Fiori e sorrisi nell'ombra
di slice
Ino sorride quando c'è Sasuke, le si illumina il viso, più di quando c'era Sakura, più di quando è insieme al suo stesso team.
“Non so che
diavolo ci trovino nell'Uchiha,” borbotta Kiba, penzolando per
metà dal ramo su cui è appollaiato.
Sonnecchia con
gli occhi chiusi, là in cima; Akamaru è rimasto a terra
perché Chouji lo accarezza e profuma di patatine al
formaggio.
Shikamaru, sdraiato accanto al compagno di team
sbadiglia impunemente ora che Ino è troppo impegnata a sbavare
su Sasuke e ad arrabbiarsi con Sakura, per vederlo. Prima non lo
avrebbe potuto fare senza beccarsi rimproveri per la mano che non
mette davanti o per l'accidia che mostra a tutti senza remore; allora
forse dovrebbe ringraziare l'Uchiha, pensa. Forse, un giorno. Intanto
sbadiglia, poi ci penserà.
“Chè poi le filasse
un minimo, quello neanche si accorge di avere un essere umano vicino,
alle volte,” continua Kiba, portandosi un braccio sulla testa a
coprirsi gli occhi.
“Andrà avanti per ore,”
comunica Shino, seduto vicino ad Akamaru, mentre si sistema gli
occhiali da sole con un dito.
Shikamaru sbuffa, ma non se ne va e
neanche cambia posizione perché potrebbe stirarsi un muscolo.
Chouji ridacchia.
Il sole se ne sta
andando, l'aria presto sarà troppo fresca per sonnecchiare tra
l'erba che si farà umida, e Shikamaru con queste previsioni
sposta i suoi pensieri sul divano e poi sul letto che giacciono,
morbidi e paciosi, in casa sua. S'incammina, ciondolando per le
strade colorate dell'arancio degli ultimi raggi del sole, fra le
ombre allungate dei perditempo suoi simili.
La pace è
sempre con lui anche se spesso non riesce a goderne appieno, forse
per colpa di quel suo cervello sempre di corsa, e nel pacato vociare
di un villaggio all'imbrunire riconosce una voce.
“Non
capisco, Hinata, davvero… vorrei, ma non sono sicura di sapere
per quale motivo una bella ragazza come te dovrebbe perdere il suo
tempo dietro a qualcosa di così insignificante ed
arancione...”
È Ino, che parla di Naruto alla Hyuuga
con il suo solito enorme tatto. Forse la kunoichi è in
silenzio perché sta per svenire, pensa prima di tornare ad
ascoltare. Per caso, ovviamente, le orecchie ce le ha anche
lui.
“Secondo me dovresti guardarti intorno, Kiba è
un bel tipo ed è tuo compagno di squadra. Non è Sasuke,
ma ci arriva abbastanza vicino,” c'è un attimo di
silenzio così profondo da farlo arrestare, lì, in mezzo
alla strada. Hinata è probabilmente già in coma. “Non
è come Shikamaru...”
Il Nara sbuffa, contrariato.
Alza gli occhi al cielo mentre riprende la strada verso il suo
adorabile divano, che lo consolerà. Non che gliene importi di
quel che dice Ino, ma è sempre un'ottima scusa.
Ino sorride quando c'è Kiba, le si illumina ancora il viso come quando c'era Sasuke, ma Sasuke non c'è più, Sakura è in pezzi e lei si è chinata a raccoglierli tutti. Ha lo sguardo meno spensierato, ma quando sorride all'Inuzuka sembra sempre lei, più di quando c'è Sakura, più di quando è insieme al suo team.
“È
davvero carina,” commenta Kiba, guardando Ino attraverso la
vetrata del locale. “Insomma, ha un bel sorriso, si muove con
eleganza e ha quegli occhi grandi che s'intonano con i capelli,”
continua, guardando fuori trasognato.
