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Autore: Lady_KuroiNeko    03/04/2010    1 recensioni
L'aveva sentito che quella sera sarebbe successo qualcosa di magico e travolgente. I loro cuori battevano più forte e la canzone aumentava il ritmo. Ika, sapeva che non avrebbe mai dimenticato quel ragazzo...
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Itachi
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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rebel yell 2

Rebel Yell

 

Era nell’aria quella sera.

Da quando Ino e Sakura le avevano parlato di quella band che suonava in un locale sperduto in una zona periferica della prefettura di Konoha, aveva accettato quasi subito senza esitazione.

Voleva assolutamente andarci…

Ika sentiva che sarebbe successo qualcosa di magico.

L’aveva pensato sino al suo arrivo in quella sala dove si esibiva una band di quattro ragazzi.

L’aveva capito non appena aveva incrociato lo sguardo con il bel cantante che cantava una vecchia canzone di Billy Idol...

 

In the midnight hour
she cried “more, more, more”

A mezzanotte
lei gridava “ancora, ancora, ancora”

 

Come ipnotizzata si era avvicinata fino quasi al palco infischiandosene della confusione, del fatto che le sue amiche erano chissà dove, del suo ‘ sex on the bitch ’ che scioglieva il ghiaccio facendolo diventare imbevibile.

Che importava quando aveva quella visione davanti agli occhi? Assolutamente niente…

Intanto le parole entravano nella sua testa procurandole un immenso desiderio di essere lì sul palco insieme a lui.

Quegli occhi magnetici color notte, che la scrutavano e non smettevano di fissarla la tiravano verso l’oblio.

Il sudore che scivolava lungo le guance, i capelli lunghi e lasciati sciolti, selvaggiamente svolazzavano spinti dai movimenti della sua testa, cantava con tale trasporto ed enfasi che la giovane ragazza dai capelli color miele si sentì quasi spaventata dalla forte attrazione che sentiva per quel tipo di cui non sapeva assolutamente nulla e nonostante questo lo voleva…ancora, ancora e ancora…

Voleva sapere ogni cosa di lui eppure allo stesso tempo non voleva sapere per paura che quella magia potesse scivolare via.

 

I'd sell my soul for you babe
For money to burn with you

 

Venderei la mia anima per te, piccola
Per denaro, per bruciare con te
 

Era cosi vicina da sentire il suo odore, la forza della sua voce, il calore della sua pelle .

Lui tolse il microfono dal piedistallo e s’avvicinò all’estremità del palco, inginocchiandosi durante l’assolo di chitarra le mise un dito sotto il mento e il pollice le carezzava il labbro inferiore, normalmente sarebbe morta per l’imbarazzo e non avrebbe mai permesso ad un estraneo di toccarla in modo tanto sensuale, non con tanti sconosciuti a fissarli basiti e scioccati.

 

Oh yeah little baby
she want more
More, more, more, more, more.
  

Oh, sì, piccola
Ne vuole ancora
Ancora, ancora, ancora.

 

La musica finì, la gente si catapultò al bar per le consumazioni e lui scese dal palco senza dire una parola avvicinandosi a lei, prendendole dalla mano il bicchiere e bevendo il contenuto fresco ma privo d’alcun gusto di Vodka alla pesca, il tutto senza staccarle gli occhi di dosso.

 

Lascivo, malinconico e intenso, ecco cosa era il suo sguardo.

“Scusa si è sciolto il ghiaccio e…e…” cerco di dire qualcosa di vagamente sensato, ma la sua voce era poco più che un sussurro strozzato.

Le fece segno di fare silenzio e lei ubbidì…

 

Mano nella mano correvano su per delle scale del locale, entrando, ridendo come pazzi, in una stanza, molto grande ma semplice.

Pesanti tende rosso fuoco di un stoffa qualsiasi coprivano la vetrata che dava sul locale. All’angolo un divano accogliente e una scrivania con un mucchio di fogli, una lampada dalla quale proveniva una fioca luce rendendo l’ambiente in semiombra.

La spinse contro la porta, dopo averla richiusa a doppia mandata, schiacciandola con il proprio corpo.

