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Autore: _AkAtSuKiNa_    21/03/2010    2 recensioni
[9° classificata al contest "Love and Present" indetto da Bimba_Chic_Aiko e Globulo Rosso]
Quando il mondo è ostile e ti senti solo, rinchiuso in una sfera di dolore, soltanto conoscere la persona adatta può aiutarti ad andare avanti ed a lasciarti il passato alle spalle.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Deidara, Hinata Hyuuga
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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momentaneo

La pioggia può cancellare il ricordo di un amore?




Don Don Don

Il suono delle campane riecheggia in tutto la città.
Delle colombe si innalzano nel cielo scuro di temporale.
Un lampo illumina per pochi attimi una parte del cimitero ormai vuoto: circa una mezz'ora prima era stata tenuta la celebrazione d'addio prima della sepoltura.
Delle candide piume si staccano dai loro proprietari scendendo e attraversando il nero come bianchissimi fiocchi di neve; uno si posa sul freddo marmo di una lapide da poco inserita.
La mano di un ragazzo la raccoglie e la fissa per alcuni istanti, prima che un gelido vento la porti via dalla sua debole presa.
Si ritrova a pensare, accarezzando la fotografia tra la pietra inserita, perché doveva esserci un così brutto tempo proprio quel giorno che, per quanto triste, avrebbe voluto fosse con un cielo limpido e un sole splendente proprio come piaceva a lei.
Lei odiava la pioggia.
Il marmo chiaro comincia a chiazzarsi di un grigio.
Appoggia un semplice mazzo di rose bianche sulla liscia superficie come per proteggerla dalla cosa che temeva di più.
Una gocciolina lo bagna in volto e lo costringe a sollevare lo sguardo in alto.
Via via tra quelle nuvole grigie si formano delle immagini sfocate e lui, ritorna con la mente ai giorni antecedenti, quando vedeva il suo sorriso brillare come una stella.

Flashback

È uscito da poco dal fioraio vicino al cimitero.
Colto da un improvviso acquazzone, si ritrova a correre come un matto per le vie della città buia.
Come lui, molte altre persone cercano un riparo asciutto dentro negozi o sotto i balconi.
Non erano preparati a quest'eventualità poiché il meteo aveva previsto una giornata bella e soleggiata. Infatti fino a qualche minuto prima era così!
Nell'avanzare si accorge di una ragazza rannicchiata in un angolo di un vicolo cieco. I suoi lunghi capelli indaco sono appiccicati al viso e sul vestito violetto leggero ormai inzuppato, che lascia vedere le forme aggraziate della fanciulla.
Le si avvicina preoccupato e con un tocco lieve sulla spalla la costringe a guardarlo. Ora può vedere chiaramente le lacrime salate mescolate alla pioggia dolce.

- Va tutto bene? -

- Ho paura... la pioggia... ho paura - dice sommessa dal pianto.

- Oh, capisco ma non puoi restare qui, ti prenderai un malanno! -

- Non ci riesco, non posso muovermi - abbassa sconsolata il capo.

- Mmmh... - traffica con qualcosa dentro un involucro di plastica e poi le porge qualcosa - Prendi te la regalo! A mia madre non dispiacerà di certo se mancherà una rosa dal mazzo. Per di più la sto donando a una bella ragazza come te che non dovrebbe rovinare il suo faccino con le lacrime! - l'incoraggia con un sorriso amichevole.

- G_grazie - balbetta imbarazzata.

- La paura è passata? -

- Un po' - risponde cercando di asciugarsi il volto bagnato.

- Ne sono contento, dopotutto queste rose sono magiche - afferma strizzando l'occhio - Ti riaccompagno a casa, dove abiti? - aggiunge

- Da quella parte, in quel palazzo bianco -

- Caspita tu vivi lì? Io non lo chiamerei un palazzo... è una villa! -

- Dopotutto non è così grande! - ammette un po' a disagio.

- Ma scherzi! - esclama sorpreso mentre s'incamminano.

Con una mano la tiene dolcemente in vita mentre con l'altra la ripara dalla pioggia usando la composizione di fiori come ombrello.

