Anime & Manga > Pokemon
Segui la storia  |       
Autore: alaal    04/04/2010    2 recensioni
Un allenatore assetato di potere, un Pokémon leggendario, una maledizione. La nostra storia non si incentra in questo incontro tra umano e Pokémon leggendario, ma gli effetti di questo scontro si ripercuotono nel futuro, a tre anni di distanza.
Recensite, per favore! Sono uno scrittore in erba, ogni commento (insulti compresi) è bene accetto! ^__^
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La sveglia cominciò a squillare prepotentemente. Come al solito, Ash Ketchum non aveva voglia di alzarsi. Da quando aveva vinto tutti i simboli del Parco Lotta e conseguito il titolo di Master dei Pokémon nella regione di Alola, qualche anno fa, dopo essersi diplomato all'accademia e avere brillantemente superato i gironi del famoso "Torneo del Maestro Pokemon" di Levantopoli di sei mesi fa, se l’era presa comoda, ed era ritornato a Biancavilla, da sua madre. Lì prese tutto il tempo necessario per allenare al meglio il suo Pikachu e tutti gli altri Pokémon, ed era felice di essere tornato. Ormai aveva poco più di vent’anni, ne era passato del tempo da quando si era conosciuto con il topo elettrico. La sveglia continuava a ronzare, e a furia di tremare cadde per terra. Il tremolio aveva segnato un passaggio sul comodino e, com’era facile a prevedersi, la sveglia era caduta in terra come una pera matura. La mamma di Ash, Delia, era di sotto, in cucina, intenta a preparare la colazione al suo caro figlio.
-Ehi, Ash, sbrigati, altrimenti arriverai tardi dal Professor Oak!- Già, il caro, vecchio Professor Oak. È da tanto che Ash non era andato a trovarlo, e da quando era tornato a casa non era nemmeno passato a salutarlo. E certo che non era tanto distante il Laboratorio.
-Mhhh....sì...arrivo mamma...- Il ragazzo buttò via le coperte svogliatamente e cercò con i piedi le pantofole.
-Uffa...quando le cerco non le trovo mai...- Quando la vista si abituò al buio della sua cameretta, riuscì a vederle quasi affiorare da sotto al letto. Le prese con la punta dei piedi e poi se le infilò.
“Ormai devo partire di nuovo...il Professor Oak mi ha chiesto di fare da maestro ad un suo giovane aiutante... sembra che costui voglia cominciare a diventare allenatore!” Poi, tutto ad un tratto, qualcosa gli venne addosso, saltellando. Dapprima non riuscì a capire che cosa fosse quell’essere, quindi si spaventò e gridò dalla sorpresa. Ma poi capì dalla vocina del Pokémon che si trattava del buon vecchio Pikachu.
-Pika, pika!- Ash fece un sorriso di gioia. Quando vedeva il suo Pokémon, non poteva fare altro che sorridere.
-Buongiorno, Pikachu! Lo sai? Fra un po’ partiremo per una nuova avventura!- Il topo elettrico era entusiasta. Era con il suo allenatore da più di dieci anni, ma la voglia di stare insieme a lui e l’energia per affrontare nuove sfide non gli mancavano di certo. Il ragazzo si indirizzò verso la finestra e alzò le tapparelle. Un cielo splendido e di un azzurro intenso raggiunse gli occhi di Ash, e i raggi del sole inondarono presto la camera.
-Uao! È una giornata fantastica!- Poi si diresse verso l’armadio, il quale stava dall’altra parte della stanza. Ash lo aprì, e guardò all’interno di esso.
-Vediamo... credo che un paio di jeans e una maglietta andranno benissimo...- Pikachu annuì, ed indicò al suo allenatore il cappellino rosso, ormai consumato dal tempo. Ash sorrise, e scosse la testa.
-No, ormai non posso più mettermelo quello lì... mamma mi ha detto che il Professor Oak me ne ha comprato uno nuovo...- Poi si rabbuiò, leggermente. "Almeno, quello mi fa tornare in mente brutti ricordi... dovrei buttarlo via..." Pikachu sorrise, non riuscendo a scorgere l'improvviso malumore del suo allenatore, e si avvicinò alla porta. Indicò il bagno, e Ash si avviò senza tanti complimenti. Si lavò in fretta e furia e si vestì. Una volta finito scese le scale con Pikachu, eccitatissimo.
-Non riesco a crederci! Sono il maestro di Pokémon più forte in assoluto, con tanto di riconoscimento internazionale, e avrò anche un allievo a cui insegnare le basi di combattimento!- Anche il Pokémon era entusiasta, e si ritrovarono ben presto in cucina. La mamma era ai fornelli, e nell’aria c’era un odore squisito di frittelle.
-Buongiorno, poltrone!- E si voltò. Il tavolo era già imbandito, e apparecchiato. C’era di tutto: marmellata, pane, biscotti, fette biscottate, caffelatte bollente e crepes. Pikachu aveva già l’acquolina in bocca, e non -Ciao, mamma! Sai, il nuovo allievo pare che sia un orfano, perciò dovrò essere anche un fratello maggiore per lui!- Delia annuì, e poi sospirò.
