Oh mamma che emoSSione! E' più di un mese che aspetto di poter pubblicare questa storia!
Partecipante al contest "DON'T OPEN THIS COOKIE (disastrous day inside)" indetto da Kukiness sul forum di EFP e classificata all' Undicesimo posto.
E' la prima volta che scrivo su questo Fandom, nonostante ne abbia lette di tutti i colori!
Una piccola "avventura" post guerra in cui il fato la fa da padrone =P
Note dell'autrice
Rating:
Arancione
Genere: Romantico,
Commedia
Personaggi: Draco Lucius
Malfoy, Hermione Jane Granger
Avvertimenti: One-Shot
Postille Varie: La trama NON
tiene conto dell'epilogo del settimo libro.
Profezia scelta: Profezia 1,
Profezia 4, Profezia 5, Profezia 6, Profezia 9.
<<
Nove porzioni d'involtini primavera, cinque
risotti alla cantonese, un riso al curry e tre spaghetti alla piastra
poi… un
pollo alla piastra ehm… quattro porzioni di pollo al limone
e poi… mhm…
>> La carta per le ordinazioni sfuggì dalle
mani nervose di Hermione che,
frettolosamente, si abbassò per riprenderla.
Dietro
di lei, una signora con un bambino in braccio sbuffò
annoiata aspettando il suo turno per poter ordinare.
Il
ristorante cinese era gremito di gente quel giorno, e i
camerieri correvano con piatti fumanti in ogni direzione.
<<
Mi scusi signora! >> Urlò la giovane
cameriera, sorridendo dopo aver sbattuto contro la ragazza ancora china
a terra.
“Non
c’è
mai fine al peggio.” Pensò, accorgendosi
dell’unghia che si
era scheggiata mentre riprendeva in mano il menù.
La
mattina era iniziata male a causa di uno stupido processo
sugli articoli babbani contraffatti.
Padelle
che saltano sui fornelli e tostapane dotati di
volontà propria non erano veramente la cosa migliore con cui
cominciare una
giornata, e dire che i suoi cinque anni di studio in legge e la sua
laurea con
lode erano finiti al servizio dell’Ufficio
per l'Uso Improprio dei Manufatti babbani.
I
suoi grandi sogni di gloria sfumati a causa di un
tostapane.
“Ripeto:
al peggio non c’è mai fine!”
<<
Manzo alle verdure e due calamari alla piastra!
>> La voce allegra del suo collega la precedette
salvandola da altri
minuti d'inutili balbettamenti, si rialzò reggendo il
menù con una mano mentre
l’altra era alla ricerca del portafogli nella borsa in cui,
ormai, le era
sparito tutto il braccio.
<<
Blaise ricordami perché quei due idioti non sono
venuti con noi? >> Sbuffo scocciata continuando a cercare
imperterrita il
borsello trovando tutto quello che non le serviva.
<<
Hanno detto che avevano del lavoro urgente da
sbrigare e che non si potevano allontanare dall’ufficio.
Forse il capitano Ross
gli ha assegnato qualche missione. >> Blaise le tolse il
menù dalle mani
guardandola spensierato, mentre lei iniziava ad imprecare contro il suo
cellulare che continuava a capitarle fra le dita.
<<
Potete accomodarvi. La vostra ordinazione sarà
pronta a breve. >> La cameriera, con un sorriso,
gli indicò un divanetto
vicino alla cassa su cui i due si sedettero con uno sbuffo.
<<
Io odio questa borsa! E odio venire a prendere il
pranzo! E odio quei due stupidi Auror! >> Con le braccia
affondate nella
sua borsa di pelle Hermione trovò finalmente il suo
portafogli.
<<
Oh tesoro, ma tu ami quella borsa e ti è sempre
piaciuto venire a prendere il pranzo, perché così
puoi ordinare quello che non
piace ai due idioti e… no, ok! Forse odi quelle due teste di
mandragora! >>
Con il sorriso sulle labbra il moro la strinse a se affettuoso, mentre
lei
sprofondava fra i morbidi cuscini del divano.
