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Autore: Rikori    05/04/2010    5 recensioni
Storia partecipante all'"EdWin Contest" indetto da Domi_chan e Melly_chan
Ogni traccia di razionalità svanita. Ed lasciò cadere per terra il vestito di lei, ora rimasta solo con gli indumenti intimi, e la baciò con foga, gioendo nel percepire il suo stesso ardore in Winry che ricambiava il bacio con altrettanta foga, quasi voracemente. Ormai la fiamma della passione aveva avvolto entrambi, soffocando ogni minima goccia di ragione per lasciare spazio solo ad un ardente, bruciante desiderio.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Elric, Winry Rockbell
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“COME DIAMINE HAI FATTO?!”
Le urla di Winry Rockbell echeggiarono nella stradina del tranquillo villaggio di campagna di Resembool, suscitando le occhiate curiose dei vicini che voltarono la testa battendo le palpebre.
“Winry, insomma, calma!” urlò in risposta un esasperatissimo Edward. “Lo sai che non l’ho fatto apposta!”
“Ci mancherebbe altro!” ringhiò la sua amica, stringendo in mano con evidente furia una delle sue fidate chiavi inglesi.
Il suo perfetto, bellissimo, geniale automail giaceva distrutto in una scatola sul tavolo. Ancora una volta, l’alchimista era riuscito a romperlo in mille minuscoli pezzettini di metallo.
“E ora cosa credi che dovrei fare, eh?”
“Ripararlo..?” azzardò timidamente Ed.
Lanciò un urlo arrabbiato quando quello che ottenne come risposta fu un colpo di chiave inglese, lanciata da poca distanza, in testa.
“AHI! Ma uffa!” si lamentò, “non puoi essere un po’ meno violenta?!”
“Ripararlo dici!! Per l’ennesima volta!!” sospirò, ignorandolo completamente, una Winry se possibile ancor più esasperata dell’amico d’infanzia. “Sia chiaro, solo perché sei tu.”
“Grazie mille..” borbottò l’alchimista, tutt’altro che grato, massaggiandosi la testa nel punto in cui l’attrezzo della ragazza l’aveva colpito.
Si lasciò cadere sul divano dietro di lui, lasciando uscire un sospiro stanco; allungando il braccio sullo schienale, stiracchiò le gambe, cercando di rilassarsi. “Di quanto tempo hai bisogno?”
“Quanto tempo posso rubarti?” ribattè ironicamente Winry rivolgendogli un’occhiata eloquente.
“… Cinque giorni.”
“E cinque giorni saranno.”
“Bene.”
“… Ed.”
“Hm?”
Cinque giorni.”
Il ragazzo sospirò. “Sì, ti prometto che non andrò via prima.”
“ ‘Ti prometto’ impegna, lo sai, Ed.” rispose Winry seria.
Il biondo sorrise, alzando il braccio che gli restava per fare un ok con il pollice. “Sai che mantengo le promesse.” 

 “Buongiorno!”
Ed aprì gli occhi, serrandoli di nuovo con un gemito come reazione alla forte luce dei raggi del sole che filtravano dalla finestra.
“ ‘ngiorno,” grugnì infastidito, stiracchiando braccio e gambe prima di togliersi le lenzuola di dosso con un unico movimento fluido.
Alphonse ridacchiò, “Dobbiamo tagliare la legna, fratellone. Quindi è meglio se trovi una maniera per svegliarti entro le undici, okay?”
“Mhnpf.”
“Niente colazione?”
“Niente colazione, grazie.”
“Sicuro?”
“Sicuro.”
“ … Non vuoi latte?”
Non voglio latte.
“Ma perché non-“
“No.”
“Ma perché no?”
“Perché non lo sopporto.”
“Ma perché?!”
“Perché no!”
“No?”
Edward ringhiò esasperato, “No. No. No. No. Sono solo due lettere. Non è un concetto poi così difficile!
Il fratello minore sospirò, arrendendosi. “Uff, come vuoi. Faresti meglio a darti una mossa, allora,” concluse prima di voltarsi e uscire a grandi falcate.
L’alchimista di Stato l’osservò uscire con uno sbadiglio. Stiracchiò nuovamente il braccio e si mise a sedere sul bordo del letto, lanciando un’occhiata fuori dalla finestra. Sembrava prospettarsi una bella giornata, a giudicare dal sole splendente e la totale assenza di nuvole nel cielo terso.
Controvoglia, si alzò in piedi.