-Già... ha perso la madre quando non era neppure nato, e ha perso anche il padre, un anno fa... e oggi, quanti anni ha?- Ash si sedette e fece razzia di marmellata e pane insieme al suo Pokémon.
-Credo che ne abbia quattordici... così mi aveva detto Brock l'ultima volta che ci siamo sentiti al telefono, ma lo scoprirò soltanto più tardi al laboratorio del professore!- Già, Brock. Delia non l’aveva più visto da due anni, ormai.
-Capisco... beh, dai, le frittelle sono pronte!- Prese la padella e servì sia Ash, Pikachu che se stessa. I due non persero tempo e divorarono tutto quello che c’era sul tavolo. Anche la mamma si sedette e mangiò lentamente. Vide Ash ingozzarsi come se non avesse toccato cibo da un bel pezzo.
-Sei sempre il solito, Ash! Ti potrebbe venire l’acidità di stomaco!- Ash ingollò il tutto bevendo un buon bicchiere di aranciata.
-Scusa, mamma, ma sono in ritardo! Il Professor Oak ci sta aspettando!- Delia rise, e lo vide darsi dei colpi alla bocca dello stomaco, imititato alla perfezione dal suo Pokémon elettrico.
-Ah, capisco! Allora datti da fare, altrimenti quel ragazzo partirà senza di te!- Finì il tutto e si alzò. Il ragazzo sorrise e, dandosi frettolosamente delle manate sui capelli e allisciandoseli alla bell'e meglio, si allontanò dal tavolo, seguito dal suo fedele Pokémon.
-Grazie, mamma, era tutto squisito! Dai, Pikachu, andiamo!- Il Pokémon si alzò e saltò sulla spalla dell’allenatore. Il ragazzo diede un bacio alla mamma e prese lo zainetto che era accanto a lui, incredibilmente preparato con estrema cura dal ragazzo stesso tre giorni prima.
-Ricordati, Ash, non essere troppo duro con quel ragazzo! E vedi di non far arrabbiare il Professor Oak!- L’allenatore sorrise, e si allontanò.
-Non preoccuparti, mamma, so quello che devo fare!- Ultimi saluti, e Ash chiuse la porta. Inspirò a pieni polmoni la brezza marina che si prolificava dal mare vicino casa.
-Bene! Il Laboratorio non è tanto distante, andiamo!- Percorsero pochi metri a piedi, svoltando sulla sinistra, salì gli scalini della piccola collinetta e subito Ash e Pikachu videro l’immenso e bellissimo Laboratorio del Professor Oak. Era stato ingrandito a vista d’occhio, in quegli anni. Grazie alle catture da parte di Ash, il Professore poté ampliare i suoi studi, garantendogli un certo livello di benessere e popolarità. Il Team Rocket non si era più fatto vedere, in quegli anni, specialmente quei tre imbranati di Jessie, James e Meowth. Era tornata davvero la tranquillità, salvo la costante presenza di altre bande criminali le cui scorribande stavano piano piano mettendo a tacere l'entusiasmo di aspiranti allenatori Pokémon. Ash arrivò davanti al cancello di metallo del Laboratorio e vide il citofono. Premette un pulsante e rimase in attesa.
“Speriamo che sia in casa...!” Il video schermo si accese, e comparve il faccione del Professor Oak.
-Sì, chi è?- Ash sorrise. Non era cambiato per nulla, in quei tre anni. Stesso taglio di capelli, stesso tono di voce, stesso sorriso sornione.
-Professore, sono io, Ash Ketchum!- Oak sorrise.
-Oh, Ash! Finalmente, ti stavamo aspettando! Entra, entra pure!- Si sentì un suono elettronico, e il cancello si aprì. Ash era emozionato, erano tre anni che non entrava più nel Laboratorio. L’interno era gigantesco, e c’erano vari Pokémon che stavano un po’ qua e un po’ là del grande giardino che si trovava nella parte sud del Laboratorio. I due poterono vedere dei Mankey, dei Lickitung e dei Pidgey giocare insieme, e poi dei Rhydon combattere a suon di cornate. Poi vide dei Nidoran, un Bulbasaur e un Poliwag sguazzare felici nel laghetto. Ash proseguì ed entrò nella parte più interessante: il Laboratorio stesso. Ash aprì il portone e riuscì a vedere il Professor Oak in lontananza. Si guardò attorno, e capì felicemente che nulla era cambiato. Nulla era stato modificato. Si sentì trasportato indietro di dieci anni, quando ebbe iniziato il suo viaggio con Pikachu. Oak lo scorse e rise.
-Ash, ti sei incantato? Da questa parte!- Il ragazzo si avvicinò di corsa, e poté notare che i libri, come al solito, non erano sugli scaffali di legno, bensì a terra, alla rinfusa. Il computer era sempre lo stesso modello, nulla era cambiato, ed Ash fu felice.
-Buongiorno, professore! Da quanto tempo non ci vediamo!- Si diedero un forte abbraccio, e dopo un po’ lo sciolsero. Il vecchio Samuel osservò il suo allenatore di Pokémon prediletto e lo squadrò da cima a fondo.
