Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel
Segui la storia  |      
Autore: Caterina_Kaulitz    07/04/2010    7 recensioni
Lo amavo tantissimo ma da quando lo abbiamo fatto niente e nessuno mi avrebbe mai separato da lui...ricordo ancora quello che accadde in quel giorno del freddo dicembre di quattro anni fa, un giorno apparentemente grigio e triste ma che tramutò in una favola stupenda e indimenticabile: i suoi capelli soffici profumati di lacca, i suoi baci così dolci, le sue carezze delicate proseguire fino al mio fondoschiena, sentire la sua erezione desiderosa di me strusciarmi contro per poi penetrarmi piano piano, i suoi gemiti controllati, le sue mani che mi stringevano, le sue bellissime labbra che tremavano leggermente, i suoi occhi che mi fissavano pregandomi di non fermarmi, le goccioline di sudore che rigavano il suo petto morbido e liscio, il suo ti amo detto con così tanta passione e io che sentendo all'improvviso dentro di me il suo liquido caldo e denso pregavo Dio perché mi facesse rimanere incinta...E’ cosi fu…Il mio sogno si coronò…ma non avrei mai pensato che sarebbe potuto accadere…Se seguirete la mia storia capirete quanti alti e bassi ho dovuto affrontare…
Genere: Romantico, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Questi personaggi non mi appartengono.

 Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di queste persone, nè offenderle in alcun modo.

Accetto volentieri anche recensioni negative.

 

- AMORE PERVERSO -

 

Lo amavo tantissimo ma da quando lo abbiamo fatto niente e nessuno mi avrebbe mai separato da lui...ricordo ancora quello che accadde in quel giorno del freddo dicembre di quattro anni fa, un giorno apparentemente grigio e triste ma che tramutò in una favola stupenda e indimenticabile: i suoi capelli soffici profumati di lacca, i suoi baci così dolci, le sue carezze delicate proseguire fino al mio fondoschiena, sentire la sua erezione desiderosa di me strusciarmi contro per poi penetrarmi piano piano, i suoi gemiti controllati, le sue mani che mi stringevano, le sue bellissime labbra che tremavano leggermente, i suoi occhi che mi fissavano pregandomi di non fermarmi, le goccioline di sudore che rigavano il suo petto morbido e liscio, il suo ti amo detto con così tanta passione e io che sentendo all'improvviso dentro di me il suo liquido caldo e denso pregavo Dio perché mi facesse rimanere incinta...E’ cosi fu…Il mio sogno si coronò…ma non avrei mai pensato che sarebbe potuto accadere…Se seguirete la mia storia capirete quanti alti e bassi ho dovuto affrontare…Ora ve la racconto:

 

 

Mi chiamo Caterina e ho 22 anni, al tempo ne avevo 18. Tutto cominciò una fredda mattina di metà settembre: era incredibile come potesse fare cosi freddo anche se eravamo appena entrati nell’autunno. Come sempre mi svegliai presto per andare a scuola, mi diressi verso il bagno e mi feci una doccia calda, poi mi infilai un paio di jeans e un maglioncino nero e mi diressi verso la cucina per far colazione. Stranamente trovai mia madre già sveglia seduta al tavolo con di fronte una tazza di latte ancora fumante. Di solito a quell’ora lei dormiva ancora. Appena mi vide mi pregò di sedermi vicino. Mi guardò negli occhi e mi disse esplicitamente che lei e mio padre avevano intenzioni di separarsi e che durante i suoi lunghi viaggi di lavoro a Berlino si era innamorata di un uomo tedesco ed aveva intenzione di trasferirsi là una volta divorziata. Una lacrima rigò il mio viso, non dissi niente, mi alzai e corsi in camera. Non avevo intenzione di andare a scuola e per fortuna non fui obbligata ad andarci. Verso mezzogiorno mia madre bussò alla porta della mia stanza, le aprii ancora sconvolta per la notizia che mi aveva dato. Si sedette accanto al mio letto e mi spiegò che mi avrebbe portato con sé in Germania e che il suo futuro compagno aveva avuto due gemelli da una precedente relazione, tutt’ora ventenni: i miei futuri fratellastri. La cosa non mi piacque affatto ma cercai di abituarmi all’idea.

