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Autore: Piccola Ketty    30/03/2010    5 recensioni
Un pov Rob per la mia storia "The wishes of our heart", per chiarire bene le idee. Buona lettura!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Allora...eccomi di nuovo qui ad irrompere nei vostri pomeriggi di primavera - che poi tanto primavera non è, ma vabè XD
Ho deciso di dedicare qualche capitolo anche al nostro povero Robert.
Si tratta della storia "The Wishes of our Heart", queste OneShot che pubblicherò, sono i pov di Robert relativi ad alcuni episodi della storia, che invece vengono visti dal punto di vista della nostra cara Mary.
Li metterò anche per darvi ulteriore conferma dell'amore che Robert prova, e della sua confusione all'inizio della storia.
Se volete goderveli come si deve, vi consiglio comunque di tornare a leggere la storia, perchè questo è un capitolo tra i primi!

Buona lettura ragasse!
:****

***

“Rob, ti vogliono sul set tra cinque minuti”.
Sono stanco, non ne posso più. La giornata sembra non voler terminare.
Inoltre sono costretto a recitare davanti ad una miriade di fan. Non che la cosa mi dispiaccia, anche se a volte le sento troppo strette, a me fa piacere averle vicine. Devo ringraziare loro se sono quello che sono. Però, a volte, mi sento come in una gabbia.
Ecco a voi la prossima attrazione: Robert Pattinson.
E devo scendere in scena, per farmi ammirare, per farmi criticare.
Quando vado in giro ormai ho perso la mia vera personalità. Non so più chi sono a volte.
“Edward mordimi”, “Edward posso toccarti i capelli?”.
Non sopporto quando vengo chiamato con il nome del personaggio che interpreto.
Io sono Robert. Punto.
Nessuno vuole capirlo?
Soltanto i ragazzi del set e forse mia madre mi chiamano ancora con il mio nome di battesimo.
Dico forse, perché a volte anche lei, insieme a mio padre si diverte a prendermi in giro.
A lei la faccio passare, agli altri no.
“Ora vado”, dallo sguardo della truccatrice capisco che è tardi, e che non vede l’ora di posare quelle sue manacce sulla mia pelle.
Adoro Lorance, è fantastica. Riesce sempre a strapparmi il sorriso.
È bassa, abbastanza robusta ed ha il doppio dei miei anni.
Ma avendo origini italiane, mi dice tutto quello che vorrei sapere su questo paese.
Mi piace questo posto, si. Non c’ero mai stato.
Devo dire che mi attirano molto i suoi monumenti, i prati.
Non che a Londra non ce ne siano, anzi..però è difficile trovarne in giro per lavoro.
Mi incammino verso il centro della piazza.
Devo passare davanti a dei vari tendoni, al cui interno ci sono sicuramente gli altri ragazzi, intenti a godersi la loro pausa.
Io ho già avuto la mia, mezz’ora fa.
Ho mangiato mezzo panino al volo, ripassando la parte che avrei dovuto recitare tra poco, e poi mi sono venuti a chiamare.
Spero davvero di trovare il silenzio una volta in camera.
Ma so già che non succederà.
Jake se ne è stato buono per troppo tempo, sono certo che vorrà uscire per divertirsi.
Sorrido, mentre cerco di schivare una donna con un carrello.
Inizio già a sentire gli schiamazzi e il rumore della confusione di fronte a me.
Se devo essere sincero, non so cosa mi blocchi dal correre lontano da questo posto.
È sempre stato il mio sogno recitare, fin da bambino.
Lo so che quello che passo e che sento sono prezzi da pagare per la popolarità, ma non riesco ancora a farci l’abitudine come vorrei.
Per questo invidio molto Kris. Lei ormai è talmente assediata dai paparazzi e dalle telecamere, come me, che nemmeno ci fa più caso.
Dice che a volte li chiama anche per nome, nonostante siano nomi inventati.
Almeno si diverte, dice.
Mi passo una mano tra i capelli, stando attento a non rovinare la pettinatura fatta questa mattina, altrimenti Lizzy chi la sente.
Lizzy e Lorance sono le persone più deliziose tra i truccatori e il resto dei lavoratori.
Sono le uniche persone che sanno sempre come mi sento.
E sono anche le uniche che cercano sempre di farmi sorridere e di farmi pensare ad altro.
Quando passo l’ultimo tendone rimasto mi fermo a qualche metro da una ragazza.
È alta, i capelli neri le cadono lisci sulle spalle scoperte.
Indossa un vestito che..oddio.
Non saprei nemmeno come descriverlo, i miei ormoni non mi permettono di focalizzare bene l’argomento.
La guardo, e non mi accorgo nemmeno di essermi avvicinato. Riesco a sentire il suo profumo, fresco. Sa di rosa. Credo.
Il vestitino è rosa, e le copre a mala pena la schiena.
Le arriva al ginocchio, ma riesco comunque a vedere la bellezza delle sue gambe. Lunghe e sinuose.
Vorrei parlarle, chiederle come si chiama.
Non l’ho mai vista qui intorno, forse è nuova.
Sarà italiana magari, però le italiane. Mica male.
Il mio orgoglio maschile inglese mi impone di non fare certi pensieri, ed io cerco prontamente di evitarli.
Eppure è così bella. Impossibile non notarlo.
Il profilo del suo viso è talmente perfetto, che potrei ridisegnarlo su carta senza problemi.
Le labbra carnose al punto giusto, sono rosse mentre le guance rosee si gonfiano all’improvviso.
Sbuffa, ed io non posso fare a meno di ridere.
Guarda il tendone incuriosita.
Si porta le mani sulle braccia, strusciandole.
Avrà freddo, vestita in quel modo.
Mi guardo intorno, poi, prendo la giacca che indosso e mi avvicino.
O ora o mai più Rob. Su.
Senza dire niente, glie l’appoggio sulle spalle e senza nemmeno rendermene conto, le sfioro la pelle delicata del collo.
Un brivido mi costringe ad allontanarmi.
Ho sentito il cuore perdere un battito, e non mi era mai successo in tutta la mia vita.
Si volta, probabilmente notando la giacca.
Cavolo.
Rimango praticamente di stucco.
Ha gli occhi più azzurri che io abbia mai visto, perfino dei miei.
Rimango qualche secondo ad osservarli, curiosi e sorpresi mi stanno guardando.
Sembrano quasi leggermi l’anima. Mi fanno paura.
Se rimango, me la porto via. È poco ma sicuro.
Non fare stupidaggini.
Eppure, non riesco a staccare gli occhi dai suoi, sono così profondi e liquidi, che riesco a specchiarmici dentro.
Vorrei parlarle, chiederle il suo nome, salutarla. Ma le parole mi muoiono in bocca.
Ho la gola secca, ed il cuore ha preso una corsa tutta sua per chissà dove.
Non posso stare qui, scusa.
Scusami.
Prendo un respiro, per portare con me il suo aroma, e me ne vado.
Senza voltarmi, semplicemente chiudendo gli occhi ed immaginando le sue labbra sulle mie.

   
 
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