Fanfic su attori > Robert Pattinson
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Autore: Luz_    24/03/2010    2 recensioni
“Quando viaggi non è importante quello che vedi quanto come lo vivi.”
Due adolescenti. Due caratteri differenti. Due strade parallele, che si incroceranno per un istante. O forse indissolubilmente?
[...]Robert posò la fronte sullo stomaco di lei, che prese ad accarezzargli i capelli dolcemente. “Non dire stupidaggini. E’ il tuo sogno e devi inseguirlo.”
“Ma devo inseguire anche te, Kath.”disse alzando il capo e guardandola dal basso. Notò come i suoi occhi erano divenuti lucidi, segno che stava facendo di tutto per non crollare in sua presenza.
“Arriverà anche quel momento, Rob. Ma so che non è ora.”
“E quando sarà?” La sua voce si spezzò involontariamente, provocando una fitta al cuore di Kath, che rispose: “Presto. E quando avverrà, lo capiremo.”
Robert la strinse a sé, con vigore, con forza e premette la bocca contro lo sua.
Le loro labbra si mossero con rabbia, si cercarono tra le lacrime e le loro mani si intrecciarono sul viso di lei con disperazione.
Era un’ingiustizia, non doveva succedere, non poteva accadere davvero. Lo sapeva, anzi, ne erano cosapevoli entrambi, ma sapevano allo stesso tempo che il loro futuro aveva assegnato loro percorsi ben differenti e che era giunto il momento di seguire il cammino verso la maturità, sebbene facesse terribilmente male quel cambiamento.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Un mondo a forma di te

“Quando viaggi non è importante quello che vedi quanto come lo vivi.”

 


