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Autore: HarrynHermione    03/08/2005    10 recensioni
Song-fic basata su ‘Wake me up when september ends’. Ha fatto ciò che ci si aspettava facesse, ma ora non sa più per cosa vivere. Ora che il destino per cui ha vissuto è compiuto, non restano che lacrime, pensieri infestanti, ricordi troppo dolci da riuscire a sopportare. C'è ancora qualcosa, per lui?
Genere: Song-fic, Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Summer has come and passed

 

Una delle più belle canzoni che io abbia ascoltato in questi ultimi tempi. Wake me up when September ends”, Green Day. Ed è stato istantaneo. Sembrava scritta apposta per una ff su Harry. Basta leggere il testo, e ve ne accorgerete anche voi.

E’ un po’ dark, un po’ triste, ma volevo davvero entrare nei pensieri di Harry e ne ho colta l’occasione. Comunque si intravede sempre una luce. Odio la pura disperazione.

Spero che qualcuno apprezzi, fatemi sapere!

 

 

‘Wake me up when september ends’

 

Freddo. Il gelido vetro contro la mia guancia.

Come un fantasma scruto, lo sguardo che tenta di immortalare il tempo trascorso, la mia vita scivolata via nel compimento di un destino segnato.

Sì. Come invisibile traccia sospesa nel vento estivo, ecco i miei ultimi momenti, quelle ultime grida, la luce e il sangue. Ma nulla resta.

Scorre. Scorrono attimi sbiaditi, scorrono istantanee fuse tra loro e allacciate confusamente, scorrono parole, risate e lacrime, addii e arrivederci, noi siamo qui.

Non vi voglio, qui.

Un fantasma vive la sua vita inutile e fredda, non può essere visto, sentito, afferrato. Il sole mi deride e io lo sfido. Non può scaldare una vita finita, un uomo senza scopo.

Destino segnato, destino compiuto.

E ad un passo dalla maturità, mi chiedo chi sono, cosa mi resta e perchè vivo giorni che sono solo più pallide fotocopie di un’esistenza consumata.

Senso. Non so trovare un senso. Io ero tutto, ero speranza, ero l’unico, ero Colui.

Colui che Può.

Occhi puntati, aspettative, amore, odio, preghiere. Per me.

E pagine pagine e parole parole. Il mio nome. Il mio nome su ogni bocca, il mio nome in mille voci diverse, in mille sfumature. Il mio nome garante di un futuro.
Solo. Il. Mio. Nome.

Non c’ero io, solo un nome.

E quella garanzia.

Ora si parla ancora. Di me.

Me. Me. Me.

Sono ovunque. E non sono più.

Sono in ogni pensiero. E nessuno pensa a me.

C’è solo più un estraneo. L’eroe garante del futuro che ha garantito un futuro.

Dietro quella maschera e quel nome non c’è più nulla.

Solo l’apparenza di un essere umano che nessuno guarda come essere umano.

Eroe. Salvatore. Mago. Il più potente.

Vuote etichette. Lettere prive di significato.

Accecati assordati da ciò che è stato fatto. Nessuno va oltre.

Il mondo è salvo. Il fatto.

L’eroe è devastato. L’oltre.

 

Summer has come and passed
The innocent can never last
wake me up when september ends

Un’altra estate è trascorsa. Settima estate.

E non c’è più nulla.

Ho visto la morte, ho visto morti. Ho visto in faccia la paura, ho parlato con lei, mi sono intrattenuto giorni e giorni al suo cospetto.

Ho visto amici cadere e concedermi un ultimo sguardo d’amore, ho visto figli strappati ai loro padri, ho visto grida trattenute e sorrisi forzati, ho visto ginocchia cedere e singhiozzi affranti, ho visto il dolore muto di una madre disperata che però continuava ad abbracciarmi, a sostenersi a me come se la mia vita potesse in qualche modo compensare perdite più grandi.

Ho visto sguardi persi nel vuoto, che cercavano con orrore tra i corpi un volto conosciuto, ho visto quelle occhiate, quella pena, quella pietà rivolta a me.

Ho sentito la nausea di quel calore obbligato, di quelle espressioni che non trovano parole o scuse, ho visto persone che avrebbero voluto sciogliersi nella più buia disperazione, ma che si trattenevano per celebrare la mia impresa, che non osavano accasciarsi sfinite perchè io ero lì, da compatire e sostenere...

Innocenti.