 

Passarono due mesi e ormai era tempo di trasferirsi. Mi alzai prestissimo. Avevamo l’aereo alle 7. Feci colazione e poi raggiunsi mia madre che mi aspettava già in auto pronta per dirigersi verso l’aeroporto. Una volta in aereo, non parlai per quasi metà del viaggio finché mia mamma ruppe il ghiaccio dicendomi: “Caty guarda ti faccio vedere una foto del mio nuovo compagno, si chiama Edelmar Kaulitz”. “Che nome buffo” pensai. Presi in mano la piccola foto. Era molto più giovane di mia madre, più o meno sulla trentina. Un bell’uomo tutto sommato, il tipico tedesco: Capelli biondi, occhi azzurri e carnagione chiara con dei bellissimi lineamenti delicati. Mi voltai verso mia madre: “Non posso biasimarti, hai scelto bene!”. Lei rise. “Anche se non lo considererò mai mio padre. Comunque…hai una foto anche dei miei futuri fratelli?” continuai. Mi rispose di no ma che presto li avrei conosciuti. Non so perché ma tutto ad un tratto mi venne una voglia matta di conoscerli. Dopotutto avevo sempre desiderato avere almeno un fratello maggiore. Certo, non in questo modo. Arrivammo a Berlino per mezzogiorno, io ero esausta dal viaggio. Si era dilungato di parecchio. Il tempo era brutto, già me lo immaginavo: freddo gelido e nuvoloso, sul punto di piovere, del resto era novembre inoltrato. Mi pentii subito di aver indossato la minigonna. Ma per fortuna il mio cappottino riusciva a tenermi al caldo sufficientemente. Attraversammo la città. Era bellissima, e questo mi tirò un po’ su di morale. Finché ci trovammo di fronte a una villa grandissima circondata da un parco meraviglioso con tanto di piscina. Mia madre mi disse che eravamo arrivati. Suonò il campanello e un uomo di mezza età elegantemente vestito venne ad aprirci invitandoci ad entrare. Era il maggiordomo. Si presentò, si chiamava Franz. Varcammo la soglia della villa e ci ritrovammo in un atrio enorme con scalinata centrale. La mia bocca rimase spalancata per un po’ dallo stupore. Il compagno di mamma doveva essere ricchissimo, pensai. Improvvisamente un uomo biondo vestito con jeans e camicia nera scese le scale e corse incontro a mia madre baciandola, poi si rivolse a me e mi strinse la mano: “Piacere signorina, io sono Edelmar”. Gli sorrisi e mi presentai: “Piacere mio, io mi chiamo Caterina”. “Tua madre mi ha parlato molto di te ma non mi aveva mai detto che eri cosi splendida” continuò. Risi e lo ringraziai. Ci invitò a seguirlo. Entrammo nel salotto circondato da vetrate che lo rendevano luminosissimo. Al centro c’erano tre divani in pelle bianca e un tavolo basso in cristallo. Alle pareti due televisori al plasma. Ci accomodammo e Edelmar mi disse: “Spero che ti troverai bene qua”, “Sicuramente” risposi. Era impossibile non trovarsi bene in tutto quel lusso. Poco dopo chiamò il maggiordomo e gli ordinò di portare un aperitivo e di chiamare i suoi due figli. A queste parole cominciai ad agitarmi. Tutto ad un tratto mi venne voglia di scomparire ma cercai di farmi coraggio e di non far notare la mia ansia. Mi voltai e aprii il mio specchietto che tenevo in borsetta. Trucco perfetto. Tirai un sospiro di sollievo. Ravviai i miei lunghi capelli biondi e cercai di calmarmi. Sentii il maggiordomo urlare: “Signorino Bill abbiamo ospiti, si potrebbe accomodare in salotto assieme a suo fratello Tom per favore?”. “Veniamo subito. Grazie Franz” rispose uno dei due gemelli dal piano superiore. Aveva una voce dolcissima e questo mi rassicurò. Non vedevo l’ora di vederli nonostante il mio cuore battesse a mille per l’agitazione. Mi aspettavo che scendessero dai piani superiori perciò rimasi immobile a fissare la scalinata nell’atrio. Sentivo mia madre fissarmi e sorridere. All’improvviso scorsi una figura scendere elegantemente dalle scale, seguito da un'altra figura. Ero agitatissima. Chiusi gli occhi per un secondo e quando li riaprii rimasi incantata dallo spettacolo che mi trovai davanti: due ragazzi a dir poco stupendi. Si presentarono. Bill sembrava un fotomodello: altissimo, a occhio circa 1 e 90, magro, capelli nero corvino alzati a cresta, due occhi meravigliosi truccati di nero, carnagione chiara senza nemmeno una piccola imperfezione e lineamenti delicatissimi. Indossava un pantalone nero molto aderente, degli stivali anch’essi neri in pelle con il tacco e un giubbino nero in pelle verniciata. Semplicemente incantevole. Mi strinse la mano, arrossii. Poi si presentò il fratello. Si chiamava Tom, era completamente diverso da Bill pur essendo gemelli. Ma una cosa in comune sicuramente l’avevano: la bellezza. Anche lui era alto, capelli rasta biondo scuro, un cappellino della New York Yankees blu con il logo bianco, occhi nocciola, lineamenti dolci come il gemello, jeans e maglia blu entrambi extralarge. Sembrava un rapper. Un rapper stupendo direi. Mi venne in contro e mi disse: “Wow noi due andremmo d’accordo, sono sicuro! Sei bellissima”. Mi fece l’occhiolino. Gli sorrisi e lo ringraziai. Che tipo!, pensai. Bill gli lanciò un occhiata fulminea poi intervenne dicendomi: “Vieni ti faccio vedere la tua stanza”. “Andiamo” continuò Tom. Io li seguii. “Vanno già d’accordo” sussurrò mia mamma a Edelmar. Io mi voltai, le sorrisi poi proseguii. Salimmo ai piani superiori. Io ero incantata da tutto quel lusso. Attraversammo un corridoio e ci fermammo davanti ad una porta bianca con la maniglia dorata. Bill mi sorrise e mi fece cenno di aprire. Aveva un sorriso stupendo, varcai la soglia della mia stanza e lanciai un urlo di gioia. Mi trovai davanti una stanza enorme: al centro c’era un letto matrimoniale a forma circolare in pelle bianca,  un piccolo salottino di fronte alla vetrata e alla parete un grande armadio con le ante a specchio. Corsi ad abbracciare Bill e poi Tom e li ringraziai. “Non devi ringraziarci, le nostre stanze sono accanto alla tua..se hai bisogno di qualsiasi cosa non esitare a chiamarci…Benvenuta signorina Kaulitz” mi disse Bill dandomi una pacca sulla spalla. Gli sorrisi. Poi chiusi la porta della mia camera. Poco dopo arrivò Franz con le mie valigie, così approfittai di sistemare le mie cose. Quando finii decisi di rilassarmi un po’.

