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Autore: slice    01/04/2010    6 recensioni
Shikamaru non si rende conto subito di quello che dice Ino. Forse ha solo bisogno di crescere però, e di avere un quadro più completo.
Questa shot è per zia Ele, auguri stella!
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Shikamaru Nara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fiori e sorrisi nell'ombra

di slice





Ino sorride quando c'è Sasuke, le si illumina il viso, più di quando c'era Sakura, più di quando è insieme al suo stesso team.



Non so che diavolo ci trovino nell'Uchiha,” borbotta Kiba, penzolando per metà dal ramo su cui è appollaiato.
Sonnecchia con gli occhi chiusi, là in cima; Akamaru è rimasto a terra perché Chouji lo accarezza e profuma di patatine al formaggio.
Shikamaru, sdraiato accanto al compagno di team sbadiglia impunemente ora che Ino è troppo impegnata a sbavare su Sasuke e ad arrabbiarsi con Sakura, per vederlo. Prima non lo avrebbe potuto fare senza beccarsi rimproveri per la mano che non mette davanti o per l'accidia che mostra a tutti senza remore; allora forse dovrebbe ringraziare l'Uchiha, pensa. Forse, un giorno. Intanto sbadiglia, poi ci penserà.
“Chè poi le filasse un minimo, quello neanche si accorge di avere un essere umano vicino, alle volte,” continua Kiba, portandosi un braccio sulla testa a coprirsi gli occhi.
“Andrà avanti per ore,” comunica Shino, seduto vicino ad Akamaru, mentre si sistema gli occhiali da sole con un dito.
Shikamaru sbuffa, ma non se ne va e neanche cambia posizione perché potrebbe stirarsi un muscolo. Chouji ridacchia.

Il sole se ne sta andando, l'aria presto sarà troppo fresca per sonnecchiare tra l'erba che si farà umida, e Shikamaru con queste previsioni sposta i suoi pensieri sul divano e poi sul letto che giacciono, morbidi e paciosi, in casa sua. S'incammina, ciondolando per le strade colorate dell'arancio degli ultimi raggi del sole, fra le ombre allungate dei perditempo suoi simili.
La pace è sempre con lui anche se spesso non riesce a goderne appieno, forse per colpa di quel suo cervello sempre di corsa, e nel pacato vociare di un villaggio all'imbrunire riconosce una voce.
“Non capisco, Hinata, davvero… vorrei, ma non sono sicura di sapere per quale motivo una bella ragazza come te dovrebbe perdere il suo tempo dietro a qualcosa di così insignificante ed arancione...”
È Ino, che parla di Naruto alla Hyuuga con il suo solito enorme tatto. Forse la kunoichi è in silenzio perché sta per svenire, pensa prima di tornare ad ascoltare. Per caso, ovviamente, le orecchie ce le ha anche lui.
“Secondo me dovresti guardarti intorno, Kiba è un bel tipo ed è tuo compagno di squadra. Non è Sasuke, ma ci arriva abbastanza vicino,” c'è un attimo di silenzio così profondo da farlo arrestare, lì, in mezzo alla strada. Hinata è probabilmente già in coma. “Non è come Shikamaru...”
Il Nara sbuffa, contrariato. Alza gli occhi al cielo mentre riprende la strada verso il suo adorabile divano, che lo consolerà. Non che gliene importi di quel che dice Ino, ma è sempre un'ottima scusa.







Ino sorride quando c'è Kiba, le si illumina ancora il viso come quando c'era Sasuke, ma Sasuke non c'è più, Sakura è in pezzi e lei si è chinata a raccoglierli tutti. Ha lo sguardo meno spensierato, ma quando sorride all'Inuzuka sembra sempre lei, più di quando c'è Sakura, più di quando è insieme al suo team.



È davvero carina,” commenta Kiba, guardando Ino attraverso la vetrata del locale. “Insomma, ha un bel sorriso, si muove con eleganza e ha quegli occhi grandi che s'intonano con i capelli,” continua, guardando fuori trasognato.
“Oh quindi sei attratto anche da me?” dice Naruto mentre sbatte le ciglia con fare civettuolo, scatenando l'ilarità in Chouji e uno stirarsi di labbra in Shikamaru.
Kiba non lo ascolta, guarda ancora fuori e lo zucchero che ha sul cucchiaino finisce sul tavolo invece che nella sua tazzina.
“Avete visto che gambe che ha?” insiste senza distogliere lo sguardo dalla figura della Yamanaka che ride con l'Haruno sulla panchina che c'è nella piazzetta di fronte.
“Andrà avanti per ore,” dice Shino alzando un sopracciglio mentre Kiba quasi si strozza a sentire il caffè amaro come una medicina.
Shikamaru sbuffa, sbadiglia e si copre la bocca con una mano perché anni di sfuriate ormai lo hanno plagiato e non riesce più a fare altrimenti. Chouji ridacchia.

