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Autore: ceciotta    31/03/2010    2 recensioni
Credere sempre in noi stessi, anche nelle situazioni più difficili...
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SENZA MAGIA

 

Un giorno un piccolo elfo camminava per il bosco senza meta. Si sentiva solo e non voleva tornare a casa perché lì lo prendevano in giro: lui non aveva poteri magici come gli altri elfi. Era stufo di non essere accettato dagli altri solo perché non poteva fare magie. Però la sua povera mamma cosa avrebbe pensato quando non l’avesse visto tornare a casa?E già era quasi ora di cena; forse era per quello che aveva tanta fame. “Sarà meglio trovare qualcosa da mangiare prima che venga buio”. Aveva appena pensato questo che vide un cespuglio di more. Dopo aver mangiato se ne riempì la borsa che si era portato dietro. Dopo poco vide un cespuglio muoversi; ne uscì un cucciolo d’orso. «Ciao. Tu sei un elfo, vero? Come ti chiami? Io sono l’orsetto Pelosino!» disse.

«Mi chiamo Lucignolo»disse l’elfo«E… Sì, sono un elfo»aggiunse poi.

«Oh, che bello; sai, io non ho mai chiacchierato con un elfo! Mi faresti una magia?»

«Io non so fare magie» ammise l’elfo pronto a subire anche le offese di Pelosino. Invece l’orsetto disse:

«Non c’è da vergognarsi. Probabilmente devi ancora trovare la tua parte magica». Si fermò un attimo e disse: «Hai qualcosa da mangiare? Ho una fame tremenda».

Lucignolo non aveva mai pensato a questo e si sentì sollevato. Offrì le more rimaste a Pelosino, che lo ringraziò dandogli uno strano oggetto: una piuma. Rimasto solo entrò in una caverna e si coricò dietro ad un grande masso. Dopo poco fu svegliato da due voci vicine a lui. Nascosto dal sasso sbirciò fuori e vide un orco e una strega che parlavano. Rimase pietrificato quando si accorse che si trattava dei due più malvagi nemici degli elfi: Malefica e Testone (questi erano i loro nomi) avevano litigato con gli elfi si erano uniti contro di loro. Da allora gli elfi che si trovavano da soli nel bosco venivano catturati e non si sapeva più che fine facessero. Lucignolo non voleva certo scoprirlo tramite esperienza diretta quindi rimase fermo ad ascoltare.

Intanto Malefica stava dicendo: «Allora siamo d’accordo: domani distruggeremo il villaggio. Sarai puntuale alle sette di sera nella caverna?»

«Certo!»rispose l’altro«Non potrei mancare alla parte finale della nostra vendetta». Lucignolo capì che gli elfi correvano un grande pericolo; doveva avvisarli subito. “Non mi crederanno mai” pensò subito dopo. “Penseranno che sia uno scherzo per spaventarli per quello che mi hanno fatto. Ma allora cosa posso fare? Devo trovare il modo per fermarli, ma senza poteri magici è impossibile!” Ma mentre pensava a questo si appoggiò al masso che rotolò via, lasciandolo allo scoperto. Subito dopo udì le grida d’attacco di Malefica: «Un elfo! Prendilo, Testone, prendilo». L’orco provò a catturarlo ma Lucignolo lo schivò, saltò fuori dalla caverna e corse finché le sue gambe resistettero. Poi si sedette tremando. Non sapeva veramente cosa fare. Mentre pensava si accorse di avere in mano la piuma che gli aveva dato Pelosino. Se la rigirò tra le dita tanto per fare qualcosa. In quel momento da dietro alcuni alberi apparve una donna. Lucignolo capì chi era: la Fata della Piuma Incantata. E lui l’aveva chiamata. Si sentì sollevato: la Fata era colei che aveva salvato gli elfi durante la frana che aveva quasi distrutto il villaggio qualche anno prima.

«Ciao piccolo elfo. Posso esserti utile per qualcosa?» chiese la Fata con la sua voce dolce.

Lucignolo le raccontò l’accaduto. Subito lei disse:

«Dobbiamo fermarli, ma prima riposati. Sei stanchissimo e non riesci quasi a metterti in piedi».