 

Ero sdraiata sul letto, mi stavo riposando dopo il viaggio, quando ad un certo punto bussò qualcuno alla porta della mia camera. Andai ad aprire, era Bill. “Posso?” mi disse. “Certo che puoi! Vieni pure e scusami il disordine” gli risposi. “Figurati non scusarti mai con me” continuò. Gli sorrisi e gli feci cenno di accomodarsi. Si sedette vicino a me sul letto, mi guardò negli occhi e poi mi disse: “Lo so che sei appena arrivata e che ancora devi ambientarti ma nostro padre ha preparato una sorpresa a tua mamma, la vuole portare in vacanza, alle Maldive per una settimana. Hanno intenzione di partire tra due giorni e quindi mi chiedevo se avevi voglia di restare con me e mio fratello oppure preferivi andare con loro. A me farebbe molto piacere se tu restassi qui con noi sorellina.” Mi accarezzò la guancia. La sua mano era calda e soffice. “Certo che mi va di restare con te Bill” gli risposi. Mi accorsi subito di aver fatto una figuraccia. E Tom? Perché non lo avevo nominato?. “Benissimo, ci vediamo a cena per le 19.00 così ne parleremo meglio! Ora riposati!” disse dirigendosi verso la porta. Guardai l’orologio, erano già le 17.00. Merda! Dovevo ancora farmi un bel bagno e soprattutto cercare un bell’abito da mettermi. Volevo essere più incantevole che mai. Uscii dalla stanza in cerca del bagno. Lo trovai velocemente. Entrai, era stupendo. Rimasi incantata alla vista della vasca da bagno ovale che stava al centro, non vedevo l’ora di immergermi sembrava una mini piscina. Chiusi la porta ma non a chiave. Mi guardai allo specchio e cominciai a struccarmi. Poi riempii la vasca, mi tolsi reggiseno e mutandine e mi immersi nell’acqua calda. Ero completamente coperta da uno strato di schiuma soffice e bianca. Cercai di rilassarmi il più possibile. Ad un certo punto la porta del bagno si spalancò all’improvviso e sentii Tom dire: “Bill vado a fare la doccia!”. Mi misi ad urlare e cercai di coprirmi il più possibile con le braccia. Tom arrossi, mi guardò poi si coprì gli occhi con una mano: “Scusami davvero non l’ho fatto apposta, pensavo fosse libero..Comunque tranquilla non ho visto niente!”. Risi e lo schizzai un po’ con la schiuma: “Ora però esci!” gli ordinai. “Subito” mi rispose correndo fuori dal bagno e richiudendosi la porta alle spalle. Appena uscì lo sentii urlare: “Bill non entrare in bagno mi raccomando! C’è nostra sorella”. Bill gli rispose: “Ahah Tom non mi dire che sei entrato in bagno senza chiedere come al solito, e che c’era dentro lei?!”. “Si ma non volevo, pensavo fosse in camera sua” disse Tom ridacchiando. “Si certo come no! Sei sempre il solito fratello! Lasciala stare! Non farti riconoscere subito!”. La loro discussione era veramente divertente, avrei voluto continuare ad ascoltare ma non potevo, era tardi e dovevo asciugarmi e prepararmi per la cena. Uscii dalla vasca e mi avvolsi nell’accappatoio. Una volta asciutta mi infilai slip, reggiseno e infine la camicia da notte. Mi diressi verso la mia camera da letto. Erano tutti spariti. Cominciai a frugare nel mio armadio in cerca di un vestito: trovai un mini abito nero con scollatura dietro. Perfetto. Lo infilai. Mi truccai di nero, il mio colore preferito, infilai un paio di decolté nere