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Autore: martolaANDannie    04/04/2010    1 recensioni
Un ragazzo biondiccio ci guardava con attenzione, studiando ogni nostra espressione e ogni movimento. Nel centesimo di secondo in cui incrociai i suoi occhi mi sentii ribollire.
-E tu saresti?-, chiese Martina, con un pizzico di ironia.
Lui ridacchiò beffardo e rispose con ovvietà. -Peter, piacere ragazze.-
Grugnii in risposta e feci per voltarmi, ma una seconda presenza mi trattenne. A fianco del cosiddetto Peter, c'era un altro ragazzo. Alzò lo sguardo verso di noi.
I capelli scuri erano corti e sparati, sicuramente con l'aiuto del gel. Mi sorrise e si sporse in avanti.
-Piantala di fare lo sbruffone.-, disse. Percepii un tono di ira repressa nella sua voce, ma mi sentii subito meglio.
Dopo aver lanciato uno sguardo infuocato al biondo si presentò con dolcezza. -Io sono Alex. Lieto di conoscervi.- FIC SCRITTA A DUE MANI!
Genere: Horror, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve a tutti! Siamo Martina e Anna, le autrici di questa storia a quattro mani.
L'idea è di Anna, solo che lei l'aveva solo iniziata e non continuava mai. E io avevo troppa sete di sangue, perciò le ho proposto un accordo!
Le protagoniste di questa fic siamo noi. E' una storia romantica-fantasy-gotica che parla di licantropi e vampiri. Martina e Anna vanno insieme a un campus durante l'estate e lì conoscono Alex e Peter, due ragazzi tenebrosi ostili tra di loro che nascondono un oscuro segreto...

Salve a tutti! :)

Siamo Martina e Anna, le autrici di questa storia a quattro mani. L'idea è di Anna, solo che lei l'aveva solo iniziata e non continuava mai. E io avevo troppa sete di sangue, perciò le ho proposto un accordo! xD

Le protagoniste di questa fic siamo noi. E' una storia fantasy-gotica che parla di licantropi e vampiri.
Martina e Anna vanno insieme a un campus durante l'estate e lì conoscono Alex e Peter, due ragazzi tenebrosi, ostili tra di loro che nascondono un oscuro segreto...

Ci piacerebbe avere molti commenti, anche critiche purchè siano gentili e costruttive.

Grazie in anticipo! Mi raccomando, leggete e soprattutto COMMENTATE :)

Martina 


La seguente storia non è scritta a scopo di lucro ma per puro divertimento personale.

 


Sensation of die

 

 

 

Capitolo 01.

-Anna-

L'aria calda ed estenuante di una qualsiasi mattinata di giugno faceva da sottofondo ai continui brontolii provenienti dalla classe in fondo al corridoio, di un normale liceo classico. 

Sospirai allungando le braccia e ritirai la matita dentro all'astuccio. L'orologio davanti ai miei occhi segnava le 12.56, questo voleva dire ancora quattro minuti di tortura. 

Quello che mi sarebbe aspettato dopo non lo potevo nemmeno immaginare. 

Lanciai un'occhiata a Martina, seduta nel banco accanto al mio: aveva lo sguardo rivolto verso il foglio che continuava a scarabocchiare, senza ascoltare le parole della professoressa, intenta a fare le solite raccomandazioni di fine anno. 

Già, l'ennesimo anno di liceo era volto al termine, il secondo per la precisione, e adesso ci stava aspettando una lunga estate tutta per noi. La nostra prima vacanza da sole, di sicuro non l'avremmo mai dimenticata. 

La campanella trillò vivacemente, facendo dipingere sul volto di tutti i miei compagni un sorriso a trentadue denti. Velocemente mi alzai e ritirai le mie cose, facendo cenno a Martina di muoversi. 

-Muoviti Marty, non voglio stare qui dentro un minuto di più.-, dissi, quasi con aria tragica. 

Mi fece un cenno per annuire, indossando la cartella e apprestandosi ad uscire dall'aula. 

-Andiamo!-, esclamò. -Buon'estate a tutti!-, disse ai nostri compagni. Un attimo dopo era già in corridoio che mi aspettava. 

La raggiunsi con una piccola corsa, lasciandomi alle spalle le chiacchiere urlate da una marea di ragazzi in fibrillazione. Uscimmo con passo svelto e venimmo accolte da un brillante cielo splendente. 

