“COME
DIAMINE HAI FATTO?!”
Le urla di Winry Rockbell echeggiarono nella stradina del
tranquillo villaggio di campagna di Resembool, suscitando le occhiate
curiose
dei vicini che voltarono la testa battendo le palpebre.
“Winry, insomma, calma!” urlò in
risposta un esasperatissimo
Edward. “Lo sai che non l’ho fatto
apposta!”
“Ci mancherebbe altro!” ringhiò la sua
amica, stringendo in
mano con evidente furia una delle sue fidate chiavi inglesi.
Il suo perfetto, bellissimo, geniale automail giaceva
distrutto in una scatola sul tavolo. Ancora una volta,
l’alchimista era
riuscito a romperlo in mille minuscoli pezzettini di metallo.
“E ora cosa credi che dovrei fare, eh?”
“Ripararlo..?” azzardò timidamente Ed.
Lanciò un urlo arrabbiato quando quello che ottenne come
risposta fu un colpo di chiave
inglese, lanciata da poca
distanza, in testa.
“AHI! Ma uffa!” si lamentò,
“non puoi essere un po’ meno
violenta?!”
“Ripararlo dici!! Per l’ennesima
volta!!” sospirò, ignorandolo
completamente, una Winry se possibile ancor
più esasperata dell’amico d’infanzia.
“Sia chiaro, solo perché sei tu.”
“Grazie mille..” borbottò
l’alchimista, tutt’altro che grato,
massaggiandosi la testa nel punto in cui l’attrezzo della
ragazza l’aveva
colpito.
Si lasciò cadere sul divano dietro di lui, lasciando uscire
un sospiro stanco; allungando il braccio sullo schienale,
stiracchiò le gambe,
cercando di rilassarsi. “Di quanto tempo hai
bisogno?”
“Quanto tempo posso rubarti?” ribattè
ironicamente Winry
rivolgendogli un’occhiata eloquente.
“… Cinque giorni.”
“E cinque giorni saranno.”
“Bene.”
“… Ed.”
“Hm?”
“Cinque giorni.”
Il ragazzo sospirò. “Sì, ti prometto
che non andrò via
prima.”
“ ‘Ti prometto’ impegna, lo sai,
Ed.” rispose Winry seria.
Il biondo sorrise, alzando il braccio che gli restava per
fare un ok con il pollice. “Sai che mantengo le
promesse.”
Ed aprì gli occhi, serrandoli di nuovo con un gemito come
reazione alla forte luce dei raggi del sole che filtravano dalla
finestra.
“ ‘ngiorno,” grugnì
infastidito, stiracchiando braccio e
gambe prima di togliersi le lenzuola di dosso con un unico movimento
fluido.
Alphonse ridacchiò, “Dobbiamo tagliare la legna,
fratellone.
Quindi è meglio se trovi una maniera per svegliarti entro le
undici, okay?”
“Mhnpf.”
“Niente colazione?”
“Niente colazione, grazie.”
“Sicuro?”
“Sicuro.”
“ … Non vuoi latte?”
“Non voglio latte.”
“Ma perché non-“
“No.”
“Ma perché no?”
“Perché non lo sopporto.”
“Ma perché?!”
“Perché no!”
“No?”
Edward ringhiò esasperato, “No. No. No.
No. Sono solo due
lettere. Non è un concetto poi così difficile!”
Il fratello minore sospirò, arrendendosi. “Uff,
come vuoi.
Faresti meglio a darti una mossa, allora,” concluse prima di
voltarsi e uscire
a grandi falcate.
L’alchimista di Stato l’osservò uscire
con uno sbadiglio.
Stiracchiò nuovamente il braccio e si mise a sedere sul
bordo del letto,
lanciando un’occhiata fuori dalla finestra. Sembrava
prospettarsi una bella
giornata, a giudicare dal sole splendente e la totale assenza di nuvole
nel
cielo terso.
Controvoglia, si alzò in piedi.
Era intenta a girare il cacciavite, quando qualcuno bussò
alla porta. “Avanti.”
“Buongiorno!” La voce di Edward la raggiunse
dall’ingresso
della stanza; la ragazza si voltò, rivolgendo un sorriso
all’amico, “Ehi. Ben
svegliato.”
Ed, in maglietta a maniche corte e pantaloncini, sbadigliò.
“Sembra
essere una bella giornata anche oggi eh?” esordì
indicando il sole fuori.
“Sì, così sembra.”
“Tu hai dormito?”
