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Autore: Arasta    21/03/2010    7 recensioni
Mia prima storia su EFP. Un tributo alla follia. E alla tristezza che ne deriva. Scritta in un momento di noia a scuola. Enjoy it.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Les Fauves
Les Fauves

Oh my mind, ah poor soul...
cantava la vecchina sulla sua seggiola, dondolando e cardando la lana.
Ma tra le dita strette e rugose non aveva nulla.
C'era un coniglio, bianco, dentro la sua tana; aspettava la morte? E chi l'avrebbe ucciso? Il fucile e poi la pentola, o la volpe coi suoi occhi neri.
It's late, it's too late...cantava la ballerina sul palco dell'Opera. Schiocchi di mani e corde rotte, i fruscii delle sete di scialli d'Oriente.
Ma il teatro era chiuso.
C'era un cane, a macchie, che cercava un osso da sgranocchiare; dove l'avrebbe trovato? E se non era buono? Vermi nello stomaco, o lingua verde.
Shall we dance my sir...cantava l'operaia, avvitando i bulloni di chissą quale macchina, sentendo la ruggine sotto le unghie.
Ma la fabbrica era fallita.
C'era un passero, col petto rosso, lą sulla neve; era fredda? Con cosa si poteva scaldare? Foglie rubate al vento e alla terra,
o paglia gialla.
These times, these modern times...cantava la scolara sui banchi dell'Accademia. Pagine di polvere che vola e inchiostro fresco, i ticchettii dell'orologio a pendolo di Baviera.
Ma era estate.
C'era un gatto, grigio, che guardava la luna; pensava alla sua vita? Ne aveva pił di una? Dio in terra, adorato e idolatrato, o incarnazione del demonio.
Ehi my body, you can't hear...stesso destino che si incrocia in un bivio. Il finale infinito di mille storie infinite.

AND IF I AM...INSANE?






  
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