Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-gi-oh
Ricorda la storia  |       
Autore: JunJun    07/08/2005    7 recensioni
“Miei cari duellanti” esordì improvvisamente una voce profonda dal fondo della sala. Il ronzio che la riempiva scomparve di colpo, come se qualcuno avesse spento l’audio. Ora udivo solo quella voce bassa, convincente, ironica, ma crudele, come se ogni parola fosse una goccia di veleno che intossicava il cuore. “Il mio nome è Dartz” continuò la voce “e vi ho convocati qui perché ho bisogno della vostra anima: se accettate di donarmela, vi prometto che verrete ricompensati grandemente. Che cosa ne dite?”.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dartz, Yuugi Mouto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


La mia prima fic su Yugioh è un piccolo mix di generi: all’inizio è descrittiva, poi diventa azione, quindi romantica, mentre alla fine…beh, non posso dirvelo, o ve la rovino!XD
Scrivere questa fic era una cosa del tutto fuori programma, e non so neanche come sia venuta…^^’ perciò mi farebbe piacere sapere la vostra opinione.
La storia è ambientata quando Joey combatte per la seconda volta contro Mai e Rebecca e gli altri cercano di rintracciarlo usando i satelliti della Kaiba Corporation.
Premetto che non ho mai scritto una storia completamente romantica, non mi sono mai piaciute le narrazioni in prima persona, né sono una fan particolare della coppia protagonista della fic...però ho avuto quest’idea e così…
Buona lettura!*^^*;;
JunJun

*****
*****

I.

