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Autore: Tayr Seirei    22/03/2010    3 recensioni
Un certo pensiero dà il tormento a Yuugi. Chiuso nella sua malinconia, si addormenta e finisce col sognare anche Yami... Si confiderà?
E poi, siamo sicuri che sia solo un sogno?
(Mia prima fanfic shonen-ai. Piuttosto leggera, con una punta di romanticismo. La coppia è, naturalmente, YamixYuugi).
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Dark/Yami Yuugi, Yuugi Mouto
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'L'ultimo pezzo del Puzzle'
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Sogno di mezza estate?


Una sottile falce di luna sghignazzava al centro del cielo, e un rivoletto di sangue colava dalla sua bocca.*
Si rifletteva sul mare e sulle innumerevoli finestre del grande salone. Appoggiato ad un davanzale qualsiasi, un ragazzo dalla lunga frangia bionda la guardava con occhi malinconici.
Alle sue spalle sentì un fischio ammirato.
- Mmh, hai fatto le cose in grande, stanotte.
Yuugi si girò, e vide Yami andargli incontro, scansando abilmente le coppie danzanti di persone senza volto.
- Mou hitori no boku... - mormorò, con appena l'ombra di un sorriso.
- Aibou. - L'altro accennò un inchino, tanto per restare in tema con l'ambientazione. Faceva molto salone da ballo d'inizio '800.
L'espressione di Yuugi s'incrinò. In un altro momento avrebbe quantomeno ridacchiato, ma ora... non riusciva proprio a scacciare quel pensiero che gli dava il tormento.
Il suo alter ego se ne accorse all'istante. - Avanti, sputa il rospo.
Sebbene si fosse lasciato distrarre per un po' dal vivace caleidoscopio che era quel sogno, adesso percepiva la malinconia dell'altro proiettarsi fin dentro di lui.
- N-no, non ho niente...
- Oh, andiamo! - sbottò Yami, torvo. - Sono dentro di te, Aibou, conosco i tuoi sentimenti meglio dei miei. - Ah, poco ma sicuro.
Yuugi si massaggiò la fronte. Mettere su dei discorsi coerenti, nei sogni, era decisamente complicato. Non per altro, ma la bocca tendeva a fare tutto per conto suo.
Imbastì un'espressione convincente e buttò là: - Tranquillo, era solo un momento. - lo disse in tono leggero, eppure Yami scorgeva ancora un fondo di tristezza nei suoi occhi.
Rimasero così, in silenzio, per lunghi momenti. Poi Yami, facendo vagabondare lo sguardo da un capo all'altro della sala, ebbe un colpo di genio (almeno dal suo punto di vista).
Senza tante cerimonie, afferrò Yuugi per un braccio e cominciò a trascinarlo con forza al centro dell'ambiente.
- Ehi! - protestò lui. - Cosa stai...
Tentò di divincolarsi, con scarsi risultati. La presa dell'altro era gentile, ma ferrea.
- Lasciami fare -. Yami se lo piazzò davanti e lo prese per mano.
Yuugi impallidì. - Io.. non... - balbettò, improvvisamente nel panico. - Non ho mai ballato in vita mia!
. Ah, be', figurati quanti ne ho fatti io, di valzer - scrollò le spalle Yami. - Prendilo come un gioco, no?
Ora sì che parlava la sua lingua. In risposta, Yuugi sorrise deciso, e quando una nuova melodia si levò dagli strumenti dell'orchestra, partì la danza.
Yami si destreggiava bene, si doveva prenderne atto. I suoi movimenti erano lenti ed eleganti, anche se tradivano la solita sicurezza. Yuugi lo seguiva, con sua somma sorpresa, senza sbagliare un passo. Va be' che era un sogno, però...
Durante il ballo la testa gli si svuotò, quel pensiero che lo rendeva tanto malinconico si allontanò per un poco. E si poté concentrare solo su quelle splendide ametiste incastonate in occhi dal taglio regale.
Per un poco, già. Quella piccola, tormentante consapevolezza tornò di botto. Non voleva dirglielo, non voleva che quegli occhi diventassero tristi.
Ma la cosa, col passare del tempo, si faceva insopportabile. Lo rendeva triste perché sapeva di non poterla condividere. Yami non avrebbe capito, forse lo avrebbe lasciato... Forse.
Ma guardando gli occhi dell'altro, la voglia di tener nascosto quel pensiero veniva meno. Dopotutto, con i "forse" non si arrivava da nessuna parte. Aveva piena fiducia nel suo Mou hitori no boku: qualunque cosa fosse successa, loro non si sarebbero mai divisi.
Mai.
Doveva dirglielo.
La musica finì, e loro erano di nuovo lì, al centro del salone.
- Scusami... - disse in un soffio. Abbassò gli occhi.
Yami inarcò un sopracciglio. - Scusarti?
- Sì... - No, così non andava bene. Prese il coraggio a due mani e ripartì con fermezza: - Sì, scusami. So che hai ben altro a cui pensare. Battaglie da vincere. E le tue memorie ti aspettano. Ma io, a forza di... vederti, parlarti, averti qui, sentirti mio... mi sono innamorato di te!
Avvertì l'altro irrigidirsi e ritrarsi impercettibilmente.
- Scusa - disse ancora Yuugi con un sorriso, un sorriso bagnato di lacrime, quelle che ormai traboccavano senza controllo dai suoi occhi. - E' che..
Non poté aggiungere alcunché. Le braccia forti di Yami lo cinsero, stringendolo con impeto in un abbraccio.
- No - sussurrò l'altro. - Non devo scusarti nulla. Secondo questo ragionamento, allora, dovrei essere io a implorare perdono.
Yuugi spalancò piano gli occhi, capendo cosa gli Yami gli stesse dicendo tra le righe.
- Tu... - Qualsiasi dubbio venne fugato dal lieve bacio che gli sfiorò la fronte.
- Ti amo, già - Yami posò le labbra su quelle di Yuugi, in un bacio che sapeva di lacrime, segreti ed eternità.
Ovunque fossero finiti, sarebbero stati insieme, sempre...
Forse Yuugi sognava. Forse era una follia in stile Midsummer Night's Dream, e il mattino dopo sarebbe stato tutto solo una nebbia confusa.
Ma aveva una qualche importanza?
Alla fine, qualsiasi cosa si vivesse - da svegli o dormienti - si riduceva ad un ricordo. Tanto valeva vivere tutto al massimo, lasciando che sogno e realtà s'intrecciassero.
Forse era solo un sogno, e andava bene così.