- A proposito io mi chiamo Deidara. E il tuo nome qual è? -

- Mi chiamo Hinata -

- Bene Hinata siamo arrivati! -

- Come, di già? -

- Signorina presto venga ad asciugarsi, cosa fa ancora lì fuori? -  strilla la tutrice in preda al panico mentre la raggiunge affannata dalla corsa.

- Mi dispiace Kurenai, prima c'era il sole e poi...-

- Non ha importanza! Adesso ha bisogno di un ricambio se non vuole stare per un altro mese a letto! -

- Sì -

- Questo è un suo amico? - la giovane annuisce - Prego accomodati dentro casa non posso lasciarti in quelle condizioni - dice amorevolmente mentre li accompagna, cingendogli le spalle, in salotto.

Gli da una coperta con cui coprirsi mentre porta ad asciugare i vestiti zuppi.
Davanti al caminetto i due ragazzi sorseggiano una tazza fumante di cioccolata mentre discutono animatamente sul lavoro del signor Hyuga, il padre di Hinata, e sulla casa dalla quale Deidara è rimasto affascinato.

- Scusa l'invadenza ma quei fiori sono per tua madre? - chiede timidamente la corvina.

- Sì -

- Mi dispiace averti fatto rovinare quella bella confezione -

- Non importa non è così grave, li gradirà comunque! -

- Immagino sia un giorno importante per lei -

- Lo è - dice con un sorriso grande da un lato all'altro del viso - Oggi è il suo terzo anniversario di morte -

Hinata si rattrista immediatamente in volto.

" Deve essere molto forte se riesce a ridere nonostante la perdita della madre " pensa.

- Mi dispiace, quei fiori così importanti... io li ho fatti deturpare -

- Oh, non preoccuparti. Era una donna che amava la vita e a cui piacevano le persone allegre quindi per favore, non fare quella faccia o potrebbe rimanerci male! -

- Ok -

- La prossima volta perché non vieni con me, così potrai conoscerla?! -

- Va bene ne sarei lieta -

- Grande! Vedi che ci conto -

- Ci sarò -

Dopo un'ora scarsa i due si salutano e il giovane passa per il cimitero prima di tornare a casa.
Si incontrano nei giorni successivi fino a quando non arriva il momento di visitare la tomba della madre.
Contento si prepara per andare in quella casa che sente così familiare.
Fermo sull'uscio della porta suona il campanello.
Ma la sua gioia si trasforma ben presto in terrore quando Kurenai gli rivela che la ragazza è stata ricoverata d'urgenza la notte scorsa nell'ospedale più vicino.
Il cuore sembra scoppiargli. Odia quel posto. In quel luogo perse la madre ed era troppo piccolo per ricordarsi del padre mancato; adesso non vuole perdere l'altra persona più importante nella sua vita. 
Per questo motivo corre come un forsennato non badando alla gente che per sbaglio "investe". Non si preoccupa di guardare la strada nel caso arrivassero delle macchine, per lui conta soltanto raggiungere il suo angelo al più presto.
Giunto in ospedale spalanca la porta della stanza mentre rosso in volto e senza fiato trova la Hyuga stesa sul lettino dalle candide lenzuola bianche con la maschera dell'ossigeno applicato sul volto segnato da profonde occhiaie.
Un colpo di tosse ridesta bruscamente dal suo riposo la fanciulla. Si piega in due dal forte bruciore al petto mentre cerca di sfilarsi con la poca forza che le rimane quella fastidiosa mascherina ormai macchiata di un rosso cremisi.
Deidara osserva shoccato la sua figura esile e impaurito, cerca il primo medico nei paraggi per poterla aiutare.

- Sta' calma Hinata, torno subito con un dottore -

Buffo il modo in cui tenta di rassicurarla quando è lui il più agitato dei due.
Dopo la visita il medico esce dalla stanza lasciandoli soli. La situazione era tornata normale e non necessitava più della sua presenza.
Seduto sulla seggiola stringe la rosea mano tra le sue e portandosela al volto copre quel piccolo fiume che non è riuscito a trattenere.
Hinata scosta una ciocca bionda da quegli occhi di un leggero azzurro. In realtà non riesce a vederli bene dato che sono quasi completamente coperti dalle mani ma, è così che li riesce ad immaginare in quel momento.
È strano che non li abbia notati fino ad ora. Forse il motivo era che li teneva sempre coperti da quel ciuffo ribelle d'oro.

