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Autore: Rota    21/03/2010    2 recensioni
Hanno un obiettivo, quei soldati integerrimi: cacciare nelle viscere della madre terra quell’orda di uomini che hanno invaso il loro territorio, che hanno disobbedito ai voleri di Lord Genome – il loro sommo e insuperabile re.
Ed ecco allora che si spiegano le facce arrabbiate, l’irritazione che cresce ad ogni metro di desertica sabbia, quell’intenzione omicida che serpeggia lungo tutti gli arti.
Vanno avanti, con lo sguardo puntato in un’unica direzione – a guidarli c’è soltanto la loro ferrea volontà.

[SECONDA classificata al "Iliade - Le conseguenze di una guerra" indetto sul forum di EFP da Mayumi_san]
Genere: Drammatico, Introspettivo, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kamina, Viral
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Enki's heart'
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nikopol La mia ff prende il nome e lo spunto dal tema musicale di Viral, Nikopol, appunto. La città della vittoria. Le citazioni che prendo invece sono dal testo de “Carmina Burana”, in particolar modo da “O fortuna”. Volevo specificare che la Fortuna, intesa dai latini, è la nostra Sorte, il Destino insomma. Questo per comprendere meglio la mia ff.
Ritengo che sia Shonen ai perché i sentimenti di Viral nei confronti di Kamina, seppur contrastanti, sono molto chiari: per me c’è fatalmente attrazione. Altrimenti non si spiega il suo accanimento a volerlo battere a tutti i costi. Per me una personalità come quella di Viral intende così l’amore, l’attrazione per quello che è necessariamente il proprio avversario.
Il testo della canzone e il testo da me scritto si ricollegano nel fatto che Viral è un Guerriero, un Mercenario, e che come tale deve per forza appellarsi alla Sorte per poter continuare a esserlo e vincere i propri avversari.

(*)O Fortuna, Carmina Burana





Nikopol, City of Victory






Sorge una nuova alba sul fronte.
Il cangiante Sole prende il posto della pallida Luna, illuminando di rosso ogni pietra posata al suolo – e portando con sé minacce di morte rumorose e dai visi ghignanti.
Ed ecco, infatti, Gunmen che si spostano sul terreno, muovendo i loro piedi uno dopo l’altro, in una marcia che pare senza fine. Rombano di suoni assordanti i motori, la polvere si alza da terra, quasi a creare un vortice tutto intorno al grande esercito.
Hanno un obiettivo, quei soldati integerrimi: cacciare nelle viscere della madre terra quell’orda di uomini che hanno invaso il loro territorio, che hanno disobbedito ai voleri di Lord Genome – il loro sommo ed insuperabile re.
Ed ecco allora che si dispiegano le facce arrabbiate, l’irritazione che cresce ad ogni metro di desertica sabbia, quell’intenzione omicida che serpeggia lungo tutti gli arti.
Vanno avanti, con lo sguardo puntato in un’unica direzione – a guidarli c’è soltanto la loro ferrea volontà.

Enki avanza, senza arrestarsi un solo attimo, seguendo i propri compagni e seguito a sua volta da questi.
Le due armi sono riposte nelle fodere con ordine, pronte solo per essere sguainate; non ci vorrà molto tempo perché la luce del giorno si rifletta sulle loro lame lucenti.
Digrigna i denti, la Bestia che lo abita, cominciando a fremere per l’eccitazione del momento.
E’ un soldato, un mercenario, e come tale trova ragione di essere solo quando impugna la propria arma – per distruggere senza pietà il proprio nemico.
Così, Viral ha la mente occupata da un’immagine di sangue e di corpi che cadono, di grida e di urla isteriche: altro non vuole che avere le mani sporche di morte.


