E’
solo un bacio dopotutto
<<
Ehi,
Sho! >> Il ragazzo sentì una voce familiare chiamarlo non molto
lontano da lui.
<<
Gabu!
>> Lo chiamò a sua volta sorpreso di vederlo.
<< Che cosa vuoi? Non
dovresti essere a lezione di algebra con Kakeru? >>
Sapeva perfettamente
che entrambi frequentavano quel corso insieme, anche se controvoglia.
<<
Non ne
ho nessuna voglia. >> Dichiarò per
l’appunto. << Ti va se andiamo
ad allenarci nel percorso costruito da tuo padre? Ammesso e non
concesso che tu
riesca a battermi. >> Aveva il solito sorrisetto
irritante e sicuro di se
che faceva saltare i nervi all’altro puntualmente.
<<
Va bene,
ci sto. Ma poi non lamentarti quando ti avrò sconfitto.
>> Stranamente il
sorriso dell’altro si allargò a dismisura.
<<
Senti,
mi è venuta un’idea. Perché chi perde
non paga pegno? >>
<<
Che
intendi con “paga pegno”? >> Chiese
ingenuamente non capendo dove volesse
andare a parare.
<<
Quello
che ho detto. Se perdo io ti darò qualcosa, viceversa se
vieni sconfitto tu. Ci
stai? >>
<<
Perché
no? >>
<<
Perfetto. >> Quella semplice parola venne sussurrata ad
un centimetro dal
suo orecchio e Sho, non capendo bene il perché, si
ritrovò ad arrossire. Decise
di ignorare quella strana sensazione e di seguire l’amico, lo
trovava piuttosto
strano ultimamente. Arrivati al famoso percorso diedero inizio alla
sfida.
<<
Assetto
da corsa! >> Gridarono entrambi. << Pronti,
idaten, via! >>
La gara ebbe inizio. Durante la discesa sembrerebbe che Sho fosse in
netto
vantaggio e che stesse vincendo ma non poté fare a meno di
ripensare a Gabu e
ad alcuni suoi atteggiamenti, così facendo il ragazzo si
deconcentrò e perse la
gara.
<<
Accidenti! Stavolta ho perso. >> Si strappò il
casco dalla testa e lo
lanciò per aria ma venne prontamente afferrato
dall’amico.
<<
Siamo
nervosetti, eh? >> Lo derise incrementando la sua ira.
<< Di un
po’, a che cosa stavi pensando? >>
<<
A… a… un
bel… un bel niente! >> Balbettò
imbarazzato per la piega poco consona che
avevano preso i suoi pensieri in quegli attimi prima.
<<
Chissà
perché ma non ci credo. >> Lo
guardò ancora per un momento prima di
alzare le spalle con fare noncurante. << Non importa, ti
ho battuto
quindi devi pagare pegno. >> Il suo ghigno prese una
forma quasi sadica e
per niente rassicurante. Sho era un po’ preoccupato ma decise
di non darlo e
vedere ed iniziò a parlare a raffica.
<<
Cosa
vuoi? Che ti offra il pranzo per un mese? Dei buoni gratuiti per il
ristorante
di ramen? Dei pezzi di ricambio? Dei frammenti della flame kaiser?
>>
<<
Niente
di tutto questo. >>
<<
E allora
cosa? >> A volte non riusciva a capirlo, un tempo avrebbe
fatto carte
false per uno di questi “premi”.
<<
Un
bacio. >> Decretò senza fare nessuna piega.
<<
Certo,
un bacio. >> Annuì Sho convinto, prima di
rendersi effettivamente conto
di cosa gli aveva chiesto. << CHE COSA? >>
<<
Niente
di più, niente di meno. >> L’amico
lo guardò con un espressione scocciata
e la bocca contorta in una smorfia annoiata, era seriamente convinto
che Gabu
lo stesse prendendo in giro. Chiuse gli occhi espirando.
<<
Piantala
Gabu, allora cosa vu… >> Non ebbe la
possibilità di terminare la frase
perché si ritrovò le labbra dell’altro
incollate alle sue. Prima gli baciò il
labbro superiore e poi gli leccò lentamente quello
inferiore. Sho era shoccato
ma cercò comunque di fare qualcosa. Poggiò una
mano sul suo braccio sinistro e
cercò di allontanarsi ma senza risultato perché
lo afferrò per entrambi i suoi
arti impedendogli di scansarsi.
<<
Ga…b…
>> Si ritrovò la sua lingua che invadeva gli
anfratti della sua cavità
orale e accarezzava la sua lingua che era ferma e quindi facile preda
dell’altro. La stava seducendo e vezzeggiando con il suo
tocco sempre più
audace e sensuale. Yamato sembrava essere diventato una statua di sale
incapace
di compiere qualunque azione. L’altro si staccò finalmente da lui e
un sorriso obliquo
si formò proprio a pochi centimetri dalle sue labbra.
<<
Perché
mi guardi in questo modo? Non sono un marziano. >> Si era
spostato un po’
più in là ed aveva mollato la presa, tuttavia Sho
non sembrava dare segno di
reagire. Se ne stava impalato e immobile con le guance rosse per
l’imbarazzo e
le labbra semiaperte.
<<
M… ma…
G… Gabu… >> Balbettò
cercando di connettere i suoi pensieri alle sue
azioni.
<<
E’ solo
un bacio dopotutto. >>
<<
Ah, be,
se lo dici tu. Sta di fatto che questo era il mio
primo bacio, e l’ho
dato a un ragazzo. >> Stava cominciando a prendere
coscienza di ciò che
avevano, anzi no, che aveva fatto.
<<
Te l’ho
già detto, è solo un bacio dopotutto.
>> Girò i tacchi e presa la sua
Bloody Fang pronto per andarsene. << Ah, Sho?
>>
<<
Cosa?
>> Chiese fermando le sue meningi dal creare ulteriori
macchinazioni
mentali.
<< Ci
vediamo alla prossima sfida. >>
Che
ne pensate?
Tutti
= E tu ci hai
fatto perdere minuti preziosi per sta’ roba?
Io
= Lo so , avete
ragione, ma che volete farci? Quando l’immaginazione parte
non c’è niente da
fare. ^^”
Tutti
=
-_________-“”
Questa
piccola
fiction è nata in un attimo di follia e ho capito subito che
dovevo pubblicarla
altrimenti non avrei trovato pace. Sho e Gabu mi piacciono insieme,
anche se io
adoro i fratelli Saejima. *ççç*
Mi
scuso per
qualunque strafalcione troverete qui e spero che sia decente
nell’insieme.
Ringrazio
chiunque
avrà la pietà di leggerla, recensirla e metterla
tra le storie preferite,
seguite e ricordate.
Grazie
di cuore a
tutte le lettrici e autrici, non sarei nulla senza di voi.
Saluti
da Koishan la
folle. ^_-