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Autore: Crazy_Me    20/03/2010    3 recensioni
Non c'è nessuno. Non c'è nessuno. Non c'è nessuno. E' quasi convincente.
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non c’è nessuno. Non c’è nessuno. Non c’è nessuno.


Mi alzo dal letto. Sono sudata e ho freddo. Mi dirigo verso la finestra della mia camera.
Sono sicura di averla lasciata aperta prima di addormentarmi. Appoggio una mano, pensando di toccare la maniglia, mentre sento solo una superficie liscia.
Non è vetro. E’ ferro.
Non ricordo di avere del ferro, in camera.
Deglutisco e tolgo la mano dalla superficie ghiacciata.
Torno indietro. Mi inclino un po’, portando il busto in avanti insieme alle mani, per tastare possibili ostacoli.
Non sento nulla, però.
E’ buffo. Solitamente sbatto sempre il ginocchio contro il letto e adesso…beh, no.
Faccio qualche passo.
La mia stanza è piccola. Dovrei già essere in fondo, dovrebbe esserci il muro o l’armadio.
Aumento il passo.
Lo aumento di più…
Di più…
Inizio a correre.
Ma dove cazzo sono?
Dove accidenti sono?
Mi fermo e mi giro a sinistra. Finalmente sento qualcosa.
E’ una leva. La tiro e una luce si accende.
Sono sicura di non essere in camera mia.
Invece davanti a me compare un letto disfatto, un’ armadio tappezzato di poster e la finestra. In fondo, nell’angolo, c’è anche la mia scrivania.
Mi guardo a sinistra e la leva è sparita. Solo una parete bianca.
Sono sorpresa. Stupita. Allibita.
Non dovrei?
Forse no. Dove pensavo di essere?
Ho dormito in camera mia e mi sono svegliata in camera mia, maledizione.
E’ logico. Talmente ovvio da essere assurdo.
Eppure non ho paura. Lo so che non ho paura. Per il momento.
Fisso un attimo la finestra aperta. Mi avvicino e la chiudo.
Vado dalla parte opposta, dalla porta e dall’interruttore della luce.
Per un attimo ho la tentazione di aprir la porta. Ho quasi la sensazione che non ci sia ciò che dovrebbe esserci. Un brivido mi percorre la schiena, ma ancora sono sicura di non aver paura.
Mi mordo le labbra e dopo una rapida occhiata, per sicurezza, alla camera, spengo la luce.
Faccio tre passi, li conto, e mi getto sul letto.
Il letto…Si, il letto c’è. Cazzo, si che c’è. Ed è al suo solito posto. Contro il muro.
Ma non era più alto?
Mi sto odiando. Perché ragiono con la mentalità contraria? Perché non dovrei essere dove sono?
Magari qualche fottuto alieno mi ha rapita o si, perché no, un mostro di quelli che si vedono in televisione.
Stupida, è il primo aggettivo con cui mi definisco.
E’ solo la mia fantasia.
Non ci faccio caso e mi sistemo nel letto.
Sospiro. Penso a prima. Mi sembrava davvero di essermi messa a correre, eppure non è possibile.
A mala pena faccio più di dieci passi in questa stanza. E’ piccola, molto piccola, rispetto al resto della casa. Ma si, in fondo capita a tutti di immaginarsi le cose.
Io sono normale. Sono una delle persone più normali di questo pianeta, cazzo.
Non mi immagino le cose. Io mi sono messa a correre. E la finestra non c’èra.
Mi lascio quasi prendere dal panico, dalla disperazione. Il nervoso si impossessa di me e mi scende una lacrima. Non fa in tempo a rigarmi la guancia che, prontamente, la asciugo con il dito.
Calma. Calma. Calma. Domani è un’ altro fottuto giorno. Questa notte passerà.
Per non so quale motivo, decido di credermi e chiudo gli occhi.
Non passano nemmeno due minuti, che li riapro. Ho la gola secca. Io prima di andare a letto devo sempre bere e stasera me lo sono dimenticata. Sarà stata tutta l’agitazione.
Butto una mano verso destra e, non sentendo nulla, la muovo avanti e indietro.
Nessuna bottiglia.
La abbasso.
Non sento nulla.
Ma il comodino c’èra. E’ sempre stato lì, porca puttana.
E’ da quando sono nata che abito in questa dannata casa e la mia camera da letto non è mai stata ri-arredata. I mobili sono stati sempre nello stesso posto.
Quindi perché dovrebbero aver cambiato posto adesso?