<<
Fuoco alle armi! >> Il colpo esplose vicino al
viso del salvatore del mondo magico facendolo ritirare nelle retrovie.
<<
Capitano, McFarland è stato colpito al fianco! Lo
stiamo perdendo! >> La voce allarmata di Harry Potter
fece sfuggire
un’imprecazione al Capitano Ross accucciato dietro la trincea
intento a
ricaricare la sua arma.
<<
Dannazione Potter renditi utile e abbatti qualcuno!
Non ti ho scelto a caso fra i tuoi compagni! >>
<<
Signorsì signore! >> Con il fucile
imbracciato e l’elmetto calato sulla fronte Harry
uscì allo scoperto.
<<
Alla morte! >> Una raffica di colpi
s’abbatté
sull’accampamento nemico.
Macchie
rosse comparvero ben presto sul fronte avversario e
urla di dolore si levarono.
<<
Dannazione Potter! La mia giaccia nuova! >>
Nott s’inalberò puntando la sua arma contro Potter
colpendolo a sua volta con
la tintura verde.
<<
Signore mi hanno colpito! >> Harry si buttò a
terra evitando per un soffio un altro proiettile di vernice.
<<
Sei inutile come mia moglie quando sta male!
>> Il capitano Ross, con tutta la sua furia, tirò
un calcio a McFarland
agonizzante poco lontano da lui.
<<
Vi arrendete Capitano? >> Dalla fazione
Slytherin la voce di Malfoy arrivò vittoriosa.
<<
Mai nella vita Malfoy! I Gryffindor non periranno
mai sotto i colpi di voi serpi! >> Con il sigaro stretto
fra i denti e il
fucile imbracciato il capitano William Ross si levò in tutta
la sua altezza
sparando a raffica contro la scrivania ormai irrimediabilmente coperta
di
vernice rossa.
<<
COSA STA SUCCEDENDO QUI! >> Un urlo squarciò
l’aria mentre un invitante odorino impregnò
l’ufficio.
<<
Oh non di nuovo! Capitano sa quanto ci vuole a
pulire tutto? >> Dal suo metro e sessanta
l’avvenente Pansy Parkinson guardò
i sei uomini nascosti dietro le scrivanie rovesciate usate come
copertura.
Il
piedino batteva nervoso a terra e le mani ancorate sui
fianchi fecero capire ai sei intrepidi che forse avevano un tantino
esagerato.
L’ufficio
degli Auror della squadra del capitano William
Ross, comprendente Harry Potter, Draco Malfoy, Theodore Nott, Ethan
McFarland e
Jules Greenwood era completamente disastrato dalle vernici utilizzate
nell’ennesima War Paint tenuta in quella povera stanza.
Da
una parte tre Slytherin e dall’altra altrettanti
Gryffindor.
Sulla
porta la loro segretaria e, dietro di lei, i due
avvocati amici che guardavano sbigottiti la scena che gli si presentava
davanti.
<<
Oh ciao Herm! Finalmente c’hai portato il pranzo!
Non ci vedo più dalla fame! >> Harry si
avvicinò alla ragazza pulendosi
al meglio la maglia sporca di verde.
<<
Già! Dannazione mezzosangue c’avete messo
un’eternità! Blaise scommetto che vi siete fermati
a rimirarvi nelle vetrine!
Avvocati incompetent… >> Il gentile monologo
del biondo Malfoy venne
interrotto da un untuoso involtino primavera finitogli direttamente in
faccia.
Pansy,
nello stesso momento, si ritrovò sbattuta
nell’ufficio mentre la porta alle sue spalle si chiuse
bruscamente e i tacchi
dell’ex grifona risuonavano pesanti sul parquet del corridoio.
<<
Il nostro pranzo sta scappando! Qualcuno lo fermi!