Alzai gli occhi per guardare quella meravigliosa distesa azzurra sopra alle nostre teste. 

-ESTATE!-, urlai, facendomi sentire fino dall'altra parte della strada. 

Martina rise e iniziò a saltellare -Allora! Cosa c'è in programma?-, mi chiese guardandomi sorridente. 

Ci pensai un attimo mentre camminavamo verso la fermata del pullman; ricordavo di un volantino che avevo trovato sul tavolo della cucina, poco tempo prima. Parlava di un campus o qualcosa del genere. Non sarebbe stato male andarci insieme, insomma, sarebbe stato sicuramente meglio che passare di nuovo l'estate rinchiuse in una città deserta. 

-Beh, niente di definito, per adesso. -, le raccontai del depliant e lei accolse l'idea con entusiasmo.

-Potrebbe essere divertente! In mezzo alla natura, lontano da qui e dalle solite persone.- 

Annuii convinta. L'idea non era affatto male. 

Decidemmo che ne avremmo parlato a casa, ma non dubitavo del fatto che i miei fossero d'accordo. Ne sarebbero stati sicuramente felici, soprattutto perchè loro avrebbero potuto godersi le vacanze in tranquillità, senza preoccuparsi di niente. 

Arrivammo alla fermata e ci separammo, facendoci la solita promessa di sentirci nel pomeriggio. 

-Martina-

Salii sul pullman, sentendomi quasi triste, dato che la fermata non era piena di gente come al solito. Avrei potuto fermarmi lì insieme agli altri, ma ormai era tardi.
Presi posto e aspettai che l'autista decidesse di partire. Intanto pensavo.

Andare in un campus sembrava un'ottima idea. Qualcosa che avrebbe potuto salvarmi dalla noia. Però... Avevo una strana sensazione. Paura, ma anche adrenalina. Non sapevo perchè...

Accesi l'mp3 e continuai a pensare. I gotta feeling... That tonight is gonna be a good night...
Mmmh. Chissà se anche la mia sarebbe stata una buona estate.
Intanto pensavo a come convincere mia madre...

Arrivai a casa più presto del solito. Ero in anticipo di venti minuti: ci credo, il pullman era mezzo vuoto, quindi non ci volle molto a svuotarlo del tutto.

Appena vidi mia madre, sfoderai il mio sorriso che voleva dire 'Mammina.... ti prego...'. Lei mi ascoltò, si lamentò, poi sembrò capire e infine acconsentì.

Chiamai mio padre al lavoro e lui fu subito d'accordo. Sarebbe stata una bella esperienza, e, cosa più importante, non aveva un costo esagerato.

Presi il cellulare e chiamai Anna.

-Sister???- una voce felice e curiosa si fece largo nelle mie orecchie. Uao, urlava. Dovevano averle detto di sì. 
-Sister, hanno detto che posso!

-Anch'io!! Sìììì sono troppo felice!! Sarà l'estate più bella della nostra vita!

Mi venne un attimo di ansia. O forse solo un forte capogiro.

-...Marty? Ci sei? Perchè non rispondi?

-...No no niente! Ho solo... Avuto un capogiro...

-Ehi cerca di stare bene!! Vai a dormire, sarai stanca! Oppure non hai mangiato abbastanza.

Ah ecco. Non avevo ancora mangiato! 

-Ehm. Ok vado a mangiare! Ci sentiamo dopo, sister...


-Ok! Ciao!

Mise giù.

Che strana sensazione.

Non ci diedi peso e andai a tavola.

I giorni passarono velocemente. Le valige si fecero quasi da sole, e il momento di partire arrivò.

-Ciao mamma, ciao papà- dissi, con un po' di malinconia. Ma cosa mi prendeva? Sarei stata via due mesi, e poi sarei tornata.

...Credevo.

Mi salutarono normalmente. Andai da Anna, che stava mettendo le valige nel portabagagli dell'autobus.

-Pronta?- dissi.

-Sì- rispose -Ma tu sei pallidissima, cos'hai?

-Niente. Credo di avere un anticipo di nostalgia...

-Oooh tenera!!- mi abbracciò -Ci penso io a fartela passare!

Restituii l'abbraccio. -Grazie... Ok, ora dobbiamo salire.

-Dove ci mettiamo?

-Se c'è posto, in fondo...

Salii sull'autobus e andai dritta dritta fino in fondo, dove trovai due posti. Poi arrivò anche Anna. 

