Troppo tardi,Cloud.

Ancora una volta in ritardo,ancora una volta. Lei ci sarebbe rimasta male e lui lo sapeva,ma non poteva farne a meno. Doveva scappare,era più forte di lui. Correva veloce nella sua Fenrir,mentre qualcun altro restava a consolarla. Questo lo faceva imbestialire. Aveva una voglia matta di darsi un pugno in faccia,perché era colpa sua se lei era triste. Tutta colpa sua. Il giorno del suo ventiduesimo compleanno ancora senza di lui,nonostante fosse il regalo più grande che le avrebbe potuto fare. Per fortuna c’era tutta l’avalanche con lei,più Denzel e Marlene. Ormai era troppo tardi per farsi perdonare. Quella notte non sarebbe tornato a casa. Il giorno dopo,magari quando le acque sarebbero state più calme,si sarebbe presentato. Vigliacco. Chissà chi le faceva compagnia nel suo letto così grande per una persona,dove lui non aveva mai messo piede,forse per la paura che lei avesse reagito male,anche se sapeva che lei lo amava più di quanto lui la amasse. O forse non era abbastanza coraggioso da rivelarli i suoi sentimenti. No,non avrebbe permesso alla sua paura di non tornare a casa e farla soffrire ulteriormente. Si fermò davanti alla finestra della sua camera. Tutto era buio,silenzioso. Solo il rombo della sua moto rompeva quell’atmosfera così calma. Con tutte le sue forze si decise a parcheggiare nel suo garage. Possibile che avevano già passato due anni insieme e nessuno dei due avesse mai detto niente? Lei troppo forte per rivelarli i suoi sentimenti,l’aveva sempre protetto da tutto,nonostante lui dovesse proteggere lei. Si erano da sempre scambiati i ruoli. Lui invece era troppo debole. Si odiava,per tutto il male che le aveva fatto. Fece un sospiro,prima di scendere dalla moto e aprire il portone della sua presunta casa. Quella sera si era deciso  a dirgli tutto,anche se sapeva che lei avrebbe rifiutato tutto. Ma doveva sapere. La stanza era buia,ma una leggera luce veniva dal piano superiore. Cercò l’interruttore e lo schiacciò,permettendo al lampadario di illuminare la stanza addetta al bar che lei custodiva. Un bigliettino sul bancone lucido attirò la sua attenzione. Si incamminò verso esso,prendendolo.

Cloud,ti ho amato e ti amerò per sempre. Sappi che non ti devi prendere nessuna colpa,sono io che voglio togliermi finalmente la maschera che ho tenuto per,forse,troppi anni. Scusa per essermi immischiata nella tua vita,avrei dovuto lasciarti in pace ma era più forte di me. La tua mancanza mi lacera il cuore,non voglio proseguire,non voglio soffrire ancora di più. So che non provi niente per me e questo mi uccide ancora di più. Perdonami. La faccio finita,non ci faccio niente qui. Di a Marlene e a Denzel che ero pazza. Vado da Zack e Aerith,gli porto i tuoi saluti. Ti amo,mio angelo. Ti giuro che ti proteggerò da lassù. Fatti una vita caro. Ti amo,ti amo e ti amo ancora. Oh ecco,una lacrima. Conservala come mio ricordo. Addio per sempre.

Tifa.

No. Non poteva permettere una cosa del genere. Mollò il foglio,lasciandolo cadere piano fino a toccare il pavimento,mentre lui era già diretto verso la luce soffusa. Era quella del bagno. Cercò di aprirla,ma era chiusa a chiave.

-Tifa! Tifa- Iniziò a battere i pugni sulla porta,invano. Dentro si sentì qualcosa di metallo sbattere e un tonfo. E l’acqua scendere. No. In pochi attimi sfondò la porta. La scena che si trovò davanti fu terribile. Ma ogni secondo che occupava per osservare erano un secondo in meno nella vita di Tifa. E Cloud lo sapeva bene. La trovò stesa a terra,completamente sporca di sangue,così come si mostrava la stanza da bagno. Il rubinetto del lavandino aperto,il pavimento completamente ricoperta di acqua rossastra,una lametta in terra e tanto,tanto sangue. Si precipitò da lei,prendendola in braccio e dirigendosi fuori da quell’inferno. La faccia candida,con un sorriso stampato in volto mentre guardava Cloud per l’ultima volta. E i polsi martoriati,dove zampillava una modesta quantità di sangue. Cloud cercò di medicarla con delle bende,prima di portarla in ospedale.