Era difficile dare un nome al posto in cui mi trovavo: non era il salone di un sontuoso palazzo, né il sotterraneo di una piramide misteriosa, eppure aveva qualcosa di entrambi, la maestosità di uno, la sacralità dell’altra. Un tempio. Si, doveva essere un tempio antico. Il soffitto era alto, tanto che le lampade che bruciavano appese alle pareti non riuscivano a rivelarne la profondità. Non riuscivo a vedere altro di quella sala, perché le centinaia di persone che mi circondavano me lo impedivano con la loro presenza soffocante. Le fiammelle tremolanti le nascondevano e poi le mostravano di nuovo ai miei occhi: erano ragazzi, ragazze, uomini, donne, anziani, di tutte le età; erano confusi, nervosi, spavaldi, assonnati, sarcastici.
Non mi è mai piaciuta la folla. Forse non è una cosa normale, ma quando mi trovo in mezzo ad un mucchio di gente chiacchierina che non conosco, soffro di solitudine.
C’era un mormorio costante, e un caldo insopportabile, angoscioso, lì dentro. Mi chiesi perché mi trovavo lì, e dove fossero i miei amici. Non sapevo cosa fare, guardavo solo quella marea di volti sconosciuti sfilarmi davanti agli occhi, scomparire quando le fiammelle tremavano e poi ricomparirne altri, in un movimento continuo e angosciante. Mi sentivo in soggezione, si. Un peso al cuore mi costringeva in quello stato di nervosismo e tristezza. Le tenebre avviluppavano la mia anima. Che cosa mi stava succedendo?
“Miei cari duellanti” esordì improvvisamente una voce profonda dal fondo della sala. Il ronzio che la riempiva scomparve di colpo, come se qualcuno avesse spento l’audio. Ora udivo solo quella voce bassa, convincente, ironica, ma crudele, come se ogni parola fosse una goccia di veleno che intossicava il cuore. “Il mio nome è Dartz” continuò la voce “e vi ho convocati qui perché ho bisogno della vostra anima: se accettate di donarmela, vi prometto che verrete ricompensati grandemente. Che cosa ne dite?”.
L’eco di quelle parole risuonò brevemente nell’aria. Un nuovo mormorio la coprì prima che svanisse. Non riuscivo a capire nessuna delle migliaia di esclamazioni che uscirono dalle bocche dei duellanti in questione, ma non mi ci volle molto per capire che a nessuno l’idea di dover rinunciare alla propria anima andava proprio a genio.
Cercai il fantomatico Dartz con lo sguardo. Non riuscivo a vederlo, lontana com’ero da lui e in mezzo a quella folla, ma qualche secondo dopo sentii di nuovo la sua voce tuonare spazientita: “Ebbene, poiché non vi consegnate volontariamente, vuol dire che la vostra anima la prenderò con la forza!”.
Un incantesimo, una maledizione, un’altra diavolerie di quelle carte da gioco, non so cosa successe poi. Io vidi solo il principio di una luce verdastra esplodere nel soffitto del tempio e precipitarsi addosso ai duellanti. Ci furono urla, spinte, fughe disperate. Qualcuno mi spinse a terra. Caddi di schiena, sotto quella persona che mi stringeva così forte da togliermi il respiro; ma la cosa che mi fece più male fu quell’oggetto appuntito che aveva addosso. Nella caduta, mi forò lo stomaco, o almeno ci andò vicino, credo. Quel puzzle del millennio è davvero un oggetto pericoloso, lo dicevo io…
Quando la luce si dissolse, Yami allentò la presa, ed io ne approfittai per respirare a pieni polmoni l’aria che per troppi secondi era mancata nei miei polmoni. Lui si era accasciato di fianco a me. Notai che aveva uno strano profumo. Forte e misterioso, come lui. Sapeva di muschio, di alberi. Mi tornò in mente il viale che percorrevo ogni mattina per andare a scuola: un profumo simile me lo portava il vento. Un giorno d’autunno, spirò così forte che tutte le foglie morte, ancora appese sugli alberi, vennero spazzate via di colpo. Le poche che rimasero sul ramo, quelle più forti e testarde che ancora combattevano per evitare una fine inevitabile, erano simili ai pochi duellanti che avevano resistito all’incantesimo di Dartz: erano meno di una decina, e fra loro c’erano Joey, Seto e Yami, che era ancora accanto a me. E altri che conoscevo vagamente o non conoscevo affatto.
Yami si girò verso di me e mi disse: “Scappa!”; ma la voce di Dartz si era di nuovo insinuata in me.
“Poveri sciocchi, osate opporvi all’Oricalkos? Non valete la metà di quello che credete”.
“Ehi! Razza di borioso pallone gonfiato, chi ti credi di essere? Scommetto che ti batterei bendato e con una mano sola” protestò Joey.
Dartz lo fulminò con un’occhiata. “Se ne sei convinto, insolente, allora vi propongo una sfida. Tutti voi contro me solo. Ma se perderete, la vostra anima sarà mia” disse dopo un breve silenzio. Intercettò l’occhiata di Seto. “Se invece vincerete, scomparirò per sempre e tutto tornerà come prima”.
I duellanti che non conoscevo si guardarono negli occhi…e fuggirono spaventati. Dartz gongolò, e lanciò ai folli che osavano sfidarlo un sorriso come compassionevole: Seto e Joey, e Yami. Lui mi ripeté: “Scappa! Va’ via, presto!”, stavolta come un ordine, ma io fui colpita dal suo tono preoccupato e rimasi a fissarlo come una sciocca. Era così protettivo…
Mi piaceva, mi piaceva davvero tanto, Yami. Lui mi guardava come se volesse lanciarmi tante maledizioni tremende; credevo quasi che stesse per picchiarmi. Io invece ero lì impalata e persa nei miei sogni da adolescente stupida, a cercare di capire se mi diceva quelle cose perché era preoccupato per me o perché pensava fossi solo un impiccio per il duello. Mi dissi che doveva essere così: lui era il re dei duelli, io invece ero solo una ragazzina che un altro po’ e non sapeva neanche giocare a Duel Monsters. Però non volevo lasciarlo solo. Pensai che se lui doveva seguire il suo destino di salvare il mondo o perire nel tentativo, io avei seguito lui, nel bene o nel male…
Dartz era sceso dall’altare dietro cui si trovava. “Si dia inizio al duello, dunque!” disse con un'aria da attore drammatico consumato, e i Dyulin (?) Disks che tutti portavamo al braccio si mossero da soli. Le carte erano state mescolate. La partita poteva avere inizio, ma io non credevo di essere inclusa fra i duellanti in gioco!!

  
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-gi-oh / Vai alla pagina dell'autore: JunJun