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Autore: Cruel Angel    03/04/2010    1 recensioni
Hogwarts è nel periodo più buio della sua storia e senza una guida certa. Lumacorno è appena tornato al suo vecchio lavoro con paura e riluttanza, ma ci sarà qualcuno che gli farà desiderare di rimanere. E quel qualcuno è una persona molto riservata e per quell'uomo tanto gioviale sarà dificile capirne ogni sfumatura....
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Horace Lumacorno, Minerva McGranitt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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style="font-family: "Times New Roman";">Ecco a voi una nuova serie!! Ho appena scoperto questa cosa e non riesco più a non scriverle!!  Passando a argomenti più seri…in questa fan fiction Lumacorno ha un rapporto più stretto con Minerva e, lo so’ lo so’ sono un inguaribile romanticona, si conoscono da più tempo. Magari in alcuni punti troverete degli atteggiamenti strani da parte di personaggi che non ti aspettereste mai, ma ho cercato di tirare fuori le parti nascoste da ognuno….se non siete d’accordo su qualcosa, ditemelo!! (O meglio…scrivetemi.. ^ ^)

Comunque, ecco a voi la storia….

CAP   1

Non è una giornata qualunque, oggi è un giorno speciale.  Si continuava a ripetere la donna, ma ciò non riusciva a distrarla. Guardò l’orologio. Le 17.40, poi guardò fuori dalla finestra. Pioveva, sembrava quasi che anche la natura fosse triste. Guardò di nuovo l’orologio, le 17.41. Chiuse gli occhi.  Non è una giornata qualunque, oggi è un giorno speciale. Poi si alzò e uscì dall’ufficio. Scese lentamente le scale, come se questo bastasse a riparare a ciò che era successo.  Sentì arrivare qualcuno e girò appena la testa.

“Ehi, Minerva!” la salutò.

“Buongiorno, Lumacorno” rispose con voce atona.  Ci fu un attimo di silenzio e Lumacorno non seppe cosa dire, così si limitò a seguirla. Minerva sapeva che quell’uomo non riusciva a mantenere il silenzio, ma lei non voleva romperlo,e così rimasero fino a che non uscirono dal castello. Minerva si fermò di colpo sulla soglia.

“Cosa c’è Minerva?” le chiese l’uomo.

“Nulla” rispose in un sussurro. Non era vero. Tutte quelle persone riunite a onorare la morte di una persona, non riusciva a guardarle negli occhi. Non è una giornata qualunque, oggi è un giorno speciale.

“Andiamo a sederci” le propose l’uomo. Lei annuì e lo seguì. Erano stati riservati dei posti in prima fila per loro e ci si diressero. Lumacorno lesse con curiosità il biglietto attaccato sulla sedia di fianco a Minerva.  D.j.Umbridge. Si girò di scatto verso la donna.

“Minerva, ti spiace se scambiamo i posti?”

“No, certo”

“Grazie” . Ormai è inutile nasconderlo. Minerva stava partecipando al funerale di Silente, alla morte del suo compagno di vita e del suo amico più fedele. Chiuse con forza gli occhi. Non è u giorno qualunque, oggi è un giorno speciale.

“Minerva tutto bene?” le chiese preoccupato l’uomo, poggiandole una mano su quella di lei. In un gesto che non si aspettava nemmeno la donna, strinse la mano dell’uomo e ne sentì il calore, che gli donò un po’ di conforto.

“Sì, tutto bene. Grazie”.

“Va bene” disse il professore tenendole la mano.  La cerimonia si svolse lentamente, dato che quasi tutte le persone presenti volevano dire qualcosa su Albus.

Come se servisse pensò sorridendo arresa. Alzò il viso per ascoltare l’ennesima persona che parlava.

“…Albus  era un uomo straordinario, una mente brillante…”. Improvvisamente si ricordò di una scena piuttosto divertente e sorrise. Si ricordava bene quel giorno.

(ricordo) “Oh, che afa!” esclamò la donna togliendosi il mantello e appoggiandolo alla sedia. Il Preside le sorrise e le domandò:

“Posso invitarla a costeggiare il lago in mia compagnia?” Minerva rimase leggermente stupita, ma rispose subito.

