MASTERMAGE (saga 1:il
ritorno dei morti)
Prologo
Dopo la morte di Harry Potter, in suo onore fu creata un’associazione segreta formata dai più potenti maghi e dalle più potenti streghe del mondo con il compito di combattere stregoni oscuri del calibro di Lord Voldemort.
50
anni dopo il fatidico scontro tra Harry Potter e Lord Voldemort, una nuova
minaccia si presentò sulla terra e il mondo dei maghi e quello dei babbani
furono in pericolo.
L’associazione
segreta MasterMage aveva il compito di uccidere il nuovo, temibile, mago
oscuro.
Per
questa missione però avevano bisogno di un importante aiuto
….
Nessuno
sa come il giorno del 23 giugno del 1997 Harry Potter e Lord Voldemort persero
la vita.
Harry
Potter a quel tempo era un ragazzo di 17 anni, Voldemort il più potente mago
oscuro del secolo.
Sono
state fatte varie supposizioni: la più plausibile è quella di un gigantesco
prior incantato che esplodendo abbia causato la morte di entrambi, oltre a 36
maghi vicini.
In
onore a Harry Potter fu fondata un’organizzazione segreta chiamata MasterMage,
inizialmente con a capo uno degli eroi nella guerra contro Voldemort: Ronald
Weasley (morto tre anni dopo ucciso da un mangiamorte per vendicare il suo
padrone).
Sono
passati cinquant’anni da quei giorni e ci ritroviamo con un uomo che cammina
lungo un corridoio bianco, verso una porta di quercia con incastonati rubini e
diamanti d’ogni tipo e d’ogni dimensione…
Capitolo 1: Una
nuova minaccia
Capelli
grigi, alto un metro e ottanta circa, indossava giubbotto, pantaloni e stivali
di pelle di drago: molto costosi, ma dalla protezione
unica.
Aveva
circa 40 anni, gli occhi di un grigio acceso.
Camminava
lentamente verso una porta in fondo ad un corridoio privo di finestre,
illuminato solo da torce.
Arrivato
davanti alla porta, una delle due guardie parlò- Il ministro non riceve
nessuno-.
L’uomo
non si mosse, allora le guardie, due auror, estrassero le bacchette e le
puntarono contro l’uomo.
-Fai
un altro passo e ti faccio saltare per aria- disse l’altra
guardia.
L’uomo
per nulla intimorito, con un gesto fulmineo estrasse due bacchette, una per
mano, e prima che gli auror riuscissero a fare qualcosa mormorò l’incantesimo
-Stupeficium- e due getti viola partirono dalle due bacchette e gli auror
caddero a terra svenuti.
L’uomo
rimise una bacchetta in tasca, mentre con in mano l’altra urlò –Reducto- contro
la porta, che saltò per aria.
Entrò
nella stanza, dove si trovava un uomo di bassa statura, con un lungo mantello
azzurro, dal viso scaltro, ma in quel momento
intimorito.
-Jack
Slyder, che bella sorpresa!- disse in tono falsamente amichevole e parecchio
impaurito.
-Ministro
Tulipan, lo sa che cosa è successo ieri sera a Crescent Island ?- poi senza
aspettare risposta – una famiglia di maghi, i genitori più due figli, sono stati
uccisi da due di quelle creature infernali, bisogna intervenire immediatamente-
disse Jack.
Tulipan
sorpreso riprese un po’ di coraggio- Jack so bene in che situazione ci troviamo,
quindi penso che qualcuno deve difendere i maghi. Affido a te il ministero della
magia, mentre il resto della tua squadra si occuperà di Hogwarts, Beauxbatons,
Durmstrang e Lidilon.
Già
quattro dei miei migliori auror sono morti per affrontare quelle dannate
creature-.
Jack
però rise cosi fortemente che il suono riecheggiò per il
corridoio.
Chiunque
avesse seguito la conversazione avrebbe pensato che Jack era
pazzo.
