Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel
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Autore: zora_    20/03/2010    3 recensioni
"Alina gli lanciò un'occhiataccia mentre attraversava a passi rapidi la porta.Sasha si affrettò a seguirla,ridacchiando.Sapeva bene quanto la sorella fosse nervosa.(...)Alla fine,li guardò timorosa.Tom era lì lì per addormentarsi,Gustav e Georg stavano prendendo appunti.Bill no,lui la guardava sorpreso.E sorrideva. Aveva trovato con chi fare il duetto."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ovviamente,non pubblico questa storia scopi di lucro e cose del genere,i Tokio Hotel non mi appartengono eccetera eccetera.
Insomma, in ogni caso spero vi piaccia e che commentiate in tanti,perché a questa storia ci tengo davvero.
Non so cos'altro dirvi...leggete e ditemi!=D
-Sei sicuro che non mi butteranno fuori a calci?-chiese preoccupata la ragazza mentre cercava di tenere a bada i capelli,che il vento continuava a frustrarle in faccia.
Il traffico di Berlino e il freddo umido era come quello delle altre mattine,quando i due gemelli andavano a scuola.Ma oggi in un certo senso era diverso,dopo tante lotte con la madre per riuscire a saltare un giorno di scuola per quello che lei riteneva "una perdita di tempo" i due gemelli erano riusciti a strapparle una mattinata di libertà.
La ragazza era indiscutibilmente bella,ma non faceva nulla per farlo notare.Niente trucco a velare gli splendidi occhi azzurri-grigio, nessun mascara ad allungare le folte ciglia,era del tutto naturale,se non per un sottile strato di burro cacao(ma quello lo metteva solo perchè altrimenti il freddo le avrebbe tagliato le labbra).
La pelle era come quella delle bambole di ceramica con qui aveva tanto giocato da piccola,anche se finivano sempre per cadere e rompersi.
I capelli erano stati spuntati di fresco per quel grande evento.Erano ancora lunghi,leggermente mossi e scuri le sfioravano il viso.
Erano quasi arrivati, e lei tirò fuori la spazzola che aveva intelligentemente portato,conoscendo il vento e la strana antipatia che covava per i suoi capelli,e cominciò a spazzolarseli.
-Certo che sono sicuro-rispose suo fratello,scansando una donna piena di buste della spesa che tentava di rispondere al cellulare.
La mattina a Berlino era sempre cosi,frenetica,piena d'impegni e di cose da sbrigare il più presto possibile.
Anche lui era bellissimo.Aveva anche lui dei grandi occhi chiari,la pelle di porcellana,ma i suoi capelli erano tagliati in corti ciuffi ribelli e biondi.
Ma quello che colpiva di lui era il portamento,sicuro,di chi sa già di aver vinto ancor prima di iniziare la sfida.
Seppur diversi,lei timida e delicata,lui sicuro e socievole,erano le due facce della stessa medaglia.Alina e Sasha,Sasha e Alina.
A dire il vero non erano proprio tedeschi,come giustamente suggerivano i nomi:erano per metà(la metà materna,per precisione)russi.
Sasha virò la sua traiettoria verso un edificio in particolare.Non sembrava diverso dagli altri grattacieli ed uffici:le porte di vetro riflettevano il sole freddo,tre scalini di marmo candido conducevano all'entrata automatica.
Il ragazzo sali i tre scalini e si mise in mezzo alla porta,per far si che restasse aperta.Era di quanto più vicino potesse fare per tenere aperta la porta alla ragazza che lo succedeva,da vero gentiluomo moderno.
Alina gli lanciò un'occhiataccia mentre attraversava a passi rapidi la porta.Sasha si affrettò a seguirla,ridacchiando.Sapeva bene quanto la sorella fosse nervosa.
La fece fermare prendendola per le spalle.Le puntò gli occhi nei suoi e ci fu un intenso scambio di pensieri ed emozioni.
-Ali, non potranno buttarti fuori a calci perchè hai una delle più belle voci che io abbia mai sentito,e in secondo luogo perchè sennò sarei io a prenderli a calci.Ah,e dimenticavo: anche perchè sei bellissima,la più buona,la migliore di tutte le ragazze!-Rise di nuovo vedendo le guance della sorella avvampare.
Fece scendere le mani dalle sue spalle alle sue mani,che a tradire il nervosismo,stavano stropicciando il vestito nuovo.Le strinse per qualche secondo,prima che Alina gli buttasse le braccia al collo.
-Grazie mille,fratellone,non saprei come fare senza di te!-gli confessò ridendo fra le lacrime di tensione.
Lui gliele asciugò e insieme salirono fino all'aula audizioni.
P.s.:Lo so che questo capitolo è un po' corto e tra l'altro,nonostante sia il primo,è solo di transizione.
Se leggerete il prossimo capirete!;D
Confido di trovare tanti commenti...a presto.