 La mattina del quarto giorno trovò la giovane meccanica nella sua camera, china sul tavolo a trafficare con i pezzi del braccio meccanico.
Era intenta a girare il cacciavite, quando qualcuno bussò alla porta. “Avanti.”
“Buongiorno!” La voce di Edward la raggiunse dall’ingresso della stanza; la ragazza si voltò, rivolgendo un sorriso all’amico, “Ehi. Ben svegliato.”
Ed, in maglietta a maniche corte e pantaloncini, sbadigliò. “Sembra essere una bella giornata anche oggi eh?” esordì indicando il sole fuori.
“Sì, così sembra.”
“Tu hai dormito?”
“Io no. Ma credo che stanotte me lo concederò, dopotutto ho quasi finito.”
“Hmnpf. Come ti pare. Non scendi?”
“Magari dopo, grazie.”
L’alchimista annuì prima di voltarsi e precipitarsi giù per le scale, impaziente di iniziare la giornata.
La ragazza sospirò, lasciando che un lieve sorriso le illuminasse il volto prima di voltarsi verso la scrivania e riprendere il suo lavoro.

 

Quando alzò gli occhi e guardò l’orologio, era già mezzanotte passata. Aveva speso tutta la giornata lavorando; era il momento di andare a dormire. Si stiracchiò, emettendo un gemito quando i muscoli addormentati delle gambe formicolarono.
Alzandosi, si mise in camicia da notte ed uscì in corridoio per scendere in cucina a bere un bicchiere d’acqua. Ma a metà del corridoio si fermò; qualcosa aveva catturato la sua attenzione: la porta della camera di Ed e Al era aperta, e la luce accesa.
Rivolse uno sguardo alle scale prima di iniziare a camminare in quella direzione, preoccupata che potesse essere successo qualcosa.
Lentamente, appoggiò la mano sulla porta. “Ed, Al? E’ permesso?”
Le rispose la voce di Edward, “Winry? … Sì, puoi entrare.”
La ragazza mosse qualche passo incerto nella camera dei due fratelli, notando quasi subito che Alphonse non c’era. “Che fine ha fatto Al?”
“E’ andato al cimitero. Ha detto che non gli andava di passare la notte seduto qui, e domani partiamo,” sospirò Ed. Era steso sul letto in maglietta e pantaloncini, il braccio dietro la testa, e contemplava il cielo stellato fuori dalla finestra.
Winry piegò la testa da un lato, osservando il biondo. “E tu perché non dormi?”
“Non riesco a prendere sonno.” Rispose semplicemente questo, sempre con lo sguardo puntato fuori dalla finestra a fissare chissà cosa.
La ragazza si sedette sul bordo del letto, facendo finalmente voltare Ed che le rivolse uno sguardo interrogativo.
“ … Promettimi che tornerete presto a trovarci …” sussurrò, posandogli una mano sul braccio.
“Ma certo!” sorrise lui. Il suo sorriso s’incrinò quando realizzò che non sarebbe stato possibile. “Anche se…”
“Anche se … Lo so che non potrete.”
”…”
“Edward, voglio che tu sappia che, ogni qualvolta desidererete tornare, la porta sarà sempre aperta.”
“Lo so, e me ne rendo conto. Ti ringrazio.”
Lei sospirò, posando una mano sul suo petto. “Credo … Che ne abbiate passate un sacco ultimamente. .”
No, sul serio? Non lo sapevo,” sospirò Edward, posando il braccio sugli occhi in un gesto stanco.
Winry gli lanciò uno sguardo esasperato, “Davvero, Ed. Hai bisogno di rilassarti. Perché non… Perché non stai una settimana ancora?”
“Eh?! Perchè mai una settimana?! Non posso, dev-“
La sua protesta fu tagliata a metà quando lei si abbassò improvvisamente e lo baciò. Edward sgranò gli occhi; che stava facendo?! Pensava di poterlo zittire in quel modo?
-Ma cosa… Perchè lo sta facendo?- Milioni di pensieri tutti insieme gli attraversarono la testa; Lo voleva davvero, questo sì … Ma lui era un testardo, non si sarebbe lasciato ‘battere’ a quel modo. Semplicemente la strinse a sé, con un misto di sorpresa, gioia, tenerezza e divertimento che brillavano nei suoi occhi dorati.
Poi Winry si allontanò spezzando la magia, i suoi occhi blu che rilucevano di lacrime. “… Ecco perché mai.”
