Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: lauritta    01/04/2010    0 recensioni
Le prigioni non sono come te le descrivono da piccola ( o da grande ). Le prigioni sono posti cattivi per gente cattiva, spera di non andarci mai!
Sbagliato.
La prigioni sono i luoghi in cui risiedono persone che potrebbero essere cattive. Uno potrebbe essere innocente, potrebbe essere buono, o ancora colpevole. Chi lo sa poi?
La storia che sto per raccontare non è qualcosa per i deboli di cuore. Da qui, come in prigione, si è confinati per anni...
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Cap. 1 Evangeline Alexandra Foster
Cap. 1   Evangeline Alexandra Foster
 

Le prigioni non sono come te le descrivono da piccola ( o da grande ). "Le prigioni sono posti cattivi per gente cattiva, spera di non andarci mai!"
Sbagliato.

La prigioni sono i luoghi in cui risiedono persone che potrebbero essere cattive. Uno potrebbe essere innocente, potrebbe essere buono, o colpevole. Chi lo sa poi?
La storia che sto per raccontare non è qualcosa per deboli di cuore. Da qui, come in prigione, si è confinati per sempre.

Mi chiamo Evangeline Foster, ho 28 anni, sono un’ insegnante di francese. Be' quasi insegnante... Per circa un anno ho fatto tirocinio per diventare professoressa nelle scuole medie e superiori insieme alle mie compagne di Università, che coltivavano il mio stesso sogno. Non eravamo nella stessa classe, magari lo fossimo state! Non avrei mai incontrato Brian, il mio ex ragazzo, un peso e un bastardo. Ma la scuola non mi ha mai insegnato tanto come la mia esperienza in prigione.
E' proprio in posti come questi che impari qualcosa in più, cose che non si leggono sui libri, o se le leggi sono per metà false. Le cose più importanti che mi sono state "insegnate" infatti, me le ha dette Teddy. Ecco, è una cosa positiva dell’Università c’è: ho incontrato lui, Teddy. Il mio migliore amico, il mio amante e la persona più coraggiosa che abbia mai conosciuto in tutta la mia vita ( che non è stata lunga ).

La mia storia inizia da qui, o più precisamente da un nome: Paul Ralph McEnzevine, assassino 52enne, che il 13 settembre 1942 uccise a sangue freddo due ragazzi nella cella n.17 ( un numero pure sfortunato ).
Sono passati sette anni da quella notte. McEnzevine vaga libero per le vie caotiche di Viterbo come se niente fosse. Come se la sua vita non avesse mai preso il risvolto che nessuno avrebbe mai sospettato.
"Eppure così è la vita", diceva sempre Teddy.
"Ti sembra di aver trovato la tua strada, ma all’improvviso inciampi in un tappo di birra inconsapevolmente".

Ancora oggi sento l’odore degli abiti di Teddy: birra. Light, però per tenersi magro e in forma.
Teddy era sicuro che un giorno sarebbe uscito perché era innocente sul serio, e allora le ragazze gli sarebbero saltate al collo non appena avesse messo piede fuori dalla Questura. Quando diceva così lo odiavo, era gelosa, gelosissima.
Ma ovviamente aveva ragione: Teddy era bellissimo. Era scontato che dopo qualche minuto sarebbe stato in qualche squallido bar assieme ad una squallida bionda... Ma per raccontare di lui, di McEnzevine, di Brian e un po’ di me, devo partire dal principio, dal giorno in cui mi venne assegnato l’incarico della mia vita.


***


Sono nell’ufficio del Preside, secondo piano, seduta di fronte a lui su una poltrona molto scomoda fatta in pelle.
Non comprate mai sedie di pelle imbottita, soprattutto se sono verde acido e le pareti del vostro studio gialle.
Il Preside mi guarda insistentemente la scollatura sul seno ( che non è così provocante ) già da un po’, così decido di parlare per rompere la visione di un film porno che di porno non ha niente.

“ Voleva vedermi, signore?” chiedo.
“ Eh?” fa lui, stordito sbattendo le ciglia grigie un paio di volte.
Incrocio le braccia, coprendomi irritata.
“ Ah, si certo!” esplode all'improvviso.
“ Evangeline, dobbiamo parlare”
Ma dai? Giuri!

Il preside comincia a dondolarsi sulla sua poltrona ( molto più comoda della mia, sicuramente... ) guardandomi fisso e sorridendo.