-Allora, Ash! Ti vedo cambiato, cresciuto! Come mai non porti il berretto che ti piaceva tanto?- Ash sorrise.
-Perché mia madre mi ha detto che lei me ne ha fatto uno nuovo, di zecca!- Oak fece una faccia stupita.
-Cosa? Davvero? Non me lo ricordo...- Poi sorrise.
-Ah sì, il cappellino rosso! Eccolo, è lì, sulla mensola!- Ash lo vide e subito se ne innamorò. Era uguale a quello vecchio, soltanto era più leggero e più confortevole. E poi, era nuovo. Nuovo di zecca. Avrebbe segnato la fine di un periodo difficile della sua vita. Era il momento giusto per ricominciare.
-Che bello! Grazie, professore!- E se lo mise in testa, provando un piacere intenso. Pikachu sorrise nell'osservare il ghigno del suo allenatore. Poi il ragazzo si guardò attorno.
-Strano, mi sembrava che Gary fosse qui con lei!- Oak scosse la testa.
-No, mi dispiace, Gary è partito il mese scorso per Smeraldopoli... sai, ora è diventato un grande ricercatore di Pokémon... gli è sempre bruciato che tu sia diventato il Master...!- Ash sorrise.
-Ah, ah! Sempre il solito!- Poi smise di ridere.
-Professore, mi dica, dove si trova il suo aiutante?- Oak sorrise.
-Ah sì, il mio aiutante!- Guardò la porta alla sua destra e cominciò a gridare.
-EHII, ALEX, E’ ARRIVATO IL TUO MAESTROOO!- Si sentì un gran fracasso, e poi un grido. Ash, Pikachu e il Professore si guardarono negli occhi, straniti.
-Ma che è successo?- Oak strinse i denti.
-Non lo so! Andiamo a vedere!- Corsero verso la porta rossa, e l’aprirono di scatto. Videro che la stanzetta era piena di Poké Ball, riposte ordinatamente su vari scaffali. Peccato che le mensole fossero cadute tutte, e che le sfere rosse e bianche fossero saltate tutte a terra. Oak non riuscì a vedere il suo assistente.
-Alex, rispondimi, dove sei?- Ash guardò il mucchio di scaffali, e notò che si stavano muovendo. Li additò stupito.
-Professore, forse è lì!- Si avvicinarono e tentarono di alzarli, senza successo. Gli scaffali pesavano come un macigno, da soli non ce l’avrebbero mai fatta. L’aiutante di Samuel Oak era ancora lì sotto e bisognava trovare una soluzione al più presto per toglierlo d’impiccio. Il Professor Oak era perplesso e meditò per qualche istante.
-No, così non va! Dovrò per forza chiedere aiuto!- Si guardò attorno, poi raccolse una Poké Ball e la lanciò.
-MACHOP, ESCI!- Apparve il Pokémon forzuto e muscoloso, e, una volta ascoltati gli ordini del vecchio scienziato, subito alzò gli scaffali come se fossero dei semplici fogli di carta. Quando gli scaffali vennero fatti rialzare, Ash riuscì a vedere un ragazzo per terra, rannicchiato in se stesso. Si inginocchiò verso di lui e si sincerò che fosse ancora tutto intero.
-Ehi, va tutto bene?- Il ragazzo col cappello aiutò l’altro ad alzarsi, e l’aiutante di Oak si pulì gli indumenti. Era alto quanto l’allenatore, aveva un paio di jeans neri e una maglia bianca, un paio di occhiali da vista ed aveva dei capelli castani, lunghi fino alle spalle. Era rosso di vergogna, e stava balbettando.
-Io...io chiedo scusa... sono scivolato... e gli scaffali sono caduti... e le Poké Ball sono cadute tutte...- Oak incrociò le braccia al petto, sbuffando.
-Ora le raccogli tutte!- Il ragazzo annuì, e in silenzio, pieno di vergogna, le raccolse una ad una, e le mise tutte al loro posto. Ash sorrise mentre osservava il ragazzo con gli occhiali darsi un mucchio da fare per rimettere scaffali e Poké Ball al loro posto. Era molto veloce e sbrigativo, non rallentava mai nel suo lavoro.
-Allora tu devi essere Alex Blake, l’aiutante del Professor Oak!- Il ragazzo, quando finì, si tirò su gli occhiali e sorrise timidamente.
-Sì...sono proprio io...- Ash prese la mano di Alex e la strinse con forza. Il ragazzino dall’aria impacciata osservò stralunato il campione di Pokémon ed avvertì distintamente la vigorosa presa della mano di Ash.
-Io sono Ash, il vicino di casa del professore e tuo maestro! Molto piacere!- E la lasciò andare. Oak era perplesso dalle reazioni dell’orfanello, ma poi si lasciò andare in un grosso sorriso ed appoggiò una mano sulla spalla del suo assistente, il quale era ancora scosso dall’incidente provocato pochi minuti prima.