Yuugi si svegliò al sorgere del sole. Le gote rosse, il cuore in subbuglio.
Si concesse un lungo sospiro. Che sogno! Probabilmente, avrebbe ricordato con nostalgia quella notte come una delle più belle della sua vita.
- Complimenti, Aibou - Yami comparve, seduto sul suo letto a gambe accavallate. Aveva sul volto un sorrisetto imbarazzante.
- Complimenti..? - Senza pensare al suo sogno, per evitare che il viso gli andasse a fuoco, Yuugi gli rivolse un'occhiata interrogativa.
- Non era mica male, quel bacio.


Fine!


* La "Luna di sangue" come la chiamo io, di Soul Eater.



Nyny a tutti - fonti attendibili assicurano che Nyny voglia dire buongiorno in Antico Egizio. Speriamo bene - sono tornata! Sì, lo so, avevo promesso gli aggiornamenti delle altre fanfic, ma fra connessione farlocca e mouse completamente partito, c'è voluto un po' per tornare qui. Ma da oggi vi prometto un aggiornamento al giorno, tra fic nuove di zecca e capitoli arretrati vari *-*. A partire da questa, la quale... ehm, a dirla tutta, mi sembra un po' una boiata. E' la mia prima fanfic shounen-ai, ci sono andata di proposito leggera, con giusto una puntina di romanticismo e quasi zero approfondimento. E' un pochino confusa e strana, forse, ma vuole semplicemente raccontare un sogno. Perciò, il risultato finale era più o meno premeditato. Ciò non significa che mi soddisfi, comunque...
Calorosi ringraziamenti a Hoshi no Edo, Sierradorata, TaKari94, Andromeda2012, Twinkisara e Masayachan, che hanno commentato e/o inserito tra i preferiti la mia precedente "La nostra medicina".

Comunque, dedico la fic a tutti gli amanti della Puzzleshipping ^__^
Thanks for reading!


Bye!




  
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