Il ragazzo batté le palpebre confuso un paio di volte prima di essersi reso conto di ciò che aveva fatto. Sospirò, lasciando che il braccio si separasse dal fianco dell’amica, e le rivolse un’occhiata sorpresa quando questa lo bloccò posandoci sopra la sua stessa mano.
Winry tirò su col naso prima di poggiare la testa sul suo petto. “Ed.. Voglio stare con te.”
Finalmente Ed sapeva di aver ottenuto quello che cercava; i suoi sentimenti erano sempre stati così confusi.. Ma ora che sapeva che lei ricambiava, e che non aveva le idee confuse quanto le sue, si sentiva rincuorato. E ancora gli sembrò ingiusto; perché metterla nei guai? Aveva una vita difficile e pericolosa, sarebbe stato quasi egoista renderla partecipe.
“… Sai che non è possibile…” sussurrò dopo una lunga pausa, accarezzandole i capelli biondi con la mano.
Winry rimase in silenzio, respirando lenta e rilassandosi sotto la sua mano che le accarezzava dolcemente la chioma. Ed vide le lacrime salirle agli occhi e lentamente scivolare giù lungo la guancia.
“… Piagnona …” sospirò con un sorriso triste, asciugandole le lacrime passandole le dita sulla guancia. “Non hai motivo di piangere adesso, no?”
“Direi di sì, invece … Ma se non posso … Se non posso stare con te … Allora fammi stare con te solo per stanotte,” esclamò la ragazza all’improvviso, abbracciandolo senza preavviso prima di stringersi di più a lui e strusciare la guancia sull’incavo del suo collo.
“C-Cos.. Winry?” esclamò sorpreso e imbarazzato l’alchimista quando l’amica gli sfilò la maglietta.
“Per favore Ed, sono piuttosto fragile in questo momento, non mi frantumare.” borbottò lei con aria seria e presa, accarezzandogli il petto nudo con una mano e tirando su col naso per via del pianto.
Piuttosto in imbarazzo, Ed cerco di spingerla via. “Ma Winr- Hhmmmrgh …!“ la ribellione sfumò in un verso indefinito quando Winry passò una mano tra i suoi capelli e lo zittì ancora con un altro bacio, le lacrime del suo pianto che bagnavano anche le guance di lui.
E, nonostante il suo cervello gli stesse urlando di no, nonostante la sua ragione stesse protestando con tutta sé stessa, Edward si ritrovò a ricambiare il bacio della ragazza.
A quel gesto, lei sembrò prendere sicurezza e, senza separare le sue labbra da quelle dell’alchimista, tirò via le coperte dal letto con una mano.
Ed, per quel che poteva con un braccio solo, la strinse a sé. “Siamo due stupidi.” Proferì poi, rendendosi conto dell’assurdità della situazione e allontanando il suo volto da quello dell’amica.
Winry sospirò. “Vuoi che me ne vada?”
Silenzio seguì la sua domanda. Un silenzio che si protrasse per diversi minuti, mettendo a disagio entrambi.  “ … No …” ammise infine Edward con un sospiro rassegnato.
La ragazza sembrò soddisfatta. “Ma suvvia, cosa vuoi che succeda?” iniziò, facendo scivolare una mano sotto i pantaloncini di lui che sembrò sempre più sorpreso e confuso, “Dopotutto stanno tutti dormendo …” continuò Winry tirando lentamente giù l’indumento.
“… Stai scherzando, vero? Vero?” boccheggiò Ed, il quale si era appena ritrovato in mutande con la sua migliore amica praticamente seduta sopra di lui.
“Certo che no,” ridacchiò lei in risposta posando il naso sulla sua guancia con fare tenero.
L’alchimista deglutì, arrossendo appena. Perché? Perché era lui quello in imbarazzo?
“-Maledizione …- Winry …” “Shhh…” fu tutto quello che ricevette in risposta dalla ragazza alle prese con la sua camicia da notte.
Edward deglutì ancora prima di assumere un’espressione decisa. Non le avrebbe dato la soddisfazione di vederlo imbarazzato.
Con grande sorpresa di Winry, si mise a sedere e l’aiutò a slacciarsi l’indumento.
Ogni traccia di razionalità svanita. Ed lasciò cadere per terra il vestito di lei, ora rimasta solo con gli indumenti intimi, e la baciò con foga, gioendo nel percepire il suo stesso ardore in Winry che ricambiava il bacio con altrettanta foga, quasi voracemente.
Ormai la fiamma della passione aveva avvolto entrambi, soffocando ogni minima goccia di ragione per lasciare spazio solo ad un ardente, bruciante desiderio.