“Oh quindi sei
attratto anche da me?” dice Naruto mentre sbatte le ciglia con
fare civettuolo, scatenando l'ilarità in Chouji e uno stirarsi
di labbra in Shikamaru.
Kiba non lo ascolta, guarda ancora fuori e
lo zucchero che ha sul cucchiaino finisce sul tavolo invece che nella
sua tazzina.
“Avete visto che gambe che ha?” insiste
senza distogliere lo sguardo dalla figura della Yamanaka che ride con
l'Haruno sulla panchina che c'è nella piazzetta di
fronte.
“Andrà avanti per ore,” dice Shino
alzando un sopracciglio mentre Kiba quasi si strozza a sentire il
caffè amaro come una medicina.
Shikamaru sbuffa, sbadiglia
e si copre la bocca con una mano perché anni di sfuriate ormai
lo hanno plagiato e non riesce più a fare altrimenti. Chouji
ridacchia.
Naruto racconta ad
un volume piuttosto alto, come se non lo conoscessero, quello che gli
è successo nell'ultima missione e abbraccia Kiba nel tentativo
di non cadere. Barcollano entrambi verso sinistra e urtano Shikamaru
che si ritrova a sospirare, tediato.
Ino viene verso di loro,
Sakura la regge in piedi e lei la ringrazia cantando a squarciagola a
pochi centimetri dal suo orecchio.
“Ecco la principessa,”
la saluta Kiba che si stacca da Naruto in tempo per afferrare Ino,
dal momento che gli si è gettata addosso.
“Che dolce
che sei Kiba chan… mi porteresti a casa?” miagola la
Yamanaka, tutta contenta e alticcia.
“Non lo stava già
facendo Sakura?”
“Uzumaki, fatti i cazzi tuoi!”
risponde Kiba, prima di prendere Ino sotto braccio e invertire la
rotta.
Shikamaru si sente osservato e sbuffa quando capisce che lo
sguardo di Sakura gli sta chiedendo di intervenire.
“Ino,”
inizia, poco incline ad un lungo diverbio. “E lasci Sakura
andare in giro da sola?” butta lì l'astuto ninja.
La
kunoichi si ferma, poco stabile, lo guarda male e Shikamaru crede di
dover scappare per quanto rancore legge in quegli occhi, ma poi tutto
si spegne. Il fervore che ci aveva letto non c'è più,
Ino ha gli occhi bassi e sembra stia per piangere e, anche se tutti
sanno che non lo farà, l'atmosfera si fa pesante.
“Come
ti permetti, proprio tu... Sakura ha Naruto... Kiba mi accompagna
perché non è un egocentrico fannullone... Kiba non è
come te.” e se ne va, tirandosi dietro l'amico ferino, perché
ha sprecato già troppe parole per lui.
Quando sono lontani,
Sakura lo guarda dispiaciuta, ma prima che possa dire qualunque cosa
Naruto interviene seguendo il consiglio - l'ordine? - della
Yamanaka.
Shikamaru si sente confuso e anche un po' risentito, ma
Chouji gli mette una mano sulla spalla e guardandolo sorridere,
rassicurante, sembra che tutto vada bene. Il Nara lo sa che non è
vero, ma in attesa di chiarimenti non può far altro che
tornare a pensare al suo letto.
Ino sorride quando c'è Sai, ma il viso non le si illumina più, non è più una bambina. C'è un sorriso dolce, tenero, ogni volta che Sai fa qualcosa di carino che ha letto da qualche parte. Quando travisa il comportamento da seguire lei lo picchia, ma inizia presto a comprendere le sue difficoltà e quel sorriso dolce appare sempre più spesso, più di quando c'è Sakura, più di quando è insieme al suo team.
“Come odio
quel Sai,” ringhia Kiba, ficcandosi in bocca un dango.
“No
dai, solo i primi momenti...” dice Naruto pensoso, “e
quando parla del mio pisello,” aggiunge poi,
accigliandosi.
