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Autore: Tarlia    04/11/2003    2 recensioni
Laguna e Raine ... un'ultima volta insieme.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Laguna Loire, Raine Leonheart
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Final Fantasy VIII e i suoi personaggi sono proprietà Square-Enix, e vengono qui utilizzati senza scopo di lucro: nessuna violazione del copyright è pertanto da ritenersi intesa.

Nota dell'autrice: Basato su un brano musicale di Sarah Mclachlan intitolato "Last dance".

L'ULTIMO BALLO
scritta da Tarlia, tradotta da Dolcemaia nel 2003, rivista da Alessia Heartilly nel 2010

Le vecchie scale di legno scricchiolarono quando i pesanti stivali furono piantati su di esse, nonostante il fatto che ogni passo fosse mosso il più leggermente possibile, e Laguna sospirò. Si fermò per qualche momento, guardando dietro le sue spalle ed ascoltando. Lo aveva sentito? No, non si sentiva alcun rumore dalla camera da letto. Lei stava ancora dormendo, grazie a Dio.

Mentre riuscì ad arrivare con successo al primo piano, sua moglie stava uscendo da dietro il bancone della caffetteria della piccola città di Winhill. Era la loro casa ora, non più solo quella di lei, e Kiros si era preso la vecchia casa in cui prima viveva Laguna. Raine inclinò leggermente il capo in quel suo modo curiosamente affascinante, e i suoi occhi blu scintillarono nonostante fossero già illuminati dalla luce della lampada che pendeva dal soffitto. "Dorme?"

Laguna sollevò una mano per lisciarsi la parte posteriore della testa con il palmo e per spostare una ciocca di capelli neri che gli era caduta davanti agli occhi, prima di annuire replicando, "sì, dopo tre favole e quattro canzoni, finalmente si è addormentata. Cavolo, se fosse rimasta sveglia più a lungo, mi sarei addormentato io prima di lei."

La giovane donna ridacchiò, e fu ancora più divertita quando vide suo marito aggrottare le ciglia, in un'espressione che diceva chiaramente 'non è affatto divertente!' Naturalmente, Raine non aveva voluto insinuare nulla. Gli era riconoscente per il suo aiuto nel badare alla piccola Ellione, anche se qualche volta riteneva che la stesse viziando. "Elle sa essere piuttosto testarda, a volte."

"Dillo a me!" sbuffò l'ex soldato, buttandosi su una sedia. "Sono esausto. C'era davvero un sacco di mosti qui intorno anche oggi, chissà da dove vengono." I suoi occhi verdi brillarono, incontrando quelli della ragazza, e con un altro sospiro le chiese, "andiamo a letto?"

Non c'era proprio nulla di romantico nella domanda. Era troppo per lei sperare di passare un po' di tempo da sola con lui quella sera. Raine lo guardò per un secondo, poi si mise le mani sui fianchi e agitò la testa, "Laguna, sei senza speranza."

Mentre lei si girò e tornò al bancone senza aggiungere un'altra parola, Laguna, colto alla sprovvista, le disse, "cosa? Che ho fatto ora?"

"Niente..." Raine evitò di guardarlo, con il pretesto di occuparsi di pulire il bancone e mettere via alcuni bicchieri che non aveva avuto il tempo di lavare la sera prima. Quando Laguna le si avvicinò, decise di accendere la radio che si trovava vicino al lavello, prima che lui potesse dire qualcos'altro, ma tenne basso il volume per non disturbare Ellione.

Laguna non sapeva che cosa avesse fatto di sbagliato questa volta, ed si trovò davanti al suo amore incapace di capire. Raine sapeva essere la persona più dolce e più delicata del mondo quando era felice, ma era una donna di buon carattere; infatti, quando era di cattivo umore, poteva frustare chiunque senza pietà, o non rivolgere la parola a nessuno per un intero giorno, rifiutandosi di dire perché fosse contrariata. Tuttavia questa volta, la sua rabbia non durò a lungo. Laguna la guardò incuriosito quando lei si fermò, ascoltando la musica che proveniva dai piccoli altoparlanti della radio ed il suo corpo si irrigidì. Era una lenta melodia suonata al pianoforte, calma e dolce.

"Ascolta," bisbigliò Raine, guardando il viso di Laguna che si mosse verso la parte del bancone dove si trovava lei e rimase in piedi dietro le sue spalle. Lei prese le sue mani e un'altra espressione confusa attraversò il viso di Laguna. "È uno dei miei brani preferiti. Oh, lo è stato sin da quando l'ho sentito."

"Uh," disse Laguna e questo fu tutto ciò che ebbe la possibilità di dire prima che sua moglie lo tirasse bruscamente al centro della stanza, calciando via un tavolo e una coppia di sedie. Riuscì persino a raggiungere e spingere l'interruttore della luce, lasciando la stanza nell'oscurità eccetto che per la luce della luna che entrava attraverso una finestra. Una volta che furono lì, guardò ancora in alto verso di lui con un sorriso stampato sulle labbra, "balla con me, Laguna. Come hai fatto il giorno del nostro matrimonio."

"Oh, no," protestò immediatamente lui, "no, no, no. Quel giorno ho fatto la figura dello scemo totale. Mi hai promesso che non lo avrei dovuto fare di nuovo."

"So già che sei completamente scemo, Laguna, quindi non ha importanza. Non c'è nessun altro qui, ora. Siamo solo io e te."

Laguna scosse la testa rapidamente. "Ma io non so ballare."