O Fortuna, velut Luna statu variabilis, semper crescis aut decrescis; vita detestabilis nunc obdurat et nunc curat ludo mentis aciem, egestatem potestatem dissolvit ut glaciem.
(*)


Enki avanza, senza porsi il problema di essere discreto nel poggiare i propri piedi a terra. Che sotto ci sia qualcuno che muore per un terremoto improvviso – o qualche pietra che si stacca dal cielo – davvero non lo tange.
Sono solo esseri umani, possono anche morire per una tal sciocchezza: non è affar suo.
Ma intanto le mani sentono il bisogno di muoversi appena in aria, come a sgranchire muscoli che sono di metallo e non di carne – eppure si eccitano anche essi, scalpitano per poter agire.
Ghigna la Bestia, mentre supera un compagno lento di fianco, senza neanche avere l’accortezza di badarci per più di un secondo.
 
Serpeggia tra le teste l’agitazione, la paura vile che prende i cuori.
E risuona sulle labbra un sol nome – la concretezza di un sentimento che non vuole né può avere nome concreto – Kamina.
L’anima è scossa da una sensazione più forte, qualcosa che fa vibrare ogni fibra dell’essere.
L’avversario, la sua idea e il suo nome. Non c’è niente di più eccitante per Viral che poter pregustare già la vittoria, immaginare magari le mani lorde del suo sangue umano.
Oh, Dio. Sarebbe morto in quel preciso istante – perché niente avrebbe senso dopo la vittoria di un solo attimo.
Folle e savio nel medesimo tempo, vive per un solo momento fugace.


Sors immanis et inanis rota tu volubilis status malus vana salus semper dissolubilis, obumbrata et velata mihi quoque niteris; nunc per ludum dorsum nudum fero tui sceleris.
(*)


Enki avanza, nella polvere e nella sabbia – che, lo sa, presto si colorerà di rosso intenso.
Il soldato che lo comanda è sempre lì, seduto come una statua immobile ed eterna al suo posto. La cabina che lo circonda lo isola perfettamente da tutto il resto.
Ha visto molte battaglie, quello sguardo chiaro. Ha visto molte vite cadere ai suoi piedi – con le gole recise, con arti che mancavano. Hanno ghignato molto spesso, quelle labbra chiare, compiacendosi di mostrare senza ritegno un sentimento non troppo nobile.
Ma egli è guerriero, non è un civile come un altro: questi sono i suoi ideali, questi i suoi obiettivi. Ci sono tante verità quante sono le teste – e la testa bionda di Viral è impietosa come poche.
Per questo motivo, ora che può dare un nome preciso al proprio nemico, la sua agitazione si fa più accesa.
Non è solo una testa da recidere, non è solo un corpo da aprire con la propria katana.
Ha un’identità precisa, un ideale anch’egli, un’anima che lo muove.
E’ Kamina, non altri.

Ogni volta che ha incrociato e incrocia la propria arma con quella di lui, non lo fa per semplice obbligo morale, non per un ordine che gli è stato imposto.
L’onore di un guerriero si esplica nella distruzione del nemico – è a questo che Viral aspira, la vittoria più grande che possa concepire.
La sconfitta subita brucia, brucia violentemente. E’ per calmare l’orgoglio ferito, così come ogni altra cosa scottante che lo lega alla Scimmia Nuda, che lo cerca senza posa.

E’ proprio perché la sua arma si scaglia contro non un semplice Uomo, ma proprio contro Kamina, che la sua essenza muta terribilmente.
Non è propriamente una guerra ciò che Viral vuole affrontare. E’ diverso, molto diverso.
E’ il proprio destino che non riesce ad accettare.


Sors salutis et virtutis mihi nunc contraria est affectus et defectus semper in angaria. (*)



Enki avanza, mosso forse da una forza meccanica che è propria degli esseri non pensanti.
Un essere pensante si cruccia ora che ne ha tempo – perché di lì a qualche minuto ghignerà soltanto e soltanto urlerà fino a sgolarsi.