Era perfetto. Perfetto…

Con quel viso d’angelo dell’oscurità e un fisico mozzafiato, senza essere eccessivamente muscoloso.

Un corpo nella norma, ma agli occhi d’Ika, splendido…

Avevano il fiato corto per la folle corsa e anche per qualcos’altro, fissandosi intensamente come a volersi divorare con lo sguardo.

Le bloccò le mani lungo i fianchi e avvicinò lentamente il viso a quello della giovane che tremava per l’emozione.

“Chi sei? Una specie di strega o fata che mi ha fatto un incantesimo…?” mormorò, strofinando lentamente le labbra su quelle rosse e piene di Ika.

Non smetteva di guardarla negli occhi, studiando il suo viso e le piccole espressioni di piacere che le strappava.

A dir poco paradisiache…

“Non sono nessuna delle due…” rispose mentre lui continuava ad esplorare il contorno della sua bocca come aveva fatto poco prima con le dita.

Lei liberò le mani dalla sua presa e le poggiò sulle guance togliendo le ultime gocce di sudore dalla sua pelle, avvicinandosi per baciarlo leggermente, come una lieve carezza. Mordendogli piano il labbro inferiore suscitando in lui sospiri di piacere “…mmm...”

Si scostò quel tanto che bastava per guardarla, giocherellando con una ciocca che ribelle usciva dal fermaglio a forma di fiore Hawaiano rosso che teneva dietro l’orecchio

“Posso sapere il tuo nome mia bella sconosciuta…”

“…mi chiamo Ika…”

“Ika…non lo so perché ma sentivo che stasera avrei incontrato una creatura straordinaria…”

Arrossì leggermente, ma con tranquillità disse “Vale anche per me…”

“Come mai sei tranquilla? Sei cosi vicina a me che sento ogni tuo singolo respiro, il tuo corpo cosi morbido e invitante…e sto impazzendo...” asserì tirandola verso il divano.

“Non sono tranquilla, solo che per la prima volta non mi sento imbarazzata…” rispose sedendosi accanto a lui, intento a togliersi le scarpe.

Appena finito prese una delle sue gambe e le fece scivolare via lo stivale della gamba sinistra e poi il destro, baciandole le caviglie “Non c’è alcun motivo di vergognarsi per questo…ci siamo visti, ci siamo cercati e adesso…” sussurrò lasciando la frase a libere interpretazioni.

Ika, anche grazie a quelle parole, si sentì audace come non mai, si sedette sulle sue gambe, sentendo perfettamente il rigonfio dei jeans.

Cominciò a depositare piccoli baci sul collo del ragazzo, giocando con la collanina che portava al collo con la lingua.

Portò le mani sotto la maglietta nera che indossava il moro, togliendogliela di dosso e lasciandola scivolare ai piedi del divano.

Scivolando con calde carezze sulla pelle del ragazzo cominciò una lenta esplorazione del suo petto soffermandosi ripetutamente sugli addominali seguendo il contorno tortuoso che disegnavano i muscoli.

“Ancora non mi hai detto il tuo nome mio dolce cantate…” mormorò facendo scorrere le dita lungo il tatuaggio che aveva sulla spalla sinistra…

“Itachi e non sono per niente dolce…” disse sorridendo in modo poco rassicurante.

L’afferrò saldamente per i fianchi e premette la bocca su quella d’Ika, in un bacio mozzafiato. Le labbra si cercavano e si congiungevano giocando sensualmente in una guerra dove non c’erano vinti ma solo tanta voglia di dare piacere.

Itachi era senza dubbio il migliore…leccando il labbro inferiore e poi quello superiore, intrecciando più volte la lingua a quella di lei.  

Non aveva mai visto una creatura tanto deliziosa in vita sua.

Le era parsa una visione appena varcata la soglia del locale, una musa ispiratrice per scrivere un centinaio di canzoni su di lei e sui suoi occhi cerulei.

Occhi per cui chiunque avrebbe potuto uccidere…

Le mani erano perse tra i suoi capelli mentre quelle di lui vagavano sulla schiena.

Una birichina s’infilò dentro la canottiera rossa, scoprendo buona parte del busto e del dorso, accarezzandole la pelle morbida del fianco, fermandosi a pochi centimetri dal seno.  Si staccarono per riprendere fiato, non era più tempo di parole, ma solo di esprimersi in tutt’altra maniera.