Ovviamente,non pubblico questa storia scopi di lucro e cose del genere,i Tokio Hotel non mi appartengono eccetera eccetera.


Insomma, in ogni caso spero vi piaccia e che commentiate in tanti,perché a questa storia ci tengo davvero.
Non so cos'altro dirvi...leggete e ditemi!=D


-Sei sicuro che non mi butteranno fuori a calci?-chiese preoccupata la ragazza mentre cercava di tenere a bada i capelli,che il vento continuava a frustrarle in faccia.
Il traffico di Berlino e il freddo umido era come quello delle altre mattine,quando i due gemelli andavano a scuola.Ma oggi in un certo senso era diverso,dopo tante lotte con la madre per riuscire a saltare un giorno di scuola per quello che lei riteneva "una perdita di tempo" i due gemelli erano riusciti a strapparle una mattinata di libertà.


La ragazza era indiscutibilmente bella,ma non faceva nulla per farlo notare.Niente trucco a velare gli splendidi occhi azzurri-grigio, nessun mascara ad allungare le folte ciglia,era del tutto naturale,se non per un sottile strato di burro cacao(ma quello lo metteva solo perchè altrimenti il freddo le avrebbe tagliato le labbra).
La pelle era come quella delle bambole di ceramica con qui aveva tanto giocato da piccola,anche se finivano sempre per cadere e rompersi.
I capelli erano stati spuntati di fresco per quel grande evento.Erano ancora lunghi,leggermente mossi e scuri le sfioravano il viso.
Erano quasi arrivati, e lei tirò fuori la spazzola che aveva intelligentemente portato,conoscendo il vento e la strana antipatia che covava per i suoi capelli,e cominciò a spazzolarseli.


-Certo che sono sicuro-rispose suo fratello,scansando una donna piena di buste della spesa che tentava di rispondere al cellulare.


La mattina a Berlino era sempre cosi,frenetica,piena d'impegni e di cose da sbrigare il più presto possibile.


Anche lui era bellissimo.Aveva anche lui dei grandi occhi chiari,la pelle di porcellana,ma i suoi capelli erano tagliati in corti ciuffi ribelli e biondi.
Ma quello che colpiva di lui era il portamento,sicuro,di chi sa già di aver vinto ancor prima di iniziare la sfida.


Seppur diversi,lei timida e delicata,lui sicuro e socievole,erano le due facce della stessa medaglia.Alina e Sasha,Sasha e Alina.
A dire il vero non erano proprio tedeschi,come giustamente suggerivano i nomi:erano per metà(la metà materna,per precisione)russi.


Sasha virò la sua traiettoria verso un edificio in particolare.Non sembrava diverso dagli altri grattacieli ed uffici:le porte di vetro riflettevano il sole freddo,tre scalini di marmo candido conducevano all'entrata automatica.
Il ragazzo sali i tre scalini e si mise in mezzo alla porta,per far si che restasse aperta.Era di quanto più vicino potesse fare per tenere aperta la porta alla ragazza che lo succedeva,da vero gentiluomo moderno.


Alina gli lanciò un'occhiataccia mentre attraversava a passi rapidi la porta.Sasha si affrettò a seguirla,ridacchiando.Sapeva bene quanto la sorella fosse nervosa.
La fece fermare prendendola per le spalle.Le puntò gli occhi nei suoi e ci fu un intenso scambio di pensieri ed emozioni.
-Ali, non potranno buttarti fuori a calci perchè hai una delle più belle voci che io abbia mai sentito,e in secondo luogo perchè sennò sarei io a prenderli a calci.Ah,e dimenticavo: anche perchè sei bellissima,la più buona,la migliore di tutte le ragazze!-Rise di nuovo vedendo le guance della sorella avvampare.


Fece scendere le mani dalle sue spalle alle sue mani,che a tradire il nervosismo,stavano stropicciando il vestito nuovo.Le strinse per qualche secondo,prima che Alina gli buttasse le braccia al collo.
-Grazie mille,fratellone,non saprei come fare senza di te!-gli confessò ridendo fra le lacrime di tensione.
Lui gliele asciugò e insieme salirono fino all'aula audizioni.






P.s.:Lo so che questo capitolo è un po' corto e tra l'altro,nonostante sia il primo,è solo di transizione.
Se leggerete il prossimo capirete!;D
Confido di trovare tanti commenti...a presto.Ovviamente,non pubblico questa storia scopi di lucro e cose del genere,i Tokio Hotel non mi appartengono eccetera eccetera.




Insomma, in ogni caso spero vi piaccia e che commentiate in tanti,perché a questa storia ci tengo davvero.

Non so cos'altro dirvi...leggete e ditemi!=D




 

   
 
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