Ma
lui non era pazzo, anzi era uno dei migliori maghi del
mondo.
Iniziò
lentamente a camminare per la stanza osservando i vari oggetti con finta
attenzione, mentre stava evidentemente pensando alla risposta da dare al
ministro.
Sembrava
parecchio tentato dalla proposta.
La
stanza era circolare, illuminata da una gran finestra che dava sul giardino del
ministero, dove parecchi auror si stavano esercitando a schiantarsi a
vicenda.
Non
era più il vecchio ministero, ormai inutilizzato, che si diramava
sottoterra.
Questo
nuovo ministero era situato in un castello dalle dimensioni simili a Hogwarts,
forse anche un po’ più grande.
Il
castello si trovava a sud di Londra.
Era
un castello formato da 7 piani, con quattro torri agli
angoli.
La
stanza del ministro che si trovava al quinto piano, aveva molti oggetti curiosi:
un velo chiuso in una teca di vetro, che si diceva sussurrasse, parecchi
spioscopi, un avversaspecchio ed altri oggetti del
genere.
Un
tempo Tulipan era stato un ottimo auror.
Ormai
aveva una sessantina d’anni ed era ministro della magia da 3
anni.
Jack
si girò verso il ministro- Non posso accettare.
Io
e la mia squadra dobbiamo scoprire e distruggere la fonte d’origine di queste
creature prima che dilaghino nel mondo, ma abbiamo bisogno del velo del regno
dei morti!-.
Tulipan
parve molto seccato, e con tono autoritario ribattè- è troppo pericoloso, ne
abbiamo già parlato, se morite voi tutto il mondo è destinato ad essere dominato
da quelle creature demoniache. Questa è un’idea folle Jack: far tornare in vita
i morti!!. Gli ultimi tre MasterMage che ci hanno provato non hanno più fatto
ritorno!-.
-Ho
fiducia nei miei uomini- ribatté Jack in tono pacato, -se non mi vuoi dare il
velo sarò costretto a prenderlo da solo- disse con
tranquillità.
Tulipan
pareva profondamente offeso e quando Jack si avvicinò verso la teca di vetro,
suonò un allarme che fece accorrere 5 auror con le bacchette
levate.
-JACK
SLYDER, CONSEGNATI IMMEDIATAMENTE AI MIEI AUROR, CHE TI SPEDIRANNO DRITTO AD
AZKABAN- tuonò adirato come non lo si era mai visto.
Per
tutta risposta Jack rise, una risata calma, non sembrava minimamente preoccupato
di quel che succedeva.
Gli
Disse, -Felix Tulipan, lo sai che non hai la minima possibilità di
prendermi-.
Tulipan
preso alla sprovvista urlò agli auror di catturarlo.
In
una frazione di secondo, Jack estrasse la bacchetta e gridò un incantesimo che
soltanto pochissimi maghi sapevano lanciare senza morire per la
fatica.
-Energo
Stupeficium- gridò e dalla sua bacchetta partirono una decina di raggi di luce
viola che colpirono tutti gli auror e il ministro, che caddero a terra
svenuti.
Poi
Jack si trasformò in un grifone, e volò fuori dalla stanza del ministro
attraverso la finestra spalancata.
Pensava
che avrebbe potuto prendere il velo, ma doveva affrontare tutto il ministero: ci
sarebbe riuscito benissimo, ma in quel momento di caos era meglio non mettere
fuori gioco l’intero ministero.
Avrebbe
rubato il velo la settimana dopo.
Volava
da 5 minuti sopra gli immensi prati verdi quando qualcosa attirò la sua
attenzione.
3
di quelle creature demoniache stavano marciando in direzione sud-est verso il
ministero.
Scese
in picchiata rapidamente e si trasformò di nuovo in
uomo.
Era
a
2
di quelle creature erano alte 1,50, indossavano dei mantelli che li coprivano
completamente, in maniera simile ai dissenatori, ma non erano neri, erano rosso
sangue.