- Deidara, sai perché odio la pioggia? - chiede ad un tratto rompendo quel silenzio soffocante.

Lui alza lo sguardo per farle capire di continuare a parlare. La voce non riesce ad uscirgli, troppo impegnato a soffocare quel groppo alla gola.

- Ero molto piccola. I miei genitori mi portarono in campeggio vicino ad una nostra proprietà in montagna. Ancora mia sorella Hanabi doveva nascere, infatti mia madre era al nono mese di gravidanza. Per festeggiare la sua secondagenita ci portò lì perché proprio quel giorno ci sarebbero stati dei bellissimi giochi d'artificio e in quel punto si potevano ammirare in tutta la loro maestosità.
Nel pomeriggio scoppiò un bruttissimo temporale.
Io mi era allontanata pochi minuti per seguire una bellissima farfalla nera con dei decori rossi e bianchi e finii per smarrirmi.
In poco tempo la terra asciutta si trasformò in fango e scivolai lungo una ripida discesa fino ad arrivare in un laghetto. Ancora non sapevo nuotare, e con i vestiti infangati mi era difficile muovermi, così persi i sensi e rimasi in apnea per tre minuti dentro l'acqua. Mia madre mi trovò per prima e non esitò nel buttarsi per salvarmi. Mi teneva tra le sue braccia, stringendomi per farmi riscaldare e baciandomi perché aveva temuto di perdermi. Non ero completamente sveglia però, ricordo ancora il suo sorriso e le parole che mi sussurrò: " Ti voglio bene piccola mia, la mamma resterà sempre con te ". Subito dopo quel sereno viso si ricoprì di rughe. In preda alla disperazione si era trasformato del tutto. Una parte della montagna cedette non sopportando la pressione della burrasca e una densa quantità di fango e detriti ci ricoprì sotto gli occhi impotenti di mio padre.
Fummo portate immediatamente in una clinica, le nostre condizioni non erano delle migliori. Mio padre stava per perdere la sua adorata famiglia.
Si rassicurò quando i medici gli dissero che non ero più in fin di vita. Poi domandò dello stato di mia madre. A quel punto con il capo abbassato gli diedero la terribile notizia che non erano riusciti a salvarla; erano riusciti a portare la piccola alla luce, ma non sapevano se sarebbe sopravvissuta dopo l'accaduto. Rimase giorno e notte attaccato a quella vetrina d'ospedale sperando per il meglio: era l'unica cosa lasciatogli dalla defunta moglie. Fu quella l'unica volta che vidi il volto severo di mio padre bagnarsi da lacrime di odio nei miei confronti. Mi etichettò come l'assassino della sua amata e non riuscì a considerarmi come la sua prima erede. Tutt'ora si dimostra distaccato e mi parla quando non ha altre possibilità. Nonostante i miei sforzi per compiacerlo non è mai riuscito ad accettarmi.
Tutto il suo amore e la sua stima le riversa sulla piccola Hanabi dimenticandosi che, più di chiunque altro, ho bisogno della sua vicinanza.
Quando ritornammo a casa mi affidò alle cure di una bambinaia, Kurenai, è lei che mi ha cresciuta come una figlia.

Ero così fragile che mi ammalai
e lei, si prese carico di curarmi e assistermi ogni giorno perché, a causa di quell'incidente, la mia salute peggiorò notevolmente - prende un lungo sospiro per trattenersi dal piangere.

Evocare questi ricordi del passato le provoca un dolore in mezzo alla cavità del torace.

- Ho un male ai polmoni Deidara, che mi porto da allora. Ma non preoccuparti - lo rassicura avvolgendogli la guancia con la sua tiepida mano - i dottori sono molto ottimisti. La maggior parte delle persone perde la vita, non riesce a sopravvivere più di una decina d'anni -

- Che c'è di positivo in questo? - riesce a risponderle esile dopo non aver parlato per molto tempo.

