La donna aspettava che il marito si decidesse. La luce era spenta per risparmiare. Non riuscivano nemmeno a guardarsi in faccia.
Un rantolio ruppe il silenzio della cucina. Dopo essersi schiaritò la voce, l'uomo esclamò:
- Doyle.
- Doyle?
- Esattamente.
- ...
- ...
- Avevamo detto che avresti deciso tu. E così sarà. Vada per Doyle.
- Jeffrey Doyle.
- JEFFREY DOYLE?!?!
- ...
- Jeffrey Doyle!...
- Già.
- Jeffrey Doyle...
- Sì.
- Jeffrey Doyle.
- Così ho detto, e così sarà. Oppure vuoi rompere il patto? -
Avrebbe fatto meglio a romperlo, quel patto, la madre di Jef. Non sapeva che una figlia femmina non ci sarebbe mai stata. E lei non avrebbe deciso il nome proprio di nessuno. Il patto, infatti, stabiliva al padre il diritto di scegliere il nome del figlio maschio e alla madre, quello della femmina. Peccato. Avrebbe voluto vendicarsi.
- Anna Maria Genuflessa Armandona.
- Eh? -
Immaginava da anni la scena.
La signora si alzò in piedi e andò a prendere qualcosa da mangiare.
Certo, quando hai un figlio con quel nome, ti vergogni. Con chiunque.
- Caro, dov'è il bambino? Non l'ho visto più, dopo il parto...
- Ecco qui il suo bambino - Esortì l'infermiera. - Com'è bello! Come si chiama?
- Ehm...
- Jeffrey Doyle - Affermò l'uomo, che sfoggiava il nome del figlio da se stesso scelto come un trofeo.
L'infermiera sembrò avere un sussulto, consegnò il neonato alla madre e scappò via. Inutile dire come grazie alla riservatezza dell'infermiera i tre uscirono dall'ospedale tra le risa dei presenti. Eppure il padre continuava a non accorgersene.
Jef crebbe bene, tra l'amore della famiglia non gli mancò nulla. Non era il primo della classe, ma aveva medie di tutto riguardo. Il padre lo adorava, e la madre cercava di dimenticare il nome che aveva. A Jef non sembrava dare troppo disturbo quel nome. Era forse un pò lungo da dire, - vista la dissonanza tra le parole di nome e cognome che formava un suono cacofonico - diceva sempre lui, con l'aria intellettuale. Gliel'aveva detto la Professoressa di italiano, in prima media, e non se l'era più dimenticato. Ora quella frase la pronunciava di rado quando voleva fare bella figura, anche se alla fine per lui era solo un insieme di suoni, perchè non aveva capito niente di quello che significasse.
Il cognome del padre era Serk. Prendendo il sacchetto di patatine, in quella cucina buia e polverosa, la signora sentì un brivido percuoterle la schiena.
Jeffrey Doyle Serk.
- Ommammamia...