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Autore: Anthy    27/03/2010    24 recensioni
Quando un padre non dovrebbe mai ascoltare certe conversazioni...
Dal capitolo:
Charlie Swan si era sempre ritenuto una persona razionale e dotata di sangue freddo, qualità che facevano di lui un buon sceriffo per la cittadina di Forks.
Tuttavia, da quando sua figlia Isabella si era trasferita da lui[...] si era improvvisamente sentito troppo vecchio.
Sebbene fossero passati anni dalla sua adolescenza, sapeva bene quali fossero le “priorità” a quell'età.
[...]Ora, se a tali soggetti dava il nome “Edward Cullen” ed – ancora peggio – “Isabella Swan” e ci aggiungeva il fatto che fossero fidanzati... beh, il pensiero che potessero soddisfare le loro “priorità” non lo rendeva tanto allegro.
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Charlie Swan, Edward Cullen, Isabella Swan
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Twilight's shots'
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Equivoco
Situazioni equivoche...
ovvero, i fraintendimenti di un padre ad una conversazione ambigua.





Prompt 126#: Expert


Charlie Swan si era sempre ritenuto una persona razionale e dotata di sangue freddo, qualità che facevano di lui un buon sceriffo per la cittadina di Forks.
Tuttavia, da quando sua figlia Isabella si era trasferita da lui – e più precisamente da quando aveva conosciuto un certo rosso che aveva creato solo guai – si era improvvisamente sentito troppo vecchio.
Troppo inesperto.
Sebbene fossero passati anni dalla sua adolescenza, sapeva bene quali fossero le “priorità” a quell’età. Soprattutto, sapeva che quest’ultime erano tanto più importanti quanto più era alta la concentrazione di ormoni presenti nei soggetti interessati.
Ora, se a tali soggetti dava il nome “Edward Cullen” ed – ancora peggio – “Isabella Swan” e ci aggiungeva il fatto che fossero fidanzati... beh, il pensiero che potessero soddisfare le loro “priorità” non lo rendeva tanto allegro.
In particolar modo, in quel momento, lo preoccupava il fatto che nessuno l’avesse accolto al suo rientro a casa, sebbene il pick-up in giardino indicasse la presenza di qualcuno nell’abitazione. E quando aveva individuato questo “qualcuno” – leggasi come propria figlia – in camera propria assieme ad un’altra persona – ovvero, quel Cullen – aveva sentito quella sua razionalità scemare lentamente.
E si era sentito prossimo all’infarto – alla sua età, non era poi così improbabile – nel sentire “quel” dialogo.

« Edward, faccio da sola».
« No, ti farai male. Lasciami aiutarti».
« Ma se non sai neppure come usarlo».
« Mi dispiace contraddirti, ma sono esperto io».
« Ah sì? Prova ad infilarlo te allora».
Risata.
Sbuffo.
« Non è colpa mia, Bella, se non riesci a centrare il buc-».

Sbam.
Silenzio.
Charlie Swan era entrato di colpo nella stanza di quella sconsiderata di sua figlia, il volto paonazzo, la mano che aveva già estratto per metà la pistola dalla fondina.
Per poi bloccarsi, dopo i pochi attimi che gli ci vollero per mettere a fuoco la situazione.
« Ma cos-».
Seduti sul letto, c’erano Isabella ed Edward.
Vestiti.
Una camicia appoggiata sulle gambe di sua figlia.
Ago e filo in mano a Cullen.
Oh.
Oh.
Ah.
« Papà, tutto bene?», la voce di Bella era preoccupata, ma lui non ci fece molto caso, intento a controllare il battito del suo cuore, impazzito.
« Buonasera, capo Swan». Spostò lo sguardo lentamente sul volto del ragazzo, che sorrideva affabile. « Se posso permettermi, non ha una bella cera».
In risposta, grugnì indispettito, mentre la vergogna piano si faceva strada dentro di sé. E si definiva uno sceriffo, lui!
Si rivolse a sua figlia, che lo fissava interdetta. « Non ti ho vista giù e, sentendo dei rumori, mi sono insospettito. E...», si interruppe, giudicando poco saggio spiegare che la sua irruzione nella stanza fosse dovuta non al fatto che pensasse ci fossero ladri, ma per evitare che quel rossino facesse sesso con sua figlia sotto il suo stesso tetto. Scosse il capo: no, non era il caso. Rilassò la mano sulla pistola, mentre pian piano recuperava il controllo. « Vado giù, c’è una partita importante alla tv. Cerca di essere puntuale per la cena».
Non aspettò risposta, ma mentre si voltava giurò di aver visto la labbra di Cullen piegarsi in quello che sembrava essere un sorriso divertito.
Cercò di non pensarci: non era poi così sicuro di essere così tanto controllato.
E lui sì era esperto con la pistola.

***

Note: che shot idiota che ho scritto -.-‘
Però mi è piaciuta!
La parola che doveva ispirare la fanfic era “Esperto”.
Anche questa è nata grazie alla sfida su LiveJournal 15 Minute Ficlets: ho provato a cronometrarmi, ma per mia sfortuna è suonato prima il telefono, poi il campanello e poi di nuovo il telefono. Perciò non so se ci sono stata dentro, mannaggia. Ma penso che a voi non interessi poi molto ^^’

Possibile contestazioni: perché Edward non si accorge di Charlie Swan e, soprattutto, perché non smette di parlare quando sente i suoi pensieri? L’ho pensata così: se avessero smesso di parlare di colpo, lo avrebbero fatto maggiormente insospettire, perciò Ed non dice nulla. E  non se ne va prima semplicemente perché non vuole ^^
E poi mi è sempre sembrato che Edward si divertisse alle spalle del povero Charlie!

Bene, ho detto tutto! Per chi volesse, l’ultima minishot scritta è stata “Insecurity”: Edward visto in sei momenti in cui si è sentito insicuro.

Ringrazio di cuore chiunque leggerà e, ancora di più, chi commenterà ^^
Un bacione
Anthea


   
 
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