Naruto racconta ad un volume piuttosto alto, come se non lo conoscessero, quello che gli è successo nell'ultima missione e abbraccia Kiba nel tentativo di non cadere. Barcollano entrambi verso sinistra e urtano Shikamaru che si ritrova a sospirare, tediato.
Ino viene verso di loro, Sakura la regge in piedi e lei la ringrazia cantando a squarciagola a pochi centimetri dal suo orecchio.
“Ecco la principessa,” la saluta Kiba che si stacca da Naruto in tempo per afferrare Ino, dal momento che gli si è gettata addosso.
“Che dolce che sei Kiba chan… mi porteresti a casa?” miagola la Yamanaka, tutta contenta e alticcia.
“Non lo stava già facendo Sakura?”
“Uzumaki, fatti i cazzi tuoi!” risponde Kiba, prima di prendere Ino sotto braccio e invertire la rotta.
Shikamaru si sente osservato e sbuffa quando capisce che lo sguardo di Sakura gli sta chiedendo di intervenire.
“Ino,” inizia, poco incline ad un lungo diverbio. “E lasci Sakura andare in giro da sola?” butta lì l'astuto ninja.
La kunoichi si ferma, poco stabile, lo guarda male e Shikamaru crede di dover scappare per quanto rancore legge in quegli occhi, ma poi tutto si spegne. Il fervore che ci aveva letto non c'è più, Ino ha gli occhi bassi e sembra stia per piangere e, anche se tutti sanno che non lo farà, l'atmosfera si fa pesante.
“Come ti permetti, proprio tu... Sakura ha Naruto... Kiba mi accompagna perché non è un egocentrico fannullone... Kiba non è come te.” e se ne va, tirandosi dietro l'amico ferino, perché ha sprecato già troppe parole per lui.
Quando sono lontani, Sakura lo guarda dispiaciuta, ma prima che possa dire qualunque cosa Naruto interviene seguendo il consiglio - l'ordine? - della Yamanaka.
Shikamaru si sente confuso e anche un po' risentito, ma Chouji gli mette una mano sulla spalla e guardandolo sorridere, rassicurante, sembra che tutto vada bene. Il Nara lo sa che non è vero, ma in attesa di chiarimenti non può far altro che tornare a pensare al suo letto.







Ino sorride quando c'è Sai, ma il viso non le si illumina più, non è più una bambina. C'è un sorriso dolce, tenero, ogni volta che Sai fa qualcosa di carino che ha letto da qualche parte. Quando travisa il comportamento da seguire lei lo picchia, ma inizia presto a comprendere le sue difficoltà e quel sorriso dolce appare sempre più spesso, più di quando c'è Sakura, più di quando è insieme al suo team.



Come odio quel Sai,” ringhia Kiba, ficcandosi in bocca un dango.
“No dai, solo i primi momenti...” dice Naruto pensoso, “e quando parla del mio pisello,” aggiunge poi, accigliandosi.
“Cioè spesso, quindi,” dice Shikamaru tra uno sbadiglio e l'altro.
“Sì, è proprio odioso,” ribadisce Kiba, spezzando eloquentemente lo spiedino dei dango. Akamaru ringhia, prima di posare nuovamente il suo testone bianco per terra, solidale.
“Andrà avanti per ore,” dice Shino che, sempre più coperto, non si è accorto di essere nel mese di Luglio.
Shikamaru si stira sulla panchina, l'ombra di un ciliegio li culla nella poca frescura del tardo pomeriggio di quel caldo mese, e lui si sente in pace con tutti a patto che non si parli di Ino per tutto il giorno. Chouji ridacchia.

