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Autore: 881    28/03/2010    2 recensioni
"La mora ghignò sorprendendo l’Uchiha, che comunque continuava a tenere una faccia impassibile. “Sei noioso.” E stavolta Sasuke non potè trattenere lo stupore." Stavolta sarà Sasuke stesso a sterminare la sua famiglia.
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ⶁNessun Perdonoⷜ

 

Il suo corpo s’irrigidì sentendo le parole di colui che ha sempre considerato suo zio.

“Mi sta forse impedendo di vendicare la sua migliore amica, Hokage-sama?” disse in tono ironico; non l’aveva mai chiamato a quel modo:  lei poteva permetterselo.

“… Non è questo il punto, Ran” disse l’Hokage dopo un attimo di esitazione, non riusciva a guardare la ragazza negli occhi, non dopo quello che era successo.

“Naruto, non ti sto chiedendo di aiutarmi, non ti sto chiedendo nemmeno il permesso di andare. Sono venuta solo per dirti che forse non tornerò più. Il mio ritorno dipenderà solo ed esclusivamente dagli eventi che..”

“Tua madre non vorrebbe Ran, o sarebbe più adeguato chiamarti Mikoto?” disse Naruto con rabbia, perché non capiva? Perché?

La ragazza lo guardò sorpresa: il suo vero nome era Mikoto, Mikoto Uchiha, ma tutti la chiamavano semplicemente Ran, per non attirare troppo l’attenzione. Il dolore si fece spazio sul volto della giovane e con tutta la rabbia repressa che aveva nel corpo urlò contro all’Hokage “Cosa cazzo vuoi saperne di cosa vuole o non vuole mia madre? Voleva molte cose, aveva molti sogni… non ha mai avuto una vita felice, per quanto ci abbia provato non sono mai riuscita a riempire lo spazio vuoto nel suo cuore! Nemmeno tu ci sei riuscito, tantomeno tua moglie e i tuoi figli… nessuno c’è riuscito nemmai ci riuscirà perché ora non c’è più… l’ha uccisa… e io non glielo perdonerò mai, non dopo tutto quello che ha fatto in passato!” e lasciò la stanza.

 

Erano le tre di mattina, Naruto si alzò silenziosamente dal letto per non svegliare Hinata. Qualcuno bussava alla porta senza un attimo di tregua: sarebbe stato pronto ad uccidere. Si ritrovò davanti una Sakura agitata e in procinto di piangere. “Sakura! Che succede? Entra” . La giovane si precipitò all’interno dell’appartamento ed iniziò a piangere. “Shhh shhh.. Sakura che ti prende?” “Sono incinta… sono incinta… sono incinta Naruto… “ sussurrò in modo quasi impercettibile. Il biondo s’immobilizzò sul posto, intanto Hinata li aveva raggiunti. “è suo Sakura-chan?” disse con dolcezza. Il ragazzo alzò lo sguardo per vedere Sakura. La rosa all’inizio non rispose poi scoppiò a piangere “Sì… sì maledizione… è suo… nostro…” disse con amarezza. Quel momento parve non finire mai. Sakura voleva assolutamente tenere il bimbo, ma non poteva dire al villaggio che era il figlio di un nukenin. Nei nove mesi successivi la casata degli Hyuuga aiutò parecchio Sakura, e dopo la nascita della bambina, l’aiutarono ad acquistare una casa abbastanza lontana dal centro di Konoha. Col passare degli anni molti capirono chi era il padre, ma nessuno ne aveva le prove. Ran era una ragazzina silenziosa e seria. I suoi capelli, neri come la pece, scuri quanto quegli occhi freddi. Le uniche persone con cui parlava normalmente erano la madre, che era l’unica in grado di capirla, l’Hokage e sua moglie, e stranamente Kakashi Hatake, il maestro di sua madre e dell’Hokage, e anni dopo scoprì che era anche il maestro di suo padre; per rispetto lo chiama Kakashi Sensei proprio come sua madre. Non amava starsene a casa, l’aria era sempre troppo pesante, sua madre non sorrideva quasi mai eppure c’era sempre per lei. Ran era sempre arrabbiata con se stessa: non riusciva a dare alla madre la calma e la pace che invece lei le procurava. Compiuti i sedici anni Sakura le disse tutto su suo padre, su come la sua famiglia venne sterminata, su come tradì Konoha, su come uccise il suo stesso fratello, su come Sakura lo reincontrò dopo anni, su come il suo amore per lui non fosse mai diminuito col passare degli anni, su come fosse arrivata lei, su come lui le abbandonò di nuovo… Ran non potè che odiare suo padre: era costretta ogni giorno a vedere il volto sofferente della madre, e sentirne il pianto a notte inoltrata… Ran si avvicinò ancora di più a Sakura, ed anche se non si assomigliavano per niente -“Sei identica a tua nonna Mikoto… la madre si Sasuke… capelli scuri come la notte e occhi dello stesso colore…” – sua madre era la sua unica famiglia.