-Bene, Alex, sai quello che ti aspetterà... un Pokémon non è un pupazzo, è un essere vivente. Ti dovrai prendere cura del tuo amico, giocare con lui e rispettare le sue esigenze! Se farai così, lui ti vorrà bene, e poi potrai cominciare ad allenarti con lui...- Alex era esitante. Guardò prima il professore e poi Ash, come se cercasse un consenso.
-Sì...però sembra difficile...- Ash sorrise, ed imitando il Professor Oak, una volta che quest’ultimo si fu allontanato dal suo assistente, posò una mano sulla spalla del suo primo, nuovo allievo.
-Non preoccuparti! All’inizio sembra difficoltoso, ma appena avrai fatto un po’ di esperienza, potrai allenare tutti i Pokémon che vorrai!- Oak annuì, poi assunse un volto piuttosto austero nei confronti del Master dei Pokémon.
-Ricordati, Ash, che i Pokémon che Alex catturerà serviranno per ampliare le mie conoscenze sui Pokémon... tu non ne hai catturati chissà quanti, ma quelli che hai sono dei campioni!- Il ragazzo rise, imbarazzato. Portò una mano dietro la testa ed il suo Pokémon elettrico fece altrettanto.
-Oh, beh, così si dice...- Il ragazzo con gli occhiali era attratto dal Pikachu di Ash. Si avvicinò verso di lui e il topo elettrico, confuso, lo fissò con occhi sbarrati. Alex non aveva visto mai un Pikachu da vicino, salvo sui libri di enciclopedia sui Pokémon e sulle riviste dedicate esclusivamente ai mostriciattoli.
-Che bel Pikachu! Posso... posso vederlo?- Ash annuì, sorridendo. Osservò il suo fido Pikachu, il quale gli sembrava un poco tentennante dalle esclamazioni vigorose di quello strano ragazzino con gli occhiali.
-Certo! Pikachu, salta sul tavolo lì vicino!- Il Pokémon annuì, presa fiducia dalle parole di Ash e andò dove il suo allenatore voleva. Alex prese una sedia, si sedette accanto al tavolo e lo ammirò da vicino. Pikachu rimase su due zampe, leggermente imbarazzato con quegli occhi vispi addosso. Il visino del Pokémon elettrico divenne rapidamente rosso quando Alex iniziò ad elogiarlo.
-I muscoli possenti, il pelo lucido, le tasche guanciali piene di elettricità, le orecchie guizzanti... questo è un Pokémon eccezionale!- Ma appena toccò la coda di Pikachu, il Pokémon, forse temendo un attacco, forse per l’emozione, diede una scossa al poveretto, il quale rimase pesantemente folgorato. Ash e Samuel Oak sgranarono gli occhi quando si accorsero quello che Alex aveva appena fatto.
-NO! PIKACHU, BASTA!- -ALEX! PER CARITA’!- Pikachu ritirò l’attacco e spaventato si rifugiò sulla spalla del suo allenatore, mentre il ragazzo cadde per terra, mezzo bruciacchiato. Ash ed il Professor Oak si avvicinarono a lui. Si inginocchiarono e, preoccupati, osservarono il ragazzino annaspare e tremare sdraiato sul pavimento.
-Alex, stai bene?- L’assistente era mezzo intontito, faticava ad articolare le parole. Pareva però che ridacchiasse, non si capiva se di divertimento, ira o follia.
-Oh...sì...va tutto bene...- Dopo avere constatato che l’assistente del Professor Oak fosse ancora integro, Ash guardò Pikachu, un po’ perplesso, tremare sulla sua spalla. Lo accarezzò con una mano per tranquillizzarlo.
-Pikachu, la prossima volta vacci piano con lui, lo so che non lo conosci, ma ti assicuro che è un amico, di cui ti puoi fidare...!- Pikachu annuì, un po’ tristemente. Oak aggrottò le sue bianche sopracciglia e rimproverò aspramente il suo assistente, una volta che lo ebbe aiutato a rialzarsi da terra.
-Quante volte ti avevo detto di non toccare le code dei Pikachu? Lo sai che loro possono intendere la tua presa come un attacco ai loro danni?- Oak teneva una mano dietro la schiena e l’altra per tenere l’indice sollevato, con le altre dita chiuse in pugno. Il professore faceva spesso così quando aveva qualcosa di molto importante da dire. Quel rimprovero, in effetti, era un argomento molto importante. Alex, ripresosi, deglutì, amareggiato. Abbassò lo sguardo fino ad osservare le scarpe grigie del nonno di Gary Oak.
-Sì...lo sapevo...soltanto che me ne ero scordato...- Il Professore sbuffò, scuotendo leggermente la testa.
-Sarei ben felice di non dovertelo più ripetere!- Alex annuì lentamente con la testa, scoraggiato.
-Sì...non succederà più...- Ash, per stemperare la tensione creatasi nel momento, scosse la testa, ridendo a bocca aperta. Dopotutto non era successo nulla di grave, un errore per inesperienza o per la grande emozione ci poteva anche stare.
-Professore, non sia così duro! Mi occuperò della sua preparazione, e vedrà, diventerà il campione mondiale di Pokémon... e chissà... forse riuscirà anche a battermi!- Alex recuperò una lucidità sufficiente e sorrise con timidezza, con lo sguardo incollato in quel momento al pavimento.
