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Autore: ignorance    26/03/2010    4 recensioni
"Moony sembrò soppesare la possibilità di rispondergli con una battuta tagliente, ma si trattenne."
Genere: Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Coppie: Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Commenti dell'autrice: Intanto vorrei ringraziare le recensioni alla mia Drabble "Avada Kedavra" °V° ho adorato ognuno dei commenti, e spero che mi seguirete anche nelle altre fic, nonostante temo che non sarò all'altezza delle aspettative D: Questa è una fiction demenziale, ispirata ad una storia vera *tadadadàn* sul mio pairing preferito. Ho lavorato a lungo con Rem e Sir come personaggi, cercando di caratterizzarli per come sono realmente stati all'epoca dei marauders. Tuttavia, se notate qualche OOC e/o qualcosa di sbagliato, o anche semplicemente se voleste commentare quanto io vi abbia deluso, recensite : D P.S. e perdonate, magari, qualche errore di battitura D: mi manca una beta, sapete *sventola la mano*
Credits: I personaggi appartengono tutti alla geniale mamma Rowling, purtroppo ç_ç

***

Sirius Black, capelli corvini e occhi di ghiaccio, stava pensando.
Ma 'pensare' non è un vocabolo che solitamente si associa a Sirius Black.
Tutt'al più la frase potrebbe essere "Sirius sta pensando di farsi uno spuntino" o "Sirius sta pensando di fare una luuuunga capatina in bagno".
Ma Sirius Black stava davvero pensando, seduto sul tappeto della Sala Comune di Grifondoro, con l'aria corrucciata e piccole rughe d'espressione sulla fronte, la lingua fuori dalla bocca per lo sforzo.
Miracolo! Grideranno i posteri.
Ma un momento, non sappiamo ancora a cosa stesse pensando il nostro grande eroe che fa impazzire le fangirls.
Infatti, il grande Sirius Black stava compiendo uno sforzo enorme per decidere una cosa che avrebbe condizionato il resto della sua intera vita: il Grifondoro, infatti, stava costruendo una bella collanina di graffette -quegli aggeggi babbani per tenere legati insieme i fogli tra loro- e non aveva idea di quante mettercene.
Venti o ventuno? Pari o dispari?
Black piegò la testa all'indietro e sbuffò per l'ennesima volta, cosa che aveva continuato a fare di lì a due ore prima, con lo sguardo afflitto.
Remus Lupin, capelli color del miele e occhi ambrati, stava per mettersi a gridare per la frustrazione.
Ma 'gridare' non è un vocabolo che solitamente si associa a Remus Lupin.
Tutt'al più la frase potrebbe essere "Remus sta per gridare perchè ha preso un'altra O in Pozioni, mentre aspirava ad una E" o "Remus sta per gridare che non riesce a leggere se James e Sirius continuano a fare casino".
Ma Remus Lupin stava davvero per gridare di frustrazione, anzi, era sull'orlo di una crisi isterica.
Miracolo! Grideranno i posteri.
Ma un momento, non sappiamo ancora cosa avesse fatto infuriare così tanto il nostro grande eroe secchione che fa impazzire le fangirls.
Infatti, il grande Remus Lupin stava cercando di rileggere per la trentesima voltal'uso della Mandragora, pur sapendolo benissimo a memoria, pur sapendo che l'indomani avrebbe giurato di non sapere niente per poi prendere un'altra E al compito.
Ma il già nominato Sirius Black continuava a guardare quelle dannate graffette e a sbuffare, ciondolando la testa, da due ore buone, e lui era ad un punto morto.
Remus sospirò, frustrato, e si decise ad interrompere il silenzio carico di 'genialità incompresa' che si era creato nella stanza.
Erano solo loro due, tutti erano andati a Hogsmeade per il fine-settimana.
Sirius non era potuto andare perchè senza permesso firmato -e senza Mantello dell'Invisibilità, dato che serviva a Potter per seguire la Evans nei bagni femminili- e Remus..beh, Remus era fatto così. Lui odiava la folla, gli sguardi equivoci della gente, e preferiva all'eccitante società mondana le pagine senza occhi e senza bocca di un buon libro.
Remus tossicchiò leggermente per richiamare l'amico, che non diede tuttavia alcun segno di vita.
« Sir? » tentò Moony, esitante ma ancora decisamente irritato.
Black si girò di scatto.
« Sì? » domandò, le sopracciglia aggrottate.
« Metticene un numero dispari. »
« Eh? » Le sopracciglia di Sirius si arcuarono ancora di più, se possibile.
« Ho detto: metticene un numero dispari. » Ripetè Remus in tono neutrale, soggiungendo allo sguardo a dir poco accigliato dell'altro:
« Di graffette. »
Black comprese, finalmente.
« Un numero dispari, dici? E perchè? » domandò, incuriosito.
Moony sembrò soppesare la possibilità di rispondergli con una battuta tagliente, ma si trattenne.
« Perchè preferisco i numeri dispari. » disse semplicemente.
Black sorrise, malndrino.
« A me piacciono i numeri pari, invece! » esclamò « perciò li metterò pari. »
Remus fece spallucce.
« Come ti pare »
Sirius tornò al suo lavoro, e Remus al suo.
« Rem? »
Moony alzoò gli occhi dal libro di Erbologia, e vide che Black si era avvicinato di soppiatto alla sua poltrona.
« Sì? » fece, aggrottando le sopracciglia.
« Con quante persone sei stato fidanzato, finora? »
La domanda lo lasciò spiazzato per un attimo, ma si riprese in fretta.
« N-Nessuno. » balbettò rosso in viso « E-E tu? »
Sirius sorrise affabilmente.
« Uno. » sussurrò con l'aria di fare una grossa confidenza.
« U-Uno? » ripetè Remus, sgranando gli occhi « Chi? »
Sirius fece finta di non sentirlo.
« Comunque » annunciò « Non va bene: lo zero è un numero pari e l'uno dispari. »
« E allora? » Moony lo guardò, accigliato.
Due labbra bollenti ricoprirono le sue in un casto bacio, e quando Sirius si scostò, gli sorrise.
« Vuoi essere il mio due? » gli soffiò nell'orecchio.
Remus annuì, piano. Merlino! Il suo amore silenzioso era ricambiato!
« E tu vuoi essere il mio uno? » soffiò di rimando, ricevendo in risposta un miagolio sommesso e un bacio meno casto dell'altro.
Sirius gli accarezzò la guancia, e si risiedette sul tappeto con le graffette davanti.
Remus riprese la lettura, con un sorriso ebete sulle labbra.
Contegno, Remus! si redarguì, trasformando il sorriso in un sogghigno soddisfatto.
« Oh, Rem » lo interruppe Sirius « Il mio uno... » e lo guardò diritto negli occhi « è stato il mio cane, Fuffi. »
Remus passò da una faccia incredula ad un riso incontrollato.
« Il...Il tuo...Il tuo cane? » biascicò, tenendosi la pancia dal ridere.
Sirius lo guardò, indignato.
« Era una cosa seria, invece! » bofonchiò diventando color pesca matura.
« Oh, sicuro » Remus rise, ma pensò che forse era meglio stare attenti a questo "Fuffi".

Fin

   
 
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