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Autore: Leireel    01/04/2010    3 recensioni
Sin dal primo momento in cui aveva aperto gli occhi – e si era ritrovato davanti i mutandoni di Neville che cercava di vestirsi – Ron aveva avuto la certezza che quella sarebbe stata una pessima giornata.
Settima classificata al contest Don't open this cookie! indetto da Kukiness
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Harry Potter, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa fanfiction ha partecipato al contest Don't open this cookie! (disastrous day inside) indetto da Kukiness, classificandosi settima <3
Il bando chiedeva di scegliere una profezia da una lista; la suddetta profezia avrebbe condizionato la giornata dei protagonisti. Io, a dire il vero, ho scelto due profezie (<3) e la coppia Eloise/Ron, che adoro follemente <3 La citazione all'inizio proviene da Harry Potter e il calice di fuoco, cap. 22, mentre tutti gli incantesimi e pozioni che trovate nel testo provengono un po' dai testi, un po' dal lexicon xD

A really bad, bad luck.

«Be'... hai capito» disse Ron alzando le spalle. «Preferirei andarci da solo che con... con Eloise Midgen, diciamo».
«La sua acne è migliorata moltissimo ultimamente... ed è molto simpatica!»
«Ha il naso storto» osservò Ron.


Sin dal primo momento in cui aveva aperto gli occhi – e si era ritrovato davanti i mutandoni di Neville che cercava di vestirsi – Ron aveva avuto la certezza che quella sarebbe stata una pessima giornata. Ne aveva avuto la conferma quando, scendendo dal letto, era inciampato sulle lenzuola aggrovigliate finendo a faccia in giù sulla moquette, e quando a colazione Seamus gli aveva accidentalmente versato del succo di zucca addosso.
«Oggi sarà una giornata schifosa» aveva mugugnato, fissando tetro il vassoio col bacon. Harry aveva borbottato che ogni giornata che includesse due ore di Pozioni con i Serpeverde non poteva che essere disastrosa, mentre Hermione l’aveva liquidato con un ‘Oh, non essere ridicolo, Ronald!’.
«In effetti, Ron, ricordo che ieri la professoressa Cooman aveva predetto che oggi non sarebbe stata una buona giornata per te... Com’è che aveva detto, Calì?» era intervenuta Lavanda, scrutandolo preoccupata.
«Che ‘sono davvero presagi infausti, ragazzo mio...’ e che ‘faresti meglio a stare attento domani, e non sfidare le stelle, mio caro ragazzo’», aveva risposto Calì annuendo seria.
«Be’, a dare retta a quella vecchia impostora sarei già dovuto morire da un pezzo... andiamo, Ron, Piton non aspetta che un nostro ritardo per togliere cento punti a Grifondoro», aveva replicato Harry in tono cupo. Per tutta risposta, le ragazze gli avevano rivolto uno sguardo scandalizzato e sdegnato, apparentemente troppo sconvolte per ribattere. Harry le aveva salutate con un gesto svogliato della mano, prima di trascinare Ron fuori dalla Sala Grande.
«Oggi sarà una giornata schifosa», ripeté Ron mentre scendevano nei sotterranei. «Veramente, veramente schifosa».

Se solo fosse stato di umore leggermente migliore, probabilmente Ron avrebbe riso delle sue evidenti capacità divinatorie, si sarebbe pavoneggiato un po’ – un po’ tanto,a dire il vero – e alla fine avrebbe concluso che, se non altro, avrebbe sempre potuto avere un posto a Hogwarts quando quella vecchia megera fosse schiattata; ipotesi da considerare sempre come ultima spiaggia, beninteso, anche se – avrebbe dichiarato ridendo – l’idea di presentarsi a lezione avvolto in lunghi scialli con perline era decisamente affascinante. Questo se fosse stato di umore leggermente migliore, e se la profezia dalla quale partiva il tutto non fosse stata così irrimediabilmente portatrice di sciagure.
Dal canto suo, la predizione ce la stava mettendo tutta per avverarsi (e già solo in mezza giornata!): appena entrato in classe, Piton aveva tolto dieci punti a Grifondoro “per l’assoluta mancanza di ordine e decoro che continua a sfoggiare giorno dopo giorno, signor Weasley”, per poi spostarlo dal tavolo che divideva con Harry e Hermione (“le vostre chiacchiere, benché capisca quanto... importanti debbano essere, non sono l’argomento di questa lezione, né delle lezioni a seguire, sebbene la vostra dedizione a volerle protrarre indifferentemente alle pozioni eseguite in questi anni mi lascino supporre che ne siate stati intimamente convinti”) a quello di Dean e Neville, il cui Distillato Sviante era diventato, anziché di colore verde pastello come il libro suggeriva, di un denso grigio cemento; e, dato che la pozione non aveva accennato a cambiare colore dopo aver aggiunto gli ingredienti rimanenti – levistico e starnutaria, che avrebbero dovuto dare alla loro pozione “una delicata sfumatura di lillà” –, si erano ritrovati tutti e tre, alla fine delle due ore, con una T e un ghigno da parte del loro amatissimo professore. Infine, per concludere in bellezza, la McGranitt aveva assegnato loro un tema di sessanta centimetri sugli Incantesimi di Scambio da consegnare entro due giorni, mentre Vitious, visto come il suo Incantesimo Essenziale aveva fatto riempire di strane bolle viola la rana su cui si stava esercitando – per poi trasformarla improvvisamente in una teiera, senza che Ron avesse idea di come questo fosse successo –, gli aveva assegnato un’infinità di esercizi sull’argomento.
Non c’era da stupirsi che a pranzo fosse di umore così tetro. Né Harry né Hermione osarono rivolgergli la parola, lasciandolo ad accoltellare il suo pudding con aria truce.