Nonostante l'estate stia per arrivare al culmine c'è ancora qualche foglia che si muove, un po' di refrigerio, e fortunatamente la temperatura va migliorando con l'imbrunire.
Kiba e Naruto sono tornati a casa poco fa e finalmente c'è un rassicurante silenzio. Shino, benché sia un'ottima, pacata compagnia per il Nara, si è eclissato poco dopo il compagno di squadra, e Chouji sgranocchia lì vicino.
La panchina è una delle sue preferite perché quella zona del parco è più in disparte e non viene frequentata dai bambini; inoltre le siepi alte formano una specie di protezione e ci si può godere un lontano silenzio disturbato dalla vita della natura e da qualche schiamazzo; perché è pur sempre un parco pubblico.
Non fa in tempo a godere di queste considerazioni che due voci familiari gli stuzzicano le orecchie.
“Uffa, non puoi continuare a prendermi in giro... piuttosto: come va con Sai?” È Sakura, il suo tono è passato rapidamente dal lamentoso al malizioso e la domanda è stata ovviamente posta per distogliere l'amica dalla sua fronte spaziosa.
“Va.” risponde Ino, con un tono noncurante.
“Dai, dettagli, voglio dettagli!”
Shikamaru sente Ino ridere. Conosce quella risata ed è stanca, è sofferta, è una risata finta che fa perché scherza su qualcosa che invece è un tasto dolente. È falsa perché si costringe a sdrammatizzare su qualcosa che le fa male, brucia e non sa come rimediare. La conosce, gliel'ha sentita tirare fuori ogni volta che Chouji gli chiedeva come stava dopo la morte di Asuma sensei.
La conosce e vorrebbe non conoscerla.
“Beh…” temporeggia la Yamanaka, “non è Sasuke, mi sembra ovvio, e...” la frase cade; Chouji si muove accanto a lui, nervoso.
“E non è Shikamaru,” dice Sakura, la voce bassa, abbattuta.
“Però mi tratta con rispetto e sembra che mi voglia davvero bene.” Ino ha ripreso il suo fervore e le voci tornano allegre, allontanandosi.
Shikamaru apre gli occhi avvertendo lo sguardo di Chouji su di sé; si scopre accigliato, la sua fronte è corrugata e sente del fastidio alla bocca dello stomaco.
Si chiede perché c'era una 'e' e non un 'ma' in quella frase. Se fosse stata: “Non è Sasuke, mi sembra ovvio... MA - almeno - non è Shikamaru”, avrebbe avuto molto più senso, invece adesso è confuso.
Chouji si muove ancora nervosamente e lo guarda storto cercando di capire come si sente.
Chouji.
Che ridacchia quando si parla di Ino, perché? Perché lui sbuffa quando si parla di Ino.
“Naruto non è Sasuke, non è come Kiba, non è come Shikamaru. Kiba non è come Sasuke, Kiba non è come te. Sai non è Sasuke e non è Shikamaru.” dice senza una particolare intonazione, ripetendo quello che negli anni ha raccolto come se fossero informazioni. Chouji lo guarda, adesso meno teso.
“Credo che ti sia sfuggito qualcosa, grande stratega.”
Shikamaru alza gli occhi e davanti a loro, in piedi e con una busta piena di pomodori, c'è l’Uchiha, che rimane lì, fermo e inespressivo. Farebbe ridere se la situazione non fosse così bizzarra.

Naruto non è come Sasuke, non è come Kiba, non è come Shikamaru. Perché Naruto non è bello come Sasuke, non è selvaggio come Kiba, non è intelligente come Shikamaru.
Kiba non è come Sasuke, Kiba non è come te. Perché Kiba non se n'è andato come Sasuke, Kiba non è inavvicinabile come lo sei tu, come sei diventato tu.
Sai non è Sasuke e non è Shikamaru. Perché Sai non è qualcuno come tutti sanno che era Sasuke per me, e non è qualcuno come Sakura sa che Shikamaru è per me.

Il Nara emette un verso strozzato; ha travisato tutto e ha odiato Sasuke e Kiba per anni inutilmente. Sai l'ha odiato solo per qualche mese, ma non riesce a vedere in questo qualcosa di positivo.
Chouji annuisce.