-Tifa,guardami. Non svenire – Le ripeteva in continuazione,mentre lei era convinta di essere già morta. Gli sorrideva,convinta che fosse solo un sogno. Sentiva il liquido caldo scorrergli veloce nelle vene. I suoi occhi turchesi la guardavano implorante,mentre stringeva con forza delle bende attorno ai suoi polsi. Avrebbe voluto fermarlo,dirgli di no. Non voleva soffrire ulteriormente. Ebbe la sensazione che lui non avesse letto il messaggio che gli aveva lasciato,ma forse era tutta immaginazione perché era morta. Però il suo viso,così reale. Le sue lacrime sopra il viso di lei. Cercò di allungare il braccio già medicato verso quello di lui. Però non riusciva a muoverlo. Cercò con tutta la sua forza di sollevarlo,fino a quando ci riuscì per pochi centimetri,però lui la fermò con un braccio. Era così caldo … non era ancora morta. 

-Ti amo- Sussurrò,poco prima di esalare il suo ultimo respiro e chiudere gli occhi con un sorriso sulle labbra.

-NOOOO!- Un urlò squarciò il silenzio di quella notte. Era arrivato troppo tardi. Le lacrime cadevano copiosamente sul viso di lei,sul suo corpo inerme e tutto sporco. La prese con le mani e cercò di rianimarla,in attesa del dottore. Perché quando serviva tardava? Il suo cuore ormai non batteva più. Era andata,ma Cloud non si scoraggiava. Che bel regalo di compleanno che si era fatta. E poi per cosa? Voleva rivelargli i suoi veri sentimenti quella sera,ma Tifa si era stancata e aveva ragione. Il suo comportamento immaturo avevano portato alla morte la sua amata. Morta. Non c’era alcuna speranza.

-Tifa … perché … io … io volevo ancora che tu … ti amo … - Disse tremante per poi  svenire,cadendo sul corpo della ragazza sorridente.

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Il funerale era appena finito,quando Cloud era rimasto da solo davanti alla bara.

- Hey amico andiamo?- Disse Barrett,dandogli una pacca sulle spalle. Anche lui soffriva. Anzi,tutti soffrivano.

-Voglio restare un po’ da solo. Devo salutarla un ultima volta- Rispose il biondo,con lo sguardo chino sulle sue mani. Sentì l’amico allontanarsi e uscire dalla chiesa dove avevano celebrato il suo addio.

-Sappi Tifa che anche io ti amavo e mi pento di non avertelo detto prima. Ho causato io la tua morte. Ti amo tutt’ora- Si chinò a baciare la bara,quando un venticello dolce lo colpì in pieno viso e sembrò sussurrare un ti amo. Per un attimo credete che Tifa fosse lì,ad ascoltarlo e che quello fu la sua risposta,ma naturalmente era solo la sua fervida immaginazione. Si diede mentalmente dello stupido e poggiò il cofanetto che conteneva il regalo di compleanno di Tifa. Sorrise ancora una volta per poi incamminarsi verso l’uscita. Arrivato al portone si girò un ultima volta per salutarla,quando si accorse che il regalo era sparito e al suo posto c’era una rosa rossa. Il fiore preferito di Tifa.

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Note dell’autrice:Bene,questa Non è la prima fanfiction che scrivo,ma è la prima che ho pubblicato su questo sito. Oltretutto scrivo sempre dal punto di vista di un personaggio … Non sono bravissima a scrivere in terza persona,e questa cosa fa veramente schifo. Ero in un momento di ispirazione mentre ascoltavo una canzone e premetto che sono una CloTi… quindi non avrei mai fatto male a Cloud e a Tifa ç__ç poverini. Ma l’ispirazione richiedeva ciò..U_U beh,si accettano commenti … sia belli che brutti. Ditemi se vi è piaciuta.

Baci,_Tifaa_