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Autore: SHUN DI ANDROMEDA    01/04/2010    3 recensioni
“JULIAN-SAMA!! COSA FA QUI FUORI?”
La voce preoccupata di Sorrento, che cercava faticosamente di sopraffare il clamore dei tuoni e del mare, lo riportò per un attimo alla realtà; si voltò di scatto, vedendolo aggrappato alla finestra spalancata, lo sguardo smarrito e spaventato del giovane musico dai capelli spettinati e tirati con forza dal vento ruggente gli provocò una sensazione di disagio e dispiacere."
Una fic Julian SoloXSorrento di Siren (non esistono nella lista dei personaggi di EFP e mi son dovuta arrangiare^^''') nata dall'ascolto della canzone omonima di Massimo Bubola TU RIFUGIO AVRAI. La dedico con tanto affetto a PERSEOEANDROMEDA.
Può il Mare soffrire per il suo Signore? Può esso ritrovare la pace?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Poseidon Julian Solo, Siren Sorrento
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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TU RIFUGIO AVRAI

 

"e sul mio cuore tu rifugio avrai..."

Massimo Bubola, TU RIFUGIO AVRAI.

 

Julian si svegliò di soprassalto, trovandosi inghiottito dall’oscurità.

I suoi sensi, ancora ottenebrati dal sonno, percepivano vagamente il rumore del mare in tempesta aldilà della grande finestra in fondo alla stanza, la sua stanza.

Eppure, quel buio e quelle ombre, se possibile, anziché rincuorarlo per la loro familiarità, lo inquietarono ancora di più; nervosamente, il giovane scostò le lenzuola madide di sudore e si mise seduto, i suoi piedi nudi sfiorarono il marmo freddo, trasmettendogli un brivido freddo lungo la schiena.

Sentiva sotto di sé il rassicurante calore del proprio corpo e la forma del materasso, ma percepiva comunque qualcosa che non andava.

Se lo sentiva sin nelle ossa, qualcosa di spaventoso gli serpeggiava sotto pelle, il cuore sembrava battere all’unisono con le onde fuori da lì, nel mezzo della tempesta, salire, salire, sino in gola, e rituffarsi tra i flutti, attanagliato da una morsa gelida che non gli lasciava scampo.

Scosse la testa, cercando di allontanare quei pensieri.

Si alzò in piedi e si diresse, con la sola copertura della propria pelle, coraggiosamente verso la balconata.

La portafinestra era socchiusa, non ricordava se la sera precedente l’avesse chiusa o meno ma in quel momento non aveva importanza: il mare lo stava chiamando, ne era irresistibilmente attratto, come una madre che accorre al capezzale del figlio che piange, lui accorreva al suo mare, che lo invocava, invocava il suo aiuto.

Il contatto con la gelata aria della notte in tempesta lo fece rabbrividire, i piedi scivolavano sulla pietra umida e odorosa di salmastro, senza un appiglio, le sue mani arrancavano alla ricerca della balaustra per poggiarvisi, aggrappandosi per evitare che il vento impietoso lo portasse via; il sonno lo assaliva a ondate continue, senza tregua, si sentiva confuso e spaesato in quella furia cieca da parte dell’oceano.

Poteva vedere le onde infrangersi sugli scogli, sentiva gli spruzzi salati sul proprio viso, gli occhi bruciavano, la pelle del viso era arrossata, sferzata dalle instancabili raffiche, le orecchie piene del grido senza speranza delle acque e dell’aria; fu preso da un’improvvisa paura, l’adrenalina scorreva assieme al sangue, provò il desiderio folle di fuggire, fuggire lontano e nascondersi, era troppo per lui, era un semplice essere umano di fronte alla furia degli elementi, cosa mai avrebbe potuto fare?

La tempesta aumentò d’intensità, ormai non aveva più nemmeno sensibilità alle mani, tutto attorno a lui aveva il sapore di un sogno.

“JULIAN-SAMA!! COSA FA QUI FUORI?”

La voce preoccupata di Sorrento, che cercava faticosamente di sopraffare il clamore dei tuoni e del mare, lo riportò per un attimo alla realtà; si voltò di scatto, vedendolo aggrappato alla finestra spalancata, lo sguardo smarrito e spaventato del giovane musico dai capelli spettinati e tirati con forza dal vento ruggente gli provocò una sensazione di disagio e dispiacere.

“JULIAN-SAMA, RIENTRI, LA PREGO!!”

Il flautista mollò per un istante la presa sull’appiglio, venendo quasi sbattuto per terra come una bambola: “La prego, signore… Non può restare qui fuori…” la richiesta del nordico venne inghiottita dalla tempesta, ogni sua parola spariva nell’abbraccio letale della bufera; “ALLONTANATI!” gridò con voce imperiosa Julian, gli occhi color del cielo divennero più scuri, si assottigliarono, come a voler distinguere qualcosa nel cuore della burrasca.

Ma l’austriaco non si mosse, restò sulla soglia della portafinestra, lo sguardo sbarrato ma concentrato sull’esile sagoma del suo signore, i grandi occhi dalle sfumature del rubino accarezzarono la figura snella che si ergeva di fronte alla collera della natura, di fronte a quel mare a cui era indissolubilmente legata.

“Signore… cosa le sta accadendo…?” mormorò il musicista, muovendo un passo fuori dal rifugio sicuro della grande casa, gli si portò accanto, sfiorandogli la pelle delle spalle con la punta delle dita sottili e pallide, la sentiva gelida, come se fosse stata plasmata nel ghiaccio; a quel contatto gentile e affettuoso, il cuore del greco ebbe un brutto sobbalzo, il respiro gli si mozzò in gola, ma la tempesta sembrava improvvisamente scemare, il mare e le onde si placarono, abbandonandosi con dolcezza le une sulle altre.