Se non altro, dopo quella terribile mattinata era mentalmente pronto a qualsiasi catastrofe potesse capitargli nel pomeriggio. O almeno, di questo stava cercando di convincersi – con scarsi risultati – mentre si avviava con Harry verso l’aula di Divinazione.
L’aria all’interno della stanza era, come al solito, satura di fumo e dell’aroma dell’incenso, tanto che a stento si riuscivano a distinguere i profili delle figure che andavano sedendosi e dei tavolinetti bassi. Ron andò a sbattere contro uno dei divanetti e imprecò a mezza voce, guadagnandosi diverse occhiate di rimprovero da parte di Calì e Lavanda.
«Miei cari ragazzi, ben ritrovati», li accolse la professoressa Cooman. «Il vostro Occhio Interiore dovrà oggi mettersi alla prova con una tra le più complicate e misteriose branche della Divinazione, la Capnomanzia».
Lavanda e Calì trattennero bruscamente il fiato per lo stupore, ma a parte loro nessuno sembrava essersi reso conto di cosa parlasse la professoressa Cooman, né perché avrebbe dovuto interessarli tanto.
«La Capnomanzia è la difficile arte di riuscire a scorgere, attraverso i sottili fumi delle erbe divinatorie, i segni cangianti e mutevoli del futuro. Non mi aspetto naturalmente che tutti voi riusciate a vedere qualcosa – la Vista è qualcosa di misterioso e imprevedibile, e raramente si manifesta a chi non si accosta a questa pratica nella maniera più appropriata – ma, se riuscirete a liberare la mente da ogni influsso negativo e a guardare con animo sereno i presagi, magari qualcuno riuscirà a scorgere tra i vapori l’inequivocabile traccia del Destino. Iniziate, miei cari, e lasciate che il fumo avvolga le vostre percezioni».
Secondo il modesto parere di Ron, la Cooman aveva lasciato che il fumo avvolgesse fin troppo le loro percezioni. Del volto di Harry, ormai, non riusciva a vedere che la sagoma indistinta degli occhiali; gli sorrise insonnolito, chiedendosi distrattamente perché la sua testa divenisse di minuto in minuto più pesante, sempre più pesante, ancora...
«Liberate la vostra mente e lasciate che gli echi del fato arrivino a voi... mio caro, dovresti concentrarti di più, sento pochissima Aura intorno a te... oh, mia cara, la fortuna ti sorriderà ancora per poco», sentì sussurrare la Cooman mentre si aggirava per i tavolinetti.
«Oh! Mio caro, mio caro Harry... quali funesti presagi! Temo... temo che ci lascerai molto, molto presto...» gli disse con aria addolorata, guardandolo attraverso le lenti enormi. «Invece tu, mio caro, cosa hai visto?» chiese a Ron con voce velata.
«Ehm... ho visto... una pecora», disse lui, sperando di risultare convincente.
«Una pecora, mio caro? Sei proprio sicuro? Lascia che guardi anch’io tra le volute del tuo Destino...» rispose la professoressa con aria critica, avvicinandosi all’incensiere. «Oh, vedo che ti aspettano grandi cambiamenti, mio caro... Triangolo, un avvenimento imprevisto... oggi conoscerai una persona che cambierà la tua esistenza! Ecco, è vicino a te... guarda alla tua destra, e troverai... troverai... la persona destinata a te dal Fato!» annunciò in tono drammatico, facendo tintinnare i bracciali.
Rivolse a Harry un’occhiata scettica, alla quale l’altro rispose con un ghigno. Tanto valeva provare, no? Si girò a destra. Non riusciva a scorgere che una sagoma imprecisa, nascosta dalla spessa cortina di fumo, e sperò con tutto se stesso che fosse una ragazza; già le risatine di Calì e Lavanda erano abbastanza snervanti senza che vi si aggiungesse altro.
Adesso riusciva a vedere un po’ meglio la sagoma... aveva lunghi capelli scuri, che lo facevano ben sperare sul fatto che, alla fine, non sarebbe stato così sfortunato da imbattersi in Seamus, o in Neville. Il suo aspetto gli sembrava in qualche modo familiare, adesso che il fumo si era un po’ diradato... Sapeva di conoscere quel volto ovale, quella posa un po’ curva e ingobbita, quel naso leggermente storto...
Quel naso leggermente storto. Per le mutande di Merlino, non poteva essere vero. Non poteva.
«Eloise Midgen?!» esclamò sconvolto. «Eloise Midgen?!»
Quella era decisamente una pessima giornata.