I vestiti, gli ultimi rimasti, andavano a far parte del pavimento…

Le loro mani s’intrecciavano saldamente come a non volersi più staccare, i loro sguardi bramosi di conoscersi… scoprire tutti i segreti di quell’incontro prodigioso.

Una goccia di sudore scivolò tra i bianchi seni e ancora, ancora e ancora sospiri e piccole urla di pura estasi.

Le labbra si aprirono in un respiro più acuto ed erano un unico essere…

Nell’attimo di pura estasi Ika era sicura che se anche fosse stato un sogno non avrebbe mai dimenticato…

 

Itachi si svegliò non sentendola e aprendo gli occhi cercò dove prima giaceva la sua fatina.

Accanto a lui, sul divano, il posto era vuoto.

A terra, vicino il piede del divano, il ferma capelli che le era rimasto nella capigliatura durante quelle ore in cui si erano amati.

Si mise a sedere cercandola per la stanza, ma di lei non vi era traccia, raccolse il fermaglio e lo strinse tra le mani.

Era andata via, come una visita del mondo dei suoi sogni e al risveglio si era dissolta.

Ma era stato un sogno?

Chiuse gli occhi stropicciandoli con le mani e si alzò per rivestirsi.

Sorrise sentendosi un po’ ridicolo, quella ragazza era vera, esisteva…aveva le prove tra le mani, l’aveva sentita e non era stato solo a livello fisico.

Era come se le loro anime si fossero ritrovate dopo millenni…

Quella piccola ragazza dal nome bellissimo gli aveva fatto perdere ogni senso della logica.

Si era sempre ripetuto, riuscendoci, di non farsi coinvolgere dalle ragazze che venivano a vederli suonare.

Ma non aveva nessun rimpianto e adesso si chiedeva se l’avrebbe rivista.

Voleva rivederla…

Aprendo le tende vide che il locale era completamente vuoto, i ragazzi avevano sistemato gli strumenti e l’orologio sulla scrivania segnava le 5 del mattino.

Last night a little angel came pumpin cross my floor…She said: Come on baby I got a licence for love…

 

[ Ieri notte un angioletto si è imbattuto pimpante nel mio appartamento…Mi ha detto “forza tesoro, ho licenza d’amare
E se questa scade dovrai chiedere aiuto in alto loco”]

Canticchiava e lei e quelle folli ore passate insieme fervidamente comparirono come se stesse rileggendo un libro ancora e ancora.

Era davvero un angelo. Il suo angelo…

Finalmente dopo tanti mesi in cui non era riuscito più a scrivere un pezzo, finendo per suonare canzoni d’altri, aveva di nuovo voglia ed ispirazione.

Si sedette e con la chitarra in mano provò e riprovò tutto quello che pensava, tutto quello che provava e di tanto in tanto cadeva l’occhio su quel fiore di stoffa che era pervaso dal suo profumo, finché non venne fuori una canzone che intitolò: ‘la notte d’Ika’

 

Un mese dopo quella melodia era diventata famosa per tutta la prefettura. Quasi tutte le sere era richiesta dai ragazzi che andavano a vederli e la cantavano insieme a lui. Ma di lei che non sapeva nemmeno dove abitasse neanche una traccia.

Si dava del pazzo a cercarla con lo sguardo tra la folla e cosa lo spingesse tanto nel torturarsi in quel modo per una ragazza qualsiasi a cui aveva scritto addirittura un pezzo non riusciva a capirlo.

Non ci si può innamorare al contrario, pensava, non dopo una sola notte e senza sapere nulla di lei.

Ma l’amore non era forse pazzo?

Non arrivava come un fulmine a ciel sereno e ti distruggeva?

 

Una sera, di una sera come tante, in cui lui la stava cantando, sentì una sensazione strana…la stessa di quella sera in cui il suo angelo era caduto dal cielo alle sue braccia.

Il chitarrista prese a suonare le note iniziali e venne il momento di cantare, con più passione delle altre volte…lei stavolta avrebbe sentito.