Capitolo uno

-Kath Richards-

La giovane Kath aveva trenta paia di occhi puntati addosso e non si era mai sentita così in soggezione come in quel momento.
La scrutavano da capo a piede, sentendosi in diritto di giudicarla in base al suo abbigliamento da maschiaccio, di sentirsi superiori dietro quei banchi lindi e pinti, di considerarsi i migliori nei loro completi griffati, compresi gli slip e i calzini nascosti nelle scarpe.
Kath odiava quel mondo e soprattutto quel genere di persone, ma era obbligata a doverci convivere per un altro anno intero e l’unica cosa da fare era tapparsi la bocca e resistere.
Conosceva bene quel genere di persone, poichè la sua matrigna faceva parte di quel mondo illusorio, falso e inutile. Per fortuna Kath aveva un’intelligenza, che le permetteva di saper scindere ciò che era giusto da ciò che era sbagliato e fare amicizia con quegli individui che non smettevano di guardarla come se fosse un essere ripugnante, faceva parte di ciò che era sbagliato, assolutamente sbagliato avrebbe aggiunto lei.
La professoressa Wells le pose una mano sulla spalla destra e le fece un sorrisino tirato: ecco un’altra persona che si aggiungeva alla lista.
“Katherine, presentati alla classe..”la invitò quella donna dai capelli ricci e biondi.
Kath non potette non lanciarle uno sguardo sprezzante: possibile che alcuna persona la chiamava correttamente sin dall’inizio?
“Mi chiamo Kathleen, Kath per gli amici.”puntualizzò lei, ma la signorina Wells fece finta di non udire la sua risposta e si rivolse alla classe: ”Ragazzi, questa è Kath.” Si considerava amica per caso? ”Accoglietela bene tra di voi in modo da farla ambientare velocemente. Cara, lì in fondo c’è un posto libero, siediti lì.”disse la biondona, rivolgendosi a me e indicandomi un banco vuoto in ultima fila.
‘Perfetto. Proprio quello che volevo.’pensò Kath, contenta di potersi finalmente distaccare da quegli sguardi odiosi, che le rivolgevano i ragazzi di quella classe e così avanzò a testa alta, ignorando i vari sussurri che ci furono al suo passaggio, e appoggiò la tracolla di pelle nera sul banco accanto e si sedette, cercando di dedicare tutta l’attenzione alla lezione, ma non fu molto facile, poiché i suoi nuovi compagni di classe si voltavano verso di lei per guardarla e seppur Kath fingesse di non accorgersene, quell’atteggiamento le dava molto fastidio.
Ma cosa poteva farci? Oramai era abituata. Ogni volta accadeva la medesima cosa ed ogni volta doveva radunare tutta la pazienza di cui disponeva per non aggredire quelle persone, che la guardavano obliquamente.
Ripensò alla frase che il padre le aveva detto quel mattino: Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.” E così avrebbe fatto.
Ormai mancava solo un anno per terminare il liceo, poi avrebbe potuto volare via, lontano da tutto e tutti e vivere la propria vita come voleva lei, senza costrizioni, senza dover dire più addio appena riusciva a legare un rapporto d’amicizia, senza dover reprimere il desiderio di esprimere un proprio giudizio riguardo quel mondo pieno di falsità, legato solo ai soldi.
E Kath odiava dover vivere in quel mondo in cui non c’entrava nulla. Lei era la trasgressione.
La sua famiglia, composta solo da lei e suo padre prima e con l’aggiunta di Allison e il figlio viziato Mark poi, si poteva considerare molto agiata, dal momento che il padre di Kath era un imprenditore americano. Ormai ogni anno erano costretti a dover cambiare casa, città, vita e fin quando la famiglia era composta solamente dai due Richards le cose erano andate bene. Ma la situazione cambiò radicalmente quando il papà di Kathleen, Ralph, sposò una divorziata di Chicago, che venne a vivere ovviamente con loro, accompagnata dal suo unico figlio Mark.
Da quel momento tutto cambiò, anche lo splendido rapporto che Kath aveva con il padre.
Da quando Allison era entrata nella famiglia Richards, le guerre con i cuscini prima di andare a letto, le serate a mangiare schifezze mentre guardavano la partita di football, quei pochi pomeriggi in cui Ralph era libero, trascorsi a giocare al parco..non esistevano più.
Allison aveva scombussolato tutto, introducendo precise regole, cambiando o addirittura cancellando le abitudini e tradizioni che Kath e il papà avevano da quando lei era nata e ciò che soprattutto aveva riempito di rabbia Kathleen era stato il consenso del padre verso tutti questi mutamenti.
Oramai i soli momenti in cui trascorrevano del tempo assieme erano la colazione e la cena, sia per il tanto lavoro che Ralph aveva sia perché Kath passava la maggior parte del suo pomeriggio in camera sua per distaccarsi quanto le era possibile da quella vita odiosa.
Non si accorse neppure che la campanella della pausa era suonata e che la classe ormai si era svuotata, così si alzò e uscì lungo il corridoio affollato in cerca del fratellastro, l’unica persona che conosceva in quell’istituto.
Lo trovò subito e come Kath immaginava, stava tentando di rimorchiare una ragazza del secondo anno: il solito idiota.
Con un sorrisino minaccioso sulle labbra, Kathleen si avvicinò alla coppia e mostrò le sue eccezionali doti recitative.
“Amore! Ma dove eri finito? Ti ho cercato dappertutto cucciolotto..”esclamò, saltando quasi addosso al fratello e baciandolo all’angolo della bocca.
Mark divenne un pezzo di ghiaccio, mentre la giovane ragazza lo guardò in cagnesco e scappò via risentita; appena la ragazza scomparve dietro l’angolo, si staccò subito da lui e non riuscì a trattenere una risata sotto lo sguardo imbufalito del suo fratellastro. Adorava dimostrargli quanto fosse ridicolo.
“Stronza cosa ti è venuto in mente? Stavo facendo affari!”esclamò adirato, sovrastandola con il suo 1.87 di altezza, ma neppure questo aspetta la spaventava di lui.
“Proprio così..affari. Ho salvato quella ragazza, altrimenti non oso immaginare che crisi isterica avrebbe avuto appena avrebbe capito cosa sei..”ridacchiò e in quel momento lo sguardo le cadde sulla patta dei pantaloni di Mark e con sempre quel sorrisino sulle labbra si alzò sulle punte, avvicinandosi al suo orecchio, dove sussurrò: ”..ed i pantaloni...si chiudono.”e gli sollevò la zip con forza, facendolo divenire bordeaux di vergogna.
“Ci si vede fratellastro..”mormorò Kath soddisfatta e, tirato sul capo il cappuccio della felpa e infilate le mani nelle tasche di essa, tornò in classe per seguire le ultime ore di lezione, lasciando Mark in preda all’imbarazzo.




   
 
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