Legò i lunghi capelli neri, indossò in fretta e furia i suoi vestiti da Anbu, perché sì, era talentuosa come suo padre le ripeteva spesso Sakura ed era diventata presto un’ottima Anbu. Prese la sua maschera e si diresse al cimitero. Ci andava tutti i giorni da più di un mese, ed ormai si era decisa… “Ciao mamma, sono venuta a salutarti… non rimproverarmi come ha fatto zio Naruto… davvero, so quello che faccio. Dubiti forse di me? Non posso starmene con le mani in mano. Ci vediamo mamma, sii con me ti prego… ti sento ancora qui” disse, sussurrando l’ultima frase. Lasciò la sua maschera da Anbu sulla lapide della madre e si diresse alle porte di Konoha.

“Kakashi sensei” sussurrò sorpresa. “Tua madre e l’Hokage tentarono in mille modi di riportarlo indietro, come pensi di poterci riuscire Ran-chan?” disse senza giri di parole il vecchio Anbu. “Hai letto male stavolta Kakashi-Sensei… nessun Uchiha varcherà le porte di questo villaggio: né io né tantomeno il Nukenin” non riusciva a chiamarlo padre… che razza di padre era quello? Stavolta Kakashi rimase veramente di stucco, ma non disse nulla. “Addio Kakashi-Sensei”. Lui odiava gli addii: troppo dolorosi, per cui optò per una semplice frase “Sono contento che tu stia andando a … fare quello che devi fare con i tuoi vestiti da Anbu”. Ran sorrise riconoscente, non avrebbe sopportato abbracci e lacrime, per questo aveva preferito lasciare una lettera a Hinata-chan che salutarla di persona. Kakashi l’osservò mentre si allontanava lentamente da Konoha. Naruto lo raggiunse alle porte del villaggio solo quando Ran fu scomparsa all’orizzonte, e Kakashi pensò che tuttavia andava bene così.

Il suo viaggio durò giorni e giorni, si fermava solo di notte e dormiva il più possibile… voleva essere al pieno delle sue forze. Aveva viaggiato da villaggio a villaggio chiedendo di Sasuke Uchiha, dopo aver preso le informazioni utili al suo scopo si avventurò nei boschi vicino al villaggio del Vento. “Quel maledetto nukenin si sposta sempre… neanche un tetto fisso… eppure se fosse tornato da mamma… aaah smettila Ran, concentrati! Quel che è stato è stato, è ora di mettere fine alla sceneggiata che è la vita di Sasuke Uchiha.” Pensò. Dopo aver trovato il covo del padre lo tenne sott’occhio per alcuni giorni. Incredibile! Era coi compagni di sempre, esattamente quelli descritti da Sakura e Naruto, solo più vecchi. Karin, Suigetsu e Juugo. Suo padre aveva davvero preferito loro a lei e sua madre? “Maledetto” si lasciò sfuggire ad alta voce. In meno di un secondo Juugo le fu dietro e le bloccò le mani dietro alla schiena. Fece per portarla al loro covo, non notando la divisa da Anbu. Ran si liberò facilmente e con un semplice gesto invertì le posizioni. “Chi diavolo sei?” quasi urlò Juugo; non fece in tempo a dire o fare altro che svenne a terra. Ran si pulì le mani e lasciò la radura. “Tzk che razza di compagni, non sanno nemmeno difendersi; forse battere mio padre non sarà poi così difficile..” come si sbagliava.