-Ce ne vorrà di tempo!- Poi, raccogliendo coraggio a due mani, si avvicinò a Pikachu, il quale era ancora un po’ esitante. Il volto del Pokémon era teso, i suoi occhi scintillanti e dalle sue tasche guanciali piroettava qualche scarica elettrica. Alex sentiva che Pikachu aveva una paura matta di lui, forse per qualche misunderstanding, forse perché non si era molto in confidenza.
-Scusa, Pikachu, io non volevo toccarti la coda... facciamo pace?- Pikachu esitò ancora, ma il dubbio fu presto vinto. Scrutò per l’ultima volta il suo allenatore, trovando il suo assenso. Sorrise con grande gioia e fece amicizia con l’assistente del Professor Oak. Il buon vecchio professore annuì, soddisfatto. Incrociò le mani dietro la schiena e si allontanò di qualche passo dai due ragazzi.
-Bene! Questo è già il primo passo per diventare un allenatore di Pokémon! Ash, mi fido di te, istruiscilo come si deve!- Ash sorrise di rimando.
-Non si preoccupi! Alex, con me, è in buone mani!- Alex fu autorizzato dal Professor Oak a dirigersi verso la sua stanzina (di Alex), la quale era situata proprio al fondo del ripostiglio delle sfere Poké. Il ragazzino aprì la porta ed Ash, dal fondo del magazzino, riuscì ad intravedere unicamente un lettuccio dalle bianche fodere ed un’altra porta chiusa vicino al misero giaciglio. Oak lo informò che dietro quella porta vi era un modesto bagno privato per il suo assistente. L’orfano tornò al cospetto degli uomini con uno zainetto blu elettrico sulle spalle, evidentemente riempito dei pochi vestiti che Alex possedeva. I quattro uscirono dallo stanzino e si indirizzarono nella sala principale, dove Ash e Oak stavano parlando prima. Oak si staccò di poco dai due ragazzi, accelerando il passo, e riprese il discorso interrotto poc’anzi dallo sfortunato incidente con Pikachu.
-Bene, Alex, la strada per diventare un bravo allenatore di Pokémon è lunga e tortuosa! Ma se avrai un buon feeling con i tuoi Pokémon, non ci sarà avversario che potrà tenerti testa!- Si allontanò verso la sua scrivania e ne estrasse una Poké Ball. La consegnò nelle mani di Alex.
-Ecco, questo è un Pokémon che ho appena catturato ieri, durante il mio viaggio per Ebanopoli! È un Dratini! L’ho trovato in un angolo della città, solo e spaurito! È ancora piccolo e ha bisogno di molte cure!- Alex annuì, e felice come una pasqua prese la sfera Poké dalle mani del vecchio professore.
-Grazie...grazie Professor Oak!- Ash e Pikachu rimasero sinceramente sbalorditi nel comprendere che il Professor Oak, invece di elargire al novello allenatore un classico Pokémon starter, ovvero uno tra Bulbasaur, Charmander e Squirtle, gli avesse dato un rarissimo Dratini. Oak incontrò lo sguardo dell’allenatore col cappello e gli sorrise bonario. Gli si avvicinò e, ignorando apposta la grande gioia del suo assistente, parlò sommessamente ad Ash.
-Ti starai chiedendo perché gli abbia consegnato quel Dratini… beh, è presto detto, Ash! La scorta degli starter ancora non è arrivata al Laboratorio… ho scoperto inoltre che il Dratini che ho affidato ad Alex soffre molto rinchiuso tra queste mura. Ho pensato, correggimi se sbaglio, che affidare Dratini nelle mani di Alex, sotto la tua supervisione, fosse il modo più ragionevole per garantirgli una buona salute e una buona crescita!- Ash fu d’accordo con il professore. La felicità dei Pokémon innanzitutto. Il maestro, l’allievo e Pikachu salutarono il Professore ed uscirono dal Laboratorio. Alex era ancora incredulo di ciò che stava succedendogli e con un sorriso che partiva da un orecchio e finiva all’altro, osservò il suo nuovo maestro di Pokémon, il quale condivideva il suo sentimento.
-Non...non riesco a crederci... ho un Pokémon tutto mio...un Dratini... ti rendi conto, Ash?- Il ragazzo annuì, scendendo gli scalini con perfetta calma, mentre l'allievo sembrava che corresse sulle scale, con la Poké Ball tra le mani.
-Direi proprio che Oak abbia estrema fiducia in te! Quel Pokémon, che ora è diventato di tua proprietà, è estremamente raro! Lo sai come si evolve Dratini?- Alex ci pensò su, lambiccandosi il cervello, e si fermò alla base delle scale, attendendo l'arrivo del suo maestro.
-Mah...direi in un Dragonair.... e poi in un Dragonite...- Poi si bloccò, assai sorpreso di quella eccezionale scoperta. Guardò negli occhi il suo maestro, quasi terrorizzato.
-Cosa...? ma è un Pokémon difficilissimo da accudire! Non so se riuscirò a cavarmela..- Ash scosse la testa, sorridendo. Ripresero il loro cammino e imboccarono la strada principale della cittadina rurale.