“Cioè spesso, quindi,” dice
Shikamaru tra uno sbadiglio e l'altro.
“Sì, è
proprio odioso,” ribadisce Kiba, spezzando eloquentemente lo
spiedino dei dango. Akamaru ringhia, prima di posare nuovamente il
suo testone bianco per terra, solidale.
“Andrà avanti
per ore,” dice Shino che, sempre più coperto, non si è
accorto di essere nel mese di Luglio.
Shikamaru si stira sulla
panchina, l'ombra di un ciliegio li culla nella poca frescura del
tardo pomeriggio di quel caldo mese, e lui si sente in pace con tutti
a patto che non si parli di Ino per tutto il giorno. Chouji
ridacchia.
Nonostante l'estate
stia per arrivare al culmine c'è ancora qualche foglia che si
muove, un po' di refrigerio, e fortunatamente la temperatura va
migliorando con l'imbrunire.
Kiba e Naruto sono tornati a casa
poco fa e finalmente c'è un rassicurante silenzio. Shino,
benché sia un'ottima, pacata compagnia per il Nara, si è
eclissato poco dopo il compagno di squadra, e Chouji sgranocchia lì
vicino.
La panchina è una delle sue preferite perché
quella zona del parco è più in disparte e non viene
frequentata dai bambini; inoltre le siepi alte formano una specie di
protezione e ci si può godere un lontano silenzio disturbato
dalla vita della natura e da qualche schiamazzo; perché è
pur sempre un parco pubblico.
Non fa in tempo a godere di queste
considerazioni che due voci familiari gli stuzzicano le
orecchie.
“Uffa, non puoi continuare a prendermi in giro...
piuttosto: come va con Sai?” È Sakura, il suo tono è
passato rapidamente dal lamentoso al malizioso e la domanda è
stata ovviamente posta per distogliere l'amica dalla sua fronte
spaziosa.
“Va.” risponde Ino, con un tono
noncurante.
“Dai, dettagli, voglio dettagli!”
Shikamaru
sente Ino ridere. Conosce quella risata ed è stanca, è
sofferta, è una risata finta che fa perché scherza su
qualcosa che invece è un tasto dolente. È falsa perché
si costringe a sdrammatizzare su qualcosa che le fa male, brucia e
non sa come rimediare. La conosce, gliel'ha sentita tirare fuori ogni
volta che Chouji gli chiedeva come stava dopo la morte di Asuma
sensei.
La conosce e vorrebbe non conoscerla.
“Beh…”
temporeggia la Yamanaka, “non è Sasuke, mi sembra ovvio,
e...” la frase cade; Chouji si muove accanto a lui, nervoso.
“E
non è Shikamaru,” dice Sakura, la voce bassa,
abbattuta.
“Però mi tratta con rispetto e sembra che
mi voglia davvero bene.” Ino ha ripreso il suo fervore e le
voci tornano allegre, allontanandosi.
Shikamaru apre gli occhi
avvertendo lo sguardo di Chouji su di sé; si scopre
accigliato, la sua fronte è corrugata e sente del fastidio
alla bocca dello stomaco.
Si chiede perché c'era una 'e' e
non un 'ma' in quella frase. Se fosse stata: “Non è
Sasuke, mi sembra ovvio... MA - almeno - non è Shikamaru”,
avrebbe avuto molto più senso, invece adesso è
confuso.
Chouji si muove ancora nervosamente e lo guarda storto
cercando di capire come si sente.
Chouji.
Che ridacchia quando
si parla di Ino, perché? Perché lui sbuffa quando si
parla di Ino.
“Naruto non è Sasuke, non è come
Kiba, non è come Shikamaru. Kiba non è come Sasuke,
Kiba non è come te. Sai non è Sasuke e non è
Shikamaru.” dice senza una particolare intonazione, ripetendo
quello che negli anni ha raccolto come se fossero informazioni.
