<3 a voi che siete qui.
E poi verrà a trovarmi
Domenica lei muore
Viva viva la rosa
E sotto terra andrà
Viva la rosa ed i lillà
E poi verrà a trovarmi
Viva viva la rosa
Ma a me non piacerà
Viva la rosa ed i lillà
La prima volta in cui è venuta mi è mancato il respiro e mi si è rigirato lo stomaco. Sono scappato via dalla stanza, giù per le scale, fuori per strada, di corsa, e qualcuno mi ha urlato dietro se avessi visto un fantasma.
La seconda volta mi sono voltato e ho balbettato qualche preghiera sconnessa, gli occhi fissi sopra un'icona della Madonna. Non mi sono accorto di quando è sparita.
La terza volta avevo in mano un libro, quando è apparsa, e io gliel'ho tirato. Non le è passato attraverso, però non le ha fatto niente. E' rimasta immobile. Era bianca e smagrita come negli ultimi giorni della sua malattia.
- Te n'eri trovato uno meglio di me!- Le ho gridato. - Perché ora vieni da me? Vattene da lui!
E' andata.
E' tornata ieri. E' entrata dalla finestra chiusa insieme alla luce del crepuscolo di marzo e si è messa a sedere lì nella seggiolina di vimini che non usa più nessuno. Io stavo rimettendo a posto la stanza e mi sono fermato. Ci siamo guardati per un minuto. Io a dire il vero un po' la guardavo, un po' abbassavo gli occhi. Era così bianca. Poi è andata via insieme alla notte.
E' di nuovo qui e io non so che fare. Lei vuole essere perdonata, questo l'ho capito. Io voglio un po' di pace, per me e per lei. Finché non la perdono, niente pace. Però non credo di riuscirci, a perdonarla. Non ancora.
Per cui siamo fermi qui: lei sulla seggiolina, io col naso in un libro; lei fredda e bianca alle mie spalle, io che quasi non ho il coraggio di respirare. A un certo punto butto via il libro e mi avvicino a lei. Però non parlo, non ce la faccio. La guardo e basta. La guardo finché è buio e lei svanisce.
Sulla mia mano c'è una lacrima, non so se sua o mia.
(Vieni a trovarmi al Worlds Hotel?)