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Autore: Melanto    22/03/2010    0 recensioni
Sette drabble per sei personaggi e provare a conoscerli meglio, tra amore, odio e il rumore del mare.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Storia scritta per la “Caccia alle uova!” di Fanworld.it
Uovo #12 | Prompt: scrivi una drabble per ogni lettera del tuo nick, usando per ognuna un prompt diverso che inizi con le lettere del nick.

Piccola raccoltina di 7 drabble, ognuna ha per titolo una parola che comincia con le lettere del mio nick, come richiesto dall’ovetto fanworldiano! *v*
E così sono uscite:
Marion
Edmund
Lionnel
Anderson
Natura
Trionfo
Orgoglio.
Divisi in tre gruppi, ciascuno relativo a due personaggi della SeaTrilogy: M&E – L&A – N&T&O

 

M E L A N T O
- Seven as me -

 

Marion

Marion era una protetta; niente più di un’orfana affidata alle cure di Lady Somerset affinché l’istruisse ed educasse per divenire la perfetta compagna di qualche gentiluomo. Aveva sempre vissuto la sua condizione con grande umiltà, davanti a coloro che l’avevano come adottata. Al riparo dai loro sguardi, invece, coltivava il suo piccolo mondo fatto di sogni romantici e argute discussioni, più spigliato di quello che tutti vedevano. Poi, la strada dei suoi sogni s’era incrociata con la realtà, nella nebbiosa risacca delle calme equatoriali, per un’unica sera. Ed anche se ora erano distanti, con Edmund s’era sentita davvero un prodigio(1).

Edmund

A volte, quando nei momenti più impossibili della giornata gli sovveniva il ricordo di lei, Edmund credeva che fosse stato solo un meraviglioso e delirante sogno. Una sorta di miraggio, un’allucinazione dovuta al troppo sole. Poi, affioravano frammenti di parole che divenivano interi discorsi, immaginava gli orecchini d’argento, i crini castani e la pelle candida. E balli, musica; volteggiare sul ponte della nave, le mani unite ma separate dal tessuto dei guanti e capiva che, no, non l’aveva sognata, ma ora era troppo distante e a lui non restava che struggersi lentamente, mentre rammentava il suo sorriso nel fluire dell’onde.

***

Lionnel
(2)

Suo padre aveva buttato alle ortiche la credibilità della famiglia ingravidando una maledetta dama da due soldi. Non contento, suo padre aveva pure trovato un uomo che si prendesse cura di lei ed il suo maledetto bastardo, dandogli addirittura una prebenda.
In ultimo, come smacco, suo padre s’era prodigato affinché il suddetto bastardo entrasse in Marina.
Ma ora – grazie a Dio – suo padre era morto e lui era divenuto il nuovo Lord Lionnel. Sulla tomba dell’idiota defunto, giurò che finché sarebbe campato, non avrebbe mai permesso che il nome ‘Anderson’ fosse tornato ad infangare schifosamente quello della sua famiglia. Mai.

Anderson

Odiava suo padre per essere un uomo senza spina dorsale.
Odiava il suo patrigno per essere un maledetto e viscido reverendo.
Sua madre, nonostante fosse stata usata per i comodi altrui e poi ceduta come un oggetto, sorrideva, rassegnata a quella situazione insopportabile. Ma lui era diverso. Per questo, quando suo padre gli aveva detto, per scaricarsi la coscienza: “Scegli la tua via ed io ti aiuterò.”, lui aveva scelto il mare. Perché era l’unico posto in cui avrebbe potuto essere lontano da ciò che odiava di più: gli uomini e la famiglia.
Anderson aveva scelto di sposare la solitudine.

***

Natura

(Summers)

In anni di esperienza aveva imparato quanto pericoloso fosse mettersi contro di lei; credere di poterla piegare alle proprie volontà e necessità. Perché la Natura era strana. Ti lusingava, lasciandosi modellare e gestire, come fosse un’amante devota. Ed invece, nel momento in cui la guardia era abbassata, si ribellava, spezzando le catene in cui l’Illuso di turno credeva d’averla costretta.
La Natura aveva sempre un caro prezzo da pagare, perché non dava mai niente per niente. E a lui non rimase altro che aspettare perché, ne era sicuro, prima della fine del viaggio, avrebbe presentato il  suo conto a Benét.

Trionfo
(Benét)

Era come credersi Dio, ma questo non l’avrebbe mai ammesso davanti al Capitano Anderson.
Era una sensazione che bruciava lentamente, come il legno sotto le placche di metallo fuso appena forgiate.
Era l’innalzarsi ad un livello superiore, irraggiungibile, così alto da vedere tutti attorno come formiche minuscole; scintille incandescenti sotto gli ultimi colpi del martello di Coombs.
Il trinchetto era immobile e solido. Il ferro sarebbe arso ancora un po’, ma che importava? Aveva funzionato!
Preda d’un onnipotente delirio, compose un’ode improvvisata alla Natura che aveva reso schiava del suo ingegno; nella sua mente, aveva già il titolo giusto: Trionfo.

Orgoglio
(Summers)

Sapeva che, come uomo adulto, non doveva piangere; men che meno per delle ‘parole’.
Ma quelle stesse l’avevano spezzato di netto. Proprio, lui; che non aveva mai ricevuto critiche così aspre e pesanti in vita sua, che aveva solo cercato di mettere al primo posto la vita di tutti, s’era sentito accusare d’ostruzionismo. Di essere retrogrado. Di essere tonto.
Proprio lui che amava il mare più d’ogni altra cosa. No, non se lo meritava.
Così, seppur sul suo viso di sale non si vide mai il brillare di una lacrima, qualcosa, dentro di lui, pianse: ed era il suo orgoglio.



(1): nel libro il tutto è giocato tra le due parole inglesi 'protetta' e 'prodigio': 'protégé' e 'prodigy' hanno un suono molto simile e Mrs. Brocklebank riferisce, per errore, a Edmund che Marion è un 'prodigio' di Lady Somerset e non una 'protetta'.

(2): come spiegato nella raccolta "I Fiori di Anderson", il cognome del padre naturale del Capitano, nel libro, è solo puntato: "Lord L." ed io ho inventato fosse "Lionnel".



Fine

   
 
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