Una volta ripresosi, Juugo tornò al covo e raccontò ciò che gli era successo. Senza esitazione presero le loro cose e si spostarono: non avevano bisogno di intralci loro… Ovviamente Ran li seguì e nei giorni successivi si fece vedere spesso dalla squadra, senza farsi mai prendere. Ovviamente i tre ninja riferirono tutto a Sasuke, che seccato si recò fuori dal nuovo nascondiglio a cercare questa ragazza impertinente. Aveva seriamente paura che fosse Sakura, non aveva voglia di bambinate, tantomeno di pianti isterici. Aveva già sbagliato a dimostrarsi debole facendo l’amore con Sakura… non poteva più permettersi questo genere di cose. Eppure Suigetsu con un ghigno gli aveva assicurato che la ragazza era mora. Cercò la ragazza per ore, ma al tramonto mentre stava tornando al covo per prendersela coi compagni fifoni avvertì una presenza dietro di sé.

Si girò di scatto tirando fuori un kunai, ma non attaccò. Lo accolse una risata gelida e spaventosa. “Non vuoi uccidere ragazzine innocenti, eh Uchiha?”. Sasuke non si degnò nemmeno di risponderle, socchiuse gli occhi per cercare di riconoscere la ragazza. Le era molto famigliare; con dolore s’accorse che assomigliava a sua madre. “Non ho intenzione di farti perdere tempo oggi, ma ti aspetto domani a mezzogiorno sulla colline verso ovest, dovresti trovarla facilmente.. è circondata da alberi di ciliegio.” Disse con un ghigno la ragazza. Non aspettò nemmeno una risposta che si disperse nel bosco.

Ran riposò il più possibile e il giorno dopo iniziò a riscaldarsi alle undici e mezza. Presto sarebbe tutto finito…

Sasuke arrivò alla collina con uno strano presentimento: più provava a non pensare a Sakura più falliva, eppoi questa ragazza non lo aiutava affatto. In che razza di posto l’aveva portato? Tutto rosa… Vide la ragazza alla luce del sole e riconobbe la divisa da Anbu. “Ninja della Foglia..” sputò le parole con disgusto.

“Pensavo non venissi!” disse con un sorriso la ragazza mentre si avvicinava al moro, e lui faceva lo stesso. “Stavo già pensando di venire a prenderti” disse con una risata di scherno. In cambio ricevette silenzio e uno sguardo omicida. Proprio quello che voleva.. “Perché non mi parli? Non avrai mica paura? Cosa può fare una piccola ninja come me ad un potente stronzo bastardo nukenin come te?” disse con amarezza. Sasuke s’arrabbiò ed urlò “Finiamola con queste bambinate, dimmi perché sei qui, chi ti manda e cosa vuoi”.

“Sempre a dare ordini, vero? Ma non ti sei stancato? Non è monotono?” disse guardandolo con superiorità. “Non sono cose che ti riguardano. Cosa cavolo vuoi bambina?”.

Il suono di una risata amara eccheggiò sulla collina “Non so se ridere o piangere, ti conosco da meno di venti minuti e desidero già farti fuori, ti sembra normale?”. Sasuke non rispose, voleva solo finire quella baggianata il prima possibile.

Ran sospirò e prese un kunai dalla sacca che aveva lasciato ai suoi piedi. Sciolse la lunga coda e prese in capelli con una mano. Con uno scatto tagliò i capelli col kunai. Sasuke rimase sorpreso ed ebbe un deja-vu. Ran fissò il vuoto per un paio di minuti…

Una quattordicenne correva verso casa col sorriso sulle labbra, sua madre le aveva sempre detto che per una ninja è più facile tenere i capelli corti. E lei aveva tagliato i suoi con un vecchio kunai di sua madre prima degli allenamenti. Aprì la porta di scatto urlando “Sono a casa mamma!”. Una donna dai capelli rosa si affacciò sorridente dalla cucina, ma al vedere la figlia il sorriso le si gelò sulle labbra. La vedeva controluce ed il volto era scuro, la sua corporatura esile non dimostrava i suoi quattordici anni ma nessuno metteva in dubbio la sua enorme forza. Sakura vedeva solo dei capelli scuri e corti sparati da tutte la parti: assomigliava tremendamente a Sasuke. La donna scoppiò in lacrime e corse ad abbracciare la figlia. Ran non disse niente e la lasciò sfogare. Perfino a zio Naruto scappò una lacrima a vederla con quei capelli. Non tagliò mai più i suoi capelli, li lasciò crescere in tutti gli anni seguenti…