Shikamaru si alza dal muretto poco distante dal negozio di fiori della famiglia Yamanaka, caccia le mani in tasca, si guarda intorno, sbuffa. Ha pietà di sé stesso, ma si dirige lo stesso al patibolo.
Quando entra, il campanellino sopra la porta annuncia il suo ingresso.
“Ciao Shikamaru!” trilla Ino da dietro il bancone.
“Ciao…” si limita a sfiatare lui, guardando in giro annoiato quando in realtà controlla che non ci sia Inoichi.
“Hai fatto bene a passare di qua, così consegni questi gigli a tua madre e mi risparmi un viaggio…” continua lei, giuliva e ignara.
“Sì... Senti” comincia, sospirando “pensavo, per caso, vuoi uscire a bere qualcosa stasera?” è oltremodo indelicato e poco adatto al loro rapporto, ma lui è solo intelligente, non è un esperto di cose come quelle.
Ino sbatte le ciglia, confusa, per un attimo, ma poi si riprende e sorride.
“Certo! Non ne sapevo niente, ho visto Sakura poco fa e non mi ha detto niente...”
“No Ino, dicevo, io e te...” dice fissandola negli occhi, “se ti va.” conclude, più ansioso di quanto non dia a vedere.
Ino boccheggia dall'altra parte del bancone. Si riprende perché alcuni gigli che stava impacchettando per Yoshino le cadono dalle mani, e allora fa il giro del mobile e molla uno schiaffo a Shikamaru.
Lui non si muove, non dice niente, pensa di esserselo meritato e la guarda impegnarsi per non piangere. E riuscirci poco.
“Non...” si morde le labbra Ino, perché la sua voce trema e vorrebbe invece che fosse il Nara a tremare per colpa sua.
“Sì, lo so, non sono Sasuke e nemmeno Kiba. Però non me ne andrò mai, non ti terrò mai più distante, ti tratterò con rispetto e ti voglio davvero bene.” gli è uscito un tono basso, amaro, c'è silenzio lì dentro e sembra che Ino abbia smesso di respirare. Shikamaru si immagina il suo cervello correre ad una velocità pazzesca per collocare in maniera giusta quello che le ha appena detto.
Ino è buffa, così, con la bocca aperta e gli occhi sgranati e lucidi, il ciuffo che di solito ricopre uno dei due spostato leggermente da una parte. Ha un aspetto arruffato e sconvolto, e non l'ha mai vista così carina. Riderebbe da quanto è buffa, ma quel giorno tutte le occasioni devono per forza andare sprecate, e allora alza una mano e le sfiora una guancia con le dita, impacciato anche in quel gesto spontaneo.
Ino sembra appoggiare di nuovo i piedi per terra, abbassa gli occhi e nel farlo una goccia salata le scivola via.
“Mi dispiace…” le dice, sempre più piano perché le sembra fragile in quel momento, anche se lui sa che lei è forte, più di quanto dimostri. Poi sbuffa, perché l'aria è pesante. “Vedi? Non sono poi così intelligente,” continua, con quella faccia annoiata da sé stesso che la fa sorridere.
E quello è un sorriso vero. Meglio di quello che ha rivolto a Sasuke, meglio di quello che ha ricevuto Kiba e decisamente più dolce e luminoso di quello che si può permettere Sai.
Allora ci pensa su un po' meno, perché lo ha fatto per una decina d'anni, adesso basta. Si avvicina e appoggia le sue labbra su quelle di Ino. Leggero.
Ha chiuso gli occhi d'istinto e quando li riapre ci sono quelli della sua amica d'infanzia che lo guardano quasi smarriti. Si concede un sorriso, non perché sia buffa adesso, ma perché è davvero troppo bella.
Poi il campanellino suona ancora, Shikamaru si distrae, poggia gli occhi sul viso di Chouji che si sta già allargando in un sorriso. Non fa però in tempo a dire niente che Ino lo abbraccia e tutta la sua mente è improvvisamente troppo impegnata a chiedersi come possa averle permesso di vestirsi così poco in tutti quegli anni, ora che sentirsela premuta addosso con quella divisa striminzita gli sembra indecentemente ovvio. Si acciglia, ma il suo cervello è sempre troppo occupato a far finta che lei non abbia un buonissimo profumo e si limita ad abbracciarla a sua volta. È calda, sa di fiori e di sorrisi e lo fa sentire leggero come quel primo bacio che si ricorderanno entrambi per sempre.

Chouji, sulla porta, ridacchia. Perché Chouji sa.





Owari







Ok, sembra quasi che tutti siano sempre a parlare di Ino, ho tralasciato tutto indietro filando come un treno, ho menzionato sempre i soliti due o tre personaggi, le caratterizzazioni sono assenti o non troppo presenti, Shino sembra un disco rotto, Hinata non c'è e se c'è è stereotipata, Sasuke sembra idiota... ah no, quello va bene... Però comunque c'è poco o niente, l'ho scritta abbastanza di corsa e mi dispiace non essere riuscita a partorire qualcosa di meglio. So che questa coppia mi piace, più di altre in realtà, ma non riesco a scriverne.
Poi c'è da dire che mi sento in soggezione. Dedicare una Shika Ino a Zia Ele è come mostrare i propri schizzi a Valentino. Con la differenza che di Valentino non me ne frega un beneamato.

Zia Ele è una persona solare, che mi rammarico di conoscere poco, che da quel che ho visto fa quello che vuole e che le piace senza rompere al prossimo ma anche senza lasciarsi mettere i piedi in testa. È serena, avrà anche le sue gatte da pelare come tutti, ma non lo fa vedere mai. Mi sono riscoperta più affine a lei di quanto pensassi, e mi fa piacere scambiarci due chiacchiere. Lei è sempre molto disponibile e gentile... Possono sembrare cose scontate, ma oggi giorno davvero non lo sono! Le dedico questa piccola shot, tentativo mal riuscito di Shika Ino, perché lei lo ama questo pairing e scrive sempre delle cose bellissime che mi fanno divertire, piagnucolare, incavolare, ridere, imprecare, che mi fanno sempre voglia di leggerne ancora, e io volevo renderle un briciolo di questo favore. Auguri Ele!

Chiedo scusa per lo schifo che è venuto...

Chu





I personaggi e i luoghi non mi appartengono, e non c'è lucro.



  
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