Lucignolo si accorse che la Fata aveva ragione. Si coricò ma poco dopo si svegliò. La Fata lo stava scuotendo con aria preoccupata.

«Presto, Lucignolo! Malefica e Testone stanno gia andando al villaggio. Avranno creduto che tu avresti avvisato subito gli elfi!»

Lucignolo salto in piedi e subito partirono verso il villaggio. L’elfo non disse niente per tutto il tempo da tanto era spaventato e preoccupato.

Finalmente arrivarono. L’elfo, con il cuore in gola, si precipitò tra le case fino alla piazzetta da cui provenivano le urla dei suoi simili. La scena intorno a lui era tremenda: case infuocate, elfi che correvano via terrorizzati scontrandosi a vicenda e Malefica e Testone che distruggevano ogni cosa, la prima lanciando magie e il secondo con una grossa mazza. La Fata vicino a lui lanciò un incantesimo che bloccò la mazza. Solo allora tutti si accorsero della loro presenza.

«Lucignolo! Dov’eri finito? Vattene! Scappa finché sei in tempo!»gridò la madre dell’elfo. Dopo un attimo Malefica disse alla Fata:

«Ci rivediamo dopo tanto tempo. Circa dieci anni, dall’ultima volta che ci siamo scontrate. Ma questa volta vincerò io e non tu!»

Detto questo le lanciò un incantesimo che la colpì in pieno nonostante lei avesse provato a proteggersi. Fu rinchiusa in una piccola bottiglia di vetro infrangibile.

«NO!»gridò Lucignolo. Sapeva che nessun elfo, nemmeno il più forte, sarebbe riuscito a sconfiggere Malefica e Testone.

«Lucignolo, ascoltami!»gli disse la Fata«Tu puoi riuscire a sconfiggerli, lo so. Devi credere in te, solo così riuscirai a batterli!»

«Oh, ma che scena commovente!» disse la strega«Non illuderti di poterci battere piccolo elfo senza magia!»

Lucignolo non capiva: tutti gli elfi adulti del villaggio erano terrorizzati e lui era solo un elfo-bambino e senza poteri magici. Ma allora perché la Fata era fermamente convinta che poteva batterli?

Sapeva che tutti lo guardavano e pensavano la stessa cosa.

«Visto?!»lo stuzzicò la strega«non riesci nemmeno a muoverti! Sei solo un piccolo elfo come gli altri: sciocco, pauroso e inutile. Anzi, sei decisamente più inutile degli altri, visto che non hai poteri!». Poi scoppiò in una risata malvagia.

Mentre parlava, Lucignolo aveva sentito una grande rabbia prendere il posto della paura. Si sentiva diverso dal solito.

Senza preavviso la strega lanciò un incantesimo al fratellino di Lucignolo. Il piccolo elfo fu sollevato in aria e urlò.

Lucignolo sentì la rabbia esplodere e, senza sapere quello che faceva, allungò le braccia verso la strega. Dalle sue mani uscì un getto di luce che colpì in pieno Malefica. La strega urlò e scomparve. Il fratellino di Lucignolo cadde su un cespuglio di more, si rialzò e come tutti gli altri guardò stupito il fratello. Lucignolo rimase fermo. Non vide nemmeno l’orco che fuggiva per non tornare più o gli altri elfi che liberavano la Fata. Sapeva di aver usato una magia superiore a quella degli altri elfi: aveva eliminato una strega e un elfo normale non ci sarebbe riuscito. Tutti lo guardavano e lui si girò verso la fata e chiese:

«Ma come ho fatto?»

«Hai semplicemente pensato che potevi batterla e ce l’ hai fatta. Volevi a tutti i costi salvare tuo fratello e sei riuscito ad usare una magia molto potente» spiegò lei.«Questo dimostra che se credi veramente in quello che fai, supererai ogni ostacolo!»

Detto questo se ne andò.

 

Spero che questa favoletta vi sia piaciuta. L'ho scritta un po' di anni fa, si può dire che sia uno dei miei primi racconti, scritto in seguito a un tema che mi era stato assegnato.

Fatemi sapere cosa ne pensate, se volete.

   
 
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