I've
been addicted to you.
You touched my heart you touched my soul.
You changed my life and all my goals.
And love is blind and that I knew when,
My heart was blinded by you.
I've kissed your lips and held your head.
Shared your dreams and shared your bed.
I know you well, I know your smell.
I've been addicted to you.
James Blunt,
Goodbye my lover.
«Andiamo,
guardati! Chi sei?» urlai con tutta la voce possibile,
squarciando il silenzio.
Ma lui non rispose. Rimase a fissarmi con occhi di ghiaccio.
«Chi diavolo sei diventato?» urlai ancora
avvicinandomi a lui e spintonandolo.
«Perché io credo di non conoscerti più,
ormai. Anzi, forse non ti ho mia
conosciuto!» urlai con le lacrime che prepotenti premevano
per uscire.
Deglutendo le ricacciai indietro.
Lui non rispose. Continuava a
guardarmi
con sguardo duro e… sofferente.
Scossi il capo e mi voltai verso la grande vetrata, poggiando una mano
e la
fronte sul vetro freddo. Il mio petto fu scosso da un singhiozzo.
«Parlami.» mormorai con voce incrinata. La luce del
sole, che piano si
avvicinava all’orizzonte, m’illuminava il viso, le
fronde degli alberi e la
vasta distesa d’erba che mi si stagliava davanti.
«Miley…» mormorò e la sua
voce era appena udibile. Mi voltai a guardarlo, speranzosa
di risposte.
Quando ami qualcuno non importa chi sia, cosa faccia, gli doni te
stesso senza
pretendere nulla in cambio. Ma, alla fine, tutto intorno a te,
ciò che credevi
insignificante assume significati profondi e sconvolgenti, tanto da
porre fine
a quell’angolo di felicità che, quasi
ingenuamente, eri riuscito a ricamarti.
Ed era ciò che era successo a me.
Attesi che parlasse che mi desse spiegazioni, che mi dicesse che non
era
cambiato, che non era diventato un ragazzo che basava la sua vita sul
suo
lavoro, popolarità e oggetti costosi. Che mi dicesse che i
suoi erano valori
reali, e non bastati sulla materialità, che non era
superficiale, ma che
coglieva l’essenza delle persone, della vita, ciò
che rende una persona unica.
Speravo che, ciò tutto ciò, tutto quello che
avevo visto in lui… fosse reale e
che non fosse dettato dall’amore che mi legava a lui,
dall’annebbiamento che
esso, quasi, mi aveva procurato.
Attesi invano, perché lui non parlò.
Scossi il capo. «Ti credevo diverso, Robert. Ti
credevo… diverso.»
«Cosa vuoi che ti dica, Miley?» sbraitò
d’un tratto.
Sgranai gli occhi sentendo le lacrime inumidirli. «Che ho
torto!» urlai in
preda alla rabbia e le lacrime presero a scorrere sul mio viso, tanto
velocemente che impedirlo fu impossibile.
«Non posso negare che la mia vita è cambiata, e
non posso negare che… che forse
lo sono anche io ma…» disse con voce incerta,
torturandosi i capelli castano
chiaro con una mano.
E fu lì che il mondo parve crollarmi sulle spalle e la terra
mancarmi sotto i
piedi.
Sì, lui era cambiato.
«Tu… mi fai solo… ribrezzo.»
mormorai scioccata, sgranando gli occhi bagnati di
lacrime.
Lui alzò lo sguardo su di me, accigliandosi.
«Cosa?» sussurrò confuso.
«Oh mio Dio.» mormorai gemendo e, retrocedendo, mi
diressi verso la porta
d’ingresso, ma, quando mi voltai per coprire la distanza fra
me ed essa con
pochi passi, lui mi superò parandosi davanti al legno
bianco.
«Lasciami passare.» dissi puntando i miei occhi nei
suoi e fissandolo con
sguardo deciso anche se dentro avrei voluto gettargli le braccia al
collo e
sussurrargli quanto mi mancasse.
«No. Non ho finito di parlare.» disse, e la sua
voce non ammetteva repliche.
Chiusi gli occhi e feci un respiro profondo prima di riaprire le
palpebre di
scatto. «Lasciami passare.» ringhiai con il viso
solcato da lacrime di rabbia.
Per un attimo qualcosa nel suo sguardo sembrò cambiare. Nei
suoi occhi guizzò tristezza,
malinconia, si posarono su un punto indefinito del pavimento prima di
ritornare
a guardare i miei e, quando si fusero al nocciola dei miei, mi si
mozzò il
fiato.
Era bello anche col viso devastato da un uragano di emozioni ed io lo
avevo
amato…e lo
amavo più bella mia stessa
vita, come, forse ingenuamente, credevo fosse anche per lui.