 

“Urlavo quella sera e ti chiamavo

Era un incantesimo per farti cadere dal paradiso e portarti a me

E tu sei venuta mio dolce angelo

 

Ika, Ika era il suo nome che pronunciavo

Ika, Ika era il suo nome che pronunciavo

 

L’amore non è forse pazzo, eh piccola mia?!

Ti colpisce come un fulmine e distrugge tutto intorno

Ed io sono pazzo…

 

Nessuno dei presenti stavolta la cantò con lui, stavano in silenzio, vibrando con la sua voce.

Trattenendo il fiato e quasi pregavano che il loro Itachi ritrovasse quella Ika…

 

Ma sei tornata nel tuo mondo

O eri solo un sogno

Allora spero di addormentarmi e di sognarti stanotte

 

Ika, Ika…è il suo dolce nome

Il suo nome che pronunciavo senza poter smettere

Senza poter smettere…

 

Oh Dei del nirvana ridatemi il mio angelo

Voglio il suo sorriso

Le sue mani tra i miei capelli che li annodavano

 

Ti ho cercata tutta la vita, nel viso di altre che non erano te, e adesso che sei arrivata ti riporterò in quella stanza che ha il sapore di noi…che io chiamo cuore”

 

Tutti applaudirono, ma lui fissava un punto preciso della sala.

Scese dal palco e in breve la raggiunse, le mise una mano tra i capelli per vedere se era vera, incurante dei risolini e delle occhiate dei presenti.

Gli amici sul palco cominciarono a suonare a raffica distraendo tutti che cominciarono a ballare, dimenticandosi dei due che ancora non avevano fiatato.   

I suoi grandi occhi lo scrutavano e sorrideva dolcemente.

“Sei venuta…” disse afferrandola per la mano, carezzando la pelle del dorso con un dito.

“Per caso ho sentito dei ragazzini cantare questa canzone e…”

Non disse altro perché lui la trascinò via, in quella stanza, dove come la prima volta si stavano baciando.

“…è davvero per me…che l’hai scritta?” chiedeva tra un bacio e l’altro stringendosi forte a lui.

“Si…quando non ti ho trovata accanto a me ho cominciato a pensare e poi e venuta fuori da sola…”

“Scusa se sono andata via in quel modo…pensavo…non lo so che pensavo ero cosi confusa, non mi era mai successo, ma ti ho pensato sempre e sono stata male…”

“Anche per me è stato lo stesso…ho passato l’inferno perché non sapevo dove cercarti ” i baci continuavano tra tutte quelle parole “…non so cosa c’è che mi spinge verso di te, potrebbe essere amore anzi credo di amarti…”

Sorrise commossa da tali parole che venivano dal cuore, con tanta sincerità da strapparle una piccola lacrima.

“Credevo di essere diventata pazza…ma penso di amarti anch’io…”

Le prese il volto tra le mani e la baciò con trasporto.

La notte d’Ika era cominciata con un urlo ribelle…e adesso quello stesso urlo l’avrebbe accompagnata scrivendo un nuovo capitolo della sua vita e forse della loro vita.

Dalla scrivania spiccava in lontananza il ferma capelli a forma di fiore Hawaiano, che chiudeva il sipario della storia…

 

 

Lady_KuroiNeko:

 

Dunque eccomi con una one-shot, dedicata al mio grande amore Uchiha Itachi.

Questa breve storia è nata mentre guardavo delle immagini e ne ho vista una davvero bellissima, disegnata dalla grande Shamora autrice su deviantART, dove ci sono anch’io con lo pseudonimo di Winny2, e in quel momento le note di ‘Rebel Yell’ entravano nel mio cervello facendomi immaginare quello che è venuto fuori.

Mi piacerebbe disegnare una doujinshi basata su questa trama, non prometto nulla, ma ci penserò sopra.

Ripeto la canzone si chiama Rebel Yell ed è cantata da Billy Idol, a dir poco meravigliosa, mentre quella, diciamo, scritta da Itachi è una mia poesia trasformata per l’occasione in canzone ^_^.

Spero che vi piaccia questa chicca nell’attesa del prossimo capitolo di ‘Remember to me’ (chiedo ancora scusa per il mostruoso ritardo, sono mortificata T_T).

Grazie e alla prossima!!!

  
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