“Io no. Ma credo che stanotte me lo concederò,
dopotutto ho
quasi finito.”
“Hmnpf. Come ti pare. Non scendi?”
“Magari dopo, grazie.”
L’alchimista annuì prima di voltarsi e
precipitarsi giù per
le scale, impaziente di iniziare la giornata.
La ragazza sospirò, lasciando che un lieve sorriso le
illuminasse il volto prima di voltarsi verso la scrivania e riprendere
il suo
lavoro.
Quando alzò gli occhi e
guardò l’orologio, era già
mezzanotte passata. Aveva speso tutta la giornata lavorando; era il
momento di
andare a dormire. Si stiracchiò, emettendo un gemito quando
i muscoli
addormentati delle gambe formicolarono.
Alzandosi, si mise in camicia da notte ed uscì in corridoio
per scendere in cucina a bere un bicchiere d’acqua. Ma a
metà del corridoio si
fermò; qualcosa aveva catturato la sua attenzione: la porta
della camera di Ed
e Al era aperta, e la luce accesa.
Rivolse uno sguardo alle scale prima di iniziare a camminare
in quella direzione, preoccupata che potesse essere successo qualcosa.
Lentamente, appoggiò la mano sulla porta. “Ed, Al?
E’
permesso?”
Le rispose la voce di Edward, “Winry? …
Sì, puoi entrare.”
La ragazza mosse qualche passo incerto nella camera dei due
fratelli, notando quasi subito che Alphonse non c’era.
“Che fine ha fatto Al?”
“E’ andato al cimitero. Ha detto che non gli andava
di
passare la notte seduto qui, e domani partiamo,”
sospirò Ed. Era steso sul
letto in maglietta e pantaloncini, il braccio dietro la testa, e
contemplava il
cielo stellato fuori dalla finestra.
Winry piegò la testa da un lato, osservando il biondo.
“E tu
perché non dormi?”
“Non riesco a prendere sonno.” Rispose
semplicemente questo,
sempre con lo sguardo puntato fuori dalla finestra a fissare
chissà cosa.
La ragazza si sedette sul bordo del letto, facendo
finalmente voltare Ed che le rivolse uno sguardo interrogativo.
“ … Promettimi che tornerete presto a trovarci
…” sussurrò,
posandogli una mano sul braccio.
“Ma certo!” sorrise lui. Il suo sorriso
s’incrinò quando
realizzò che non sarebbe stato possibile. “Anche
se…”
“Anche se … Lo so che non potrete.”
”…”
“Edward, voglio che tu sappia che, ogni qualvolta
desidererete tornare, la porta sarà sempre aperta.”
“Lo so, e me ne rendo conto. Ti ringrazio.”
Lei sospirò, posando una mano sul suo petto.
“Credo … Che ne
abbiate passate un sacco ultimamente. .”
“No,
sul serio? Non lo sapevo,” sospirò Edward, posando
il braccio sugli occhi in un
gesto stanco.
Winry gli lanciò uno sguardo esasperato, “Davvero,
Ed. Hai
bisogno di rilassarti. Perché non…
Perché non stai una settimana ancora?”
“Eh?! Perchè mai una settimana?! Non posso,
dev-“
La sua protesta fu tagliata a metà quando lei si
abbassò
improvvisamente e lo baciò. Edward sgranò gli
occhi; che stava facendo?!
Pensava di poterlo zittire in quel modo?
-Ma cosa… Perchè lo
sta facendo?- Milioni di pensieri tutti insieme gli
attraversarono la testa;
Lo voleva davvero, questo sì … Ma lui era un
testardo, non si sarebbe lasciato ‘battere’
a quel modo. Semplicemente la strinse a sé, con un misto di
sorpresa, gioia,
tenerezza e divertimento che brillavano nei suoi occhi dorati.
Poi Winry si allontanò spezzando la magia, i suoi occhi blu
che rilucevano di lacrime. “… Ecco
perché mai.”
Il ragazzo batté le palpebre confuso un paio di volte prima
di essersi reso conto di ciò che aveva fatto.
Sospirò, lasciando che il braccio
si separasse dal fianco dell’amica, e le rivolse
un’occhiata sorpresa quando
questa lo bloccò posandoci sopra la sua stessa mano.
Winry tirò su col naso prima di poggiare la testa sul suo
petto. “Ed.. Voglio stare con te.”