La ragazza si riprese e guardò furente l’uomo davanti a sé. “è tutta colpa tua… è sempre stata colpa tua… lurido bastardo!” urlò aggredendo Sasuke. Lui la guardava mentre cercava di difendersi: era dannatamente forte. Ran continuava ad urlargli insulti a picchiarlo; lui non voleva alzare le mani su una ragazzina. Lei scattò verso la sua sacca, ne estrasse una spada e sussurrò senza farsi sentire “La riconosci questa bastardo? La riconosci?! Era tua!! Mia madre la custodì come se fosse un tesoro! Perché porca puttana, perché ci hai fatto questo? Lei ti amava…” . Sasuke intanto guardava la spada come se fosse un fantasma. Cosa ci faceva in mano a lei?

“Hinata-chan puoi passare da mia madre oggi? Ho gli allenamenti e non posso darle una mano” “ma certo cara, con piacere” le sorrise dolcemente. Dopo aver fatto un piccolo inchino corse verso l’accademia, Neji-Sensei non avrebbe tollerato un altro ritardo. Da quando sua madre era diventata cieca i problemi si erano raddoppiati. Aveva pianto troppo Sakura, tutte le notti da quanto ricorda Ran, e ora si ritrovava cieca… Ran era costretta a partecipare a più missioni per poter arrivare a fine mese. Orgogliosa come la madre non accettava soldi dall’Hokage. Non aveva più tempo per nulla: allenamenti, missioni, riposo, e poi di nuovo allenamenti, missioni e riposo. Non vedeva praticamente più la madre, finchè una mattina d’estate, la ritrovò sul suo letto, morta, mentre teneva in braccio una cornice con una foto del Team 7 al primo giorno in accademia. Il mese successivo si chiuse in se stessa… sua madre le aveva lasciato una lettere prima di suicidarsi, prendeva un sacco di antidepressivi e altre medicine. Maledetta ninja medico.. aveva digerito tutte le pillole che aveva a casa… senza nemmeno salutare la figlia.. ma era tutta colpa del padre… nella lettera le diceva di essere ancora innamorata del suo Sask’è, e di non essersi pentita di aver fatto quello che ha fatto, e che lei era stata la cosa migliore capitatale in tutta la sua vita… Nella lettera diceva anche dove trovare la vecchia roba di suo padre…

Ne sorrise al ricordo: sua madre la conosceva bene, sapeva che lei non se ne sarebbe stata con le mani in mano. Si lanciò sul ninja e Sasuke si vide costretto ad usare a sua volta la sua spada. Mentre Ran continuava ad attaccarlo, lui cercava di difendersi ebbasta. Ma gli insulti raddoppiarono e Sasuke non ci vide più dalla rabbia. Combatterono per ore e ore: nessuno dei due dava segni di cedimento. Ran continuava ad insultarlo e ad attaccarlo e lui pensava ad un modo per farla fuori. Erano entrambi ricoperti di sangue ed avevano il fiato corto. “Devo trovare un modo per ucciderla… è troppo forte e io sono fuori allenamento”.

Il sole stava tramontando che ad un certo punto sentirono un urlo acuto. Ran si girò per vedere da dove provenisse e vide Karin, la compagna di squadra di suo padre. Questa iniziò a sbraitare “cosa state facendo!! Lascia stare il mio Sask’è-kun!”. La mora non fece in tempo a risponderle che si sentì trafitta da qualcosa. La rossa fu bloccata da Suigetsu.

“Mi dispiace, mi hai fatto perdere già troppo tempo” disse Sasuke, con aria stanca. Ran sentiva il sapore del sangue… non era riuscita a battere suo padre ma sapeva già cosa fare.

La mora ghignò sorprendendo l’Uchiha, che comunque continuava a tenere una faccia impassibile. “Sei noioso.” E stavolta Sasuke non potè trattenere lo stupore.