Innocenti strappati via da questo mondo da una guerra oscena.

Chi sopravvive è macchiato, chi sopravvive si è sporcato le mani.
Colui Che E’ Sopravvisssuto non sarà mai più innocente, non sarà mai più un ragazzo.

Colui Che E’ Sopravvisssuto ha ucciso con foga, ha ucciso accecato dalla vendetta, ha ucciso e ne ha provato piacere, ha massacrato un mostro e ha osservato implacabilmente la sua lenta agonia, senza mai battere ciglio, e ha infierito su quell’essenza diabolica che gli ha rovinato l’esistenza.

Gli innocenti non sopravvivono a lungo.

L’estate è finita, e so che ormai non tornerò. L’estate è finita e vorrei solo sprofondare nel sonno, perchè il pensiero è una lama che mi trapassa, e non so, non so più come fermarla.

Non voglio più ricordare.

 

like my fathers come to pass
seven years has gone so fast
wake me up when september ends

L’anno è finito. L’Anno è finito.

Settimo anno, anno di destino.

E adesso? Ora dove corre il mio desiderio? Dove guardano i miei occhi stanchi?

Non c’è più la solita consuetudine, non c’è più un candido volo e l’attesa di una lettera sigillata.

Non c’è più.

Sette anni trascorsi, e ora non ho più una casa. Sette anni ad attendere quei mesi, sette anni ad attendere un nuovo settembre.

Domani è settembre e non c’è speranza, non c’è attesa.

La casa verso cui tornare è un cumulo di macerie che odorano di morte. Aleggia sulle mura diroccate il ricordo di chi non c’è più, insostenibili voci che mi assordano, immagini che mi annebbiano la vista.

Sette anni ad attendere questo mese, per ritornare a ridere e scherzare, per rivedere chi è diventato la mia famiglia, e per sentirmi, finalmente, amato.

Settembre quest’anno non mi darà più una casa, nè amici, nè famiglia, nè amore. Chi si lecca le ferite, chi tenta di raccogliere i pezzi di vite smembrate e sconvolte nel giro di un maledetto settimo anno. Per me, non c’è più nulla da aspettare, nessuno da cui tornare.

Non voglio più un altro settembre, non voglio mai più rivivere il passato, non voglio più dover rivedere quello che ho perso e che mai riavrò indietro.
Voglio l’oblio, la dimenticanza. Settembre è memoria, ricordo troppo dolce per essere sopportato. Si accavallano i giorni, le notti, le piccole cose e discussioni, i gesti, gli sguardi, i segreti. Tutto iniziava a settembre, la mia vita acquisiva un vero significato. A settembre. Tra loro.

E ora non mi restano che rovine, persone lontane con altre priorità, e solitudine.
Io non ho casa, non ho famiglia. Chi più mi amava, è morto. Chi ha deciso di amarmi, è morto. Non ho perso uno, ma tre padri.
Da domani non inizierà un altro anno, ma un’implacabile tortura costituita da ciò che è stato e mai più sarà.

Non voglio viverla.

Voglio svegliarmi quando settembre sarà finito.

 

here comes the rain again
falling from the stars
drenched in my pain again
becoming who we are

 

Una. Due. Infinite gocce di pioggia.

Visione distorta di un giardino abbandonato, morto, che non vede più primavere.

Gocce si schiantano sui lunghi vetri smerigliati, e giù, scivolano.

Un tuono e i lampi, coreografia di un temporale.

Vorrei il calore di un camino, il rosso porpora di un morbido divano.

Vorrei calore umano, compagnia. Vorrei rumore, folla, confusione.

Vorrei non essere quello che sono.

Vorrei non essere mai diventato quello che sono.

Piove anche in me. Il mio cuore fradicio di dolore, il mio volto rigato di lacrime. Mi rifletto sulla superficie trasparente e lacrime e pioggia si fondono insieme, non sono più distinguibili.

Nessuno sa che sono qui, nessuno potrebbe immaginarlo tranne loro.

Ma nessuno lo immaginerà perchè l’eroe caduto è uno spettacolo troppo indegno e nessuno vuole assistervi.

Una casa fredda e polverosa, una casa per anni dimenticata, la casa dove tutto iniziò. Ed ora è vuota, silenziosa, nessuno l’esplora se non i passi pesanti e trascinati del bambino che vide qui segnata la sua sorte.

Quel bambino che rivuole indietro la sua infanzia ed adolescenza, le troppe lacrime spese, la rabbia riversata sul mondo.