>>
<<
Eddai Herm non puoi avercela con noi! >> Il
bambino sopravvissuto congiunse le mani e sbatté gli occhi
verso la sua amica
cercando di impietosirla.
<<
Spero tu stia scherzando! Hai idea di quello che ho
dovuto passare stamani in tribunale mentre voi stavate qua a fare i
dementi? E
lei capitano Ross! Mi meraviglio ogni volta della sua propensione alla
nullafacenza! >> La riccia si alzò in piedi
sbattendo le mani sul tavolo
facendo indietreggiare i “prodi” difensori della
legge.
Con
lunghe falcate si avvicinò al tavolo dove avevano
poggiato i sacchetti del cinese per buttare le sue scatole.
<<
Ehi Granger muovi il culo e porta qua il dolce!
>> Malfoy comodamente seduto sulla sua sedia girevole
stava ciondolando
da una parte all’altra in attesa del dolce per completare il
suo regal pasto.
<<
Subito. >> sibilò la ragazza prendendo in
mano il sacchettino con il dolce e con i biscotti della fortuna.
Arrivata
al tavolo iniziò a distribuirli lanciando un
biscotto ad ogni persona ancora capace di rimanere sveglia dopo il
pranzo e
posando il resto al centro del tavolo.
Storcendo
il naso per l’odore troppo dolce della frutta
caramellata, ognuno aprì il suo dolcetto rivelando la
sottile linguetta di
carta contenente la profezia del giorno.
“Oggi
sarà una giornata disastrosa. Fai buon viso a cattivo gioco
e cerca di
resistere!”
Parole
più vere Hermione non le aveva trovate scritte nemmeno nei
suoi amati libri.
Sbuffando
si alzò nuovamente in piedi camminando fino alla finestra
per godersi il
panorama.
Appoggiato
al davanzale un blocco per gli appunti catturò la sua
attenzione. Lo prese in
mano ed iniziò a sfogliarlo annoiata. Partite a battaglia
navale e a tris si
susseguivano ad appunti su alcune missioni e disegni idioti.
“Lavoro
molto impegnativo quello dell’Auror.” Questi i
pensieri della
ragazza che sbuffando continuava a sfogliare le pagine fino a
ritrovarsi
davanti un assurdo disegno che la ritraeva in una posizione a dir poco
pornografica. In basso a destra un simpatico serpentello si arrotolava
ad una
D.
Con le
mani che le tremavano e le guance che si scaldavano di rabbia
affondò le dita
nella carta fin quasi a stracciarla.
Davanti
a lei la testa bionda di Draco Malfoy si abbassò per poter
leggere il suo
oracolo giornaliero.
“Attento
alla testa.” Guardò annoiato il foglietto “Stupidaggini.”
Lo gettò senza forza sul resto delle carte del
pranzo.
<<
Ehi capo che ti è uscito? >> Chiese Harry
stiracchiandosi mentre si
girava verso il capitano.
<<
Tsè mi dice di trovarmi un nuovo hobby! >>
Come gli altri accartocciò la
cartina e la lanciò in faccia a Ethan che sonnecchiava con la
testa appoggiata
su una mano.
Blaise
osservava tranquillo la scena mangiando un pezzetto del suo biscotto e
gongolando per l’ottimo auspicio che questo gli aveva portato.
“Oggi
sarà una piacevole giornata!”
Fino a
quel momento non poteva certo lamentarsi, ma la quadernata che il suo
biondo
amico si beccò sulla testa da una furiosa Hermione Granger
non poté che
confermare ulteriormente la sua “piacevole
giornata”.
<<
Malfoy ricordami perché sono qui. >> Il
firewhisky è il miglior amico di
una donna in certi momenti.
<<
Perché due anni e nove mesi fa Theodore non aveva altro di
meglio da fare che
mettere incinta sua moglie. >>
Circondati
da un esercito di pannolini ambulanti Hermione e Draco stavano
comodamente
seduti sul divano di casa Nott.