Viral è stato scelto da Kamina, questa consapevolezza ha messo radici profonde nel suo animo. Altrimenti non si spiegherebbe tutta la rabbia che prova – tutta l’umiliazione che ha subito.
Come suo pari è stato eletto, sebbene solo il fatto che egli sia Uomo lo renda polvere di fronte a lui.
Ma un Guerriero rimane tale anche se uomo, roccia o animale. Non ha importanza, almeno finché uno dei due cadrà – finché uno dei due non spirerà ai piedi dell’altro.
Non v’è altro che la ragione stessa del combattere, l’essenza pura di ogni guerra si incarna in combattenti come loro.
Supremazia, semplice supremazia.

E allora, a questo punto, Viral vuole solo una cosa.
Che il fuoco di quella dannata Guerra come unico scopo innalzi lo splendore della corazza di Enki, lo renda magnifico sopra tutti. Si dimentichi la Bestia per esaltare il nuovo Eroe, non altro – non altro.
Sarà solo e per sempre Viral.

E' in quelle fiamme che mi dovete ricordare.
Ricordatevi di me, ricordatevi di me, e dimenticate il mio destino.


Hac in hora sine mora cordum pulsum tangite; quod per sortem sternit fortem mecum omnes plangite!(*)


Arriva, alla fine, l’esercito a Nikopol, la città della vittoria.
E’ una città che non ha mura e non ha case, solo abitanti agguerriti e numerosi – con in mano armi di distruzione che altro non sanno dare che sofferenza nera di morte.
E’ una città che fiammeggia di rosso, per il fuoco e per la rabbia che anima ogni cosa. Rumore che squarcia l’aria, contorcendola fino a farla divenire pesante.
Le urla selvagge che si elevano, dall’una e dall’altra parte, sono così assordanti che ogni cosa è presto dimenticata.
Nikopol, la città della vittoria.
Il campo di battaglia dove ogni soldato diventa una sola ragione, l’identità del singolo parte di un ideale troppo alto.
Il luogo dove Viral – la Bestia – si scontra con Kamina – l’Eroe che ha spinto gli esseri umani a lambire il cielo infinito.
Ed è tutto e niente, uno scambiarsi sguardi e odio, unico sentimento concesso a due avversari.
Perché per un mercenario non c’è onore più grande – sublime emozione – che far gravare la lama della propria spada sulla testa del rivale. Godendo, poi, della vita che fuoriesce a fiotti.

Ultimo atto, il più alto di tutti.







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Correttezza grammaticale e sintassi: 9,9 punti
Stile e lessico: 10 punti
IC dei personaggi: 10 punti
Originalità: 9 punti
Giudizio personale: 4,8 punti
Totale: 43,7 punti

Commento della giudice: Storia quasi perfetta dal punto di vista della grammatica (ho notato solamente imprecisioni quali “Lord Genone” al posto di Lord Genome, “un’ideale” scritto con l’apostrofo, e “anche essi” staccato, che crea iato), mentre per il resto mi ha lasciata piacevolmente sorpresa: il tuo stile è sublime, così elegante e austero senza mai essere eccessivamente pomposo, e l’IC dei personaggi è stato perfettamente rispettato (come Viral è spinto dall’essere un mercenario e dalla sete di vittoria, così Kamina si batte per un futuro migliore per gli uomini, sulla superficie; entrambi facce di una stessa medaglia, così opposti ma al contempo così vicini).
L’originalità ti è però costata qualche punticino in meno, dacché mi è parsa abbastanza scontata e “già vista” come scena; tuttavia, l’utilizzo perfettamente azzeccato del carmen ha contribuito a non abbassare eccessivamente il punteggio.



Ogni volta che una mia ff arriva nelle prime posizioni è un’emozione.
Ma riuscire a far arrivare così in alto una ff su Tengen è per me seriamente una cosa meravigliosa. Quasi un sogno, sì. Perché in pochi conoscono il fandom, in pochi apprezzano lo shonen ai e lo yaoi, in pochissimi il mio amato Viral.
Insomma, per me vuol dire TANTO.
Ed eccola qui, la mia ff.
KaminaViral, ancora una volta. Io li adoro, semplicemente. Perché sono perfetti assieme, perché è una relazione che più sull’amore si basa sull’odio – io ADORO queste cose <3
Ordunque, spero vi sia piaciuta <3

   
 
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