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Autore: Selene Silver    06/04/2010    1 recensioni
“Combatti o muori”, è così che ha detto. E ha dannatamente ragione.
In questo mondo insensato. O combatti, o muori.
Genere: Triste, Fantasy, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fight or die
Combatti o muori.



La battaglia infuria.
Infilo lo spadone a due mani sotto l’ascella del mio avversario, tiro indietro con un impeto che non mi sarei mai aspettato, nell’uccidere una persona.
Il castello!
Il castello sta crollando, qui, alle mie spalle.
Sento la pietra sbriciolarsi come fosse fatta di burro. E ho paura.
Moriremo tutti. L’abilità di comando di Sebastian non basterà, da quando re
Cadorn è morto. I guerrieri non si fidano. Io mi fido perché lui è mio padre.
Mi volto.
L’ariete. Stanno sfondando le porte del castello. E, dall’alto, stanno demolendo tutto. Hanno ucciso gli arcieri.
Rimango inerme. La spada mi pende fra le mani, l’elsa di pelle viscida di sudore.
Ho la fronte impiastricciata di sangue, che sento scorrere. Non so quando, ma mi hanno colpito.
<< Alex!!! >>urla una voce, dietro di me. Sento il rantolo di un uomo che muore.
Un viso sudato e furioso mi si para davanti.
<< Idiota! >>urla Shantall. L’uomo-donna. Mia cugina, che si è arruolata nell’esercito.
<< Alex! Sei nel mezzo di una battaglia, imbecille! >>.
Si volta di scatto, sfilando la daga dalla cintura, senza un’esitazione conficca la lama sottile nel collo scoperto di un uomo che voleva tagliarle la testa.
Mi schiaffeggia con la mano rivestita di pelle di cinghiale.
<< Cugino >>dice. << Combatti o muori! >>
Mi spinge via con una spallata, para il colpo che stava arrivando.
E poi la perdo.
La folla la copre.
Si sente un urlo, nella bolgia.
<< Ritirata! >>. È Tyennan, il capo della mia divisione.
Le mie gambe obbediscono prima di me.
Mentre corro, mi do del codardo. Ma non mi volto. Forse lei ha sentito. Nel mio cuore, so di no.
<< Shantall!!! >>urlo, continuando a correre.
Non. Ce. La. Faccio.
I miei pensieri rallentano.
La cotta di maglia. La spada. L’elmo. Gli schinieri. I bracciali. Pesano, pesano troppo.
Inciampo, cado. Vedo una spada su di me. Alzo la mia, paro. Mozzo una testa, uccido. Sangue che schizza. Mi finisce sugli occhi.
Basta. Sono sfinito. Uccidetemi.
No! Non posso morire.
“Combatti o muori”, è così che ha detto. E ha dannatamente ragione.
In questo mondo insensato. O combatti, o muori.
E allora mi rialzo.
Riprendo a correre.
Combatti o muori.
Mollo la spada per terra. Che la usi chiunque. Io non ho una mia spada, quella me l’hanno data in dotazione all’accademia.
Corro.
So che fra poco crollerò.
Ma. Non. Posso. Arrendermi.
Combatti o muori.
Io non sono un soldato. Quella è Shantall. Io sono un ragazzino, figlio di un generale. Del generale.
Per questo sono qui. Sennò. A quest’ora, starei riportando nella stalla le pecore. E mi andrebbe più che bene. E invece, sono qui.
Posto sbagliato, momento sbagliato.
Combatti o muori.
Un nemico. Mi attacca. Conficco la daga. Nella pelle morbida del suo collo. Uno schizzo di sangue spaventoso. Un tempo. Ora non mi fa alcun effetto.
Combatti o muori.
E corro, sempre più lento, ma non smetto.
Ho sempre avuto una testa dura. Testa di legno, dice mio padre. Ma forse, non è poi così vero. Perché ora. Sto. Crollando.
Il sangue. Inzuppa la terra.
E la Dea dei Corvi. È sopra di me. E devo fare più in fretta. O mi ucciderà.
Combatti o muori.
Un uomo mi si para davanti.
Scappo. Con una caduta in avanti, con armatura e tutto. Ormai non ho più paura di niente, ma devo sfuggire alla morte.
Combatti o muori.
Butto via l’elmo. Va meglio. Peccato che non possa buttare via gli schinieri.
Sennò. Volerei come il vento.
Combatti o muori.
E finalmente arrivo. Sono fuori. Uccido un ultimo nemico. Sono nel campo aperto.
Continuo a correre. Pochi piedi. Solo pochi piedi.
Combatti o muori.
Penso. Che potrei lasciarmi cadere. Qui. Nessuno mi troverebbe. Né nemici né amici.
Mio padre si chiederebbe. “Dov’è finito Alex?”. E Shantall risponderebbe. “Non lo so, zio. Forse, è morto. Forse, non ha sentito il segnale”.
Combatti o muori.
Ma non lo faccio. Vedo le tende blu. Un filo di fumo. Sono tutti lì. Forse.
Chissà se qualcuno è morto. E penso al sangue. Che inzuppa la terra. Che deve essere di qualcuno che conosco. Ma.
Combatti o muori.
Ma alla fine c’è tanto da stupirsi?
La guerra è guerra. E la guerra è morte. E la morte è sangue. E il sangue è dolore. O forse, amore. Non lo so. Non so più niente. So solo che devo arrivare a quel gruppetto di tende. E chiedere una cosa.
Combatti o muori.
E arrivo. Mi accolgono. Sembrano felici. Ma non mi accorgo di niente.
Devo chiedere.
Combatti o muori.
Anche se non ho fiato.
Combatti o muori.
Devo. Chiedere. Una. Cosa.
<< Avete visto Shantall? >> mi sembra di aver appena detto.
Combatti o muori.
I loro sguardi si fanno cupi.
<< No >>. È questa la risposta.
Combatti o muori.
Mi aggiro per il campo. Sono stanco. A tratti non c’è più nulla. Solo nero.
Ma. Devo. Chiedere.
Combatti o muori.
Non c’è… Non c’è. Non c’è!
<< Shantall!!! >>
Combatti o muori.
Dove. Può. Essere.
Combatti o muori.
Mi trascino. Fino alla fine dell’accampamento. Sulle colline da dove deve arrivare.
Combatti o muori.
Mi resta solo. Da urlare. Il suo nome.
Combatti o muori.
<< Shantall!! >>
Non. Ce. La. Faccio.
Combatti o muori.
E mi sento stanco. E ho così sonno.
Ma lei non c’è.
Combatti o muori.
Perché. Si sta. Facendo. Così. Buio…?

Combatti, o muori...

Che cavolata... Lo scritta un sacco di tempo fa, quando ancora facevo spada medievale, e mi è venuta voglia di postarla. So che dovrei concentrarmi sulla mia storia lunga. Prometto che fra poco aggiornerò. Ma nel frattempo...
  
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