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Autore: Ikigai01    05/04/2010    0 recensioni
Il cuore di Hermione sobbalzò facendo annullare tutto quello che li  circondava. Sentiva il dolce profumo di Draco sulla pelle e le sue dita che le avvolgevano la nuca accarezzandole i capelli.
Tutta la tristezza dovuta al litigio con Ron sparì all’improvviso  lasciando posto a così tanta felicità che era sicura non sarebbe riuscita a contenere.
Sentì le labbra di Draco stendersi in un sorriso «Grazie, Hermione…»  sussurrò.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il prologo non è altro che una parte del capitolo 'Il ballo del Ceppo' a pag 345 di Harry Potter e il calice di fuoco.

La mia fanfiction comincia dal prossimo capitolo, ho postato questa parte di Harry Potter e il Calice di Fuoco perchè è stato esattamente qui che mi è venuta l'idea di scrivere questa storia.

Hermione si avvicinò e si sedette sulla sedia lasciata vuota da Calì. Era un po’ rossa in faccia.

«Ciao» disse Harry. Ron rimase zitto.

«Fa caldo, vero?» disse Hermione, sventolandosi con la mano. «Viktor è andato a prendere da bere».

Ron le scoccò un’occhiata fulminante.

«Viktor?» esclamò. «Non ti ha ancora chiesto di chiamarlo Vicky?»

Hermione lo guardò sorpresa.

«Che cos’hai?» chiese.

«Se non lo sai tu» rispose Ron sprezzante, «non ho intenzione di spiegartelo».

Hermione lo fissò, poi guardò Harry, che si strinse nelle spalle. «Ron, che cosa… ? »

«E’ di Durmstrang!» esplose Ron. «Gareggia contro Harry! Contro Hogwarts! Tu… tu stai… » Ron evidentemente stava cercando parole abbastanza forti per definire il crimine di Hermione, «fraternizzando con il nemico, ecco che cosa stai facendo!»

Hermione rimase a bocca aperta.

« Non fare lo stupido!» disse dopo un attimo. «Il nemico! Ma insomma… chi era quello scalmanato quando li ha visti arrivare? Chi era quello che voleva il suo autografo? Chi tiene un suo modellino nel suo dormitorio?»

Ron fece finta di non sentire. «Immagino che ti abbia chiesto di accompagnarlo quando eravate tutti e due in biblioteca.»

«Proprio così» disse Hermione, con le guance sempre più rosse. «E allora?»

«Che cosa è successo… hai cercato di convincerlo a unirsi a CREPA, vero?»

«No, non è vero! Se proprio lo vuoi sapere, lui… lui ha detto che veniva tutti i giorni in biblioteca per cercare di parlare con me, ma non trovava il coraggio!» disse precipitosamente Hermione, e arrossì tanto da diventare dello stesso colore del vestito di Calì.

«Sì, certo… questo è quello che dice lui» disse Ron maligno.

«E con ciò cosa vorresti dire?»

«E’ ovvio, no? Lui è uno studente di Karkaroff, no? Lui sa che frequenti… sta solo cercando di avvicinarsi a Harry… di ottenere informazioni riservate su di lui… o di avvicinarsi quel tanto che basta per stregarlo…»

Sembrava che Ron l’avesse schiaffeggiata. Quando parlò, la voce di Hermione tremava di rabbia. «Per tua informazione, non mi ha chiesto una singola cosa a proposito di Harry, non una…»

Ron cambiò strategia alla velocità della luce. «Allora spera che tu lo aiuti a scoprire che cosa vuol dire il suo uovo! Immagino che vi siate ben consultati in quei vostri incontri ravvicinati in biblioteca…»

«Non lo aiuterei mai a scoprire che cosa dice l’uovo!» esclamò Hermione, fuori di sé. «Mai! Come hai potuto dire una cosa del genere… io voglio che Harry vinca il Torneo! Harry lo sa, vero, Harry?»

«Hai uno strano modo di dimostrarlo» disse Ron sarcastico.

«Il Torneo ha lo scopo di mettere in contatto maghi stranieri e fare amicizia con loro! » disse Hermione con voce acuta.

«No, non è vero!» urlò Ron. «Lo scopo è vincere!»

Gli altri ragazzi cominciavano a guardarli.

«Ron» disse Harry piano, «non mi dà nessun fastidio che Hermione sia venuta al ballo con Krum…»

Ma Ron ignorò anche Harry.

«Perché non vai a cercare Vicky? Si starà chiedendo dove sei finita» disse.

«Non chiamarlo Vicky!» Hermione balzò in piedi e corse via sulla pista da ballo. Ben presto scomparve tra la folla. Ron la guardò allontanarsi con un misto di rabbia e soddisfazione.

   
 
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