Finalmente Ed sapeva di aver ottenuto quello che cercava; i
suoi sentimenti erano sempre stati così confusi.. Ma ora che
sapeva che lei
ricambiava, e che non aveva le idee confuse quanto le sue, si sentiva
rincuorato. E ancora gli sembrò ingiusto; perché
metterla nei guai? Aveva una
vita difficile e pericolosa, sarebbe stato quasi egoista renderla
partecipe.
“… Sai che non è
possibile…” sussurrò dopo una lunga
pausa,
accarezzandole i capelli biondi con la mano.
Winry rimase in silenzio, respirando lenta e rilassandosi
sotto la sua mano che le accarezzava dolcemente la chioma. Ed vide le
lacrime
salirle agli occhi e lentamente scivolare giù lungo la
guancia.
“… Piagnona …”
sospirò con un sorriso triste, asciugandole
le lacrime passandole le dita sulla guancia. “Non hai motivo
di piangere
adesso, no?”
“Direi di sì, invece … Ma se non posso
… Se non posso stare
con te … Allora fammi stare con te solo per
stanotte,” esclamò la ragazza
all’improvviso, abbracciandolo senza preavviso prima di
stringersi di più a lui
e strusciare la guancia sull’incavo del suo collo.
“C-Cos.. Winry?” esclamò sorpreso e
imbarazzato l’alchimista
quando l’amica gli sfilò la maglietta.
“Per favore Ed, sono piuttosto fragile in questo momento,
non mi frantumare.” borbottò lei con aria seria e
presa, accarezzandogli il
petto nudo con una mano e tirando su col naso per via del pianto.
Piuttosto in imbarazzo, Ed cerco di spingerla via. “Ma Winr-
Hhmmmrgh …!“ la ribellione sfumò in un
verso indefinito quando Winry passò una
mano tra i suoi capelli e lo zittì ancora con un altro
bacio, le lacrime del
suo pianto che bagnavano anche le guance di lui.
E, nonostante il suo cervello gli stesse urlando di no,
nonostante la sua ragione stesse protestando con tutta sé
stessa, Edward si
ritrovò a ricambiare il bacio della ragazza.
A quel gesto, lei sembrò prendere sicurezza e, senza
separare le sue labbra da quelle dell’alchimista,
tirò via le coperte dal letto
con una mano.
Ed, per quel che poteva con un braccio solo, la strinse a
sé. “Siamo due stupidi.”
Proferì poi, rendendosi conto
dell’assurdità della
situazione e allontanando il suo volto da quello dell’amica.
Winry sospirò. “Vuoi che me ne vada?”
Silenzio seguì la sua domanda. Un silenzio che si protrasse
per diversi minuti, mettendo a disagio entrambi.
“ … No …” ammise
infine Edward con un sospiro
rassegnato.
La ragazza sembrò soddisfatta. “Ma suvvia, cosa
vuoi che
succeda?” iniziò, facendo scivolare una mano sotto
i pantaloncini di lui che
sembrò sempre più sorpreso e confuso,
“Dopotutto stanno tutti dormendo …”
continuò Winry tirando lentamente giù
l’indumento.
“… Stai scherzando, vero? Vero?”
boccheggiò Ed, il quale si era appena ritrovato in mutande
con la sua migliore amica praticamente seduta sopra di lui.
“Certo che no,” ridacchiò lei in
risposta posando il naso
sulla sua guancia con fare tenero.
L’alchimista deglutì, arrossendo appena.
Perché? Perché era
lui quello in imbarazzo?
“-Maledizione …-
Winry …” “Shhh…” fu
tutto quello che ricevette in risposta dalla ragazza alle
prese con la sua camicia da notte.
Edward deglutì ancora prima di assumere
un’espressione
decisa. Non le avrebbe dato la soddisfazione di vederlo imbarazzato.
Con grande sorpresa di Winry, si mise a sedere e
l’aiutò a
slacciarsi l’indumento.
Ogni traccia di razionalità svanita. Ed lasciò
cadere per
terra il vestito di lei, ora rimasta solo con gli indumenti intimi, e
la baciò
con foga, gioendo nel percepire il suo stesso ardore in Winry che
ricambiava il
bacio con altrettanta foga, quasi voracemente.
Ormai la fiamma della passione aveva avvolto entrambi,
soffocando ogni minima goccia di ragione per lasciare spazio solo ad un
ardente, bruciante desiderio.
Senza lasciare le labbra di Edward come se la sua intera
vita dipendesse dalla durata del loro bacio, Winry portò le
mani dietro la
schiena, slacciandosi velocemente il reggiseno prima di lanciarlo via
dall’altra parte della stanza.