Il
ghiaccio tintinnava sul cristallo del bicchiere ogni volta che in preda
allo
sconforto Draco versava un nuovo drink.
Dimentica
dall’arrabbiatura dell’ora di pranzo Hermione si
fece versare dell’altro firewhisky.
<<
Ad un’agonia lenta e dolorosa. >> Levarono i
bicchieri brindando alla
loro sventura comune che comprendeva pianti isterici della piccola
Molly
“Mollica” Weasley figlia di Ginny e di
“non si è ancora capito chi”, gorgoglii
sconnessi di James Potter e Scottie Greenwood e per finire in bellezza
la
risata spacca timpani della festeggiata Joline Nott.
<<
Dadoooooo! >> La piccola peste si lanciò a
peso morto fra i due ragazzi
facendo rovesciare il whisky sulla camicia di Hermione.
“Perché
questa giornata non è ancora finita?”
<<
Moneeeeee! >> Nott Jr, dopo aver fatto versare anche il
bicchiere di
Draco, concentrò tutta la sua attenzione sul fermaglio a
forma di farfalla con
cui Hermione si era acconciata i capelli.
<<
Faffalla! Faffalla! >> In tutto il suo metro scarso
Joline saltellava in
grembo alla ragazza che estenuata si sciolse i capelli dando il
fermaglio alla
bambina che tutta allegra tornò a giocare con gli altri
bimbi orgogliosa del
suo bottino.
<<
Perché sono ancora qui? Perché non sono rimasta a
casa? Perché la gente fa
figli? Preferire fare qualsiasi altra cosa in questo momento. Anche
uscire con
te sarebbe più divertente! >> Con uno sbuffo
la riccia buttò indietro la
testa colpendo il muro dietro di se.
“Che
maledetta giornata! Biscotto della
fortuna un cavolo! Non si può andare avanti
così!”
<<
Granger da quando ti sei lasciata per la quinta volta con Lenticchia
sei
diventata più acida del solito. >> Con il
sopracciglio sollevato il
biondo guardò scettico la ragazza accanto a se che con una
mano si massaggiava
la testa.
<<
Bravo Malfoy ricordami anche quell’idiota così
questa giornata sarà perfetta!
Ma non potresti essere come Blaise che sa quando è il
momento di starsene
zitto? >> Con le lacrime agli occhi per il dolore
Hermione gli pestò un piede
col tacco della scarpa.
<<
Ahi maledetta! Se ti piace tanto Blaise perché non esci con
lui? >> Disse
toccandosi il piede offeso.
<<
Draco… Blaise è più donna di me!
>> Sospirò finendo in un sorso quello che
rimaneva del suo drink.
<<
Beh ci vuole poco ad essere più donna di te!
>> Non appena ebbe finito
l’ultima parola, Draco si pentì amaramente di aver
aperto bocca.
Gli
occhi dorati di Hermione si accesero d’indignazione e di
furia omicida che
venne riversata sulla guancia dell’ex Slytherin sotto forma
di cinque dita.
Pestando
i piedi a terra la ragazza si alzò raccogliendo la borsa ai
piedi del divano.
Con
pochi passi raggiunse la mamma della festeggiata che salutò
con due baci sulle
guance e, con la
scusa “Domani mi devo alzare presto, ho una montagna di
lavoro da portare a
termine”, lasciò la festa della piccola Joline.
Sul
divano un attonito Draco Malfoy osservò la scena tenendosi
la mano premuta
sulla guancia che lentamente si stava arrossando, mentre un allegro
Blaise
rideva delle disavventure dei suoi due amici.
Non
poteva credere che quello zotico, ormai non più tanto
raffinato, ex Slytherin
si fosse permesso di dire una cosa del genere.
<< Stupido.
Idiota. Furetto! >>
Masticando le parole che le nascevano rabbiose nella mente, Hermione
sbatté con
forza lo sportello del frigo da dove aveva appena preso una burrobirra
fresca.