Chouji lo guarda, adesso meno teso.
“Credo che ti sia
sfuggito qualcosa, grande stratega.”
Shikamaru alza gli
occhi e davanti a loro, in piedi e con una busta piena di pomodori,
c'è l’Uchiha, che rimane lì, fermo e
inespressivo. Farebbe ridere se la situazione non fosse così
bizzarra.
Naruto non è
come Sasuke, non è come Kiba, non è come Shikamaru.
Perché Naruto non è bello come Sasuke, non è
selvaggio come Kiba, non è intelligente come Shikamaru.
Kiba
non è come Sasuke, Kiba non è come te. Perché
Kiba non se n'è andato come Sasuke, Kiba non è
inavvicinabile come lo sei tu, come sei diventato tu.
Sai non è
Sasuke e non è Shikamaru. Perché Sai non è
qualcuno come tutti sanno che era Sasuke per me, e non è
qualcuno come Sakura sa che Shikamaru è per me.
Il Nara emette un
verso strozzato; ha travisato tutto e ha odiato Sasuke e Kiba per
anni inutilmente. Sai l'ha odiato solo per qualche mese, ma non
riesce a vedere in questo qualcosa di positivo.
Chouji annuisce.
Shikamaru si alza
dal muretto poco distante dal negozio di fiori della famiglia
Yamanaka, caccia le mani in tasca, si guarda intorno, sbuffa. Ha
pietà di sé stesso, ma si dirige lo stesso al
patibolo.
Quando entra, il campanellino sopra la porta annuncia il
suo ingresso.
“Ciao Shikamaru!” trilla Ino da dietro
il bancone.
“Ciao…” si limita a sfiatare lui,
guardando in giro annoiato quando in realtà controlla che non
ci sia Inoichi.
“Hai fatto bene a passare di qua, così
consegni questi gigli a tua madre e mi risparmi un viaggio…”
continua lei, giuliva e ignara.
“Sì... Senti”
comincia, sospirando “pensavo, per caso, vuoi uscire a bere
qualcosa stasera?” è oltremodo indelicato e poco adatto
al loro rapporto, ma lui è solo intelligente, non è un
esperto di cose come quelle.
Ino sbatte le ciglia, confusa, per un
attimo, ma poi si riprende e sorride.
“Certo! Non ne sapevo
niente, ho visto Sakura poco fa e non mi ha detto niente...”
“No
Ino, dicevo, io e te...” dice fissandola negli occhi, “se
ti va.” conclude, più ansioso di quanto non dia a
vedere.
Ino boccheggia dall'altra parte del bancone. Si riprende
perché alcuni gigli che stava impacchettando per Yoshino le
cadono dalle mani, e allora fa il giro del mobile e molla uno
schiaffo a Shikamaru.
Lui non si muove, non dice niente, pensa di
esserselo meritato e la guarda impegnarsi per non piangere. E
riuscirci poco.
“Non...” si morde le labbra Ino,
perché la sua voce trema e vorrebbe invece che fosse il Nara a
tremare per colpa sua.
“Sì, lo so, non sono Sasuke e
nemmeno Kiba. Però non me ne andrò mai, non ti terrò
mai più distante, ti tratterò con rispetto e ti voglio
davvero bene.” gli è uscito un tono basso, amaro, c'è
silenzio lì dentro e sembra che Ino abbia smesso di respirare.
Shikamaru si immagina il suo cervello correre ad una velocità
pazzesca per collocare in maniera giusta quello che le ha appena
detto.
Ino è buffa, così, con la bocca aperta e gli
occhi sgranati e lucidi, il ciuffo che di solito ricopre uno dei due
spostato leggermente da una parte. Ha un aspetto arruffato e
sconvolto, e non l'ha mai vista così carina. Riderebbe da
quanto è buffa, ma quel giorno tutte le occasioni devono per
forza andare sprecate, e allora alza una mano e le sfiora una guancia
con le dita, impacciato anche in quel gesto spontaneo.