A quel punto Ed esitò. Il contatto della pelle di lei contro
il suo petto nudo lo fece rabbrividire, infilando una sottile linea di
imbarazzo, quasi paura, in lui e facendolo esitare per un attimo.
La ragazza sorrise dolcemente, stringendosi a lui.
L’alchimista esitò ancora, mordendosi un labbro
mentre osservava il corpo quasi
completamente nudo della sua amica d’infanzia.
Com’era bella. Perché non si era mai accorto di
quanto fosse
affascinante? Non si era mai soffermato ad osservarla più
del dovuto, non
rendendosi conto del suo fascino, e forse era questo che lo faceva
esitare
adesso. Era probabilmente troppo per lui.
Winry lavò via ogni traccia di imbarazzo posando teneramente
le labbra sulle sue. Ed si lasciò sfuggire un sorriso mentre
cingeva la sua
vita con un braccio e la baciava dolcemente.
Lei lo spinse lentamente all’indietro, facendolo stendere
sul letto. Fece scorrere una mano dal petto di lui, scendendo fino ad
arrivare
ai fianchi, finché non afferrò il bordo del suo
indumento intimo iniziando ad
abb-
“Ehm ehm.”
L’improvvisa
interruzione fece sfuggire un grido ad entrambi, facendo raddrizzare di
scatto un
imbarazzatissimo Edward mentre Winry afferrava le lenzuola da terra per
coprire
il petto nudo.
Alphonse, sulla porta, si portò una mano alla fronte.
“Nii-san,
sei un maniaco!”
esordì, afferrando la prima cosa che gli capitò
tra
le mani … Un libro di meccanica all’apparenza
piuttosto pesante e grosso.
“Wooh, ehi, ehi, ehi! Prima di tutto perché sei
entrato
senza bussare?!” replicò frettolosamente Edward,
rosso peperone, adocchiando
poi il libro in mano al fratello. Lanciò un altro grido, “Metti
immediatamente giù quel
coso, idiota!”
“No che non lo metto giù! Manda immediatamente
Winry nella
sua camera!” ribattè l’armatura.
Nonostante non avesse espressività facciale,
pareva parecchio minacciosa.
In tutto questo, Winry era rimasta, sconvolta, attaccata ad
Edward quasi a cercare protezione. “Ehm..”
iniziò, guadagnandosi le occhiate di
entrambi, “Io.. Ehm.. Sì, credo.. Credo
tornerò nella mia camera.” Concluse,
diventando di un rosso vivo ed acceso mentre raccoglieva la camicia da
notte e
scappava via, trascinandosi dietro il lenzuolo di Ed.
Alphonse scoccò uno sguardo ad Edward, il quale
sospirò.
“Senti Al, non puoi farmene una colpa adesso, ok?”
“Non ti sto facendo nessuna colpa. Solo … Siate
più
intelligenti, diamine!” ribattè lui trattenendo
una risatina.
Il fratello maggiore si bloccò. “Più
intelligenti..? Che
vorresti dire, scusa?!” ringhiò, alzandosi
finalmente le mutande (che erano
poco sotto l’inguine) con un gesto stizzito.
“Intendo dire che avreste potuto scegliere un momento
più
opportuno.” replicò Al con l’aria di chi
la sa lunga, annuendo.
Edward sospirò scocciato, portandosi una mano alla fronte in
un gesto esasperato e stanco. “Ho capito, ho capito. Adesso
vado a riprendermi
le lenzuola e torno.”
Si alzò e uscì velocemente, evitando ogni
possibile risposta
da parte del fratello, ed entrò altrettanto velocemente
nella camera di Winry.
La ragazza era in piedi, fissando fuori dalla finestra.
Ed tossicchiò imbarazzato, facendola voltare verso di lui.
“Ehm … Le lenzuola…”
Lei sospirò, abbracciandolo. “Perdonami,
Edo.”
“E di che?” sorrise lui. La strinse a
sé, “Sappi che ti
amo.”
… Cosa? Cosa aveva appena detto?
“Anche io, e tanto.” Replicò lei.
“Questo è l’importante!”
esclamò Ed con un altro sorriso,
schioccandole un bacio prima di afferrare le lenzuola e precipitarsi
nella sua
camera per evitare le ire di Al.
Winry lo guardò andarsene, una mano sulle labbra, un mezzo
sorriso stampato in faccia.