- Davano per incerta la mia vita fino a un anno fa, invece sono ancora qui e in rapido miglioramento hanno aggiunto. Non sei contento? Presto guarirò. Hanno anche detto che quando intorno ci sono persone che ti amano e impossibile non guarire. Ed io ho te...-

Deidara si commuove alle parole della ragazza e di slancio l'abbraccia così forte da toglierle il respiro.

- Grazie... Lo prometto a tua madre, non ti lascerò - dice mentre affonda la faccia su quella fluente chioma di capelli. Inspira a pieno il delicato profumo di rosa dei suoi capelli e promette a se stesso che lo ricorderà per tutta la vita.

Flashback

- Ti hanno illusa i medici Hinata - sussurra davanti alla lapide con ancora il volto rivolto al cielo - Ti avevano fatto credere di poter vivere ancora a lungo vicino alle persone che amavi. Ti avevano fatto credere di poter vivere per sempre accanto a me. Mi hanno tradito, facendomi vivere un'utopia che sapevo sarebbe durata per sempre. Invece, ti ho persa per sempre. Odio gli ospedali e ancor più i medici perché, mi hanno privato delle due donne che amavo più della mia stessa vita. -

La pioggia incomincia a scorrere incessantemente e come in passato gli ha donato una bellissima persona, adesso accompagna la sua fine, togliendogli per sempre il suo ricordo più felice.




Angolo dell'autrice

Che dire... potevo fare di meglio, ma è difficile scrivere su personaggi che non conosci bene! Poi una fic DeidaraxHinata era l'ultima cosa a cui avrei pensato!

Lo so che Deidara è OOC, ma creando un passato diverso da quello vero mi ha fatto cambiare il suo vero carattere.
Forse anche con Hinata è successo lo stesso. So che è timida e riservata, ma riesce a diventare decisa e combattiva quando se ne presenta l'occasione!
Le ho fatto confidare la sua triste storia a Deidara perchè sentiva che con lui poteva parlarne.
Probabilmente ho torto, ma non riesco a non pensare che dietro la spavalderia e il sarcasmo del bombarolo ci sia del dolce e che dietro l'insicurezza della Hyuga ci sia un carattere forte. Io la vedo così! Mi piacerebbe ricevere i vostri commenti a riguardo :)

Per quanto riguarda la storia, penso di averla fatta un pò frettolosa... ho scritto in sintesi gli avvenimenti più importanti per cui sembra che tra i due sia stato colpo di fulmine! Errore mio.
In realtà non volevo parlare di vero e proprio amore, ma di un legame forte che può crearsi tra due persone per superare paure e dolori. Però non ci sono riuscita e sono scesa troppo nel mieloso.
Quando si perde qualcuno è difficile avere rapporti con altre persone e si conduce una vita in solitudine; superare questo blocco e accettare una qualunque forma di amicizia ci fa diventare possessivi verso quella persona. Deidara sente gli Huyga come una famiglia e considera Hinata la cosa più importante della propria vita perché è stata l'unica persona con cui è riuscito a stabilire un legame dopo tanto tempo.

Il regalo sembra importante solo per Deidara, in realtà lo è anche per Hinata. Per me rappresenta una protezione e una rinascita.
Nel primo incontro il mazzo di  fiori funge da riparo contro la pioggia (quindi una protezione) mentre, ricordare questo gesto permette di superare quello spavento e andare avanti partendo da un nuovo inizio
(quindi una rinascita).
Lo stesso discorso vale per i fiori appoggiati sulla tomba all'inizio,
volevo dare la sensazione che anche nella morte quel dono riuscisse a raggiungere Hinata e a scacciare la sua paura.

Spero che questo vi aiuti a capire meglio la fic dato che sono consapevole di averla impostata male e di aver trascurato Hinata come personaggio.
Ma ormai quel che è fatto è fatto XD
Probabilmente faccio dei discorsi e dei pensieri troppo contorti, abbiate pazienza sono fatta così!
Nonostante tutto spero abbiate gradito la storia nella sua incompletezza.
Accetto volentieri i vostri commenti anche cattivissimi... tanto non saranno più cattivi di quelli che dico a me stessa. Sono molto autocritica, per cui non abbiate paura e dite tutto ciò che pensate.
E adesso vi saluto perché ho già parlato abbastanza e vi avrò annoiato. Ciauuz ^^

  
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