Will e un ragazzo possiede diverse peculiarità, come prendere possesso dell'essenza delle cose, o leggere nel cuore delle persone, scoprirà cose e l'amore di come cio possa rendere immortale l'anima
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
La pesante pioggia scendeva pesante su Londra in un vicolo,
il corpo di William Rend era steso al suolo, mentre il sangue
fluiva dalla ferita all’altezza del rene destro, su di lui
era chinata la giovane Mary Love Lennon , mentre la ragazza piangeva,
con l’ultimo residuo di vita che gli era rimasto in
corpo Will, guardava i profondi occhi neri della ragazza riempirsi di
lacrime, “stupido idiota perche lo hai fatto?!?, fai sempre
stronzate, come hai potuto farlo?!?” con la voce
sempre più debole il morente ragazzo “non lo so,
la mia mente viaggia per fatti suoi, non mi sono nemmeno reso conto il
momento in cui i miei sentimenti per te sono cambiati, figurati se mi
potevo rendere conto di quando mi sono spostato per prendermi la
pallottola” mentre il fiato di Mary era spezzato sempre
più dai singhiozzi, gli occhi di Will si erano spenti, il
cuore batteva l’ultimo colpo quando, il giovane
esclamò “Perdonami”. Arrivata
l’ambulanza ormai era tardi, Mary Love rimase inginocchiata
lì anche quando il corpo fu portato via, poi un poliziotto
la fece alzare, prendendola di peso, in lei non era rimasto la minima
volontà. Anche l’altra ragazza presente sul posto
fu portata via, era rimasta seduta in un angolo dal momento successivo
allo sparo, non poteva credere in quel che era successo, il suo nome
era Hanna Rose.
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Era il 26 marzo del 1990, in un ospedale era appena
nato un bambino, era prematuro di un due mesi, era piccolo e gracile, i
dottori erano preoccupati per le condizioni che si aggravavano sempre
di più. La giovane mamma pregava con un rosario per il
neonato. Il padre invece era seduto fuori su una panchina guardava
l’alba fumava quella che era la sua 10 sigaretta in due ore,
con l’aria di chi vorrebbe svegliarsi quando tutto sarebbe
finito ogni tanto alzava lo sguardo verso la camera della moglie poi
chinava di nuovo il viso. Era mezzanotte un infermiera di 30 anni si
avvicino all’incubatrice del piccolo, piangeva ma i gemiti
erano bassi e primi di energia, cerco di toccare il bambino , ma quando
avvicino le dita il bambino prese il dito indice della donna, qualcosa
stava succedendo, l’infermiera cadde a terra perdendo
conoscenza mentre il pianto del bambino si era fatto forte, i
dottori erano stupefatti di come le condizioni del bambino si fossero
stabilizzate e anzi erano migliorate in maniera quasi
disumana. Il nome del bambino era William Rend, chiamato cosi in nome
del nonno morto il 25 marzo dell’anno prima.
Will era un bambino come gli altri, ma sin da bambino aveva una strana
peculiarità, la pelle era in grado di assorbire
l’influenza degli altri come se ne prendesse
l’essenza ma ancora era in grado di assorbire, parti di
energia di chi gli stava intorno, così si spiegava come era
guarito da neonato prendendo l’energia della giovane
infermiera. Era solo un bambino quando davanti casa la
piccola Mary Love Lennon secondo genica della famiglia Lennon -famiglia
appena trasferita nel quartiere- cadde dalla bicicletta,
piangendo la bambina vide avvicinarsi un ragazzotto, entrambi avevano 6
anni Will appoggio la mano sul ginocchio sbucciato, pochi secondi dopo
era Will a piangere tenendosi il ginocchio mentre la bambina pur avendo
ancora la ferita non sentiva più dolore, “ ma come
hai fatto il ginocchio non mi fa più male” Will
non rispose non sapeva come potesse fare quelle cose, poi
Mary gli diede un bacio sulla guancia. Will un po’ zoppicando
rientro in casa corse in bagno, salì su uno sgabello, si
guardo allo specchio ripetendosi “ non mi
laverò mai più questa guancia” giuro
con aria solenne .
Will aveva 16 anni mancavano 56 giorni al suo compleanno, aspettava con
ansia quel giorno, lui diceva sempre che non gliene importava niente
che era un giorno come un altro, ma in realtà lo aspettava
sin dal giorno successivo a perche quella il suo giorno, tutti si
ricordavano di lui e gli facevano gli auguri, Will era un ragazzo
piuttosto poco emotivo almeno esteriormente, ma amava quel
giorno. Era seduto davanti al camino a luci spente, erano le sette
fuori era buio, i genitori erano a lavoro e lui leggeva un libro,
Dracula, aveva già letto diverse storie di vampiri e il
padre dei vampiri non poteva mancare nella sua collezione era a pagina
397, poi chiuse il libro stanco dopo aver letto 50 pagine.
Bevuto un bicchiere d’acqua, avvicino la mano al fuoco, aveva
17 aveva capito piu o meno in cosa consistessero le sue
capacità, avvicinata la mano al fuoco, le fiamme non lo
scottavano , anzi una energia gli pervadeva il corpo si sentiva bene,
caldo e rilassato come se avesse dormito 12 ore dopo una lunga giornata
di lavoro, alzò la mano la guardò e si domando
ancora una volta, cosi come ormai aveva fatto da tempo come potesse
fare ciò, ovviamente non sapeva che rispondersi, non
l’aveva detto mai a nessuno, e anche se lo avesse fatto
chissà come avrebbero reagito gli altri.
Era un altro giorno, mentre camminava verso la scuola con la tipica
uniforme dell’istituto, si fermò come al solito
all’edicola della signora McGeary, si fermava li sin da
quando prendeva il Sporting life, era Lunedì ed voleva
leggere della vittoria della sua squadra del cuore il Manchester City
“buongiorno Jenna” si rivolse verso la signora
McGeary, ormai la considerava come una vecchia zia
“ciao Will il solito?” “ si certo ieri il
City ha vinto” “ aaaa voi uomini e il vostro calcio
mio marito mi costringeva sempre ad andare a vedere Il Fulham, che noia
per me… sai gli somigli un po’ da
giovane, avete lo stesso sguardo perso nel nulla come se, pensassi a
tutt’altro, come di un eterno innamorato” Will
sorrise imbarazzato “Jenna ora devo andare o faccio tardi
ciao a domani” “Ciao Will”
Quello che aveva detta la vecchia Jenna era vero lo sguardo di Will era
spesso perso nei pensieri, gli occhi marroni spesso erano fissi nel
vuoto mentre la sua mente vagava in varie fantasie. Per il resto Will
era alto, con due larghe spalle, i capelli neri erano spesso
spettinati, e di solito indossava guanti leggeri e aperti. Cammina va
con gli auricolari come faceva di solito, essi erano sempre molto alti
come se volesse affogare i suoi pensieri.