“ Signorina Evangeline Foster, vorrei proporle un’ altro tirocinio. Questa volta sarà un po’... particolare”
“ Va bene. Di cosa si tratta?” rispondo subito senza lamentarmi del fatto che di tirocini e prove mi bastano per sempre, e che sono inutili adesso. Ho un'ottima preparazione, la mia promozione dovrebbe essere cosa fatta. Ma...
“ Umh..." biascica lui masticando rumorosamente la sigaretta.
" Si tratta di un lavoro nel carcere di Viterbo, a contatto con dei detenuti di massima sicurezza”
Il mio cuore perde un colpo. Ho detto che voglio essere promossa ed insegnare... ma a dei ragazzi, non a uomini con la fedina penale sporca! Cerco di sviare, cercando appigli che possano salvarmi.
“ Aspetti, dovrei insegnare?! Ma io sono ancora una...”
“ Oh, lo so, lo so Evangeline cos’è lei!" dice gesticolando annoiato.
" Ma vede nessun tirocinante o insegnante avrebbe la stoffa e le capacità che voi possedete”
mormora sporgendosi sul tavolo per scrutare meglio il mio volto dubbioso della proposta.
Mi faccio piccola sulla poltrona.
“ Umh... ha detto carcere?”
“ Di massima sicurezza” precisa tornando a dondolarsi come un ragazzino.
Rimango interdetta, non so cosa rispondere. Da una parte potrebbe essere una sfida, una prova per vedere se sono davvero in grado di badare a una classe. Alla fine, è questo cio che dovrò portarmi dietro di questa esperienza. So gia che probabilmente ascolteranno poco, ma se riuscirò a tenere a bada un gruppo di "studenti" in divisa arancione, non ci sarà studente che potrà scalfirmi.
“ Quanti... quanti sarebbero i detenuti?” dico fissando per la prima volta negli occhi il preside della mia scuola.
Lui fa spallucce, sospirando con la sigaretta tra le labbra.
“ Non più di una ventina"
“ Una...! Una ventina?!” esclamo sconvolta.
Una ventina è troppo, è estremo è... assurdo!
Il preside mi guarda torvo per qualche secondo. Sta dubitando della mia professionalità, e infatti mi domanda:
“ Le crea dei problemi questo? Posso anche trovare un sostituto...”
Lo guardo anche io, seria, e opto per una fuga strategica.
“ No. Mi ci faccia pensare un attimo” e lui mi aspetta.
Comincio a torturarmi l'orlo del maglione, nervosa. Venti detenuti di massima sicurezza che prendono lezioni di francese... No, non ce li vedo proprio, non porteranno nulla della mia materia fuori di prigione. Ma un po' di esperienza in più non può certo farmi male. Sarebbe, appunto, una vera sfida, la più ardua mai affrontata.
Il Preside nota il mio nervosismo e il tempo che impiego per pensare alla mia risposta è troppo.
“ La capisco, Evangeline. Nessuno ha voluto accettare questo incarico" dice spegnendo la sigaretta nel posa cenere.
" Stia sicura che li le regole le rispettano tutti. C'è una sorveglianza e un ordine ferrea"
" Non è di questo che mi preoccupo. Cioè, sarebbe stimolante, ma crede davvero che potranno prendermi sul serio? E sono in venti"
Il preside aggrotta le sopracciglia annuendo comprensivo. Probabilmente si è fatto anche lui le stesse domande, ma sembra che abbia gia le risposte.
" Io ho pensato che non vorranno prendere ordini da lei non perchè romperà a tutti le scatole, scusi il linguaggio, ma perchè è una sola donna contro venti gladiatori pronti per il macello nel colosseo. Mi spiego? Non vorrei offenderla"
" Non mi offende, capisco perfettamente" ribatto, sinceramente sollevata che abbia parlato per primo di rivalità fra sessi.
Il preside sorride, appoggia le mani sulla scrivania immacolata, mi scruta.
“ Allora... accetta?”
Accetto?
“ Si, accetto”
“ Magnifico, allora!" dice saltando in piedi, facendo quasi cadere la poltrona e il pavimento sotto di se.
" E' deciso. Partirà domani con il treno delle otto e arriverà alle dieci in punto” dice facendo scorrere sul tavolo una coppia di biglietti di andata e ritorno già pagati.
Li prendo con dita tremanti, fissandoli. Forse mi sto gettando in qualcosa che non posso controllare, ma non sia mai che perda punti per un tirocinio. Voglio essere un'insegnante, affronterò anche 50 di quei detenuti.
“ Un agente in borghese la condurrà al suo albergo e le darà ulteriori informazioni” mi spiega il preside accompagnandomi alla porta.
Mentre mi accingo ad uscire dal suo ufficio, mi trattiene delicatamente con una mano, mormorano:
" Se supererà anche questa prova, questo sarà il suo ultimo tirocinio... Professoressa Foster"
Sorride. Sorrido anche io.
“ La ringrazio, signore. Farò del mio meglio”

 









Ecco il primo capitolo! Questa fiction è stata un' idea improvvisa, ma spero che vi sia piaciuto ^-^

Alla prossima,

Laura

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: lauritta