Ran iniziò a raccontare tutto: dal fatto che il suo vero nome è Mikoto Uchiha, chiamata comunemente Ran, che questo nome gliel’aveva scelto la madre, Sakura, ancora tremendamente innamorata di Sasuke, raccontò di come lei e sua madre erano legate a Naruto ovvero il nuovo Hokage, gli disse anche di Kakashi-Sensei che andava a trovarle regolarmente, gli disse che scoprì chi fosse suo padre a 17 anni e che lo odiò dal primo istante che seppe il suo nome, gli raccontò di come Sakura soffriva la sua mancanza ed era costretta ad usare antidepressivi, gli disse come si suicidò la madre, gli disse come l’Hokage tentò di farle cambiare idea sui suoi piani… gli raccontò tutto…

A Sasuke veniva da vomitare, era una storia assurda, eppure non poteva non crederci. Aveva ucciso sua figlia con le sue stesse mani…

“Penso sia un vizio di famiglia versare sangue del proprio sangue” disse Ran affaticata “anni fa ti sterminarono la famiglia, e la vendetta diventò la tua unica ragione di vita. Questa volta invece hai sterminato la tua famiglia con le tue stesse mani… sono contenta anche se non sono riuscita ad ucciderti Uchiha… non hai più nessuno su cui vendicarti… ti ho sempre odiato e ti odierò sempre… non ti ho mai chiamato papà nemmai lo farò… posso morire in pace… finalmente” disse il tutto guardando l’uomo negli occhi. Sasuke Uchiha non potè fare niente… la ragazza stava ormai morendo. Le lacrime fuoriuscirono dai suoi occhi perennemente inespressivi. La ragazza ridacchiò e disse “così impari bastardo…”.

Le sue ultime parole. Sasuke portò il corpo della ragazza di nuovo a Konoha sotto lo sguardo allarmato degli abitanti. Da quando Naruto era diventato Hokage, Sasuke sarebbe potuto tornare a Konoha ma non lo fece mai. Seppellirono Mikoto Uchiha a fianco alla madre. Sasuke Uchiha decise di lasciare il suo team e stabilirsi a Konoha. Mentre tornava dalla visita giornaliera al cimitero, un invecchiato Rock Lee ancora innamorato di Sakura gli venne incontro. Dopo avergli sussurrato “Muori schifoso” lo pugnalò.

Sul punto di morire Sasuke pensò a Sakura, a Ran, e a tutte le altre persone che fece soffrire. Chiese loro perdono e lasciò che le tenebre lo avvolgessero.

 

Outside

Campi d’orati… una casa di legno in mezzo a quel Paradiso… un uomo camminava in mezzo al campo di grano per raggiungere la casa. Una donna dai capelli rosa e una ragazza dai capelli neri lo aspettavano sulla soglia. “Perché sono qui? Il mio corpo dovrebbe bruciare nelle fiamme dell’inferno adesso…” disse l’uomo mortificato abbassando il capito, gesto decisamente non Uchiha. La rosa non disse nulla, con le lacrime agli occhi gli prese semplicemente la mano. “Perché l’ho voluto io papà, dopotutto ti ho perdonato” disse sorridendo la mora. Sasuke si voltò verso di lei, stupito, ma prima di poter dire qualcosa a sua figlia questa si girò ed entrò nella casa urlando “Nonni! Zio Itachi! Papà è arrivato!”. Sakura lo trascinò dentro. Sasuke le sorrise dolcemente e sussurrò “Papà eh..”

 

 

 

Angolo dell’Autrice:

Beh… non so come sia venuta fuori… davvero non chiedetemelo… so solo che dovevo scriverla. sono sempre stata una fan del SasuSaku e penso che lo sarò sempre. Ma dopo aver visto una fanart mi è venuta in mente Ran… e non potevo dare la colpa di tutto a nessuno se non Sasuke Uchiha. Gradirei davvero moltissimo qualche recensione… per favoreeeeeeeeeeeeeeeee *-* San-chan impazzirebbe di gioia!! Mi scuso per gli errori di grammatica e tutto ma l’ho scritta di frettissima e in un pomeriggio solo, anche se non è un granchè.

http://c2.api.ning.com/files/dgMEB0P*65O3N1qaMXTeGqu0kQES4hm2Rjzm1HPYALEeZC64PmtH0ZsbRhDoE*RENSm9ScRm7UfqhQrpjFb28fMxQb32LY5j/1190238569_NinjaGirl.jpg questa qui è Ran.

Un bacione a tuuuuutti

San-chan

P.s.: vi consiglio di leggerla ascoltando la canzone “Home” dell’album “White Stones” dei Secret Garden. 

P.s.2: scusate davvero taaaaanto se ci sono errori, se ne trovate fatemelo assolutamente notare e correggerò la storia!!

 

  
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