Impugnavano
delle sciabole ed erano pronti a sguainarle.
L’altro,
a giudicare dall’aspetto era il capo: alto più di
Pieno
di tatuaggi con strani simboli, che Jack non aveva mai visto prima
d’ora.
Portava
un pesante e micidiale spadone a due mani.
Camminavano
lenti, dieci secondi e avrebbero scoperto Jack.
Quest’ultimo
rimuginava tra se: erano tre contro uno lui era un MasterMage, con tutta
probabilità il mago più potente del mondo, ma si ricordò che due di quelle
creature avevano sterminato una famiglia di maghi e ucciso 4 auror del
ministero.
Se
le cose si mettevano male, poteva fuggire trasformandosi in
grifone.
Estrasse
la sua spada a due mani che portava sulla schiena.
Era
una lama bellissima, appartenuta ad uno dei quattro fondatori di Hogwarts:
Godric Grifondoro.
L’aveva
trovata per caso indossando il capello parlante: lui a scuola era stato un
grifondoro, il più brillante del suo anno, nonché prefetto e caposcuola in
seguito.
Ma
non era un tipo che studiava molto, al contrario, a Hogwarts si cacciava sempre
nei guai.
Tre
secondi e lo avrebbero visto.
Si
alzò e impugnata la spada si lanciò con un balzo contro un “incappucciato” e con
un gesto fulmineo della spada gli staccò la testa di netto.
L’altro
“incappucciato” prese la sciabola appena in tempo per parare il colpo di
Jack.
Il
“demone rosso” gridò- Soldato Tuscher, lascialo a me-.
Il
Tusher si allontanò, ma Jack lo colpì con la lama alle spalle
trafiggendolo.
-Chi
sei tu, spregevole demone rosso?- urlò Jack.
-Un
soldato dell’armata di Lordaemon, più precisamente un Mastino. Ora morirai
ucciso dalla mia lama!-.
-Lo
vedremo- rispose calmo Jack.
Iniziò
un duello furibondo: il Mastino aveva una forza incredibile e parava tutti i
colpi di Jack.
Combatteva
con una tecnica che Jack non aveva mai visto prima; faceva fatica a
resistergli.
Con
un colpo di spadone più potente degli altri colpì la spada di Jack che volò tre
metri più indietro.
Jack
colto alla sprovvista evitò per un pelo il colpo del Mastino buttandosi di lato
ed estrasse la bacchetta.
Anche
il Mastino mollò la spada ed estrasse la sua.
-Stupeficium-
gridarono contemporaneamente, ma Jack, più agile del demone si scansò appena in
tempo.
Il
Mastino fu colpito in pieno e svenne.
Con
un gesto della bacchetta verso il demone a terra, apparvero delle corde
legandolo e immobilizzandolo.
Voleva
portarlo alla base per interrogarlo, ma ora che ci pensava non sapeva come fare:
trasformandosi in un grifone non poteva trasportarlo.
Poi
pensò.
-Accio
Scopa- gridò e si sedette ad aspettare.
5
minuti dopo una scopa arrivò sfrecciando in aria.
-Petrificus
Totalis- mormorò contro il Mastino.
Lo
mise sopra la scopa e salito anche lui, partirono verso la base dei
MasterMage.
La
scopa era incredibilmente lenta rispetto a lui: quando volava da grifone
raggiungeva facilmente i 400km/h in leggera picchiata.
Il
grifone era uno dei volatili più veloci in assoluto insieme alle fenici e ai
thesral.
Volavano
su una Nimbus 2046, l’ultimo modello.
Era
piuttosto scomodo volare con il demone pietrificato davanti a lui: c’era il
rischio che cadesse.
Volavano
da 3 ore circa quando il sole tramontò e rapidamente si fece
notte.
Una
notte nuvolosa e priva di stelle, molto fredda: c’erano circa 3-4
gradi.