Senza lasciare le labbra di Edward come se la sua intera vita dipendesse dalla durata del loro bacio, Winry portò le mani dietro la schiena, slacciandosi velocemente il reggiseno prima di lanciarlo via dall’altra parte della stanza.
A quel punto Ed esitò. Il contatto della pelle di lei contro il suo petto nudo lo fece rabbrividire, infilando una sottile linea di imbarazzo, quasi paura, in lui e facendolo esitare per un attimo.
La ragazza sorrise dolcemente, stringendosi a lui. L’alchimista esitò ancora, mordendosi un labbro mentre osservava il corpo quasi completamente nudo della sua amica d’infanzia.
Com’era bella. Perché non si era mai accorto di quanto fosse affascinante? Non si era mai soffermato ad osservarla più del dovuto, non rendendosi conto del suo fascino, e forse era questo che lo faceva esitare adesso. Era probabilmente troppo per lui.
Winry lavò via ogni traccia di imbarazzo posando teneramente le labbra sulle sue. Ed si lasciò sfuggire un sorriso mentre cingeva la sua vita con un braccio e la baciava dolcemente.
Lei lo spinse lentamente all’indietro, facendolo stendere sul letto. Fece scorrere una mano dal petto di lui, scendendo fino ad arrivare ai fianchi, finché non afferrò il bordo del suo indumento intimo iniziando ad abb-
“Ehm ehm.”
L’improvvisa interruzione fece sfuggire un grido ad entrambi, facendo raddrizzare di scatto un imbarazzatissimo Edward mentre Winry afferrava le lenzuola da terra per coprire il petto nudo.
Alphonse, sulla porta, si portò una mano alla fronte. “Nii-san, sei un maniaco!” esordì, afferrando la prima cosa che gli capitò tra le mani … Un libro di meccanica all’apparenza piuttosto pesante e grosso.
“Wooh, ehi, ehi, ehi! Prima di tutto perché sei entrato senza bussare?!” replicò frettolosamente Edward, rosso peperone, adocchiando poi il libro in mano al fratello. Lanciò un altro grido, “Metti immediatamente giù quel coso, idiota!”
“No che non lo metto giù! Manda immediatamente Winry nella sua camera!” ribattè l’armatura. Nonostante non avesse espressività facciale, pareva parecchio minacciosa.
In tutto questo, Winry era rimasta, sconvolta, attaccata ad Edward quasi a cercare protezione. “Ehm..” iniziò, guadagnandosi le occhiate di entrambi, “Io.. Ehm.. Sì, credo.. Credo tornerò nella mia camera.” Concluse, diventando di un rosso vivo ed acceso mentre raccoglieva la camicia da notte e scappava via, trascinandosi dietro il lenzuolo di Ed.
Alphonse scoccò uno sguardo ad Edward, il quale sospirò. “Senti Al, non puoi farmene una colpa adesso, ok?”
“Non ti sto facendo nessuna colpa. Solo … Siate più intelligenti, diamine!” ribattè lui trattenendo una risatina.
Il fratello maggiore si bloccò. “Più intelligenti..? Che vorresti dire, scusa?!” ringhiò, alzandosi finalmente le mutande (che erano poco sotto l’inguine) con un gesto stizzito.
“Intendo dire che avreste potuto scegliere un momento più opportuno.” replicò Al con l’aria di chi la sa lunga, annuendo.
Edward sospirò scocciato, portandosi una mano alla fronte in un gesto esasperato e stanco. “Ho capito, ho capito. Adesso vado a riprendermi le lenzuola e torno.”
Si alzò e uscì velocemente, evitando ogni possibile risposta da parte del fratello, ed entrò altrettanto velocemente nella camera di Winry. La ragazza era in piedi, fissando fuori dalla finestra.
Ed tossicchiò imbarazzato, facendola voltare verso di lui. “Ehm … Le lenzuola…”
Lei sospirò, abbracciandolo. “Perdonami, Edo.”
“E di che?” sorrise lui. La strinse a sé, “Sappi che ti amo.”
… Cosa? Cosa aveva appena detto?
“Anche io, e tanto.” Replicò lei.
“Questo è l’importante!” esclamò Ed con un altro sorriso, schioccandole un bacio prima di afferrare le lenzuola e precipitarsi nella sua camera per evitare le ire di Al.
Winry lo guardò andarsene, una mano sulle labbra, un mezzo sorriso stampato in faccia.

   
 
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