in vernice con tacco 12 e poi diedi un occhiata all’orologio. Mancavano dieci minuti alle 19.00. Wow è un miracolo che riesca ad essere puntuale almeno una volta! Mi guardai un ultima volta allo specchio, uno spruzzo di Chanel n°5 e via! Scesi la scalinata centrale e mi diressi verso la sala da pranzo. Erano già tutti a tavola. Mi sedetti vicino a Bill. “Sei incantevole” mi disse. “Tu sicuramente di più” gli risposi. Mi sorrise ringraziandomi. Era bellissimo. I suoi capelli splendevano e profumavano di lacca e il suo viso era così dolce e perfetto. Di fronte a me sedeva Tom mentre alla mia destra c’era mia madre seduta accanto a Edelmar. Per tutta la cena Tom mi fissò ininterrottamente. Mi trovavo un po’ in imbarazzo ma cercai di non farlo notare. La cena andò per le lunghe, discutemmo a lungo sull’argomento della vacanza alle Maldive e io decisi di restare a casa con i gemelli, così mia madre e il suo compagno avrebbero avuto più tranquillità e io avrei conosciuto meglio i miei fratelli. Finimmo di mangiare verso le 23.00. Ero esausta. Mi alzai dal tavolo e dissi ai presenti: “Scusate sono molto stanca, io vado a letto”. Bill si alzò e mi raggiunse: “Aspetta ti do il bacio della buona notte”. “Non credo sia il caso Bill, è abbastanza grande per queste cose!” ribatté Tom. “Ma a te cosa interessa? Sei il solito burbero!”. Tom non rispose. Ma perché faceva così?. Bill si avvicinò e mi stampò un bacio sulla fronte augurandomi la buona notte. Lo ringraziai e salii nella mia stanza. A differenza della sala da pranzo, c’era molto freddo, così mi svestii velocemente, mi struccai e mi infilai velocemente nel letto, sotto le coperte. Mi addormentai presto. Verso l’una di notte però un rumore mi svegliò. Un rumore di tacchi. Immaginai che fosse Bill. Mi misi a sedere e accesi la luce. Ad un certo punto qualcuno entrò nella mia stanza: “Ops sei ancora sveglia?”. Come avevo immaginato era proprio Bill. “Si si…Vieni pure” gli dissi. Chiuse la porta alle sue spalle e si sedette sul letto: “Scusa se ti disturbo a quest’ora..”. Gli sorrisi e lo presi per mano: “Tranquillo dimmi tutto, spara!”. “No vabbè niente di importante, volevo solo chiederti come è stato il primo giorno qua con noi.”. Gli sorrisi, quanto era dolce! “Tutto benissimo, grazie” gli risposi. “Sicuramente avrai sofferto tanto per la separazione dei tuoi genitori. E io ti posso capire, anche io sono stato male quando mia madre se n’è andata lasciando papà da solo con me e mio fratello senza farsi più sentire. Avevamo solo sei anni!” mi raccontò lui. A quel punto però Tom irruppe nella stanza e cominciò ad urlare: “Bill ma sei ancora in camera di Cate? Lasciala in pace, lasciala dormire. Non annoiarla con i tuoi discorsi.” “E tu che ci fai qui?” gli rispose Bill. “Dovrei chiedere la stessa cosa a te. Comunque ho sentito il rumore dei tuoi tacchi del cazzo!. Non immagini quanto dai fastidio! Soprattutto all’una di notte. C’è gente che cerca di dormire!” continuò Tom. “Ok ok arrivo” disse Bill sbuffando. Io rimasi in silenzio ad osservare la scena poi una volta sola mi stesi e cercai di riaddormentarmi.

  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel / Vai alla pagina dell'autore: Caterina_Kaulitz