-Non preoccuparti, Alex! Con il mio aiuto te la caverai benissimo!- Pikachu annuì, contento.
-Pika, Pikachu!- I ragazzi si allontanarono da Biancavilla e cominciarono a percorrere il pezzo di strada che separava la città natale di Ash da Smeraldopoli. L'ambiente boschivo si estese quasi immediatamente attorno ai ragazzi che, assaporando il dolce tepore dell'estate, parlavano del loro argomento preferito. Ash, nel tragitto, dava alcune dritte al suo allievo, il quale teneva la Poké Ball stretta nelle sue mani, quasi come fosse un tesoro di estremo valore.
-Allora, per prima cosa dovrai assicurare al Pokémon un’estrema fiducia e simpatia, hai capito bene?- Alex annuì, tentennante, tenendo la sfera Poké con due mani, davanti a sé, all’altezza dello stomaco.
-Sì...certo...ma che faccio se Dratini mi volta le spalle?- Ash sorrise.
-Non preoccuparti! All’inizio non ci sarà una vera e propria sintonia, ma ben presto capirai come guadagnarti la fiducia di Dratini!- Alex sorrise a sua volta, e tornò a guardare la sua sfera Poké, dove c'era il suo primo Pokémon. Il suo primo Pokémon! Qualche anno addietro non lo avrebbe mai ottenuto. Suo padre, per qualche strano motivo che ancora non gli era chiaro, gli aveva proibito qualsiasi contatto con i Pokémon.
-Ok!- Ash fece un mezzo sorriso, tossendo leggermente. Si guardò attorno, e vide che il terreno era erboso, un poco dislocato dal sentiero principale. Annuì con decisione e schioccò le dita della mano destra, ridacchiando.
-Bene! Questo è il posto ideale!- Alex lo guardò perplesso, fermandosi accanto al suo maestro.
-Ideale? E per cosa?- Ash sorrise ancora, continuando a guardarsi attorno. La brezza soffiava dolcemente sull'erba verde, muovendone i fili con grazia.
-Perché Dratini conosca il suo nuovo allenatore!- Alex era terrorizzato e spalancò gli occhi e la bocca. Non sapeva che cosa fare. Così, su due piedi? Nel mezzo del nulla? Iniziare senza un minimo di preparazione?
-Cosa...? io non...non sono ancora pronto...!- Il maestro di Pokémon diede una pacca sulla schiena ad Alex, incitandolo ad avanzare di qualche passo, verso l'erba. -Dai, non aver paura! Non ti morde mica!- Alex era ancora tentennante, ma poi si decise, deglutendo. Se il suo primo Pokémon non si fosse deciso a collaborare, Ash avrebbe pensato come risolvere la faccenda nel migliore dei modi.
-Va bene...! Dai, Dratini, vieni fuori!- Lanciò la Poké Ball davanti a sé e apparve il draghetto azzurro in un bagliore, in mezzo al mare verde di erba. Dopo qualche secondo di stupore, Alex osservò il suo nuovo Pokémon. Era un serpentello azzurro chiaro, dalle delicate orecchie trasparenti e dallo sguardo disorientato. Sembrava che Dratini non fosse ancora conscio di essere stato catturato e di essere diventato un Pokémon domestico. Dratini sbadigliò a bocca aperta e, dopo un certo periodo di tempo, finalmente si accorse della presenza di estranei accanto a lui. Guardò leggermente spaventato il ragazzo col cappello ed il suo Pokémon, poi voltò la testa e vide il suo allenatore. Alex era preoccupato e non sapeva che pesci pigliare. La voce di Ash lo fece risvegliare dal torpore in cui l’assistente del Professor Oak era caduto.
-Ora, Alex, dovrai fare amicizia con lui!- Alex deglutì, e si inginocchiò nell'erba. Dratini, tentennante, lo annusò sporgendosi un poco e lo guardò perplesso e lievemente coi sensi all’erta. Anche Alex provava quei sentimenti, poi si decise a parlare.
-Ehm...ciao, io sono Alex...il tuo allenatore... vorrei dirti soltanto che sono contento di conoscerti...e credo che saremo dei grandi amici...!- Alzò la mano destra, ma Dratini si ritrasse velocemente, serpeggiando all’indietro, quasi scomparendo nell'erba alta. Alex sgranò gli occhi dallo stupore ed incollò il suo sguardo verso Ash, voltandosi verso di lui. Il ragazzo col cappello, ancora in piedi nel sentiero principale di terra battuta, sorrise e gli disse che stava andando bene, che doveva insistere con delicatezza. Alex si mosse lentamente verso il tremante Dratini, sempre con la mano alzata.
-Non voglio farti del male, voglio solo accarezzarti…- Dratini, seppure non convinto pienamente, rimase fermo sulla sua posizione. Quando finalmente il ragazzino raggiunse il draghetto, lo vide chiudere gli occhi, tremare ed abbassare il capo. Sembrava quasi che Alex lo volesse colpire in testa con una violenta manata. Dolcemente, il novello allenatore lo accarezzò sulla testa, e dopo qualche attimo di tensione, sembrò che a Dratini piacesse la carezza ricevuta. L’assistente del Professor Oak riuscì a sbloccarsi e sorrise, così come il drago.
