Les Fauves
Oh my mind, ah poor soul... cantava la vecchina sulla sua seggiola, dondolando e cardando la lana.
Ma tra le dita strette e rugose non aveva nulla.
C'era un coniglio, bianco, dentro la sua tana; aspettava la morte? E chi l'avrebbe ucciso? Il fucile e poi la pentola, o la volpe coi suoi occhi neri.
It's late, it's too late...cantava la ballerina sul palco dell'Opera. Schiocchi di mani e corde rotte, i fruscii delle sete di scialli d'Oriente.
Ma il teatro era chiuso.
C'era un cane, a macchie, che cercava un osso da sgranocchiare; dove l'avrebbe trovato? E se non era buono? Vermi nello stomaco, o lingua verde.
Shall we dance my sir...cantava l'operaia, avvitando i bulloni di chissą quale macchina, sentendo la ruggine sotto le unghie.
Ma la fabbrica era fallita.
C'era un passero, col petto rosso, lą sulla neve; era fredda? Con cosa si poteva scaldare? Foglie rubate al vento e alla terra,
o paglia gialla.
These times, these modern times...cantava la scolara sui banchi dell'Accademia. Pagine di polvere che vola e inchiostro fresco, i ticchettii dell'orologio a pendolo di Baviera.
Ma era estate.
C'era un gatto, grigio, che guardava la luna; pensava alla sua vita? Ne aveva pił di una? Dio in terra, adorato e idolatrato, o incarnazione del demonio.
Ehi my body, you can't hear...stesso destino che si incrocia in un bivio. Il finale infinito di mille storie infinite.
Oh my mind, ah poor soul... cantava la vecchina sulla sua seggiola, dondolando e cardando la lana.
Ma tra le dita strette e rugose non aveva nulla.
C'era un coniglio, bianco, dentro la sua tana; aspettava la morte? E chi l'avrebbe ucciso? Il fucile e poi la pentola, o la volpe coi suoi occhi neri.
It's late, it's too late...cantava la ballerina sul palco dell'Opera. Schiocchi di mani e corde rotte, i fruscii delle sete di scialli d'Oriente.
Ma il teatro era chiuso.
C'era un cane, a macchie, che cercava un osso da sgranocchiare; dove l'avrebbe trovato? E se non era buono? Vermi nello stomaco, o lingua verde.
Shall we dance my sir...cantava l'operaia, avvitando i bulloni di chissą quale macchina, sentendo la ruggine sotto le unghie.
Ma la fabbrica era fallita.
C'era un passero, col petto rosso, lą sulla neve; era fredda? Con cosa si poteva scaldare? Foglie rubate al vento e alla terra,
o paglia gialla.
These times, these modern times...cantava la scolara sui banchi dell'Accademia. Pagine di polvere che vola e inchiostro fresco, i ticchettii dell'orologio a pendolo di Baviera.
Ma era estate.
C'era un gatto, grigio, che guardava la luna; pensava alla sua vita? Ne aveva pił di una? Dio in terra, adorato e idolatrato, o incarnazione del demonio.
Ehi my body, you can't hear...stesso destino che si incrocia in un bivio. Il finale infinito di mille storie infinite.
AND IF I AM...INSANE?