-Anna-

Prendemmo posto nell'ultima fila. Mi misi accanto al finestrino, contro la volontà di Martina. Feci finta di niente e non si oppose abbastanza da farmi cambiare idea.
Per prima cosa presi l'mp3, imitata immediatamente da Marty, che si rannicchiò e si immerse nel suo mondo, lasciandomi lì, a guardarmi intorno. 

C'erano ragazzi di tutte le età, tutti con più o meno le stesse caratteristiche. Non mi soffermai molto su quelli della mia colonna e cambiai lato. Incrociai un paio di occhi rubino. Rimasi perplessa; sicuramente avevo visto male. Sentii una strana sensazione, come qualcosa di fastidioso. Scossi lievemente la testa per riprendermi e decisi di lasciare perdere. Avrei avuto modo di conoscerli al campus. Mi sistemai meglio e chiusi gli occhi. 

Pochi minuti dopo ero di nuovo al punto di partenza. Non riuscivo a dormire, tanto meno a rilassarmi. Era come se percepissi la presenza di qualcuno che non potevo vedere, o anche solo sentire parlare. 

Martina spense la musica qualche attimo dopo, vedendomi pensierosa. 

-Che c'è?-, mi chiese, squadrandomi.

-Mmh, no niente. Mi.. chiedevo cosa si faccia in questo posto.-, risposi, sviando il discorso.

Lei abboccò senza problemi e si mise a pensare. 

-In effetti. Non c'era scritto sul volantino?-

Negai con la testa. Effettivamente era vero. Non mi ero neanche preoccupata di informarmi. L'unica cosa che volevo era andare lontano dalla mia città per un po', e c'ero riuscita. Cosa si facesse poco mi importava, non poteva essere cosi tremendo.

-Semplicemente si socializza.-, disse una voca alle nostre spalle. Rabbrividii, ma non di freddo. Quasi.. di rabbia. 

Mascherando quanto più potendo il mio stato d'animo mi voltai. 

Un ragazzo biondiccio ci guardava con attenzione, studiando ogni nostra espressione e ogni movimento. Nel centesimo di secondo in cui incrociai i suoi occhi mi sentii ribollire. 

-E tu saresti?-, chiese Martina, con un pizzico di ironia. 

Lui ridacchiò beffardo e rispose con ovvietà. -Peter, piacere ragazze.-

Grugnii in risposta e feci per voltarmi, ma una seconda presenza mi trattenne. A fianco del cosiddetto Peter, c'era un altro ragazzo. Alzò lo sguardo verso di noi. 

I capelli scuri erano corti e sparati, sicuramente con l'aiuto del gel. Mi sorrise e si sporse in avanti.

-Piantala di fare lo sbruffone.-, disse. Percepii un tono di ira repressa nella sua voce, ma mi sentii subito meglio. 

Dopo aver lanciato uno sguardo infuocato al biondo si presentò con dolcezza. -Io sono Alex. Lieto di conoscervi.-

Sorrisi e gli strinsi la mano. Martina lo salutò con un po' di timore. 

Tirava una brutta aria. Qualsiasi cosa fosse non mi piaceva. Di sicuro non potevo scoprire in quel momento cosa stesse succedendo, non solo perchè non era il momento e tanto meno il luogo adatto, ma soprattutto perchè ancora non era successo un bel niente. Le mie potevano essere benissimo delle fantasie, date dalla mia sfrenata passione per la lettura di romanzi fantasy. Forse avrei dovuto smetterla di lavorare di fantasia e mettermi coi piedi per terra una volta per tutte. 

-Una cosa vera se non altro l'hai detta.-, continuò Alex, rivolgendosi a Peter, per poi tornare a noi. -Al campus si va per fare nuove conoscenze. Una specie di centro
estivo, dove l'unica cosa da fare è divertirsi e stare con gli altri. Tutto qui.-, ci spiegò, passando con lo sguardo da me a Martina e da Martina a me. 


Ringraziammo e ci sedemmo composte. Se l'unica cosa da fare era socializzare, non ci sarebbe stato niente di emozionante. Sentii una scossa farsi largo per tutto il corpo. Con un brivido mi ripresi, appoggiandomi al finestrino per rimettere a fuoco le immagini. Era ovvio che qualcosa sarebbe accaduto. Quella non poteva essere un'estate tranquilla, c'erano già troppe cose che non andavano. 


To be continued...

 

 

  
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