-Benvenuto, Dratini!- Il Pokémon, felice di avere trovato un nuovo amico, saltò sul collo del suo allenatore e si attorcigliò attorno ad esso, euforico. Alex era terrorizzato e chiese aiuto al suo maestro, il quale se la rideva con il suo fedele Pikachu.
-Oh no! E ora cosa fa? L’ho offeso?- Ash rise, si ivertì un mondo nel vedere come quel cucciolo di drago stesse facendo le feste al suo nuovo allenatore. E che rapidità! Una semplice carezza è bastata a guadagnarsi la sua amicizia!
-No, no, non preoccuparti! Dratini ti sta manifestando la sua amicizia!- Dopo un po’ Dratini lasciò la presa e, appollaiato su una sua spalla, guardò il suo allenatore sorridente. Ash si avvicinò, immergendosi nell'erba.
-Bravo, Alex! Ora che hai conquistato la sua fiducia, è giunto il momento di testare immediatamente la tua sintonia con il Pokémon!- Alex lo guardò stranito. Quella proposta pareva impossibile, era troppo presto per mettere Dratini immediatamente all’opera.
-Cosa...? Di già? Ma l’ho appena conosciuto!- Il maestro di Alex sospirò. Lo sguardo di Ash divenne molto serio ed il ragazzo con gli occhiali iniziò a preoccuparsi.
-Alex, ascoltami... devi alternare momenti di svago e momenti di lotta, se vuoi diventare un abile allenatore di Pokémon... capisci cosa intendo, vero?- Il ragazzo con gli occhiali ci pensò su, poi annuì.
-Sì... spero che Dratini apprezzi quello che vorrò fare...- Camminarono ancora un po’ nell'erba, e in lontananza videro un piccolo Pidgey che, razzolando con le sue corte zampette, stava cercando il cibo in terra. Si trovava ai piedi di un grande cedro e, tra i rami di quel mastodontico albero, il Master dei Pokémon riuscì a scorgere un nido. Probabile che quel Pidgey fosse un Pokémon nato da poco tempo e che fosse inesperto nel combattere. L’allenatore di Pokémon più forte al mondo giudicò quel Pokémon volante adatto per il primo combattimento di Dratini e, sorridendo a denti stretti, disse ad Alex quello che doveva fare.
-Vedi quel Pidgey? – e lo indicò con un dito – Di’ quello che deve fare Dratini, e lui lo farà!- Alex era preoccupato ed osservò tremante il suo maestro.
-Cosa...? Con Dratini? Ma io non...- Poi il Master dei Pokémon diede una Poké Ball vuota al suo compagno di viaggi. Alex la osservò stranito, come se stesse vivendo in un sogno.
-E una volta che lo hai steso, dàgli con la cattura!- Alex deglutì, e Dratini guardò il Pidgey. Il ragazzo con gli occhiali non sembrava minimamente convinto di quello che stava per accadere, ma nel suo profondo, era quello che più desiderasse al mondo.
-Beh... allora... sei pronto, Dratini? Cominciamo ad allenarci con quel Pidgey!- Dratini aggrottò le sopracciglia, e guardò il suo allenatore con un vago dubbio. Alex era perplesso, guardando preoccupato prima il suo Pokémon, poi il suo maestro, il quale aveva appoggiato una mano su un fianco.
-Cosa... cosa vuol dire quello sguardo?- Ash era un po’ dubbioso, poi scosse la testa, deciso.
-Alex, così non va! Devi convincerlo! Hai usato un tono di voce troppo arrendevole! Se vuoi che Dratini segua i tuoi ordini, devi credere in quello che dici!- Pikachu era alquanto scoraggiato, e scosse la testa, chiudendo gli occhi.
-Pika, Pika...- Il ragazzo con gli occhiali annuì, deglutendo ancora, e poi guardò Dratini, ancora sulla sua spalla. Gli sorrise, accarezzandolo ancora con un mano.
-Dai, andiamo ad allenarci! Dopo andremo a mangiare una succosa Pokémella al limone!- Dratini sorrise, i suoi occhioni dai riflessi viola scintillarono di gioia e poi si avviò con Alex verso il Pidgey. Ash era stupefatto nell'osservare quella scenetta, che si era risolta nel migliore dei modi in breve tempo.
-Corruzione alimentare! Questa non la sapevo ancora!- Alex e Dratini, quest’ultimo ora sceso dalla spalla del suo inesperto allenatore, erano a due passi dal Pokémon uccello, vicino al grande cedro, e l'uccellino si era già accorto dei due. Con uno sguardo ben poco raccomandabile, stava già caricando con la zampa, pronto all’attacco. Sia Alex che Dratini cominciarono a tremare dalla fifa. Ash e Pikachu, da dietro, li incitavano a non arrendersi. Anche Pikachu era sceso dalla spalla del suo allenatore e, ritto su due zampe, aveva unito le zampe anteriori attorno alla bocca in modo tale da amplificare il suo tono di voce, proprio come stava facendo Ash per incoraggiare il suo nuovo allievo.
