10 Capitolo
Venere infligge la prima
prova a Tenten: Aiuto delle formiche
Così venere le
si lanciò addosso strappandole le vesti, tirandole i capelli a colpirla per il
capo a scuotendola come non mai.
Tenten non ebbe neanche il tempo di pensare quanto male le
stesse facendo, che nella sua testa si materializzò solamente il volto di
Amore, l’uomo che aveva sposato in segreto in quella campagna, l’uomo anzi
iddio che l’aveva fatta sua e lei sapeva che sarebbe stato così per sempre ,
nonostante l’accaduto nonostante i rimproveri di Venere, sarebbe stata
unicamente la donna di Cupido.
In seguito Venere si fece portare tutti i tipi di
frumento, d’orzo, di miglio, di lenticchie, di semi di papavero, di ceci e
fave, le mescolò e ne fece un gran mucchio dicendo così poi: “Sei una schiava
sciatta e orrida che a me pare che tu non possa in nessun modo farti degli
amanti , se non a prezzo di un diligenti servizio, quindi visto che sei una
schiava, dimostrami la tua fedeltà, dividi ognuno di questi chicchi di frumento
e riponili ordinatamente, prima che faccia sera verrò a controllare che il
lavoro sia stato eseguito”.
E lasciatala sola d’avanti ad un gran mucchio di semi,
sparì andando ad una cena di matrimonio.
Tenten neanche ci provò a metter mano in quella grande
confusione era rimasta li imbambolata, guardando il compito che gli aveva
lasciato con gran facilità, ma che era tutto tranne che semplice.
Non poteva crederci, aveva perso il suo Amore e ora
cosa ne sarebbe stato di lei, cosa doveva fare per riaverlo con se, il suo
cuore sapeva che sopportare le angherie di Venere era la strada più giusta.
Sì ma la dolce dea della bellezza era furba,
mettendola d’ avanti prove del genere, per lei, che era solamente un ‘ essere
umano, “ oh, ahimè …”, spirò continuando
a guardare il cumulo di frumento.
Così la formicuccia quella
che viene dai campi e la regina di questi lavori, vendo la dolce fanciulla
afflitta da questa situazione decise che l’avrebbe aiutata.
Così andò su e giù e chiamando così tutte le colonie
nei dintorni “Venite venite compagnie, aiutiamo una dolce fanciulla è la sposa
di Amore”
Così tutte accorsero e con grande maestria il popolo a
sei zampe riordina tutto il mucchio di fumento, mettendoli in ordine minuziosamente,
per tipo e qualità, poi scomparvero.
A tarda notte Venere rincasò era un po’ brilla , ma
tutta inghirlandata e profumata di oli con delle rose sul suo corpo, vide il
lavoro portato a termine con zelo e disse “Questo lavoro non l’hai fatto tu-
cominciò a gridare- ma è stato cului che per colpa
tua ma soprattutto sua si è infatuato di te”
Dopodichè le lanciò un tozzo di pane per non farla morire di
fame.
Cupido intanto era stato isolato in una stanza tutta
d’oro, sia per evitare di farlo sfrenare con la sua libidine e quindi far
riposare la ferita, sia par non farlo incontrare con la fanciulla.
E così, i due amanti,
passarono una notte triste, divisi e separati l’uno dall’altro sotto lo stesso
tetto.
La seconda prova e l’aiuto della canna
Ma quando l’aurora si
avvicinò con i suoi bei raggi, non diede ragioni per cui non potersi alzare e
far capire a tutti coloro che erano ancora intorpiditi dal sonno il nuovo
giorno era cominciato.
Così Venere destatasi
dal suo, fece chiamare Tenten e arrivata al suo
cospetto le disse “Vedi quel boschetto laggiù in fondo che si staglia per metri
ancora di ettari e i rami dei suoi alberi quasi toccano l’acqua di quel
ruscello così limpido che quasi si specchiano al suo interno.
Bene li pascolano le più
belle pecore del nostro impero.
Tranquille e placide non
c’è nessuno che le faccia da guardiano, il loro manto è uno dei più belli
morbido e setoso di color oro, bene va e vedi tu come fare di portami un po’ di
quel bel manto”
S’avviò di buon grado Tenten non già per eseguire quell’ordine ma per trovare
rimedio ai suoi triboli precipitandosi da una rupe giù nel fiume; ma dalla
sponda una verde canna, di quelle da cui si posson
trarre le melodie più soavi, quasi fosse ispirata da un dio, così le parlò nel
lieve murmure della brezza leggera: "’Oh, Tenten
afflitta da tante pene, non profanare le mie acque sacre con la tua morte
miseranda e non avvicinarti, ora, a quelle terribili e selvagge pecore, perché
la vampa ardente del sole le rende ferocissime e con le loro corna aguzze e con
le loro fronti dure come il macigno, talvolta addirittura con morsi velenosi,
esse s’avventano sugli uomini per ucciderli. Intanto fin ché il sole del
meriggio non avrà mitigato il suo ardore e le pecore non si saranno ammansite
alla fresca brezza che sale dal fiume, tu puoi nasconderti a bell’agio sotto
quel grande platano che, insieme con me beve alla stessa corrente. Quando le
pecore si saranno quietate, allora recati nel bosco vicino e scuoti le fronde e
troverai la lana d’oro rimasta attaccata qua e là nell’intrico dei rami.
Così Tenten
seguì a puntino tutte le indicazioni, che la soave canne le diede e quando la
sera calò, tornò da Venere con il grembo pieno di quella lana tanto preziosa.
La terza prova l’0aiuto dell’aquila
Ma nemmeno questa prova,
così rischiosa diede la possibilità a Tenten di accattivarsi
la sua padrona, anzi la feca andare ancor più su
tutte le furie.