"Neppure per me?" Gli occhi di Raine lo stavano palesemente supplicando. Lei sapeva che non sapeva resistere a quello sguardo, a quella innocente bellezza nei suoi occhi meravigliosi. La sua pelle era bianca come il latte, illuminata dalla debole luce della luna, e i suoi capelli marroni di seta e scuri le scendevano sulle spalle perfetti. Un tempo non avrebbe trovato nulla di interessante in una ragazza semplice, di paese, in confronto a Julia Heartilly con il suo splendido vestito rosso, ma ora era la creatura più bella che avrebbe mai potuto immaginare. Come avrebbe potuto dire di no ad un angelo simile?

Il suo sorriso riapparve quando lui non protestò ulteriormente, e Raine fece scivolare le sue braccia dietro al collo di lui, ma a quel punto lui aggrottò la fronte e rimase lì immobile in silenzio. Non aveva ancora capito? Nuovamente lei prese le mani di lui e le poggiò saldamente attorno alla sua vita, prima di riposizionare le braccia dietro al collo di lui. Lentamente, lei cominciò a muoversi seguendo il ritmo della musica e Laguna provò maldestramente a seguirla.

Ballare non era proprio il suo forte. Più di una volta accidentalmente le pestò i piedi, e dopo la quarta volta Raine era sul punto di lasciar perdere, ma decise di ritentare un'altra volta prima che la canzone finisse. Lei rallentò un po', spiegandogli tranquillamente come fare ogni movimento e finalmente Laguna cominciò a seguirla. Era più facile del valzer, che avevano provato a ballare senza successo il giorno del loro matrimonio; tutto ciò che doveva fare era muovere i piedi come faceva lei, mentre volteggiavano più volte lentamente e Raine lo attrasse a sé sempre più vicino per tutto il tempo, fino a che non riuscì a poggiare la testa contro il suo petto, ascoltando il battito del suo cuore e quasi in grado di sentirlo battere a ritmo con la musica. Laguna piegò il capo per darle un piccolo bacio sulla fronte, abbracciandola mentre la canzone volgeva al termine ed i due smisero di muoversi.

Allora lei guardò in su verso di lui ed gli sorrise. Laguna ricambiò il sorriso. Una volta lei si era ripromessa di non innamorarsi mai di un tipo come lui. Come tutte le altre ragazze, aveva sperato che, un giorno, un cavaliere dalla brillante armatura arrivasse e la portasse via sul suo cavallo bianco, e non si era mai aspettata che il suo cavaliere venisse trasportato nella sua piccola città natale, ammaccato e singhiozzante. Ma in quei pochi mesi, divenuti un anno in cui era rimasto lì con loro a Winhill - era rimasto lì con lei - Raine aveva sviluppato una forte simpatia per la personalità timida e impacciata di Laguna, la sua determinazione piuttosto inesperta nella battaglia, il suo bel viso e i suoi espressivi occhi verdi, ma soprattutto si era innamorata di lui per la sua dolce bontà d'animo. Il modo in cui la faceva sorridere con i suoi stupidi scherzi, il modo in cui faceva ridere a crepapelle Ellione quando giocava con lei, la sua lealtà per il suo amico Kiros. Non aveva bisogno di un cavaliere, dato che Laguna era suo e soltanto suo. C'era stato un periodo in cui aveva temuto che la lasciasse per il suo sogno di diventare un famoso giornalista, ma quei dubbi morirono la notte in cui le chiese di sposarlo. Era lì per rimanere per sempre con lei, per mettere su famiglia con lei, per amare lei ed Ellione. Una prova erano i loro anelli nuziali, li legavano per la vita.

Lui la baciò.

E in quel momento entrò Kiros spalancando la porta.

Raine quasi urlò per l'inaspettato gesto e Laguna la lasciò, girandosi per rimproverare il suo amico con un'occhiata torva. "Kiros! Che diavolo pensi di fa-"

Ma Kiros, ancora affannato per la corsa, prese fiato e tagliò corto, "mi dispiace per averti interrotto, amico, ma c'è un'emergenza. Soldati di Esthar. Alla periferia della città. E stanno venendo qui."

"Che cosa??" disse Laguna scioccato. "E quanti sono?"

"Molti."

Riducendo gli occhi a due fessure per la preoccupazione, Laguna esitò per un secondo, poi superò l'angolo e afferrò il suo fucile, poi tornò indietro da Raine. "Stai qui," le disse prima di correre fuori seguito da Kiros.

Raine era molto preoccupata, perché temeva che quegli uomini fossero venuti per Ellione. Prima di salire le scale per controllarla, però, si fermò a guardare Laguna dalla finestra. E sospirò profondamente per il momento perso.

Il loro ultimo momento.

*****
Nota: di recente ho deciso di portare a termine le traduzioni di Tarlia, considerato che anche le sue altre storie sono molto belle, e quindi ho deciso anche di rivedere le traduzioni già pubblicate. In alcuni casi, ho notato che nel testo originale c'erano delle frasi in più, probabili modifiche fatte dall'autrice dopo la traduzione. Ho corretto nel frattempo anche tutti gli errori in cui mi sono imbattuta. In ogni caso, la traduzione principale è di chi è stato indicato come traduttore; io mi sono limitata a sistemare qua e là, dove l'ho ritenuto necessario. I commenti verranno tradotti e inviati a Tarlia. Alla prossima! - Alessia Heartilly

   
 
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