Nemmeno
quando aveva trovato Ron che si sbaciucchiava con una bionda slavata
sotto casa
sua si era arrabbiata tanto.
Da
quando la guerra si era conclusa “sua maestà
riccioli d’oro” si era rivelato un
arrogante ragazzino desideroso di riprendere in mano la sua vita fino a
quel
momento manipolata dalle scelte della sua famiglia, ma mai, mai,
si sarebbe aspettata questa sua resa incondizionata alla demenza
adolescenziale
che sembra averlo colto solo adesso.
Quella
del capitano Ross era una delle più giovani, ma al contempo
una delle più
brillanti, squadre che il ministero avesse mai avuto negli ultimi anni.
Ogni
elemento era stato forgiato dalla dura battaglia che si era svolta fra
le mura
di Hogwarts. Chi prima o dopo aveva combattuto dalla parte dei non
maghi.
Il
desiderio di Vita che si era creato nei giovani Slytherin era bastato a
far si
che riuscissero a ribellarsi a quella che era stata per loro la
dottrina di
sempre.
Ed ora
quello stupido Bian-furetto si divertiva a fare disegni osé
sulla sua povera
persona e a sfotterla come mai prima.
Non
poteva fare come il buon Blaise che gentile come sempre al massimo le
rivolgeva
degli innocui scherzetti d’ufficio?
Togliendosi
le scarpe si lasciò cadere sul divano
mancando di poco il suo povero micio che beato sonnecchiava sul suo
cuscino
preferito.
<<
Ti pare normale una cosa del genere
Palla di Pelo? >> Il gatto alzò la testa
guardandola con i suoi occhi
tondi e sbadigliandole in faccia.
<<
Tutti uguali voi maschi! >>
Il silenzio
avvolse il piccolo appartamento in
cui si era trasferita dopo aver lasciato definitivamente il rosso
Weasley.
Dopo anni di
tira e molla si era decisa a
concludere la relazione disastrosa che l’aveva coinvolta per
tutta la sua
adolescenza.
<<
Stupidi maschi. Stupidi giocatori di
Quidditch. Stupido Malfoy! >> In un impeto di rabbia
sbatté la bottiglia
ormai vuota sul basso tavolino ricoperto di carte e riviste.
Il suono del
campanello la fece voltare di
scatto verso la porta.
<<
Palla di Pelo vai tu ad aprire?
>> Guardò il gatto, che con nonchalance si
rimise a ronfare facendo le
fusa.
<<
La prossima volta mi prendo un
pitone! Gatto ingrato. >> Sbuffando arrivò
alla porta che aprì di scatto
levando la bacchetta davanti a sé.
<<
Ehi, vengo in pace! >>
Sull’uscio
Draco alzò le mani in segno di
resa.
<<
Malfoy che accidenti ci fai qui? Vuoi
prenderne ancora? >> Hermione abbassò la
bacchetta scostandosi per far
passare il ragazzo.
<<
Non ci tengo grazie. >> Con
passo sicuro il biondo attraversò l’entrata
andandosi a sedere sul divano come
fosse casa sua.
<<
Allora a cosa devo la tua sgradevole
visita? >> Chiusa la porta la riccia tornò nel
salottino.
Prese Palla
di Pelo in braccio e si sedette
accanto al biondo come prima alla festa.
<<
Blaise mi ha fatto notare che forse,
in qualche modo a me non compreso, potrei, ma non è detto,
averti arrecato
offesa. >>
<<
E tu riesci a dire così tante puttanate
guardando qualcuno negli occhi? >> Il micio le
sfuggì di mano andandosi a
rifugiare sulle gambe di Draco.
<<
Ti ho già detto che sei acida?
>> Disse sganciandosi il giacchetto e tirano fuori un
sacchetto che
appoggiò sul tavolo.