Quel bambino che rivuole indietro speranza, amore, ottimismo, libertà.

Quel bambino che non vuole più restare imprigionato in una segregazione auto-inflitta, unica soluzione per un’anima logora e macchiata d’orrore.

Un bambino che non vuole contaminare chi lo amò un tempo.

 

as my memory rests
but never forgets what I lost
wake me up when september ends

Lasciatemi dormire. Lasciate alla mia mente una labile tregua. C’è troppo parlare nella mia testa, ci sono troppi sensi di colpa, troppi rimpianti, troppi dubbi, troppi errori.

Impeditemi di pensare, lasciatemi dormire.
Voglio continuare ad illudermi di aver preso la giusta decisione, di aver scelto l’unica via percorribile.
Voglio credere di dover essere solo, voglio credere di non aver bisogno di nessuno, voglio credere di potere cancellare in un soffio il ricordo di tutto quello che ho perso.

Settembre finirà e io potrò rinascere, settembre si dissolverà e forse, allora, io potrò ricominciare, e voi sarete eliminati e mai più infesterete i miei sogni più dolci.

Il rumore è assordante, l’odore è tossico.

Sono qui per cercare silenzio. La mia mente ne ha abbastanza di voci e allucinazioni e premonizioni e...terrore.

Isolamento per avere un po’ di pace, per poter almeno credere un istante di essere normale.

Ma non spariscono...sono sempre qui, incisi, marchiati a fuoco.

I giorni e gli anni.

Di quando io lo ero.

Di quando nella paura io ero felice.

Non se ne vanno.

Grido con disperazione, spossato, stanco di lottare.

Andatevene, vi prego.
Svegliatemi solo quando settembre sarà finito.

 

summer has come and passed
the innocent can never last
wake me up when september ends

ring out the bells again
like we did when spring began
wake me up when september ends

 

Un rumore.

Sconosciuto.

Non è il vento, non è la pioggia, non è un tuono.

Non è un frusciare di foglie, non è una porta che sbatte.

Non è un gatto in fuga, non un topo che si intrufola in un muro.

here comes the rain again
falling from the stars
drenched in my pain again
becoming who we are

 

Altri rumori, più rumori. Simili e vari.

Non è la casa. Non sono fantasmi.

E’ diverso.

E’ un rumore che da molto le mie orecchie non sanno più ascoltare. E’ rumore che volevo dimenticare e seppellire insieme al mio dolore e al fango e alla pioggia.

E’ un rumore reale che quasi si sovrappone al fracasso intollerabile della mia testa.

E’ reale.

E’ umano.

Rumore umano.

Voci.

as my memory rests
but never forgets what I lost
wake me up when september ends

 

Voci che volevo escludere, voci che volevo lasciare indietro per sempre.

Non potevo credere in una tale fragile illusione e sopravvivere perdendo ciò che avevo perso. Ciò che volevo obbligarmi a perdere.

Mi arrendo.

Mi lascio raggiungere.

Mi lascio toccare.

Mani gentili abbracci delicati parole vellutate.

Come seta, e fuoco, e caldo, e pace.

E gente.

Loro.

Rumore, sì, rumore.

Ma lieve e sussurrato e tenero e...loro.

Accarezza il mio dolore e quello stridore di pensieri.

E lo placa.

Le palpebre si fanno pesanti tra discorsi di madre e occhi apprensivi e soffici capelli crespi e rossi riflessi che sorridono rassicuranti.

Le lacrime seccano e non rinnovano il fiume.

Sale dal cuore un sonno senza più orrori e angosce e sangue.

Posso dormire abbandonandomi a chi accetta l’eroe svestendolo di ruoli e aspettative e pietà.

Posso lavare via la mia scelta sbagliata e revocare la mia clausura.

Non c’è più rumore dentro me, ma nell’aria il sussurro dell’affetto di chi mi circonda e fa di me la sua priorità.

Non c’è più odore di veleno, ma profumo di coloro che hanno colorato il mio passato.

Mi sveglierò quando settembre sarà finito.

E le mani di quei ricordi di gioia mi aiuteranno ad alzarmi.

Non sarò mai più innocente.

Ma saprò perdonarmi quello che sono.

 

summer has come and passed
The innocent can never last
wake me up when september ends

like my father's come to pass
twenty years has gone so fast
wake me up when september ends
wake me up when september ends
wake me up when september ends

 

 

  
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