“Volentieri”. Albus le prese il mantello e le aprì il grande portone che dava sul parco, in un gesto galante. Iniziarono a costeggiare il Lago Nero, fino a che una folata di vento non fece volare il mantello. Albus, con un rapido gesto, lo fermò a mezz’aria. Poi si girò verso la collega con un sorriso divertito. Mosse di nuovo la bacchetta e ne uscirono diversi fili che si legarono al mantello.

“Ha mai fatto volare un aquilone?” le chiese, iniziando a farlo volare. Minerva restò stupita. Stava giocando con il suo mantello.

“No,non ho mai fatto volare un aquilone…” rispose incerta.

“Davvero? Allora provi!” le disse porgendole i fili.

“No, io non credo…”

“Perché no? E’piuttosto divertente” esclamò dandogli i fili in mano. Le scivolarono di mano e lui li riprese. Si avvicinò e le si mise dietro. Poi le diede di nuovo i fili, tenendole una mano, così che non scivolassero di nuovo. La donna arrossì violentemente.

“Vede? Non è difficile…” . Lei annuì e lasciò che lui guidasse il semi-aquilone.

 

“Minerva! Minerva!” esclamò una voce. Lei si riscosse.

“Sì?”

“Stavi ridendo…” la informò Lumacorno. La Preside rimase in silenzio un attimo, stupita da ciò che aveva detto il suo collega.

“Non è  possibile…” sussurrò, girandosi verso la folla che la fissava sgomenta.

“Mi dispiace Minerva, ma…” non finì la frase che la donna si alzò e, con passo veloce, si diresse verso il castello. Aprì violentemente il portone, salì velocemente fino alle sue stanze e spalancò la porta. Si sedette con un tonfo sulla comoda poltrona e affondò il viso tra le mani. Non posso averlo fatto. Non posso averlo fatto.. Sentì dei rumori e alzò il viso di scatto. Vide la figura del suo collega sulla soglia che si avvicinava piano a lei. Poi le si mise davanti, sedendosi su una poltrona.

“No, non  piangere” le sussurrò dolce, asciugandole una lacrima. Lei chiuse forte gli occhi e si morse le labbra, ma non riuscì a reprimere le lacrime e scoppiò a piangere.

“Non ce la faccio” mormorò arresa scuotendo la testa.

“Non fa’ niente” rispose facendole appoggiare la testa sulla propria spalla “Non fa’ niente”. Le sciolse lo chignon ed iniziò ad accarezzarle i capelli.

“Io-io non…non volevo ri-ridere è solo che…che m-mi sono ricorda-ata…” cercò di spiegare tra i forti singhiozzi.

“E ricordare fa’ male, vero?” disse sorridendole e spostandole una ciocca dal viso per guardarla meglio. La donna annuì debolmente e premette ancor di più il viso contro il suo collo, quasi non volendo far sentire i singhiozzi. Lui la guardò tra il divertito e il dolce. Si avvicinò un poco, le tolse gli occhiali e le diede un timoroso bacio su una guancia. Vide le lacrime non scendere più e lasciar spazio ad un vago rossore sulle gote. Anche i singhiozzi erano più deboli e i respiri più lunghi e calmi. Ancora imbarazzato continuò ad accarezzarle i capelli finché non sentì il suo peso contro la sua spalla. La prese tra le braccia e dopo pochi passi sentì rompersi qualcosa sotto i suoi piedi. Gli occhiali! Pensò mordendosi il labbro inferiore e rivolgendo gli occhi al cielo.

“Non fa’ niente” mugugnò assonnata la donna. Lui arrossì violentemente e salì i gradini dello studio. Aprì la porta e sentì la donna sussurrargli:

“No. Stasera non qui. Ci sono troppi ricordi”. Lumacorno rimase in silenzio un attimo. Si passò la lingua sulle labbra confuso e chiuse lentamente la porta.

“E dove?” le chiese piano all’orecchio, quasi per non svegliarla.

“Nelle tue stanze”

 

Vi ho stupito, eh?  Comunque trovo che questa coppia sia bellissima….o meglio…molto particolare e per questo bellissima!! :P Io voglio ringraziare chiunque abbia letto questa fan fiction ed essendo ancora al primo capitolo non posso ancora ringraziare nessuno per le recensioni o per avermi messo tra i seguiti, comunque non preoccupatevi lo farò al prossimo capitolo…comunque spero siate in tanti!! Qualunque cosa pensiate mi farebbe solo piacere! Un’ultima cosa:

GRAZIE SEVY!!   per tutte le volte che mi hai sostenuto…..

   
 
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