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Autore: coyote    22/03/2010    1 recensioni
Will e un ragazzo possiede diverse peculiarità, come prendere possesso dell'essenza delle cose, o leggere nel cuore delle persone, scoprirà cose e l'amore di come cio possa rendere immortale l'anima
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La pesante pioggia scendeva pesante su  Londra in un vicolo, il corpo di William Rend  era steso al suolo, mentre il sangue fluiva dalla ferita all’altezza del rene destro, su di lui era chinata la giovane Mary Love Lennon , mentre la ragazza piangeva, con l’ultimo  residuo di vita che gli era rimasto in corpo Will, guardava i profondi occhi neri della ragazza riempirsi di lacrime, “stupido idiota perche lo hai fatto?!?, fai sempre stronzate, come hai potuto farlo?!?”  con la voce sempre più debole il morente ragazzo “non lo so, la mia mente viaggia per fatti suoi, non mi sono nemmeno reso conto il momento in cui i miei sentimenti per te sono cambiati, figurati se mi potevo rendere conto di quando mi sono spostato per prendermi la pallottola” mentre il fiato di Mary era spezzato sempre più dai singhiozzi, gli occhi di Will si erano spenti, il cuore batteva l’ultimo colpo quando, il giovane esclamò “Perdonami”. Arrivata l’ambulanza ormai era tardi, Mary Love rimase inginocchiata lì anche quando il corpo fu portato via, poi un poliziotto la fece alzare, prendendola di peso, in lei non era rimasto la minima volontà. Anche l’altra ragazza presente sul posto fu portata via, era rimasta seduta in un angolo dal momento successivo allo sparo, non poteva credere in quel che era successo, il suo nome era Hanna Rose.
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Era il 26  marzo del 1990, in un ospedale  era appena nato un bambino, era prematuro di un due mesi, era piccolo e gracile, i dottori erano preoccupati per le condizioni che si aggravavano sempre di più. La giovane mamma pregava con un rosario per il neonato. Il padre invece era seduto fuori su una panchina guardava l’alba fumava quella che era la sua 10 sigaretta in due ore, con l’aria di chi vorrebbe svegliarsi quando tutto sarebbe finito ogni tanto alzava lo sguardo verso la camera della moglie poi chinava di nuovo il viso. Era mezzanotte un infermiera di 30 anni si avvicino all’incubatrice del piccolo, piangeva ma i gemiti erano bassi e primi di energia, cerco di toccare il bambino , ma quando avvicino le dita il bambino prese il dito indice della donna, qualcosa stava succedendo, l’infermiera cadde a terra perdendo conoscenza mentre il pianto del bambino si era fatto  forte, i dottori erano stupefatti di come le condizioni del bambino si fossero stabilizzate e anzi erano migliorate  in maniera quasi disumana. Il nome del bambino era William Rend, chiamato cosi in nome del nonno morto il 25 marzo dell’anno prima.
Will era un bambino come gli altri, ma sin da bambino aveva una strana peculiarità, la pelle era in grado di assorbire l’influenza degli altri  come se ne prendesse l’essenza ma ancora era in grado di assorbire, parti di energia di chi gli stava intorno, così si spiegava come era guarito da neonato prendendo l’energia della giovane infermiera. Era solo un bambino quando davanti casa  la piccola Mary Love Lennon secondo genica della famiglia Lennon -famiglia appena trasferita nel quartiere-  cadde dalla bicicletta, piangendo la bambina vide avvicinarsi un ragazzotto, entrambi avevano 6 anni Will appoggio la mano sul ginocchio sbucciato, pochi secondi dopo era Will a piangere tenendosi il ginocchio mentre la bambina pur avendo ancora la ferita non sentiva più dolore, “ ma come hai fatto il ginocchio non mi fa più male” Will non rispose non sapeva come potesse fare quelle cose,  poi Mary gli diede un bacio sulla guancia. Will un po’ zoppicando rientro in casa corse in bagno, salì su uno sgabello, si guardo allo specchio ripetendosi “ non mi  laverò mai più questa guancia” giuro con aria solenne .
Will aveva 16 anni mancavano 56 giorni al suo compleanno, aspettava con ansia quel giorno, lui diceva sempre che non gliene importava niente che era un giorno come un altro, ma in realtà lo aspettava sin dal giorno successivo a perche quella il suo giorno, tutti si ricordavano di lui e gli facevano gli auguri, Will era un ragazzo piuttosto  poco emotivo almeno esteriormente, ma amava quel giorno. Era seduto davanti al camino a luci spente, erano le sette fuori era buio, i genitori erano a lavoro e lui leggeva un libro, Dracula, aveva già letto diverse storie di vampiri e il padre dei vampiri non poteva mancare nella sua collezione era a pagina 397, poi chiuse il libro stanco  dopo aver letto 50 pagine. Bevuto un bicchiere d’acqua, avvicino la mano al fuoco, aveva 17 aveva capito piu o meno in cosa consistessero le sue capacità, avvicinata la mano al fuoco, le fiamme non lo scottavano , anzi una energia gli pervadeva il corpo si sentiva bene, caldo e rilassato come se avesse dormito 12 ore dopo una lunga giornata di lavoro, alzò la mano la guardò e si domando ancora una volta, cosi come ormai aveva fatto da tempo come potesse fare ciò, ovviamente non sapeva che rispondersi, non l’aveva detto mai a nessuno, e anche se lo avesse fatto chissà come avrebbero reagito gli altri.
Era un altro giorno, mentre camminava verso la scuola con la tipica uniforme dell’istituto, si fermò come al solito all’edicola della signora McGeary, si fermava li sin da quando prendeva il Sporting life, era Lunedì ed voleva leggere della vittoria della sua squadra del cuore il Manchester City
“buongiorno Jenna” si rivolse verso la signora McGeary, ormai la considerava come una vecchia zia
“ciao Will il solito?” “ si certo ieri il City ha vinto” “ aaaa voi uomini e il vostro calcio mio marito mi costringeva sempre ad andare a vedere Il Fulham, che noia per me…  sai gli somigli un po’ da giovane, avete lo stesso sguardo perso nel nulla come se, pensassi a tutt’altro, come di un eterno innamorato” Will sorrise imbarazzato “Jenna ora devo andare o faccio tardi ciao a domani” “Ciao Will”
Quello che aveva detta la vecchia Jenna era vero lo sguardo di Will era spesso perso nei pensieri, gli occhi marroni spesso erano fissi nel vuoto mentre la sua mente vagava in varie fantasie. Per il resto Will era alto, con due larghe spalle, i capelli neri erano spesso spettinati, e di solito indossava guanti leggeri e aperti. Cammina va con gli auricolari come faceva di solito, essi erano sempre molto alti come se volesse affogare i suoi pensieri.

  
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