-Dai, Alex, non mollare! Sai già quali attacchi può eseguire un Dratini!- Anche Pikachu incoraggiava il Dratini. -Pi! Pika! Pikachu!- Alex prese una buona dose di coraggio e poi andò anch’egli alla carica. Pure Dratini sembrava più coraggioso, ora che sia lui che il suo allenatore vennero spronati dai loro amici.
-Dratini! Cominciamo con un attacco Avvolgibotta!- Il draghetto azzurro partì all’attacco, deciso ad avvolgere il suo minuscolo corpo contro quello del Pokémon volante. Il cucciolo di drago serpeggiò rapido e sinuoso nell'erba e, approfittando della sua quasi totale invisibilità, aggredì l'avversario lanciandosi a capofitto. Pidgey però lo evitò, inseguì il draghetto che si era sporto troppo in avanti e beccò Dratini sulla testa, svolazzando, e non lo mollò per un istante.
-Dra! Dratini..!- Ash aggrottò le sopracciglia e strinse i pugni.
-Alex! Quello è un attacco Beccata!- Alex annuì e poi diede un nuovo ordine, nel tentativo di sbloccare la situazione.
-Dratini! Indietreggia e poi prova ancora con Avvolgibotta!- Il Pokémon indietreggiò, approfittando del terreno scivoloso, e riuscì ad avvolgere il Pokémon uccello con il suo corpo. Pidgey si trovò in difficoltà, e non riuscì più a liberarsi! Alex sorrise, e trovò finalmente la sintonia con Dratini. O almeno, così parve agli occhi del maestro dei Pokémon.
-Molto bene! Ora proviamo con l’attacco Azione!- Dratini srotolò il suo corpo da Pidgey e si allontanò un po’. Poi partì alla carica e colpì in pieno il Pokémon uccello. Ash e Pikachu sorrisero e applaudirono nell'osservare il proseguimento dell'incontro.
-Sìì! Stai andando alla grande!- -Pi! Pikachu!- Ma Pidgey si rialzò e si voltò, dando le spalle ad Alex e Dratini. Cominciò a scavare la terra con le zampe e la lanciò addosso a Dratini, il quale non riuscì più a veder niente.
-Oh, no! È un attacco Turbosabbia! Alex, stai attento!- Alex si guardò attorno, ma non riuscì più a vedere nulla, così come lo stesso Dratini. Il campo di battaglia fu invaso da quella spessa fuliggine e sembrava proprio che Pidgey fosse scomparso.
-Cosa... sta succedendo...- Pidgey ne approfittò per sbucare dalla foschia, colpire in pieno Dratini con un colpo d'ala e metterlo K.O. in due secondi. Alex sgranò gli occhi spaventato nel vedere il suo nuovo Pokémon volare per aria.
-DRATINI! NO!- Niente da fare, il draghetto era caduto a terra, privo di sensi. Ash e Pikachu erano rimasti sbigottiti, quasi increduli nel constatare l'esito dell'incontro, che sembrava proprio essere a favore del cucciolo di drago.
-No! Ha perso!- Si avvicinarono, mentre il Pidgey volò via, verso il suo nido. Alex si inginocchiò e prese il corpo di Dratini, il quale era sdraiato a terra.
-Oh, no, Dratini, stai bene?- Il drago faticava a tenere gli occhi aperti.
-Dra...Dratini...- Alex era scoraggiato. Aveva già perso in partenza. Non aveva vinto neanche contro un piccolo Pidgey.
-Che fallimento...non ho saputo fronteggiare la situazione...- Ash aggrottò le sopracciglia e scosse la testa, incrociando le braccia al petto.
-Alex! Non voglio sentire questi discorsi! Eri partito alla grande, e con un po’ di esperienza alle spalle avresti vinto!- Il ragazzo guardò il suo maestro un po’ tristemente.
-Tu...tu credi?- Ash annuì. Permise al suo allievo di alzarsi, tenendo tra le mani il corpicino del Pokémon, e poi il maestro appoggiò una mano sulla sua spalla.
-Certo! Non devi demoralizzarti soltanto perché hai perso una battaglia! Credo proprio che Dratini abbia apprezzato quello che hai fatto per lui oggi!- Alex vide Dratini, tra le sue mani, il quale, anche se ferito, mostrava gratitudine verso il suo nuovo allenatore.
-Hai...hai ragione...- Ash sorrise, e poi una volta che Alex smise di lamentarsi indicò una città piuttosto vicina con un dito.
-Ecco, quella è Smeraldopoli. Lì c’è un Centro Medico per Pokémon, potrai curare Dratini!- L’assistente annuì, rincuorato. Non aveva un minuto da perdere, sapeva benissimo cosa avrebbe dovuto fare. -Va bene! Andiamo!- E, con Dratini tra le braccia, Alex seguì il suo maestro ed insieme corsero verso la città di Smeraldopoli.
   
 
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Pokemon / Vai alla pagina dell'autore: alaal