<<
Ti ho già detto che sei uno stronzo? >>
Incrociò le braccia al petto solo per non far partire un
altro schiaffo sulla
guancia del biondo, che ancora portava il segno delle sue dita.
<<
Ho portato un’offerta di pace.
>> Tolta la giacca, riprese il sacchetto porgendolo ad
una scettica
Hermione.
Titubante lo
prese per poi aprirlo lentamente.
Un dolce odore di zucchero le fece venire l’acquolina in
bocca.
<<
Frutta caramellata. >> Le
guance le si colorarono di un tenue rossore.
<<
Quando andate tu e Blaise a prendere
il pranzo finisce sempre che in un modo o nell’altro ci sia
questo per dolce,
nonostante piaccia solo a te. >>
Colta in
flagrante sul suo dolce preferito.
<<
N-non è vero che piace solo a me!
>> Cercò di difendersi.
<<
Avvocato Granger lei non dovrebbe
dire la verità, nient’altro che la
verità, soltanto la verità? >>
Chiese
Draco quasi sorridendo.
<<
Mi avvalgo della facoltà di non
rispondere! >> Le labbra le si piegarono in un sorriso
che non riuscì a
nascondere.
Era questo
quello che odiava di più in lui.
Potevano passare giorni interi a litigare e discutere, ma bastava un
niente che
il biondo riusciva a farsi perdonare con quella sua faccia
diabolicamente
innocente.
<<
Vado a prendere qualcosa da bere.
>> Con uno sbuffò si alzò andando
in cucina.
Attaccata al
frigo, una foto che la ritraeva
insieme a tutti i ragazzi della squadra il giorno della sua laurea
attirò la
sua attenzione.
Erano passati
solo due anni da quel momento e
all’epoca lei e il biondo quasi non si potevano parlare senza
saltarsi alla
gola, mentre adesso passano la sera sul suo divano a mangiare dolcetti
e
parlare come vecchi amici.
“Beh
in fondo ci conosciamo da quasi quindici anni.”
<<
Ehi Granger che fine hai fatto?
>> Persa nei suoi pensieri Hermione si era quasi
dimenticata di Draco che
l’aspettava in sala.
Sulla soglia
della cucina Malfoy la guardava
curioso con il gatto rosso fra le braccia.
<<
Mi sono incantata un attimo. Stavo
pensando. >> Tolse la calamita a forma di boccino dal
frigo prendendo la
foto.
<<
Quando mai non pensi tu? I tuoi
neuroni ti chiederanno i danni prima o poi. >> Con pochi
passi la
raggiunse puntando lo sguardo sulla foto magica.
Un annoiato
sé gli risolve un sorrisetto
sprezzante mentre toccava il sedere alla laureata che, indignata, fece
partire
uno schiaffo gemello di quello che si era beccato durante la serata a
casa
Nott.
<<
Non perdi mai il vizio tu. >>
Il biondo si toccò la guancia arrossata con le cinque dita
impresse sopra.
<<
Sei tu che te le vai a cercare Dray.
>> Sorridendo Hermione rimise la foto al suo posto
aprendo lo sportello.
<<
Non ti ci mettere anche tu a
chiamarmi così! Già che devo sopportare quella
checca isterica di Blay.
>> Si mise il gatto su una spalla che, anche fin troppo
calmo, lo lasciò
fare.
Prese una
bottiglia fresca portandosela alla
guancia dolente.
<<
Di la verità. Ti alleni la notte per
prendermi a schiaffi? Ogni volta è sempre peggio.
>> Un sommesso “ahi”
gli uscì dalle labbra quando il
vetro freddo toccò nuovamente la pelle arrossata.
<<
Quanto la fai lunga per uno
schiaffetto. Leva quella bottiglia dai. >> Gli
spostò la mano
sostituendola con la sua.
Con del
ghiaccio coperto da un panno, passò
leggera sulla gota leggermente gonfia.