Riporto qui sotto il giudizio della giudicia (<3)

SETTIMO POSTO - A really bad, bad luck, di silvershiver


Punti totalizzati – 41.5/50


Trama: originalità e struttura – 3/5

Stile narrativo – 9/10

Sfruttamento del tema proposto – 4/5

Caratterizzazione dei personaggi – 9/10

Grammatica e sintassi – 9.5/10

Giudizio personale – 7/10


Trama: originalità e struttura


Se è vero che il buon giorno si vede dal mattino, Ron ha davvero delle aspettative poco rosee per la giornata. Che si sia messo a far concorrenza alla Cooman?


Ho dovuto ragionare parecchio sul punteggio da assegnare a questo particolare punto della griglia dei punteggi. Quando ho cominciato a leggere A really bad, bad luck avevo delle grandi aspettative: stile fluido, accattivante, divertente. Lessico appropriato e mai noioso, personaggi briosi e IC, dialoghi brevi ma precisi e trama decisamente appetitosa. Sono due pagine davvero accattivanti, in poche parole. Ma sono due pagine.


Personalmente, penso che sarebbero un ottimo prologo per una fanfiction a capitoli o un ottimo preludio per un racconto lungo, ma così come sono lasciano il lettore un po' infastidito, alla fine. Un po' come i bambini piccoli, a letto, con il genitore che gli racconta la favola della buonanotte e che smette di raccontare per controllare che il bambino si sia addormentato. Ma no, il bambino è ben sveglio e chiede, piagnucolante, “e poi?” E così anch'io. E poi? Cosa succede?


L'atmosfera, il ritmo del racconto, fanno subodorare un'escalation di guai, ma il racconto si blocca proprio sul più bello! Sì, è divertente scoprire che si tratta di Eloise Midgen, ma poi si vuole sapere cosa succede: le premesse sono così buone, accidenti!


Stile narrativo


Ottimo. Brillante. Coinvolgente. Lo stile di A really bad, bad luck è pulito, fluido, scorrevole. La lettura va giù che è piacere. Lessico appropriato, terza persona chiara e definita, ritmo incalzante e mai noioso.


Alcuni periodi sono un filino troppo lunghi e rallentano un po' la narrazione, costringendo il lettore a districarsi in subordinate e punteggiatura, ma per il resto credo che il racconto meriti anche solo per il modo in cui è scritto, che è davvero un piacere da leggere.


Sfruttamento del tema proposto


Il tema proposto è stato colto, capito e sfruttato in maniera intelligente. Ron si aspetta una giornata pessima e infatti sembra che non gliene vada bene una! Per non parlare della Capnomanzia: un espediente davvero originale.


Mi vedo costretta a dare un punteggio di quattro per il motivo che ho esposto per la trama: sembra che manchi qualcosa. L'atmosfera della lezione di Divinazione è così suggestiva, così promettente! Mi è sembrato di vedere solo la punta dell'iceberg. La profezia indirizza Ron verso Eloise: che cosa succederà? Sarà davvero una giornata terribile come pensa Ron oppure questa profezia potrebbe rivelarsi più positiva del previsto? Di nuovo il bambino lagnoso che non vuole dormire: E POI?


Caratterizzazione dei personaggi


Ottima. Tutti i personaggi sono caratterizzati molto bene. Con poche battute vengono definiti caratteri, spigolature e persino registri linguistici e cadenze. Perfetta la professoressa Cooman, e persino personaggi infinitamente marginali come Calì e Lavanda. La lezione di Divinazione è senz'altro la mia parte preferita.


Ottimo soprattutto Ron, lui e il suo pessimo umore. Credibile e molto divertente.


Grammatica e sintassi


A really bad, bad luck è riposante da leggere, perché è un testo davvero pulito: ottima grammatica, ottima sintassi anche nel periodare più lungo e persino ottima punteggiatura. Unica svista è “inciampare sui vestiti” invece che “inciampare NEI vestiti”. Inoltre mi permetto di suggerire un utilizzo meno esasperante della sintassi: alcuni periodi, benché corretti, sono davvero troppo lunghi. È fastidioso perché il ritmo della narrazione è molto brioso e veloce, perciò un rallentamento, anche se breve, si sente subito.


Giudizio personale


Avrei voluto dare di più, a questo racconto. Ma davvero. Lo stile è coinvolgente, la grammatica ottima, i personaggi sono divertenti e ben caratterizzati, i dialoghi frizzanti e la scena nell'aula di Divinazione mi è piaciuta un sacco! Ma il finale, davvero, non mi va giù. Forse mi sono fatta troppe aspettative, ma lo stile dal racconto tende davvero a... qualcos'altro. È come arrivare a metà di una scalata e sapere che per arrivare alla cima manca ancora un bel pezzo. Questa sensazione di incompiuto, di non finito, davvero non riesco a mandarla giù.
   
 
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