Non credere che io non
sappia chi è l’autore furfantesco, anche di questa prova, ma voglio darti un’altra
possibilità, per vedere quanto tu sia saggia e coraggiosa.
“Vedi lassù la cima a
strapiombo di quell’altissimo monte? Là c’è una sorgente le cui acque cupe
scorrendo giù nel fondo di una valle vicina vanno a finire nella palude Stigia
e alimentano le vorticose correnti di Cocito. Voglio
che tu vada là in cima, proprio dov’è la sorgente, e che mi rechi all’istante,
in questa piccola anfora, un po’ di quell’acqua gelida” e così dicendo non
senza minacciarla di pene ancora più gravi, le consegnò un’ampolla di levigato
cristallo.
Così Tenten
a rapidi passi si diresse verso la cima de mante convinta che almeno lassù avvesse fine questa sua in felicissima vita.
Ma arrivata nei pressi
della vetta, qui si rese conto del pericolo che stava correndo.
La roccia liscia e in
pendio rischiava di farla precipitare.
Dai crepacci la montagna
vomitava tremendi fiotti che s’ingolfavano in un angusto canale sotterraneo e inviasibili scendevano fino giù a valle.
E non meno pericolosi
erano i draghi.
Due draghi guardiani di
quelle acque sempre vigili con gli occhi sempre aperti rivolti alla luce, ma
erano anche le acque stesse a sapersi già proteggere da sole, parlanti non
facevano altro che ripeterle di andare via se non voleva morire, dsi andare via …
Così Tenten
rimase li paralizzata dalla sua impotenza, presente con il corpo ma lontana con
i sensi, restando così schiacciata dall’enormità di un pericolo senza via d’uscita,rimanendo
ferma senza più neanche una lacrima da versare.
Ma le tribolazioni di
quell’anima innocente non sfuggirono all’occhio attento della buona
provvidenza. E così l’uccello regale del sommo Giove, l’aquila rapace, spiegò
le ali e in un attimo le venne in soccorso, memore dell’antica obbedienza,
quando sotto la guida di Amore, rapì per Giove il coppiere frigio. Ora, volendo ancora una volta offrire i suoi
servigi a questo potente dio e cattivarsene il favore col soccorrere la sua
sposa in pericolo, lasciò le eteree cime dell’eccelso Olimpo e cominciò a ruotare
intorno alla fanciulla “O tu, ingenua e inesperta come sei di tali cose,
intanto le diceva, speri, proprio tu, di poter portar via o soltanto toccare
una sola goccia di quest’acqua sacra e tremenda insieme? Non sai, almeno per
sentito dire, che queste acque infernali fanno paura anche agli dei, perfino
allo stesso Giove, e che se voi di solito giurate sulla potenza degli dei
questi sogliono giurare sulla maestà dello Stige? Ma
dammi quest’anforetta” e là per là gliela prese e
tenendola stretta si librò sulle grandi ali remiganti e volteggiò a destra e a
sinistra fra le mascelle irte di denti aguzzi e le lingue triforcute dei draghi
riuscendo ad attingere di quell’acqua riluttante che gridava anche a lei di
fuggir via finché era incolume e alla quale però ella rispondeva che per ordine
di Venere sua padrona era venuta ad attingere; per questo le fu più facile avvicinarsi.
Siamo vive …
Salve a tutti e tutte voi signori e signore, lo sappiamo
facciamo schifo, il nostro ultimo aggiornamento è stato quanto? … due anni fa?
Lo so ci adiate
Itachi:”Ma non abbastanza”
Quindi aspettate perché il prossimo aggiornamento che
avverrà quanto prima perché ultimo di questa fic e ci
sarà il tanto agognato ritorno di Cupido- Sasori da
tante di voi.
Ancora scusa siamo in ginocchio alla prossima maoa
e Clod90
Ringraziamenti:
Vanno a tutti coloro che leggono anche solamente la ficcy o che ci mette in preferiti o che legge anche
solamente l introduzione, in particolar modo a che ci sopporta come
Itachina: grazie per i tuoi
apprezzamenti e perdono perdono perdono,
due anni passano in fratta e non si tratta solo di non ispirazione , ma anche
di tempo ormai ce ne pochissimo.
Comunque quella scena piace moltissimo anche a noi grazie
ancora e alla prossima
Dastrea: Noi siamo quasi per
fare Harakiri sempre se si scrive così, per il nostro aggiornamento.
Sappi però che Amore/Sasori
doveva fare un po’ di scena anche se li non piaceva neanche a noi visto che non
lo immaginiamo minimamente così, comunque …
Penso che le dee a cui Tenten ha
chiesto aiuto e protezione non potevano in nessun modo aiutarla uno perché Tenten era ricercata dalla arrabbiatissima Venere quindi
pur volendo non potevano compresa Giunone, due se non erriamo Zeus dovrebbe
aver avuto qualche scappatella con la bellissima Venere, tre Amore/Sasori non può ancora darsi una mossa in quanto tenuto
sotto controllo al momento.
Ma è ancora tutto da vedere quindi alla prossima e grazie
Mat hyuga. Grazie per la
tua partecipazione, ma Sasori Ten è un payring che a noi piace molto, Kiba
Ten sono solamente grandi grandissimi amici per noi.
Ci dispiace, ma non ci verrebe
mai di scrivere una ficcy con questo payring, grazie comunque per la tua partecipazione e scusa
anche a te per il ritardo così lungo alla prossima
Ora vi salutiamo tutti e cercheremo di contenerci con
questi ritardi stratosferici, purtroppo di tempo ce ne sempre meno, ma faremo
del nostro meglio, ancora perdono e alla prossima maoa
e Clod90