Sorrento sospirò, la lunga vestaglia dai riflessi blu che gli copriva leggermente il corpo, quel tanto che bastava per evitargli brividi di freddo, ondeggiava al delicato soffio della brezza umida di salsedine, le sue mani non lasciarono neppure per un istante la presa sulle scapole di Julian.

“Cosa è successo…?” sussurrò debolmente il greco, respirando a pieni polmoni, tremando di freddo, “Il mare… La tempesta…” balbettò, guardandosi attorno, si sentiva svuotato e stanco; il Marine scosse il capo, sorreggendolo: “è tutto a posto, mio signore…?” domandò appena Siren, scrutandolo in viso preoccupato, “Cosa le stava accadendo? Perché è uscito con questo tempo?” chiese il flautista inquieto.

Solo gli fece cenno di lasciarlo, ansimando: “Sto bene…” lo rassicurò, sfregando una mano sul viso, “Sto bene…” cercò di convincersi, malgrado le gambe che tremavano, non aveva mai avuto una sensazione simile in vita sua, la testa gli girava ancora.

“Perché è uscito con questo tempo? In queste condizioni poi…” sospirò l’austriaco, passandogli una mano calda sulla fronte gelata e tenendogli delicatamente le braccia, “Qualcuno mi stava chiamando…” bisbigliò il signore, scrutando il mare in lontananza, le braccia mollemente poggiate alla balaustra, “non potevo ignorarlo.” mormorò con voce debole e febbricitante.

La presa sui suoi polsi si fece più forte e sicura, il viso di Sorrento s’incupì: “Signore… il mare reagisce al suo stato fisico.. Se lei soffre, anche le acque a lei fedeli ne risentono, se lei prova gioia o sicurezza, loro reagiscono di conseguenza… in questo momento, è attanagliato da una febbre che non le da tregua e anche l’oceano prova dolore. Si riposi, per favore… non sforzi ulteriormente il suo fisico già provato…” mormorò il Marine con voce rotta.

“Quella collera cieca… veniva davvero da me?” chiese fiocamente, rabbrividendo di freddo, il suo corpo venne squassato da spasimi di tosse, “sono stato io a provocare tutto questo?” i suoi grandi occhi blu diventarono lucidi per lo stupore e la febbre, strinse i pugni al cuore, chinando il capo, "quella distruzione senza senso, quella rabbia feroce priva di controllo, mi apparteneva veramente? Dimmelo, Sorrento!” gridò con aria smarrita.

“non c’era scampo… Non c’era rifugio… niente di niente!! Non si poteva fuggire, mi sentivo del tutto in balia degli elementi. Dimmi, è stata davvero colpa mia?”.

Il Marine non sapeva cosa dire.

Tutto gli sembrava inutile in quel momento, ogni parola che gli affiorava alla mente gli pareva riduttiva.

In un gesto puramente istintivo, gli afferrò le mani con delicatezza e se le portò al cuore, chiuse gli occhi, stringendole piano tra le sue: “qualunque tempesta sconvolga il mare, lei sappia che avrà sempre un rifugio sicuro in me e nel mio cuore, lo ricordi sempre.”.

Fu un atto involontario e inconscio, eppure ebbe l’effetto di riportare la pace nel cuore del signore dei Mari, che aggrappò a quelle mani come a un salvagente: “si lasci condurre al sicuro..” gli sussurrò all’orecchio la voce del suo salvagente, “io sarò sempre il suo porto dove aspettare che ritorni il Sole.” mormorò, prendendolo con facilità tra le braccia.

Semiprivo di sensi, Julian percepiva solo il calore del musico che aderiva alla perfezione alla sua pelle gelata e umida, un caldo abbraccio che gli infondeva tranquillità sin nel profondo dell’animo; si lasciò portare dentro casa, riconobbe a malapena l’odore di menta che impregnava il suo bagno, udì distintamente lo scroscio dell’acqua che cadeva sulla superficie immacolata della vasca, quante volte quel suono lo aveva cullato e condotto con sicurezza attraverso le nebbie del sonno.

Dopo, non ricordo granché, solo la vaga sensazione dell’acqua calda che lo avvolgeva, il contatto con le mani gentili di Sorrento sulle sue spalle tese e infine il fresco del suo letto e del suo cuscino; tese l’orecchio, la tempesta sembrava essere del tutto cessata.

Accanto a sé, percepiva la rassicurante presenza del suo salvagente, lo sentiva al suo fianco.

“è finita?” bisbigliò, affossando il viso nel morbido guanciale, era esausto; l’austriaco gli sfiorò con un fazzoletto bagnato le labbra secche, facendogli bere qualche goccia d’acqua, “si, è finita.” la voce stanca del musico gli giunse come una benedizione.

“Ho scelto un rifugio perfetto…” sospirò, sorridendo dolcemente con l’ultimo frammento di forza rimastogli prima di crollare definitivamente tra le maglie del sonno.

 

ANGOLO DEL LEMURE VIOLETTO:

è una JulianXSorrento, una coppia che personalmente amo, essendo fan sfegatata del Marine di Siren.

Non so da dove sia uscita fuori questa cosa, ma ne vado particolarmente fiera, per la prima volta le parole sono fluite in modo perfetto, senza interruzioni et similia...

Vado molto fiera di questa fic.

 

E la dedico al mio capo e guida spirituale, PERSEOEANDROMEDA, che mi ha sempre supportato*^*

 

UN BACIO

CHARLIE

   
 
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