Se
non avesse avuto vestiti fatti con la pelle di drago sarebbe congelato
rapidamente.
Dopo
un’altra ora di viaggio si mise persino a nevicare.
Era
dentro le nuvole e non si vedeva ad un palmo dal naso, ed era ancor più
difficile tenere la rotta dopo che il vento si mise a soffiare così forte che
gli alberi a terra si sradicavano.
Per
fortuna Jack era abituato a volare: a Hogwarts giocava a quidditch come
cercatore.
Ricordava
quando con lui nella squadra, grifondoro vinse la coppa per 7 anni di
fila.
Finalmente
sorvolarono Londra, dove Jack atterrò in un posto sicuro, che solo lui
conosceva.
Avrebbe
passato la notte là: era da pazzi continuare a volare con questo tempo e la base
distava ancora 1500km.
Il
quartiere generale dei MasterMage si trovava in un geyser in Islanda, ma nessuno
conosceva l’ubicazione a parte i membri, nemmeno il ministro della
magia.
Entrò
in un baracca abbandonata, che però dopo un incantesimo di Jack si trasformò in
una stanza accogliente comprendente un letto, una cucina, un bagno e una
vasca.
Sigillò
la porta con una magia per evitare qualche babbano
indiscreto.
Posò
Il Mastino pietrificato per terra: aveva il volto dipinto di terrore mista a
rabbia ma lui non se ne accorse.
Con
un colpo di bacchetta fece apparire diversi piatti pieni d’ogni genere di
cibo.
-Chissà
se questi demoni mangiano- pensò a voce alta.
Si
sedette e per una buona mezzora mangiò, poi andò a
dormire.
Fu
un sonno agitato, anche a causa del fragore del tuono, del rumore del vento e
del picchiare della pioggia.
L’incontro
con quelle creature lo aveva colto di sorpresa: anche se i Tusher erano
abbastanza deboli, forse al livello di un auror ben addestrato, il Mastino gli
aveva dato filo da torcere ed era abbastanza convinto che nemmeno 5 auror ben
addestrati lo avrebbero sconfitto.
Non
osava pensare a creature più potenti del Mastino, che significavano morte certa
per chiunque.
L’unico
modo per avere qualche possibilità di vittoria era entrare nel regno dei morti
attraversando il velo per far tornare in vita i maghi più potenti di tutti i
tempi.
La
dicitura sul velo diceva così:
Chi
stolto o coraggioso
Varcherà
la soglia di due mondi
e
raggiungerà il lago dei morti
cinque
persone a scelta
resuscitar
potrà
badate
però a rientrare
entro
un ciclo lunare
o
per sempre resterete
nel
mondo che non vi appartiene
Anni
prima tre MasterMage del calibro di Jack: Vatras Lupin (un lupo mannaro) figlio
di Remus Lupin e Ninfadora Tonks,Rez Malfoy figlio di Draco Malfoy e Ginny
Weasley e Harris McKollov avevano tentato l’impresa, ma non erano più
tornati.
Gli
attuali MasterMage erano cinque.
Anche
se alcuni molto giovani, Jack aveva fiducia nei suoi compagni e pensava che
questa volta c’erano più possibilità di riuscire
nell’impresa.
Mancava
ancora una cosa da decidere: chi far tornare in vita.
Se
questa prima parte del piano fosse riuscita,tutti e dieci (almeno sperava)
avrebbero distrutto Lordaemon, o almeno avrebbero
tentato.
Il
signore oscuro si era insediato sul monte più alto del
mondo:l’Everest.
Lì
aveva aperto i portali di un altro mondo, da dove fuoriuscivano migliaia di
demoni d’ogni genere.
L’Everest,un
tempo innevato, era diventato un immensa fortezza di
fuoco.
Penetrarvi
era praticamente impossibile, ma dovevano tentare:non avevano niente da perdere
e tutto da guadagnare.
Le
loro vite non erano importanti se si trattava di salvare il
mondo.