Robert la guardò negli occhi,
conscio che
nulla avrebbe potuto eguagliare l’amore che nutriva per lei,
per i suoi occhi
color nocciola, per quelle labbra perfette, i capelli color del sole.
Per
quell’anima che lo aveva rapito come mai nessuno era riuscito
a fare.
In quel momento, tutto nella sua vita aveva un senso. Era lei, la sua ragione e lo capì quando Miley, con dolcezza,
gli
baciò le labbra, sollevandosi sulle punte dei piedi. E
capì che, qualsiasi cosa
fosse accaduta, qualunque cosa il destino avesse in serbo per lui, non
l’avrebbe dimenticata. Perché non puoi dimenticare
colei che ti sconvolge la
vita, che la segna nel profondo… che ti cambia.
L’avrebbe ricordata, sempre. E
sarebbero potuti passare anni, decenni, ma lui avrebbe sempre ricordato
la
dolce Miley, quella ragazza di soli vent’anni che
l’aiuto a comprendere quanto
potente possa essere l’amore, ma soprattutto che
gl’insegnò a squarciare il
velo che separa la realtà dalla fantasia, per cogliere
così la vera essenza
della vita, per capire che tutto ciò che ha un anima vive
per… amore.
La strinse a sé, affondando poi il viso nei suoi capelli.
«E’ strano.» disse sorridendo e chiudendo
gli occhi, mentre le sue mani
stringevano la schiena di lei.
«Cosa?» soffiò Miley sul suo collo,
posandoci poi un delicato bacio, quasi
fosse una carezza. Respirò a fondo il profumo della sua
pelle.
«Credo di amarti da sempre.» mormorò con
voce gonfia d’emozione.
Miley sorrise. «Che strano, credo di amarti da sempre
anch’io.»
«Credevo
che… che fra
noi sarebbe durata per sempre. Secondo alcuni ero accecato
dall’amore, anzi,
era considerata una ridicola infatuazione.» disse facendo un
passo verso me.
«Ma non capivano… non potevano sentire il battito
frenetico del mio cuore. Il
tuo colibrì, ricordi?», accennò un
sorriso, scuotendo appena il capo e
abbassando lo sguardo. «Ma.. a volte la vita ci riseserva
cose che mai ci
saremmo aspettati di incontrare, o avere. E lo stesso è
stato con te, Miley.»
Sentii
le lacrime bagnarmi il viso, ma non avevo la forza di alzare il braccio
ed
asciugarle col dorso della mano. Qualsiasi impulso inviassi al mio
corpo, esso
non rispondeva. Rimasi, lì, in balia di una tempesta di
emozioni, ad
ascoltarlo.
«E, a volte,
smarriamo la strada, la retta via. Ciò che è
importante viene
offuscato da nuovi avvenimenti e perdi il controllo di te stesso.
Ma… la tua
vera assenza, quella rimane, non scompare come il resto. Ciò
che custodisci
gelosamente nel tuo cuore rimane. E, tu, Miley, ci sei
ancora… perché tu sei il mio cuore.»
mormorò prendendo il
palmo della mano sulla mia guancia bagnata.
«Perché io ti amo… da sempre. E non
dubitare del mio amore, Miley, non farlo mai. Perché
rinnegare te, sarebbe rinnegare
me stesso e ciò che in realtà sono. Ti amo, e lo
griderei al mondo intero.
Perché la mia non è una stupida infatuazione,
no… io ti amo, ti amo… ti amo.»
Fu strano,
ciò che provai. Un susseguirsi di emozioni discordanti tra
loro che
mi scossero l’anima, come il vento fa col le fronte degli
alberi.
Chiusi gli occhi
godendomi la sensazione delle sue mani sul viso, del suo
respiro caldo sulla pelle.
«Perdonami,
Miley.» mormorò poi al mio orecchio. Fermare le
lacrime era oramai
impossibile.
«Dovrei
odiarti, dovrei prendere la mia roba ed andare via.» gemetti
affondando
il viso nell’incavo del suo collo.
«Ma non
è ciò che vuoi.»
«Dimostrami
che mi ami, Robert. Dimostramelo.»
Lo sentii baciarmi la
pelle sotto l’orecchio. «Legati a me,
Miley… per sempre.»
Aprii di scatto gli
occhi. Poi quando il suo viso tornò davanti al mio,
permettendomi di annegare nel mare azzurro dei suoi occhi, lo baciai.
Fu come ritrovarsi
dopo lunghi anni d’assenza, forgiare un patto
d’amore mentre
del magma travolgeva i nostri animi, unendoli, per sempre.
«Ti
amo.» mormorai allontanandomi da lui e prendendogli il viso
fra la mani.
Lui sorrise e
dischiuse le labbra morbide. «Da sempre.»
So che non è molto... ma viene... da cuore. Spero che qualcuno l'abbia gradita.
A voi, Panda.