<<
Mh. Ok forse questa volta ci sono
andata pesante, ma anche tu hai esagerato. Sono così poco
femminile? >>
Chiese Hermione con occhi tristi.
In fondo se
Ron aveva preferito quella
biondona un motivo ci sarà stato.
Eppure non le
sembrava di essere tanto male e
si curava di se nel modo giusto.
Allora
perché nessun uomo le rivolgeva le
giuste attenzioni?
Al contrario
i pensieri di Draco erano
fortemente influenzati dalla ragazza che in quel momento le parve
così insicura
rispetto al solito.
Da che la
conosceva mai avrebbe pensato di
vedere uno sguardo così mesto impadronirsi dei suoi occhi.
<<
Mezzosangue ora uno non può più
nemmeno scherzare? Voi donne siete la rovina del mondo! Sempre a
preoccuparvi
di questo o di quello. Non dirmi che stai pensando che è
perché non sei
abbastanza donna che quella carota ti ha mollato. >> Ad
ogni frase si
avvicinò sempre di più da Hermione che stupita
arretrò fino a toccare il frigo
con la schiena.
<<
Sono diventata così prevedibile?
>>
<<
Semplicemente ti si legge benissimo
in faccia ciò che pensi stasera. >> Draco fece
scendere Palla di Pelo a
terra. Hermione seguì il suo gatto tornare in sala. Con la
mano libera Draco le
fece alzare la testa fino a ritrovarsi occhi negli occhi.
<<
Non posso credere a quello che sto
per dire e mai ho nemmeno lontanamente pensato di dire una cosa del
genere ma…
Hermione tu sei una donna fantastica. Hai un carattere
forte… e anche un po’
del cazzo concedimelo. Hai un corpo da stupro quando ti metti queste
maledette
gonne con lo spacco che fanno vedere di tutto e di più, per
non parlare delle
camicie. Hai due tette assurde che non ti sprechi a nascondere
perché sai
benissimo quanto vali. >>
Ad ogni
parola, ad ogni complimento mascherato
da insulto, ad ogni pausa, ad ogni sorriso malizioso, i loro corpi si
avvicinarono fino a toccarsi e a ritrovarsi uniti.
Le guance di
Hermione si colorarono ben presto
di un rosso acceso facendo ghignare sempre più il biondo
Malfoy.
<<
Non sono certa di quello che ho
appena sentito. Forse ho bevuto troppo io e mi sono inventata tutto o
forse hai
bevuto troppo tu e hai iniziato a straparlare. >> Occhi
negli occhi la
ragazza ancora stentava a credere a quello che aveva appena sentito e
il corpo
di Draco contro al suo non l’aiutava molto a ragionare.
Non aveva mai
negato a se stessa che il biondo
fosse un bel ragazzo, con il suo corpo asciutto e leggermente muscoloso
e i
suoi occhi chiari color del cielo invernale.
In
realtà i suoi occhi le erano sempre
piaciuti. Sempre così arroganti e sempre sicuri di quello
che volevano far
vedere.
<<
Non mi sembra che un paio di
bicchieri di firewhisky abbiano mai fatto male a nessuno.
>> Coprì la
mano della ragazza con la sua sulla sua guancia. Il panno ormai era
finito ai
loro piedi lasciando la piccola mano di Hermione ad accarezzare il viso
di
Draco.
<<
Due bicchieri no… Ma un’intera
bottiglia potrebbe farti dire o fare cose che non vorresti e di cui ti
potresti
pentire. >> Scivolò dalla presa del biondo
tornando a sedersi sul divano
in salotto.
Prese un
pezzo di dolce dal sacchetto davanti
a lei, lo guardò con occhi persi mentre se lo portava alle
labbra e lo addentava.
Il sapore
dolce dello zucchero caramellato le
fece venire alla mente tutte le volte che durante la pausa pranzo si
ritrovava
a scherzare con i suoi amici nell’ufficio della squadra.