Si
svegliò che era giorno, le 8 circa.
Con
tutta probabilità sarebbero arrivati a notte fonda alla base, dove lo
aspettavano i suoi compagni.
Aveva
piovuto tutta la notte.
Ora
si apriva uno spiraglio di sole tra le nuvole, ma il tempo non era per niente
buono.
-Sempre
meglio di ieri!- commentò Jack in tono sarcastico.
Dopo
una veloce colazione, sollevò a mezz’aria con la bacchetta il Mastino
pietrificato e l’adagiò sulla scopa.
Salì
anch’egli e partì a tutta velocità.
In
due si riusciva comunque a viaggiare ad una velocità sufficiente nonostante il
peso.
Volarono
su Londra,diretti verso nord, ben presto si trovarono ad attraversare una
foresta,poi un lago, poi dei prati immensi,in seguito piccoli paesini di
contadini.
Il
paesaggio era molto vario.
Volavano
a circa
Era
l’una circa quando non vedevano nient’altro che l’oceano con la sua massa blu
scura sotto di loro.
Si
mise a piovere: dapprima piano, poi sempre più forte.
In
breve tempo Jack fu completamente inzuppato ed iniziò a soffiare anche il vento
che aumentò d’intensità.
Jack
si rese conto troppo tardi di essere finito dentro una tromba
d’aria.
Il
Mastino pietrificato cadde con orrore di Jack che tentò di prenderlo volando
contro il tifone verso il basso.
Ma
il demone cadeva più velocemente essendo di pietra.
Finì
in acqua con un incredibile tonfo,dopo
Jack
non poteva perderlo.
Fece
la cosa più semplice ma allo stessa tempo più pericolosa che potesse
pensare:arrivò in picchiata ad una velocità pazzesca entrando in acqua con tutta
la scopa.
Fu
un colpo violentissimo.
Jack
fu sbalzato immediatamente dalla scopa e finì a
Risalì
in superficie.
La
scopa si era spezzata.
Jack
ancora scosso, estrasse la bacchetta in tutta fretta trasfigurandosi in uno
squalo.
Si
immerse di nuovo e scese sempre più in profondità,cercando il demone
pietrificato.
Nuotava
velocemente sotto queste sembianze, ma forse non abbastanza per raggiungere il
demone.
Aveva
un dolore acuto alla schiena, dovuto al violento impatto con
l’acqua.
Nuotava
da cinque minuti ormai: era a circa
Dopo
altri 20 minuti di nuoto arrivo sul fondo e lo vide.
Lo
prese con la bocca cercando di non danneggiarlo e
risalì.
La
risalita fu più lenta a causa del peso del demone.
Dopo
mezzora arrivò in superficie e si
ritrasformò in umano,sempre reggendo il demone.
Doveva
affrontare il viaggio a nuoto; la scopa era inutilizzabile e non c’era
possibilità di ripararla.
Pensò
ad un animale adatto al viaggio e contemporaneamente al trasporto del corpo
pietrificato.
Non
gli veniva in mente nessun animale marino dotato di quelle caratteristiche: con
lo squalo rischiava di rompere il Mastino.
Pensò
anche ad un volatile, ma non gli veniva in mente
niente.
L’unico
modo era liberare il demone dalla pietrificazione: con un movimento di bacchetta
di Jack il demone tornò normale.
-D…d…dove
sono?- disse spaventato.
Poi
si accorse di essere in mezzo al mare e si lasciò prendere dal panico: non
sapeva nuotare.
Jack
lo afferrò per un braccio:-dannata creatura, trasfigurati in
qualcosa!-.
Detto
questo,il Mastino prese la bacchetta dalla tasca e diventò uno
squalo.
Lo
stesso fece Jack, dicendogli di seguirlo.
Erano
in un bel guaio:erano le quattro ed erano in pieno mare, avevano tre ore di
ritardo e ne avrebbero perse molte di più prima di arrivare sulla costa
islandese.