Fingo di essere calma, mentre dentro ho il panico. Gli occhi mi bruciano e la gola diventa ancora più secca. Una serie infinita di brividi mi scorrono lungo il corpo.
Non c’è nessuno. Non c’è nessuno. Non c’è nessuno.
Do anche un’ intonazione a queste parole. E’ quasi una canzoncina. Una melodia.
E’ quasi convincente.
E io sono quasi convinta di non aver paura. Ma ormai non sono più sicura di nulla.
Rifletto. Penso. Ma non lo faccio veramente.
E’ come quando dici di pensare a una soluzione, ma sapendo che quel problema non ha soluzione, non ci pensi realmente.
Anche adesso lo sto facendo.
Non sento nemmeno un rumore. Non so se ciò sia positivo. Non lo so davvero.
Si sente solo il mio respiro pesante e il battito accelerato del mio cuore.
Penso a un piano. Io ho bisogno di sapere cosa devo fare. Ne ho bisogno per essere tranquilla.
Sorrido. Non so perché lo faccio, ma sorrido. Mi metto quasi a ridere.
Sono pazza, forse. Smentisco subito ciò che ho pensato. Non lo posso essere, perché non so cos’è la pazzia.
Sono paralizzata. Non riesco a muovermi dal letto. Ho paura di cosa ci potrà essere per terra.
Magari del sangue…o un pozzo senza fondo.
O magari c’è solo un fottuto pavimento, mi ritrovo a pensare.
Conto fino a tre.
Uno…
Adesso mi alzo…
Due…
Mi siedo sulla sponda del letto…
Due e mezzo…
Non voglio che arrivi il tre…
Tre.
Mi metto a camminare velocemente, con le braccia tese in avanti.
Avrò fatto si e no quattro passi, quando sento una parete ruvida.
La tocco un po’ e sento qualcosa. Un pulsante di plastica.
Lo spingo.
Si accende la luce.
Sono sicura che ci sarà di nuovo camera mia. Mentre in realtà sono sicura del contrario.
La mia prima ipotesi viene confermata. Sono nella mia stanza.
Deve essere stato un brutto scherzo. Della mente.
Controllo il comodino. C’è anche quello.
Respiro e mi calmo.
Stavolta non spengo più la luce. No, che non lo faccio.
Mi dirigo verso il letto per l’ennesima volta.
Mi siedo nel centro del letto e, dopo pochi istanti, appoggio la schiena contro il muro.
Per una decina di minuti non chiudo gli occhi. Ho paura che se lo facessi non vedrei ciò che vedo adesso.
Ma poi iniziano a bruciarmi e mi vedo costretta a farlo.
Li riapro in meno di un millesimo di secondo e la stanza è com’era prima.
Bene.
Non succede nulla per altri cinque minuti.
Cinque minuti in cui non penso a nulla. Conto solo il tempo. Così quando sarà mattina, mi dirigerò verso la finestra e la aprirò. La stanza si illuminerà e non succederà nient’altro.
Ma prima che possa finire il ragionamento, la luce si spegne. E sento un rumore.
E’ ferreo. Come qualcosa che sbatte contro una parete di ferro. O qualcosa del genere.
Rimbomba per un po’ finché non torna il silenzio assoluto.
La luce è ancora spenta. Ma è impossibile. La lampadina…è vero, è da un po’ che non la cambio, ma le lampadine non si spengono così, di botto.
No, certo che no.
Ho paura. Ma devo stare calma.
Mi viene in mente il motivetto di prima.
Non c’è nessuno. Non c’è nessuno. Non c’è nessuno.
Lo ricanto con la stessa intonazione. Ma stavolta ad alta voce.
Non c’è nessuno. Non c’è nessuno. Non c’è nessuno.
Rido. Si, rido. E’ buffo questo motivetto. Ha un ritmo allegro e sembra quasi una specie di “Giro GiroTondo”. Una cantilena per bambini. Una di quelle che cantavo alle elementari.
Mi lascio scappare un’altra sonora risata. Anche se il motivo non è ben chiaro.
Ma forse è la pazzia.
Non riesco a smettere di ridere. E’ buffo. Davvero troppo buffo.
Lo ricanto.
Non c’è nessuno. Non c’è nessuno. Non c’è nessu…

Sssshhhhh.



Angolo Autrice
Che dire di questa storia? Mi sono ispirata moltissimo alle mie sensazioni. Se mi accadesse, reagirei esattamente così. Ho cercato di non fare la solita trama da Film Horror, ma di rendere le cose più “strane”.
Non so se faccia paura. Non mi sono mai cimentata in una storia Horror prima d’ora, ma mi sentivo particolarmente ispirata.
Giudicate voi.

Crazy_Me




  
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