Ino sembra
appoggiare di nuovo i piedi per terra, abbassa gli occhi e nel farlo
una goccia salata le scivola via.
“Mi dispiace…”
le dice, sempre più piano perché le sembra fragile in
quel momento, anche se lui sa che lei è forte, più di
quanto dimostri. Poi sbuffa, perché l'aria è pesante.
“Vedi? Non sono poi così intelligente,” continua,
con quella faccia annoiata da sé stesso che la fa sorridere.
E
quello è un sorriso vero. Meglio di quello che ha rivolto a
Sasuke, meglio di quello che ha ricevuto Kiba e decisamente più
dolce e luminoso di quello che si può permettere Sai.
Allora
ci pensa su un po' meno, perché lo ha fatto per una decina
d'anni, adesso basta. Si avvicina e appoggia le sue labbra su quelle
di Ino. Leggero.
Ha chiuso gli occhi d'istinto e quando li
riapre ci sono quelli della sua amica d'infanzia che lo guardano
quasi smarriti. Si concede un sorriso, non perché sia buffa
adesso, ma perché è davvero troppo bella.
Poi il
campanellino suona ancora, Shikamaru si distrae, poggia gli occhi sul
viso di Chouji che si sta già allargando in un sorriso. Non fa
però in tempo a dire niente che Ino lo abbraccia e tutta la
sua mente è improvvisamente troppo impegnata a chiedersi come
possa averle permesso di vestirsi così poco in tutti quegli
anni, ora che sentirsela premuta addosso con quella divisa
striminzita gli sembra indecentemente ovvio. Si acciglia, ma il suo
cervello è sempre troppo occupato a far finta che lei non
abbia un buonissimo profumo e si limita ad abbracciarla a sua volta.
È calda, sa di fiori e di sorrisi e lo fa sentire leggero come
quel primo bacio che si ricorderanno entrambi per sempre.
Chouji, sulla porta, ridacchia. Perché Chouji sa.
Owari
Ok, sembra quasi che
tutti siano sempre a parlare di Ino, ho tralasciato tutto indietro
filando come un treno, ho menzionato sempre i soliti due o tre
personaggi, le caratterizzazioni sono assenti o non troppo presenti,
Shino sembra un disco rotto, Hinata non c'è e se c'è è
stereotipata, Sasuke sembra idiota... ah no, quello va bene... Però
comunque c'è poco o niente, l'ho scritta abbastanza di corsa e
mi dispiace non essere riuscita a partorire qualcosa di meglio. So
che questa coppia mi piace, più di altre in realtà, ma
non riesco a scriverne.
Poi c'è da dire che mi sento in
soggezione. Dedicare una Shika Ino a Zia Ele è come mostrare i
propri schizzi a Valentino. Con la differenza che di Valentino non me
ne frega un beneamato.
Zia Ele è una persona solare, che mi rammarico di conoscere poco, che da quel che ho visto fa quello che vuole e che le piace senza rompere al prossimo ma anche senza lasciarsi mettere i piedi in testa. È serena, avrà anche le sue gatte da pelare come tutti, ma non lo fa vedere mai. Mi sono riscoperta più affine a lei di quanto pensassi, e mi fa piacere scambiarci due chiacchiere. Lei è sempre molto disponibile e gentile... Possono sembrare cose scontate, ma oggi giorno davvero non lo sono! Le dedico questa piccola shot, tentativo mal riuscito di Shika Ino, perché lei lo ama questo pairing e scrive sempre delle cose bellissime che mi fanno divertire, piagnucolare, incavolare, ridere, imprecare, che mi fanno sempre voglia di leggerne ancora, e io volevo renderle un briciolo di questo favore. Auguri Ele!
Chiedo scusa per lo schifo che è venuto...
Chu
I personaggi e i luoghi non mi appartengono, e non c'è lucro.