Rischiavano
di morire di fame.
Da
squali si andava molto più lenti rispetto alla scopa.
Avrebbero
impiegato un quindicina d’ore per arrivare alla costa e sarebbero probabilmente
morti di freddo.
Anche
se erano trasfigurati da squali avevano le sensazioni d'essere umani (almeno
questo valeva per Jack).
Perché
era questa la differenza tra essere un animagus e sapersi trasfigurare: un
animagus diventava a tutti gli effetti un animale.
Dopo
un’ora di viaggio però arrivò un aiuto insperato:una
nave.
Una
nave babbana,una petroliera, recava la scritta American
Oil.
Era
lunga circa
Dovevano
salire su quella nave, ma Jack non vide né scale, né altri dispositivi per il
recupero.
Quindi
disse al Mastino- conosci l’incantesimo di salto?-
-Ovvio-
grugnì il Mastino.
Senza
più parlare si avvicinarono alla nave.
-Al
mio tre!- urlò Jack.
-1…2…3-.
Al
tre entrambi pronunciarono l’incantesimo Jumpo puntando la bacchetta a mezz’aria
tra loro e la nave e con un balzo di
Dovevano
dirottare la nave, mettendo fuori combattimento i
babbani.
Ad
un tratto sentì alla sue spalle- Avada Kedavra-.
Pensando
fosse diretto verso di lui si buttò di lato, ma sentì il rumore di un corpo che
cadeva a terra: il Mastino aveva ucciso un babbano e lo stava buttando in
mare.
-MA
SEI SCEMO???Che bisogno c’è di ucciderli???Non basta un semplice incantesimo di
disarmo???- urlò Jack infuriato.
Se
c’era una cosa che non sopportava era chi uccideva per il solo piacere di
farlo:non che lui non avesse ucciso, ma solo quando era strettamente
necessario.
-Non
voglio intralci-fu la risposta del Mastino mentre buttava il corpo senza vita
del babbano in acqua.
Jack
decise di lasciar perdere, non era il momento di mettersi a
discutere.
La
loro per il momento era una complicità strettamente necessaria,ma Jack sapeva
che presto il Mastino avrebbe tentato di ucciderlo per fuggire, perciò stava
sempre in massima allerta.
Nel
frattempo il Mastino stava esplorando la nave uccidendo tutti i babbani che
trovava.
Su
quelli strettamente necessari alla navigazione invece, scagliò la maledizione
Imperius.
Comandarono
ai marinai di portarli sulla costa islandese e cercarono qualcosa da
mangiare.
Era
una petroliera piuttosto grande, con un equipaggio di oltre 60
uomini.
Jack
camminava dietro il Mastino, per paura che lui potesse
colpirlo.
Decise
di riprenderne il controllo: -Imperius- gridò contro il demone, assumendone il
controllo.
Era
abbastanza resistente:opponeva una strenua resistenza, ma non abbastanza per
liberarsi dalla maledizione di Jack.
In
cucina trovarono del cibo scadente:fagioli in scatola.
Jack
notò che il Mastino non mangiava: -Tu non mangi?-gli
domandò.
-Noi
non abbiamo bisogno di mangiare, l’energia ci è data dallo stesso Lordaemon,il
nostro capo supremo-.
Quest’essere
chiamato Lordaemon,pensò Jack, doveva essere un mago potentissimo per dare
energia a tutti i suoi demoni.
Andò
a dormire nella stanza del capitano, mentre la nave viaggiava sull’oceano freddo
e agitato.
- fine capitolo -
Questo
è il primo capitolo della mia fic, che si anticipa molto
lunga.
Ringrazio
in anticipo (e ringrazierò nel prossimo capitolo) chi legge e commenta la mia
fanfiction.
Pubblicherò
un capitolo alla settimana, forse anche in meno tempo.
Grazie
dell’attenzione
Ciao
Lordaemon
Per
contattarmi: siriusblack1990@hotmail.it