Ricordo ancora
bene il giorno in cui per la per la prima volta incontrai G..
Lo ricordo
come fosse ieri..
Era estate e
c’era un caldo bestiale, controvoglia ero uscita fuori nella “stradella” la piccola strada di campagna dove c’è la
vecchia casa di villeggiatura di mia nonna dove passo l’estate.. è chiamata così
dai ragazzini che vi stanno in quel periodo dell’anno e che escono puntualmente
a giocare.
P un’altra
ragazza mi aveva convinto a uscire nonostante il caldo e la noia che mi
circondava..
Chissà forse
era stata più la noia che P a convincermi..
Fatto sta
che uscii,e con indifferenza seguii la mia “amica”, fino ad andare a chiamare
gli altri ragazzi.
Fu allora
che la incontrai.
Era una
ragazzina come tante, vestita con pantaloncini corti e una maglietta maschile
decisamente troppo grande per lei, degli occhiali, i capelli gonfi..
La trovai
interessante,
ho sempre
avuto la mania di squadrare le persone..o forse sono state le brutte esperienze
a farmela venire..
notai subito
che a differenza mia, che avevo decisamente l’aria scocciata, lei sorrideva
sicura e raggiante..era sinceramente contenta di uscire fuori a giocare.
Ecco..
Il primo
incontro, un stretta di mano fugace e due nomi
Chiunque avrebbe
scommesso che saremmo state “nemiche” a pelle, troppo diverse, troppo in
contrasto..
Lo credevo
anch’io..ansi peggio ero convinta che avrebbe suscitato in me solo
indifferenza..
Dall’altronde
ero io che mi allontanavo dalle persone, le mie così dette amiche mi avevano
già tirato troppe pugnalatte alle spalle e io non
avevo intenzione di dare ad altri la stessa possibilità.
Poi una
mattina ci ritrovammo a passeggiare nella strada sotto il sole estivo, tutto
era luccicante, perfino l’asfalto, ero uscita di casa proprio per ammirare quel
gioco di colori..
Forse fu il caldo, forse la voglia di
smetterla di stare sola
Fatto sta che
mi invitò ad andare da lei ed io acconsentii.
Fu quel
giorno che iniziò la magia..il gioco che ci portammo dietro per molto tempo.
Non ricordo
come ci venne in mente, ma iniziammo a creare storie
Racconti su
racconti, favole su favole, copioni su copioni
Perché eravamo
noi stesse a “recitare” ciò che inventavamo..fu il gioco più bello a cui abbia
mai giocato.
Quel giorno
iniziai a considerare G un’amica
Più avanti
divenne qualcosa di più..
Divenne una
confidente.
I giorni
passarono e presto con la fine dell’estate venne anche quella che credevo
essere la fine del gioco.
Non fu così.
In un giorno
freddo almeno quanto era caldo quello in cui ci siamo incontrate
G mi chiamò invitandomi a casa sua per la
domenica.
Così il “nostro
gioco” divenne il gioco della domenica, e più passava il tempo più mi accorgevo
di aspettare con sempre più ansia il fine settimana, per me era un giorno per
sentirmi in pace con me stessa per essere
me stessa.
Passarono gli
anni e solo ora mia accorgo che mentre crescevano i nostri personaggi
crescevamo e cresciamo un po’ anche
noi.
E adesso si
avvicina un'altra estate..e ancora una volta ci siamo dette che sarà l’ultima
per giocare..forse e vero o forse no..
Perché smettere?
Se è una cosa che ci fa stare bene? Perché smettere se ci permette di evadere
dalla realtà e creare un mondo nostro? Perché smettere se ci fa essere noi
stesse senza maschere?
Si perché a volte
penso che è proprio mentre recito che smetto di fingere.
E ora
riguardando indietro a quel giorno d’estate mi accordo che lassù qualcuno deve
volermi davvero bene perché è stato realizzato il mio più grande sogno..
Avere una
sorellina.
Chissà forse
questa sarà davvero l’ultima estate dei giochi..e per quanto mi renda infelice
ciò, alzo gli occhi al cielo e ringrazio, ringrazio con tutta me stessa
perchè se c’è
una cosa che mi è rimasta da questa esperienza è proprio lei..
La mia
gioia, consolatrice, complice, la mia spalla su cui piangere, la persona su cui
contare sempre
La mia
Nee-chan, little sister, 姐姐, 姉妹, αδελφή, hermana
Sorellina
NOTE AUTRICE
One-short
dedicata a G
(perché nn s’era capito? XD)
Ti voglio
bene sorellina <3