<<
Non ti ho ancora perdonato del tutto
quello stupido disegno. >> Si lamentò mentre
Draco si sedeva accanto a
lei.
<<
E’ un’opera d’arte quel disegno. Non
sminuirlo così. >> Con due dita prese un pezzo
di mela caramellata e con uno
sbuffo se lo mise in bocca storcendo le labbra.
<<
Questa cosa è più dolce di Blaise a
San Valentino! Come accidenti fai a mangiarla? >> Si
leccò le dita
guardando storto la ragazza che, un pezzo dietro l’altro, si
finiva tutti i
dolcetti.
<<
E’ questione di gusti Malfoy. A me
piace dolce e te amaro. A me piacciono gli uomini e a Blaise pure. A te
piacciono le donne e a me no. Semplice. >> Con un
sorrisetto bevve un
sorso di burrobirra.
<<
Se a te piacciono gli uomini così
tanto come dici… perché prima sei scappata?
>> Dopo un ultimo sorso Draco
posò la bottiglia sul tavolo prendendo un biscotto della
fortuna che la
cameriera gli aveva regalato.
<<
Non sono scappata. E non puoi aprire
due biscotti nello stesso giorno. >> Disse prendendo
comunque il suo.
Lo ruppe
facendo uscire la cartina, ma
piegandola in modo da non leggerla.
<<
E’ già passata la mezzanotte. Ormai è
un altro giorno. >> Con un colpo seccò
spezzò il biscotto leggendo la sua
profezia.
“Non
ti
alzare.” Ogni volta non più di tre parole che
finivano sempre col rivelarsi
veritiere.
“Ok,
proviamo a darti retta biscotto.”
Nello stesso
momento anche Hermione lesse il
suo oracolo.
“La
prima persona che vedrai sarà legata a te per la
vita.”
“Caro
biscotto mi sa che stavolta hai proprio
sbagliato, sai?”
Con un
sospiro appallottolò il pezzetto di carta lanciandolo verso
Palla di Pelo che spensierato
passeggiava per il salottino.
“Questi
stupidi foglietti non possono aver
sempre ragione.” Si
passò una mano fra i capelli togliendosi
alcuni ricci che le erano finiti davanti al viso.
“E
se… ma no… è solo uno stupido biscotto
della fortuna!” Sbuffando
guardò Draco ancora seduto accanto a
lei che la fissava.
<<
Granger smetti di pensare o ti si fonderà il cervello.
>>
<<
Tu sei un maestro in questo. >> Sorrise vedendo
l’espressione stupita del
biondo.
<<
Sei una brutta str… >> Iniziò a
dire, ma la risata di Hermione lo fece
zittire.
<<
Nemmeno cinque minuti fa volevi saltarmi addosso e ora sono una brutta
stronza?
Fai pace col tuo cervello Dray! >> Dopo tanto tempo
finalmente una risata
che le veniva spontanea. Da quanto non rideva? Da quanto non si sentiva
così
bene? Da quanto non baciava un ragazzo come ora stava baciando Draco?
Da quanto
non veniva baciata come ora stava facendo lui?
Nessuno
dei due si rese conto di come, di quando o perché. Nessuno
dei due si tirò
indietro quando le loro labbra si separarono, quando i loro respiri
ansanti
ancora giocavano fra di loro.
<<
Direi che ho fatto bene a non alzarmi. >> Un sorriso
piegò le labbra di
Draco.
<<
Perché i bigliettini criptici capitano sempre a me?
>> Con un delizioso
broncio Hermione si avvicinò di nuovo al biondo.
Le
braccia di Draco l’abbracciarono mentre se la portava addosso
e le mani della
ragazza andarono ad accarezzargli i capelli.
<<
Cosa ti ha detto il magico biscotto? >>
<<
Voglio scoprirlo. Ti va di farlo con me? >> Sussurrò
sulla sua bocca mentre i loro
sorrisi si unirono di nuovo.
The end