Doctor & Rose - A new beginning

Prologo

"Sta bene?" chiesi all'uomo di fronte a me. Strizzai gli occhi per riuscire a mettere a fuoco il suo volto, ma l'oscurità della notte e la neve me lo impedirono, riuscendo a scrutare solo un completo gessato e un trench beige. Niente di familiare.

"Si!" mi rispose, ricomponendosi dall'attacco di dolore precedente che mi aveva fatto accorgere della sua presenza e facendo affondare le mani dentro le tasche del proprio cappotto. Non avevo mai visto quell'uomo in tutti i miei diciannove anni e non avrei mai pensato che quello sconosciuto, signore del tempo, figlio di Gallifrey, sarebbe diventato così importante per me, che avrei sofferto per lui e che lo avrei amato più della mia stessa vita.

"Forse ha bevuto troppo" ipotizzai, credendolo ubriaco.

"Qualcosa del genere"

"Comunque, felice anno nuovo!" dissi, sorridendogli e voltandomi verso il mio palazzo.

"Che anno è?" mi chiese, costringendomi ad interrompere la camminata per voltarmi nuovamente verso di lui e ascoltare la domanda assurda che mi venne posta.

"Non dirai sul serio?" risposi allibita, chiedendomi cosa ci facesse un uomo probabilmente ubriaco, per strada, sotto la neve, durante capodanno, invece che stare con la sua famiglia, al caldo dentro casa. "Il primo gennaio del 2005" gli dissi, scandendo bene parola per parola, come si fa con i bambini piccoli. Mi chiedevo chi fosse, ma le mie domande non avrebbero avuto una risposta fino a qualche mese dopo.

"2005? Bè, scommetto che sarà un anno davvero speciale per te!" mi disse con le lacrime agli occhi, cercando di ripudiarle e di sorridermi. In quel momento non avevo la minima idea di cosa stesse parlando, ma molto presto lo avrei saputo.

"Si?" chiesi, incredula, abbozzando un sorriso.

"E...Rose, ricorda una cosa: non lasciare quella leva" mi disse tutto di un fiato, pronunciando il mio nome con tutta la malinconia possibile. Mi chiesi come poteva sapere chi fossi e a quale leva si riferisse, ma l'unica cosa che riuscii a fare fu quella di far sparire il sorriso che mi si era formato sul viso. "Forse sto facendo l'errore più stupido di tutta la mia vita, forse è davvero uno sbaglio quello di parlarti e di rivelarti gli avvenimenti del futuro, non è da me, ma ho bisogno di cambiare l'esito della battaglia di Canary Wharf".

"Chi sei tu? Come conosci il mio nome? Di quale battaglia stai parlando?" chiesi, senza trattenere il mio istinto di curiosità verso quell'uomo, che con tutte le parole che aveva usato era riuscito ad affascinarmi ed a spaventarmi nello stesso tempo, nonostante non lo avessi visto in faccia.

"Un giorno capirai, ma ora non posso dirti altro. Ti ho già detto troppo. Ora vai, Rose Tyler, corri!" mi disse, facendomi seguire l'ultimo comando senza riflettere. Quindi, corsi verso il mio palazzo, mentre la mia mente era invasa da un'unica domanda: chi fosse quell'uomo.