimento complicato
che non chiede permesso. Va e viene. Ci son momenti che non si ferma, è solo un
leggero momento di piacere e basta. Poi ritorna, se ne va e poi ritorna fino a
quando non ti aiuta a trovare la persona che ti ama veramente.- dice Kakashi,
continuando a consolarla.
-Professore, non stiamo facendo lezione.- ironizza
la giovane, sentendosi presa in giro.
-Lo
so... ti sto solo parlando della mia esperienza personale. Sai, prima di
incontrare una certa persona, che potrebbe essere quella giusta... sai, ho avuto
tante delusioni e ci sono rimasto male anche se non lo davo molto a vedere a chi
mi stava accanto. Però, dopo una caduta, mi sono sempre rialzato e ho guardato
avanti fino a quando l'amore non mi ha portato da lei. Ora il più è solo
rialzarsi e andare avanti.-
-Fa male...-
-Lo so che fa male, ma ti
aiuta a crescere.-
-Ha ragione, professore.-
Kakashi, di fronte alla
ragazza, non sa letteralmente come comportarsi. Finché si tratta di ambito
scolastico, sì: un consiglio... un voto... ma adesso siamo fuori dalla scuola.
Lontano dai pregiudizi, dalle regole e dalle malelingue che regolano il sistema
della scuola. Molto goffamente l'uomo estrae un piccolo anellino nero e,
distogliendo lo sguardo dal volto incuriosito della sua allieva, Kakashi glielo
infila all'anulare sinistro.
-Pro... professore ma cosa?- domanda Sakura,
parecchio confusa.
-Un regalino...- risponde lui, accennando un
sorriso.
-Un anello... di liquirizia. Mi sembrava strano che lei mi regalasse
un anello vero!-
-Beh, tornando al discorsi
di prima... beh... sì, ecco... la persona che l'amore mi ha portato... sì, penso
che sia proprio tu, Sakura...- confessa l'insegnante, visibilmente
imbarazzato.
-No... non so che dire, professore... io...-
-Non ti
sto chiedendo di diventare la mia ragazza, o per meglio dire non adesso... sì,
cioè... pensaci tranquillamente senza fretta... io ti aspetto.-
Tutto si può pensare di Kakashi tranne che sia una persona timida, invece lo è. Sotto quell'aria da eterno distratto ritardatario si nasconde un animo timido e riservato con l'altro sesso.
.: Presente :.
-Mamma... quindi la Santa Reliquia
l'hai mangiata, digerita ed espulsa, giusto?- domanda Suzaku,
spontaneamente.
-Sì.- risponde lei, davanti alla schiettezza di suo
figlio.
-E dopo?-
-Beh... dopo abbiamo cominciato a frequentarci di
nascosto perché, se venivamo scoperti, tuo padre avrebbe perso il posto e io
sarei stata espulsa. Poi ci siamo sposati, anche contro il volere dei tuoi
nonni, e alla fine sei nato tu.-
-Quindi il vostro amore è nato da un anello
di liquirizia... però, papà ne ha di fantasia!-
-In effetti, non hai tutti i
torti.-
-E scommetto che è per questo che abitiamo così vicini alla pineta di
Miho, giusto? Per ricordarvi il luogo della vostra
scintilla?-
-Indovinato!-
-Mamma, quand'è che tu e papà mi darete una
sorellina?-
-Come?-
-Una sorellina...-
Alla richiesta di Suzaku,
Sakura e Kakashi, che ha sentito ogni parola del racconto per via del silenzio,
sgranano gli occhi, pensando che se la bimba deve somigliare al primogenito è
meglio che rimanga figlio
unico.
Note dell'autore:
Devo essere sincera: questa ff è nata inizialmente come un
delirio della ore 2.00.
Sì, le due di notte.
Francamente il regalo non era
dei più congeniali, per cui ho fatto leggermente fatica ^^'', ma alla fine chi
la dura la vince!
Alle due di notte – perché
sono ancora sveglia – lettucchiavo un libro del mio babbo che parla di
Reliquie. La parola Reliquia mi
ha letteralmente aperto le porte all'ispirazione: nella mia mente si è formato
pian piano il figlio di Sakura e Kakashi... un bambino di soli sette anni, ma
molto furbo e intelligente per la sua età. Tra le altre cose mi sono immaginata
una Sakura in stile Chichi, la moglie di Goku di Dragonball, quando costringeva
Gohan a studiare XD per questo il piccolino è molto scaltro e
colto.
In questo periodo sono fissata con le delusioni d'amore è già
la seconda ff che tratta una cosa simile, ma qui è solo un accenno. Per chi non
conoscesse il nome Suzaku...
Deriva dal Dio Suzaku protettore
del sud e dell'amore. Per questo l'ho scelto per il figlio di
Sakura e Kakashi. ^.^
Specifico anche, che l'anello di liquirizia l'ho
immaginato come una sottospecie di anello grossolano che, probabilmente, si può
anche mettere al dito di una persona... che immaginazione XD. Inoltre, volevo
informare che la Pineta di Miho esiste veramente: si trova nei
pressi di Shizuoka ed è una zona di attrazione turistica per la sua quiete, la
bellezza del suo mare e la sabbia candida e fine come cipria. - Un giorno spero
di andarci XD -
Bene, non ho altro da aggiungere, attendo i vostri pareri e
commenti
un bacione
Shurei.