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Autore: Caranil_    31/03/2010    3 recensioni
Cit: Era la donna più ricca e invidiata della citta'. Aveva l'azienda più florida, la casa più bella, la macchina più veloce. Le cose più belle erano tutte sue. Un giorno si guardò allo specchio. E vide sgretolarsi tutte le certezze su cui la sua vita si era fondata.
Lei è una donna ricca, intelligente e invidiata da tutti per il suo successo. Ma è sola. Eppure non si accorge di essere infelice, se non quando sarà troppo tardi per porre rimedio.
Genere: Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sommario:Cit: Era la donna più ricca e invidiata della citta'. Aveva l'azienda più florida, la casa più bella, la macchina più veloce. Le cose più belle erano tutte sue.
Un giorno si guardò allo specchio. E vide sgretolarsi tutte le certezze su cui la sua vita si era fondata.

Lei è una donna ricca, intelligente e invidiata da tutti per il suo successo. Ma è sola. Eppure non si accorge di essere infelice, se non quando sarà troppo tardi per porre rimedio.
Pairing:Nessuno. Altrimenti non si chiamerebbe Alone, no?
Rating:Nessuno. Come disse un tale, no pairing, no rating.
Beta:Angel666
Disclaimer:Penso che questo sia più che altro un "claimer", perchè sto per annunciare che qui è tutto MIO!! Muahahahahahahah!
Note dell'Autrice:Niente, tranne una supplica accoratissima a recensire. Anche per criticare. Per favore!!


Alone


Un tempo, in città viveva una donna.
Era ricca, questa business-woman; ma solitaria. Lei considerava sue amiche le donne che lavoravano con lei, ma non si fidava di loro. Non aveva mai avuto un uomo, ed era assolutamente certa che non ne avrebbe mai desiderato uno. Intelligentissima fin da piccola, la sua parola d'ordine era dovere. Non frequentava nessuno che non fosse un parente o un suo insegnante, non ammirava nessuno che non fosse adulto.
Aveva il massimo dei voti in tutte le materie, ma non le amava tutte: non le piaceva filosofia, perchè era un'insieme di utopie che non avevano applicazioni pratiche; non le piacevano arte, poesia, musica, perchè, non avendo sentimenti, non poteva apprezzare la loro messa in opera. Diplomata al liceo scientifico con 100 e lode, laureata in ingegneria meccanica con 110 con lode e bacio accademico, iniziò a lavorare presto in un'azienda che produceva armi, ma poco dopo ne fondò una tutta sua, che divenne la più quotata in borsa. Fin quando tenne le redini lei, non andò in ribasso mai.
I suoi guadagni erano altissimi: aveva quattro ville diverse, tutte lussuosissime; aveva macchine di ogni tipo; aveva tutto ciò che voleva. I suoi conti in banca (perchè ne aveva molti, in banche diverse, in vari stati) erano strapieni di soldi.
Credeva di essere felice.
Da sola. Nel suo mondo di gloria e ricchezza e invidia degli altri e solitudine.
I suoi genitori erano sempre stati orgogliosi di lei. I suoi fratelli l'avevano sempre invidiata per il suo grande successo.
E quell'invidia la rendeva ferocemente felice, così come quell'orgoglio: perchè entrambi testimoniavano che lei era la migliore.
Gli anni passavano. Lei invecchiava, ma non cambiava. L'unica testimonianza del passare del tempo erano le rughe intorno agli occhi. La sua intelligenza, la sua forza d'animo o il suo cinismo non cambiavano mai. Persino i suoi vestiti erano sempre gli stessi: aveva una ventina di tailleurs, tutti della stessa forma, di diverse sfumature di grigio.
Neanche il suo stile di vita cambiava. Lavorava dalle otto di mattina alle otto di sera, senza tregua, tornava a casa, e non si godeva minimamente la sua ricchezza.
Era tuttavia sempre piena di soddisfazione. Era la donna più ricca e invidiata della città. Aveva l'azienda più florida, la casa più bella, la macchina più veloce. Le cose più belle erano tutte sue.
Un giorno si guardò allo specchio. E vide sgretolarsi tutte le certezze su cui la sua vita si era fondata.
Lei non era felice. Era invidiata, invidiabile, ricca, e tutte quelle sciocchezze, ma era sola.
E la solitudine le apparve come una coltre nera, che avvolgeva e avviluppava tutto, facendolo marcire.
In un istante capì: la sua vita non aveva mai avuto un senso !!!
Aveva 85 anni, nessun amico, nessun ricordo felice.
Quando aveva vinto il suo primo concorso scientifico? No.
Quando la sua azienda aveva raggiunto il miglior fatturato del decennio? No.
Ripercorse tutta la sua vita. E decise che vita era il termine sbagliato. Lei non aveva mai avuto una vita.
Non aveva mai riso !!
Nei suoi ricordi c'erano sorrisi educati, ironici, glaciali, trionfali... ma non uno solo sincero.
Si stese sul suo letto. Sentiva l'Angelo della Morte avvicinarsi. Non ne era triste.
Può rimpiangere la vita, chi non l'ha mai vissuta ?
Sebbene potesse ancora vedere, preferì chiudere gli occhi.
Sentì una presenza entrare dalla finestra, uno spirito aleggiare. Si posò su di lei.
Sentì un respiro pesante sul suo viso. Fuori, sentì gli uccelli cinguettare, e il sole splendere.
E poi più niente.



Note dell'Autrice
Grazie per aver letto.. Gradirei tantissimo che mi lasciaste un commentino, anche minuscolo, solo per sapere se vi piace o no. E' la mia prima storia, perciò ho bisogno di sapere che ve ne pare...
Ringrazio tantissimo la mia Beta, Angel666 , che mi ha sopportato anche quando non riuscivo a postare la storia, e tutti quelli che recensiranno.
Risponderò ad ogni singola recensione con una mail. Se non volete, ditemelo subito nel commento. Grazie!!
   
 
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